Quando mi si è presentata l’opportunità di scrivere su Orto Da Coltivare ho iniziato a chiedermi quale fosse il contributo che potevo dare al blog. Ho notato che ci sono già molti articoli e discussioni interessanti sui più svariati temi legati all’agricoltura, così ho avuto timore di non aver nulla da insegnare. Ecco perché ho deciso di non portare informazioni, bensì un esperimento concreto. Realizzerò un piccolo orto sperimentale e mi divertirò a vedere cosa funziona e cosa no.
Proverò ad utilizzare pratiche non convenzionali e osserverò come reagisce la natura. Chi seguirà questo esperimento, che documenterò il più possibile, potrà imparare dai miei errori e con un po’ di fortuna ripetere qualcosa che invece ho fatto bene.
Indice dei contenuti
- L’agricoltura naturale (premessa teorica)
- L’orto sperimentale (premessa pratica)
- Inizio novembre: semine autunnali e impostazione orto
- Novembre: spuntano le prime piantine
- Dicembre: l’orto a fine anno
- Marzo: l’orto naturale dopo le gelate
- Aprile
- Maggio
- Agosto: ricapitoliamo
- L’orto naturale a un anno dall’inizio dell’esperimento
L’agricoltura naturale (premessa teorica)
Le mie pratiche seguiranno la filosofia de “La rivoluzione del filo di paglia”, libro scritto da un agricoltore giapponese di nome Masanobu Fukuoka. Questo contadino, scrittore e filosofo ha un punto di vista un alternativo riguardo al mondo agricolo che merita un approfondimento: sostiene che la migliore agricoltura arriva senza sforzo. Questa filosofia del “non-fare” asseconda la mia pigrizia ed è un modo di vedere che non si limita alla coltivazione, anche se qui si declina in modo particolarmente efficace.
A molti agricoltori moderni potrà sembrare un’assurdità, ma in realtà dietro a questa prospettiva c’è una filosofia profonda ed esperimenti pratici che hanno dato buoni risultati. A questo riguardo consiglio sinceramente di leggere il libro di Masanobu ed altri testi che derivano dalle sue idee, come gli scritti sull’agricoltura sinergica di Emilia Hazelip.
Per dare un’idea di quello che proverò a fare nel mio orto sperimentale riporto i “quattro pilastri” dell’agricoltura naturale teorizzati da Masanobu Fukoka. Questi punti non sono da recepire come comandamenti, sono semplicemente dei fatti che egli ha constatato, dopo anni di esperimenti.
Secondo Fukuoka:
1. Nessuna vangatura. Non vi è nessun bisogno di lavorare il terreno, ovvero dissodarlo per preparare una coltivazione.
2. Nessun concime, nè chimico, nè organico.
3. Non togliere le erbe infestanti: non occorre diserbare, né con prodotti chimici, né con l’erpice.
4. Non usare prodotti chimici in generale.
C’è da dire che Masanobu sosteneva che questo modo di fare agricoltura e le sue tecniche funzionavano per lui, in Giappone, col clima e il terreno delle zone in cui Fukuoka abitava. Lui diceva che ogni coltivatore che voglia coltivare in maniera semi-selvatica deve trovare le proprie tecniche, attraverso un periodo di sperimentazione. La filosofia guida è: fare solo il necessario. Togliere anziché aggiungere: la natura farà la maggior parte del lavoro e da parte nostra ci sarà più gratitudine che sforzo.
L’orto sperimentale (premessa pratica)
Ho deciso di destinare ad orto sperimentale circa 50 metri quadri in Friuli Venezia Giulia sui quali quest’anno ho coltivato un po’ di piante ortive (pomodori, peperoni, melanzane, fagiolini, patate, zucchine). A Marzo avevo dissodato il terreno e preparato l’orto in maniera classica, trapiantando poi le piantine in Aprile.
Ormai il mio piccolo orto ha dato i suoi frutti per la stagione estiva. E’ stato un orto a bassa manutenzione: mi sono limitato a concimare un po’ con stallatico inizialmente, a bagnare la sera nella calde giornate estive e a limitare un po’ le erbacce manualmente attorno alle piantine che mi interessavano. Mi ha dato molte soddisfazioni.
Vediamo invece come procederò con il mio orto sperimentale…
La semina
Già ad inizio novembre seminerò alcune varietà orticole estive direttamente sopra l’orto vecchio e sopra le “erbacce” che ricoprono completamente il suolo.
Proverò a seminare quelle varietà di piante che germinano più facilmente come: cipolline, fagiolini nani, radicchio da taglio,… Per quanto riguarda alcune orticole da frutto come pomodori e zucchine proverò a seminare delle varietà precoci a frutto piccolo (ad esempio pomodori cigliegini e zucchina romana) così sarà più probabile che i frutti riescano a maturare in un orto naturale.
La semina sarà fatta molto densamente a spaglio, seminando casualmente qua è là tutte le varietà.
La preparazione del terreno nell’orto naturale
Il secondo passo sarà preparare il terreno senza lavorarlo. Procederò tagliando alla base le piante dell’orto vecchie che saranno già alla fine del loro ciclo biologico. Le radici andranno lasciate dove stanno, la loro decomposizione concimerà naturalmente il suolo e lo renderà morbido e arieggiato. Il resto della pianta la lascerò semplicemente sul terreno senza sminuzzarla ulteriormente. Se la pianta avrà ancora dei frutti maturi attaccati questi possono essere lasciati anch’essi e contribuiranno alla risemina. Anche le erbacce vanno tagliate alla base e resteranno al suolo a costituire la pacciamatura per le piante appena seminate.
Adesso il grosso del lavoro e fatto, dobbiamo solo aspettare la primavera per vedere se germina qualcosa. In aggiunta ci sono alcune pratiche che volendo possiamo svolgere. La prima è cospargere un po’ di stallatico o letame sulla pacciamatura per aiutare la decomposizione, la seconda è bagnare a volte con gli EM (microrganismi effettivi), anche questo per aiutare la decomposizione e la salute del suolo.
Questo orto è sperimentale, ciò vuol dire che attualmente non ho nessuna prova della validità di queste tecniche. L’orto così fatto mira ad essere a “bassissima manutenzione” che arricchisca il suolo senza concimazioni, con poco utilizzo di acqua. Bisognerà fare solo alcuni interventi manuali “al bisogno” come limitare manualmente le erbacce troppo invasive o evitare che i frutti siano a contatto diretto col terreno.
Ora la domanda è: “cosa succederà?”
Inizio novembre: semine autunnali e impostazione orto
A inizio novembre ho impostato l’orto per la prossima primavera.
La non lavorazione del terreno
Una cosa che non ho fatto rispetto ad un orto tradizionale, è stata la preparazione del terreno. Ho scelto infatti di non estirpare le erbacce e di non vangare la terra in accordo con le idee di Masanobu Fukuoka.
Questa pratica a mio modo di vedere non è necessaria per ottenere un buon raccolto. Al contrario un dissodamento eccessivo potrebbe portare al degradamento del suolo.
Ad ogni modo non credo che questa tipologia di approccio abbia un valore assoluto. Qualcuno nei commenti allo scorso post mi ha fatto notare che questa modalità di preparazione potrebbe andare bene al Nord ma non al Sud.
In effetti nel meridione c’è il rischio che i semi germinino in autunno precocemente per poi non arrivare alla primavera. Inoltre in altre situazioni probabilmente un qualche tipo di lavorazione è necessaria ma qua stiamo sperimentando.
Semine e operazioni di impostazione dell’orto
- Ho tagliato le piante di quest’estate. Il primo passo in realtà sarebbe stato seminare sopra tutte le piante prima di tagliarle ma pomodori, peperoni e fagiolini rampicanti erano troppo alti e avrebbero intercettato i semini. Quindi inizialmente ho tagliato queste piante e le ho messe un attimo da parte, per utilizzarle in seguito come pacciamatura.
- Ho preparato il mix di semenze. Il mix è stato preparato con alcune bustine che ho preso appositamente in vivaio e rimanenze che avevo conservato da semine passate. Alla fine dell’articolo troverete le varietà che ho utilizzato.
- Dopo c’è stata la semina. Ho mescolato bene e seminato a spaglio il mio mix. Ho tenuto le file e i camminamenti dell’anno scorso e per il momento ho seminato su 7 file.
- In seguito sono passato a scuotere un po’ le erbacce che coprivano il suolo, così che i semi cadessero dalle piantine (alla buona perché comunque anche la pioggia aiuterà in questo).
- Il quinto passo è stato tagliare alla base tutte le erbacce e lasciarle sulle file che ho seminato. Subito dopo ho accatastato anche le piante dell’orto che avevo precedentemente tagliato.
- L’ultima cosa che ho fatto è stata cospargere stallatico sopra la pacciamatura, per aiutarne la decomposizione.
Osservazioni sui lavori effettuati
Ogni fila dell’orto è di tre metri quadrati circa, ho deciso di lasciare i camminamenti del vecchio orto e di coltivare sul terreno soffice, non calpestato. Ho speso 10 euro in semenze e mi sono accorto che era poco per tutte le file dell’orto (12 di tre metri quadrati l’una circa), al momento ne ho seminate sette, ma va bene così, visto che 3 file sono occupate attualmente dai cavoli. Ho deciso dunque che farò una seconda semina quando raccoglierò i cavoli, in ogni caso farò un’altra semina in primavera.
Ho anche lasciato molti frutti sulle piante tagliate di pomodoro e peperoni friggitelli, una trentina di pomodori e una decina di peperoni, questi potrebbero riseminarsi. Anche una pannocchia di mais nero che era rimasta sulla pianta l’ho sgranata qua e là sulle file.
Varietà seminate nell’orto sperimentale
La mia idea è di iniziare con varietà che germinano in primavera, a sviluppo precoce.
Ipotizzo che le varietà con frutto grande e con buccia morbida non siano molto adatte alla coltivazione semi-selvatica. Maggiore è la superficie del frutto più è facile che sia attaccata da insetti e malattie, e se la buccia è fine come quella di pomodori e zucchine sarà ancora più vulnerabile. Ecco perché per questi ortaggi sceglierò varietà a frutto piccolo per la coltivazione naturale.
Cercherò di non usare bastoni e supporti favorendo le varietà “nane” per fagioli, fagiolini e simili, ma eventualmente li inserirò al bisogno. Fra le rimanenze c’erano dei fagiolini rampicanti e anche i pomodori che potrebbero riseminarsi sono a crescita indeterminata.
In totale ho seminato 12 pacchetti di semenze:
- Uno di rucola selvatica da campo: pianta di facile coltivazione. No ha grandi esigenze e cresce bene anche su suoli poveri di sostanze nutritive. Non è adatta a suoli acidi.
- 2 pacchetti di piselli mezza rama Rondo: è una varietà a maturazione precoce, alta circa 75 cm, con baccello lungo.
- 1 di bietola liscia verde da taglio: varietà precoce (50 giorni), con buona capacità di rigenerazione dopo lo sfalcio. Si consocia bene con la cipolla.
- 2 di cipolla borettana: cipolla piccola e di forma appiattita. Quelle più piccole vengono conservate sottaceto mentre le più grandi sono adatte al consumo fresco.
- 1 di zucchino alberello di Sarzana: zucchino a maturazione e dimensione media.
- 3 di lattuga bionda a foglia liscia: tenerissima e precoce. Rivegeta più volte.
- 2 di pomodoro piccolo borghese: varietà di pomodoro precoce a grappolo. Adatto sia al consumo fresco che alla realizzazione di sughi/conserve.
Le rimanenze che avevo a casa erano invece fagiolini rampicanti, radicchio rosso di Treviso, cavolfiori e mais nero.
Novembre: spuntano le prime piantine
A circa venti giorni dalla prima semina e dall’impostazione dell’orto naturale ci vuole un aggiornamento su come procede.
Un’altra semina
Ho effettuato una seconda semina per completare le 12 mini-file che ho predisposto. Nella parte che mancava ho seminato:
- Due bustine di pomodoro var. “Principe Borghese”.
- Due di lattuga bionda a foglia liscia.
- Due di cipolla “Borettana”.
- Una di fagiolo nano “Linera”.
- Una di fagiolo rampicante “Blue Lake”.
- Una di cicoria da taglio a foglie larghe.
- Una di lattuga bionda a foglia riccia.
Pacciamature e sostanza organica
Ricorderete che avevo tagliato erbacce e piante coltivate l’anno scorso lasciandole sul terreno come pacciamatura: la decomposizione di questo materiale vegetale procede.
Ho anche versato un po’ di cenere della stufa per aggiungere elementi nutritivi, in particolare la cenere apporta potassio, fosforo e calcio, come spiegato nell’articolo sulla cenere come concime.
Le cinque file che mancavano da seminare erano spoglie dalle erbacce, avevo infatti denudato il terreno ad agosto per trapiantare le piante di cavolfiore. In queste file ho deciso di utilizzare un pacciamatura alternativa, la semina autunnale permette di utilizzare le foglie degli alberi per coprire il suolo nudo e per restituire sostanza organica al terreno. Nel mio caso ho utilizzato le foglie del gelso, di acero e di caco.
Ecco i primi germogli
Molti semi della semina precedente si sono sviluppati, le sette file sono piene di germogli. Credo che sia principalmente la lattughina, il radicchio, la bietola e le cipolline. Non credo abbiano germogliato ancora pomodori, piselli, zucchine e rucola. Spero che con queste temperature non si sviluppino e che attendano la primavera.
Non so se queste piantine resisteranno al freddo invernale, in ogni caso ho aggiunto anche a loro una pacciamatura di foglie sperando che quel substrato le tenga un po’ al caldo. Certamente eseguirò un’altra semina tardo-invernale o primaverile.
Programmi futuri
Vi preannuncio che ho intenzione di effettuare della bagnature con gli EM (microrganismi effettivi) a cominciare dalla primavera. Personalmente credo che utilizzarli possa essere davvero un buon aiuto per chi vuole fare agricoltura naturale, soprattutto per il ripristino di terreni degradati. Prima di iniziare le bagnature ve ne parlerò qui su Orto Da Coltivare. Se l’argomento vi interessa dunque continuate a seguire il blog!
Adesso che vi ho descritto un po’ il mio orto naturale mi piacerebbe sapere cosa ne pensate, che consigli potete darmi. Mi piacerebbe leggere nei commenti vostre esperienze simili.
Personalmente penso che internet ci possa dare un vantaggio rispetto all’era in cui viveva Masanobu Fukuoka. Egli per decine di anni ha praticato agricoltura naturale andando per tentativi. Ha imparato esclusivamente dai suoi errori. Noi abbiamo il vantaggio di poter comunicare e condividere le esperienze anche a distanza. Credo che sia un ottimo periodo storico per sperimentare in agricoltura. La cosa importante è non abbattersi per gli insuccessi e condividere.
Usare i social network solo per condividere i propri successi e costruirsi un’immagine digitale non aggiunge niente a ciò che siamo. Condividere i nostri errori in agricoltura invece può essere utile a noi e agli altri. Sbagliare può essere assolutamente positivo in questo contesto, anche perché bisogna impegnarsi soprattutto a non fare danni. La natura lasciata a sé stessa in ogni caso produce qualcosa, e se non produce cibo, produce biodiversità e arricchisce il suolo… E di questo c’è un grande bisogno.
Dicembre: l’orto a fine anno
31 Dicembre, una bella giornata invernale col cielo limpido e l’aria fredda. L’orto sperimentale è coperto di foglie, usate come pacciamatura, e germogli. Le piantine più grandi sono di pisello, lattuga bionda e cipolla, queste piante hanno una buona capacità di resistere al freddo invernale soprattutto quando sono piccole, la loro crescita si arresta alle basse temperature e credo che abbiano buone chance di svernare!
Ci sono altre piante che hanno germogliato e sono ancora molto piccole, non riesco a riconoscerle. Spero che almeno alcuni semi rimangano in quiescenza e fino a questa primavera. Le temperature in questi giorni sono abbastanza basse ogni notte, sempre sotto lo zero, quindi solo le piante citate in precedenza credo ce la possano fare!
Sul terreno stanno vegetando anche molto erbe spontanee perenni che erano già presenti e avendole solo tagliate senza sradicarle ovviamente non sono scomparse. Trifoglio, artemisia e ranuncoli saranno i compagni delle mie piantine da orto e saranno un buon aiuto per la biodiversità! Il trifoglio in particolare, come tutte le leguminose, ha la capacità di fissare l’azoto atmosferico e contribuirà alla salute del suolo. Masanobu stesso seminava trifoglio bianco sulle sue coltivazioni di cereali per arricchire il terreno. Io ce l’ho che cresce spontaneo, meglio di così!
In realtà in questo aggiornamento non c’è molto altro da dire: ho scritto soprattutto per fare gli auguri a chi legge di Buone Feste! Con la speranza che anche fra di voi ci sia qualcuno che nel nuovo anno avrà voglia di sperimentare qualcosa di nuovo in agricoltura e, perché no, anche in altri settori della vita!
Buon 2018 a tutti!
Marzo: l’orto naturale dopo le gelate
La fine di febbraio 2018 in Friuli Venezia Giulia è stata caratterizzata dall’arrivo di “Burian”, l’aria fredda di provenienza siberiana che per una settimana circa ha mantenuto le temperature sotto lo zero.
Nonostante il clima rigido le piante di lattuga bionda e i piselli sembrano avere resistito, con qualche difficoltà, qualche bruciatura sulle foglioline, ma hanno resistito! Così penso che con i primi giorni primaverili potrò già mangiare la prima insalata dell’orto naturale e i piselli potrebbero essere pronti poco dopo. Ho preso dei rametti da un acero e li ho piantati accanto ai piselli, dei rametti corti e ramificati sono l’ideale come sostegno per queste piante.
Erbe spontanee e pacciamatura. Vi ricordo che non avevo sradicato le erbacce per preparare l’orto naturale, ma mi ero limitato a tagliarle basse, usando la parte superiore come pacciamatura. In una zona dell’orto l’artemisia e il trifoglio stanno già ricoprendo il terreno. La mia idea è quella di continuare a tagliarle quando saranno alte, lasciando al suolo il materiale vegetale, così il terreno sarà sempre più ricco di sostanza organica e umido, fino a quando una pianta più adatta alle nuove condizioni la sostituirà. Sia l’artemisia che il trifoglio infatti fanno parte di quelle specie chiamate “pioniere”, che riescono a colonizzare velocemente suoli nudi e poveri di nutrienti, ma se lasciate ai loro cicli col tempo arricchiscono il terreno e poi lasciano spazio ad altre piante.
Semi dormienti. Chissà se alcuni dei semi che ho piantato alla fine dell’autunno sono rimasti dormienti e si sveglieranno in primavera. Questa forse è la cosa che sono più curioso di osservare. Avevo messo semi di pomodoro, zucchina, bietola e altro, se non sono marciti o mangiati da qualche bestiola potrebbero nascere non appena la temperatura starà sopra i 15 gradi per buona parte della giornata.
Qualche nuova semina
In ogni caso farò un’altra semina, più rada delle precedenti. Ho acquistato delle sementi di piante non ibride che secondo me si adattano meglio alla coltivazione naturale. L’agricoltura moderna ormai è invasa da piante orticole ottenute con la tecnica dell’ibridazione, queste di solito non sono riproducibili da seme e hanno bisogno di cure molto precise: terreno arato, assenza di erbe spontanee, prodotti per la concimazione e la protezione dalle malattie. Insomma non sono piante che se la cavano da sole! Il nostro obiettivo con l’orto sperimentale è limitare gli interventi sulla natura, ecco perché ho cercato di scegliere sementi non ibride, varietà precoci con poche esigenze. Ecco le piante che ho scelto sul sito Macrolibrarsi:
- Fava Extra Precoce a Grano Violetto: ciclo vegetativo di circa 90 giorni, qua al Nord di solito si semina tra febbraio e marzo.
- Pomodoro Ponderosa: frutti tondi, piccoli, lisci di colore giallo, raggruppati in grappoli. Questa varietà dev’essere molto simile a come era il pomodoro alle sue origini.
- Zucchino Tondo di Piacenza: varietà precoce.
- Bietola da Costa di Ginevra: foglie lisce, a coste larghe e saporite.
- Melissa officinalis: una pianta aromatica dai vari usi.
Infine mescolerò a questi anche un miscuglio di piante da fiore per arricchire ulteriormente il piccolo orto. La miscela comprende sementi di papavero, clarkia, cosmos arancione, gipsofila, ibisco vescicoso, erba bozzolino, e briza media. Anche in questo caso sono tutte piante non ibride, riproducibili e selezionate da un’azienda biodinamica.
Aprile
Circa sei mesi fa, in autunno ho iniziato il mio esperimento di orto naturale. Ho cercato di mettere in pratica le idee di Masanobu Fukuoka: sostanzialmente cercare di ottenere un raccolto lavorando il meno possibile, Devo dire che per la seconda parte ci siamo, ho lavorato davvero poco: non ho concimato, né lavorato il terreno, ho tolto qualche erbaccia solo prima di raccogliere la lattuga. Infine ho bagnato solo tre volte con i microrganismi effettivi, di cui parlerò in seguito.
Inizialmente avevo preparato l’orto, spargendo i semi sopra alle piante che erano già presenti e che in seguito ho tagliato, senza estirparle. Bisogna dire però che la lavorazione era stata fatta l’anno precedente e che avevo limitato le erbacce per tutta l’estate. Nel frattempo l’inverno si è fatto sentire con temperature davvero basse (attorno ai -5 gradi nelle nottate più fredde) e molta pioggia. Anche con queste condizioni alcune piante da orto sono nate e cresciute. Vediamo quindi com’è la situazione ad aprile in questo orto sperimentale.
Quali piante sono nell’orto ad aprile
Se guardiamo oggi l’orto la prima cosa che si nota sono le piante di pisello, sono alte e hanno molti fiori: le piantine sono nate subito in ottobre e hanno resistito alle intemperie per poi riprendere a crescere solo a marzo. Oggi sono fiorite come potete vedere in foto, la resistenza di questa pianta mi ha sorpreso. Stesso discorso con la lattuga bionda che ho seminato in alcuni spazi troppo densamente e copre in maniera troppo fitta il terreno, comunque è una coltivazione che è sicuramente riuscita dato che ho mangiato questa insalata già più volte in questa primavera.
L’aglio era già presente nell’orto, si è seminato da solo questa estate ed ora ho vari ciuffi d’aglio qua e là. Anche la fava che ho seminato in primavera sta nascendo. Queste sono le piante da orto che per ora sono presenti.
Il resto è tutto coperto da erbe spontanee. Avevo seminato anche altre varietà e non so se debbano ancora nascere, siano nate sotto le erbacce, o se i semi siano andati marci o mangiati.
Il non-fare e il valore della diversità
Per questo bisognerà aspettare ancora un po’. Sono abbastanza soddisfatto del risultato perché ho lavorato due o tre ore in tutto, mai concimato o lavorato il terreno. Certo, ho speso circa 30 euro in semenza però dagli errori s’impara e i prossimi anni seminerò le varietà più adatte alla coltivazione semi-selvatica. Questo esperimento è sicuramente utile per chi volesse fare riposare il terreno per un anno, facendo poi un sovescio.
Nel mio caso cercherò di ripetere l’esperimento fino a trovare le varietà che meglio si prestano a questo tipo di coltivazione, col clima della mia città e sul mio terreno. Ripeto che sperimentare in agricoltura è importantissimo. L’agricoltura ormai è in molti luoghi standardizzata, con sementi ibride, prodotti e tecniche ritenute valide in tutto il mondo. Queste tecniche agricole hanno dei vantaggi, ma ci stanno anche togliendo qualcosa: la diversità. Che non è poco. Diversità biologica, diversità di paesaggio e culturale. Ecco perché l’appello deve essere: da una parte sperimentate tecniche alternative, e dall’altra cercate di riscoprire conoscenze contadine antiche, in alcune di esse c’era una grande saggezza e semplicità di pensiero che va riscoperta.
EM: i microrganismi effettivi
Voglio concludere, come vi avevo promesso, con la mia esperienza per quanto riguarda i microrganismi effettivi. Un amico è andato in Austria e da Villacco mi ha portato 10 litri di soluzione già attività contenente un mix di microrganismi “benefici” per le piante. L’obiettivo è di migliorare le attività biologiche nel suolo, di conseguenza favorire l’assorbimento dei nutrienti da parte delle piante e prevenire le malattie.
La diluizione consigliata è di dieci ml per ogni dieci litri, va conservata al fresco e al buio perché possa rimanere efficace. Si può utilizzare per fare delle bagnature oppure si può nebulizzare sulle foglie e su qualsiasi parte della pianta. I microrganismi interagiranno in ogni luogo, ristabilendo gli equilibri microbici naturali. Io li ho utilizzati tre volte. I risultati si possono vedere solo a lungo termine, quindi non ho molto da aggiungere per ora. Il mio termine di paragone non sarà l’orto, bensì i miei alberi da frutto, ho infatti spruzzato gli EM sulle foglie di tutti gli alberi che l’anno scorso hanno prodotto poco. La vite è stata colpita dalla peronospora e l’uva non è giunta a maturazione (non ho utilizzato rame), anche il ciliegio non ha prodotto, forse in quel caso è stata colpa delle cimici, anche il susino ha prodotto poco. Quindi vediamo se con gli EM andrà meglio, sapendo bene che è solo uno dei fattori che può incidere.
Maggio
Ed eccoci arrivati a metà maggio: abbiamo iniziato nello scorso mese di novembre a seguire l’esperimento di orto naturale tramite questo diario, ormai è passato un semestre dalle prime semine. Ora che siamo in primavera inoltrata si possono iniziare a fare alcune considerazioni sull’orto di quest’anno!
Questo orto sperimentale è stato gestito con il minor numero possibile di interventi, lasciando campo libero alle erbe spontanee. Proviamo a capire cosa ha funzionato e cosa invece non ha dato frutto.
Lo stato dell’arte: coltivazioni ed erbe spontanee
Ci sono molte piante spontanee: artemisia, trifoglio, ranuncoli, veccia, qualche graminacea e poco altro. Come piante ortive sono presenti solo piselli, fave, aglio e lattuga.
Partiamo da queste coltivazioni: le piante di pisello sono quelle che hanno funzionato meglio per il mio orto con queste condizioni climatiche e con le tecniche che ho usato. Le piante hanno germinato senza problemi in autunno e hanno fatto fronte a una stagione invernale particolarmente fredda e umida.
Già in marzo hanno ricominciato a crescere, ad Aprile sono spuntati i fiori, ed ora a metà maggio hanno quasi terminato la produzione. Ho raccolto i legumi già tre volte, ogni domenica, per tre settimane, la prossima sarà la quarta e ultima. Li avevo seminati su 4-5 metri quadrati e la produzione non è enorme, ma qualche piatto è venuto fuori.
Anche la lattuga bionda è cresciuta, fin troppo: l’avevo sparsa un po’ dappertutto col mio mix di sementi ed è nata e cresciuta subito, coprendo in maniera molto fitta le zone dov’era seminata. L’ho mangiata qualche volta in primavera ma eccede sicuramente il mio fabbisogno ed è rimasta lí. Ormai è molto alta. Nota per il prossimo anno: seminarla solo in un angolino.
Le fave sono cresciute qua e là, hanno appena fiorito e dovrò aspettare ancora qualche giorno per raccogliere i legumi.
Anche l’aglio è cresciuto un po’ sparso, quello si era seminato da solo l’anno scorso, quest’anno lascerò che qualcuno vada a fiore per la risemina. Ho raccolto già alcune teste.
I fallimenti: gli ortaggi che non sono spuntati
Come ho detto il resto delle piante seminate non è spuntato. È difficile tirare conclusioni subito, ma penso che alcune piante non siano adatte ad essere seminate in autunno con le nostre condizioni climatiche (l’orto naturale sperimentale si trova in Friuli), soprattutto peperoni, zucchine e pomodori.
Volevo provare a vedere se le sementi sarebbero state in riposo fino ai primi caldi di marzo-aprile ma così non è stato. Anche la semina primaverile non è stata efficace. Piante come rucola e bieta non sono comunque nate. Mi aspettavo che almeno la cipolla sarebbe spuntata, di solito non ha grandi problemi, invece neanche l’ombra.
La ricchezza naturale: un ecosistema vivo
La cosa migliore è la ricchezza naturale dell’orto che è pieno di bestioline di tutti i tipi: insetti, lombrichi, farfalle, lucertole,…
Quando taglio un po’ di erbacce posso vedere che il suolo è morbido e scuro e questo mi rassicura sul fatto che anche se non ho raccolto granché, la qualità del terreno dev’essere migliorata, come quella dell’ambiente di generale. Anche se lumache e cimici sono presenti non sembrano avere preso il sopravvento per il momento.
Sfruttare questo ambiente naturale per i trapianti
In questo ambiente, molto ricco di naturalità, ho provato a trapiantare qualche pianta di pomodoro e peperone presa in vivaio, ho liberato semplicemente un piccolo spazio dalle erbacce per piantare quattro peperoni e quattro pomodori. Aspettiamo ora di vedere i risultati.
Progetti futuri
Per continuare gli esperimenti il prossimo anno proverò sicuramente la coltivazione di piselli, facendo una fila bella lunga in pieno campo.
Credo che abbandonerò la semina autunnale per il resto delle piante e mi concentrerò meglio su una semina primaverile, magari più tardiva rispetto a quanto fatto quest’anno.
Curando meglio la scelta delle piante, eliminerò peperoni, zucchine e pomodori, che eventualmente trapianterò a maggio, e proverò con altre piante. Mi piacerebbe trovare qualche pianta da avere direttamente da seme, associandola a fave e piselli, anche se la consociazione con le piante spontanee è già più che valida!
Agosto: ricapitoliamo
Da ormai un anno stiamo seguendo un esperimento di orto naturale, coltivato seguendo la filosofia del non fare di Masanobu Fukuoka. Su Orto Da Coltivare abbiamo seguito passo dopo passo le operazioni effettuate e i risultati raggiunti.
Dato che è passato un po’ di tempo vale la pena ricapitolare cosa è successo.
Il riepilogo di un anno di orto naturale
A settembre ho deciso di impostare un orto naturale, limitando al massimo gli interventi colturali. L’esperimento prevedeva di:
- Seminare sopra le erbe spontanee un mix di semenze.
- Tagliare le erbe spontanee e usarle come pacciamatura.
- Lasciare fare alla natura senza arare, concimare, diserbare e usare prodotti chimici.
Il miglioramento del terreno
Come già rilevato ci sono stati alcuni risultati positivi, a cominciare dal ripristino di un’area del giardino che era stata molto sfruttata dagli orti precedenti. Si è ristabilita una vegetazione in continua evoluzione e le associazioni vegetali continuano a cambiare, sono arrivati molti tipi di insetti e impollinatori, lucertole, orbettini e altri animali. Ho potuto notare che il suolo, prima era marroncino chiaro e crostoso, ora sotto la vegetazione è già più scuro e soffice.
Risultati di raccolta
Ho anche avuto qualche risultato come raccolta. La lattuga bionda in primavera era abbondante e i piselli sono la verdura che più è riuscita nel primo anno di questo orto, ho avuto una buona raccolta considerando l’area poco estesa dell’esperimento. Anche l’aglio è venuto bene, era in quella zona spontaneamente da anni e continua a riprodursi comunque in ogni circostanza.
Un ambiente in evoluzione
Fukuoka, il padre dell’agricoltura naturale, diceva che un orto naturale ha bisogno di tempo per stabilizzarsi. Diciamo due o tre anni dove la situazione di partenza è molto compromessa. L’orto naturale non è infatti un orto stagionale. Certo, alcune piante lo sono ma la copertura del suolo da parte della vegetazione è perenne, l’uomo interviene il meno possibile sulla natura, nel mio caso con sfalci e semine.
Com’è ora l’orto
Com’è ora la situazione nell’orto? Un casino.
Le erbacce sono dappertutto, di molti tipi, le fave che erano cresciute e avevano fiorito bene non ce l’hanno fatta, i primi legumi sono stati mangiati da vari insetti e poi le piante sono state soffocate dalle erbacce. Ad ogni modo credo di avere sbagliato i tempi della semina: non si dovrebbero sviluppare nella stagione più calda.
Nell’erba alta dell’orto possiamo ancora vedere la lattuga andata ormai a seme, qualche pianta di pisello nata ultimamente qua e là e le piante di pomodoro che ho trapiantato, 8 in totale.
Volevo vedere se l’ambiente ristabilito poteva essere buono per la crescita dei pomodori. Inizialmente le piante erano soffocate dalle erbacce, stavano crescendo ma un po’ a stento. Allora ho liberato l’area con un nuovo sfalcio. Sempre lasciando il materiale vegetale a terra come pacciamatura.
Da quel momento effettivamente le piante di pomodoro hanno iniziato a crescere bene, senza averle mai concimate o bagnate. Anche le erbacce hanno ripreso a crescere ristabilendo velocemente una situazione simile a quella iniziale. Ricordo infatti che con lo sfalcio la maggior parte delle piante non muore e riprende da subito a vegetare.
I pomodori sono quasi pronti, adesso per questa estate non interverrò più ,se non per la raccolta dei pomodori. Questo autunno rifarò la semina dei piselli e fino ad allora non ci saranno aggiornamenti su queste pagine.
Estensioni maggiori?
Il piccolo pezzo di terreno (50 metri quadri circa) probabilmente non fa molto testo per comprendere le potenzialità dell’agricoltura naturale. Soprattutto sarebbe bello arricchire l’ambiente con qualche albero e arbusto, ma nei 50 metri quadrati non c’è molto spazio per arricchire il tutto con la vegetazione arboreo-arbustiva. È vero che attorno ci sono gli alberi ma l’orto rialzato rimane pur sempre un ambiente particolare. Sarebbe bello poter avviare un esperimento nei prossimi anni su una estensione maggiore.
In realtà si può vedere anche su estensioni piccole il miglioramento dell’ambiente. Per la raccolta invece forse ci vuole più tempo perché si possa intuire quali tipi di ortaggio sono la vera vocazione di quel posto. Per quell’appezzamento coltivare piselli in primavera, seminandoli in autunno può andare bene, ma dobbiamo ancora osservare cosa succede negli anni successivi al primo. Ecco perché sarà importante continuare a seguire l’esperimento!
Il prossimo anno la natura farà i suoi aggiustamenti e anche io imparerò dai miei errori e cercherò di fare meglio.
L’orto naturale a un anno dall’inizio dell’esperimento
Circa un anno fa iniziavo le sperimentazioni di agricoltura naturale con un orto a bassa manutenzione, cercando di seguire le idee di Masanobu Fukuoka, ovvero: nessuna lavorazione del terreno, nessun prodotto chimico di sintesi e senza estinguere le erbacce, al massimo le ho contenute un poco.
Visto che con questo tipo di coltivazione non degradiamo il terreno e non abbiamo bisogno di input esterni, la fertilità del suolo dovrebbe essere migliorata anche in assenza di concimazioni. L’anno scorso ho provato a seminare un po’ di tutto in autunno, ma solo poche piante hanno poi dato i loro frutti, in particolare una semina è andata bene per questo tipo di agricoltura, nel mio terreno, con le mie tecniche e il clima di qui: i piselli.
Ho deciso dunque di seminare piselli su tutto l’orto naturale questo autunno, per avere la conferma che questo tipo di coltivazione è adatta, alle mie condizioni, per essere coltivata in maniera semi-selvatica. Ecco allora come ho seminato anche quest’anno i piselli nell’orto naturale.
Il lavoro di semina
Nell’orto c’era l’erba alta e ancora qualche pianta di pomodoro che dava i suoi frutti. Ho tagliato tutta quanta l’erba a rasoterra, e lasciato tutto il materiale vegetale sul posto, così che possa fungere da pacciamatura. Prima di effettuare la semina ho semplicemente spostato a lato la pacciamatura dalle file che dovevo seminare.
Ho seminato i piselli a spaglio (varietà “espresso”, mezza rama), su tutte le file dell’orto e in seguito ho coperto tutto con la pacciamatura. Ed è tutto, questo è stato il lavoro di preparazione.
Infine si potrebbe spargere un po’ di concime organico sopra la pacciamatura, come lo stallatico in polvere per velocizzare la decomposizione della stessa, cosa che non ho fatto. Ho intenzione piuttosto di spargere l’umido degli scarti della cucina di questo inverno direttamente sul terreno anziché compostarlo spargendo anche, ogni tanto, un po’ di cenere della stufa.
Adesso aspetterò che gli alberi del giardino perdano le foglie per mettere ulteriore pacciamatura e direi che è tutto. L’anno scorso le piantine si erano già sviluppate in autunno e avevano superato bene l’inverno, ricominciando a crescere con il primo tepore primaverile.
Con questo diario di orto ci tengo sempre a comunicare l’importanza di sperimentare nell’orto. La coltivazione adatta per me potrebbe non essere quella adatta per voi, quindi non ho la pretesa di dare linee generali. Se siete intenzionati ad uscire da un’agricoltura standardizzata andare per tentativi può essere necessario.
Articolo scritto da Giorgio Avanzo.
Il libro di Fukuoka mi ha affascinato. Ho la tentazione di “convertire” il mio piccolo orto ma mi manca il coraggio: aspetto con grande curiosità di conoscere i risultati di questo esperimento ai nostri climi.
Buon allevamento di Limacce, Lumache di ogni sorta,serpentelli, talpe e cimici.
Ciao Renzo, secondo me ti sbagli. Insetti, animali e microrganismi con le giuste condizioni (prima fra tutte la biodiversità) si equilibrano tra loro secondo l’ecosistema naturale, dove ciascuno ha un suo ruolo. Il serpente ad esempio è un elemento prezioso per limitare i roditori e gli insetti, benvenuto nel mio orto!
Può anche darsi che il risultato sia molti animaletti e poco raccolto, sarà comunque utile saperlo. Qualsiasi cosa succeda un anno di riposo al terreno può solo fargli del bene e lo arricchirà in materia organica.
Non si può più coltivare in maniera naturale… ormai si sono sballati tutti gli equilibri tutti gli ecosistemi! Secondo me rovinerebbero tutto l’orto. Infestazioni di animali non siete i benvenuti! Sono d’accordo con Renzo.
Finché non si prova non lo si potrà sapere Silvia
Io continuo a pensare che la direzione giusta sia un ripristino dell’equilibrio.
Nel libro, a proposito della semina, mi sembra di ricordare che per proteggere i semi dalle formiche e dagli uccelli, il buon Masanobu, li avvolgeva con un po’ di argilla . Credo che seminati a spaglio e non interrati, potrebbero darti qualche problema. Comunque le mie come altre, sembrano un po’ le osservazioni degli anziani davanti la recinzione di un cantiere. :) :)
Hai ragione, Infatti è proprio così! sarebbe la tecnica ottimale, ma io ho provato a fare a meno anche di questo. Il motivo? l’orto è a 20 metri da casa mia e i miei gatti sono dei buoni cacciatori.. più che altro tengono uccellini e roditori a distanza.
Molto interessante! Grazie!
Buon pomeriggio,
mi chiamo Luca e scrivo dalla Valle d’Aosta. Sono curioso di sapere come è andata l’esperimento: ha avuto buon fine? ci sono stati problemi o altre informazioni degne di interesse?
Saluti
Luca
Ciao Luca, prossimamente Giorgio scriverà un aggiornamento per raccontare il raccolto dei piselli e dare conclusione a questo racconto di orto del non fare, intanto se sei curioso puoi contattarlo via facebook ( il suo blog si chiama Masanobu )
Perfetto,
grazie mille!
Saluti
Luca
Buongiorno.
Fino a qualche mese fa ero completamente a digiuno sulla materia.
Adesso credo di essere a 0,1.
Ho letto qualche libro, in particolare “La rivoluzione del filo di paglia”, di Fukuoka e “L’Agricoltura del non fare” di Larry Korn.
Ad Ottobre ho tolto la pavimentazione a 70 mq di giardino; Ho rapidamente zappato, senza alcuna concimazione. Ho acquistato una balla di paglia (non so di che natura e’) e ho pacciamato con questa una parte dell’orto su cui, seguendo i principi dell’orto sinergico, Cipolla, lattuga, Tagete, ravanello, da una parte. Sedano, spinacio, aglio, pomodoro su un’altra parte. Zucchine, fragole, camomilla, cipolle, su un’altra zona.Queste le parti pacciamate.
Dopo un mese circa e’ iniziata a spuntare un bel po’ di roba. Io credevo fossero i risultati dei miei sforzi, ma poi un amico mi ha detto che quello che e’ spuntato e’ solo erba. Io credo che dipenda dalla paglia che ho usato per pacciamare che, a quanto pare, e’ ricca di semi di erba.
Adesso, su una parte dell’orto in cui, senza pacciamare, avevo piantato fave (che poi ho dovuto togliere perche’ infestate da afidi neri) e finocchi (le piante si sono sviluppate solo in altezza, diventando come delle canne di bambu’ verdi, quindi raccolto zero) che ho tolto, vorrei iniziare a provare l’orto naturale del “non fare”.
Pero’ … piu’ leggo e piu’ a volte mi si confondono le idee.
Ho effettuato una profonda zappatura, visto che era ricoperto da pavimento da piu’ di 40 anni.
usando la terra e un po’ di torba sto realizzando un bancale largo circa 120 cm e alto circa 30 cm.
Ho pacciamato con paglia … perche’ cosi’ avevo letto su alcuni siti e cosi’ ho letto sui libri di Fukuoka e Larry Korn.
Domande:
E’ cosi’ che devo procedere ?
Cosa faccio poi ? Compro e metto le piantine oppure semino alla rinfusa? Qualcuno qui mi ha detto che se voglio seminare allora devo pacciamare in seguito, altrimenti le piantine rischierebbero di non uscire.
Per quanto riguarda le erbe infestanti, come mi comporto ?
Gli eventuali prodotti che raccogliero’ … cosa faccio. Le radici le lascio sotto terra ?
io ho acquistato una compostiera che sto utilizzando. Ovviamente al momento il terriccio non e’ ancora pronto.
Ciao Luigi. Ci sono molti metodi per coltivare, quindi non esiste una risposta univoca alla domanda “cosa faccio?”. Io ti sconsiglio di pacciamare con molta paglia e seminare al di sotto. Altrimenti dovresti aprire degli spazi nella pacciamatura per permettere alla pianta di trovare luce. Visti i tuoi interessi e letture ti consiglio di provare a leggere anche Gian Carlo Cappello e scoprire il suo “non metodo”, puoi leggere qui un’introduzione, poi se ti interessa approfondire conviene procurarsi il suo libro.
Per i pomodori… Esegui la scacchiatura o lasci fare tutto alla natura?
Grazie per il bellissimo sito e tutte le tue sperimentazioni! Mi chiamo Marisa e mi interesso di agricoltura biodinamica dagli inizi degli anni 90 e frequento una volta al mese gli aggiornamenti presso la sede di Pradamano. Faccio anch’io molti esperimenti nel mio piccolo orto,vorrei provare a sperimentare la coltura sinergica la prossima primavera seguendo i tuoi consigli. Ho notato che le piante che riescono meglio sono quelle che si seminano da sole nell’orto. Io le lascio dove si son seminate rispettando la loro scelta. Inserisco sempre anche i fiori fra gli ortaggi ,specialmente tagete ,camomilla nasturzi e coleus che oltre a donare un po’ di allegria al tutto aiutano le altre piante.Mi tengo i semi di porri, cipolle, zucchine, cetrioli,rucola, fagioli ,piselli e tegoline. Ultimamente ho provato a prendere dei semi di fave con discreto risultato. Ma preferisco tenermi i semi perchè col tempo si possano adattare sia alle mie cure che al terreno e così risultare migliori. Di solito le piantine che nascono dal seme comperato hanno una memoria diversa e se non le curi molto non sono molto produttive, anche se sono biologiche. Ho provato a coltivare le patate (mi tengo i bulbi o le bucce germogliate dell’anno precedente) insieme ai fagioli nani e non ho avuto problemi con la dorifera e il tagete ha tenuto lontano i parassiti che scavano le patate sotto il terreno. Sono felice di aver trovato una persona che ha voglia di osservare la natura e sperimentare nel rispetto della terra, spero di poterci scambiare informazioni ed esperienze per migliorarci a vicenda. Grazie ancora
Vorrei iniziare sperimentazione di agricoltura naturale. Ho a disposizione un pezzetto di terreno, circa 10mq coltivato in passato, adesso ricoperto di erba. Se ho capito bene, non devo toccarlo, ma iniziare a spargerci semi? Premetto che e ricoperto solo da erbetta che viene tagliata regolarmente, e unico coinquilino :) un rosmarino e delle rose
.inizio a seminare? :))
Ciao Sonia. Essendo una sperimentazione puoi scegliere tu la tecnica, senza vincolo di un metodo collaudato. Io consiglierei di sfalciare comunque l’erba prima di procedere con la semina, senza raccogliere lo sfalcio.
Buonasera,stavo giusto pensando a qualcosa di simile : una domanda rispetto all’orto lasagna quali differenze ? Seconda domanda a parte il blog quale pubblicazione libro su queste tecniche ,mi potresti suggerire ? Ti seguo con attenzione !! Grazie !
ciao Angelo. L’orto a lasagna presuppone una preparazione mettendo i vari strati di materiale, in questo caso si tratta di lasciar fare alla natura. Come libro sicuramente gli scritti di Fukuoka, poi quello che trovi in questo articolo sono esperimenti più che tecniche. Non so se Giorgio, autore dell’orto del non fare e dell’articolo vorrà aggiungere qualcosa.
Il ripristino dell’equilibrio in natura, passa attraverso lo sbilanciamento di vari fattori. In sostanza per avere equilibrio è necessario squilibrare. Questo, in relazione a genetica, fattori ambientali, soulo, condizioni climatiche, ecc.determina una situazione di cosiddetto equilibrio, che rappresenta comunque una situazione obbligatoriamente temporanea.
Ho da otto anni un orto. Mia nonna in valle d’aosta coltivava in maniera del tutto diversa da come fanno i miei vicini, che arano il tutto con la motozappa, rendendo il terreno praticamente cemento. e’ stato così che ho iniziato l’orto naturale, nel senso che: nei camminamenti ho sempre lasciato le ebracce. Non ho mai divelto le piante – pomodori, peperoni, zucchine, zucche – ma solo tagliate alla base una volta terminata la produzione e lasciate lì. Se una zucchina o un peperone o un pomodoro arrivavano a maturazione avanzata, li ho sempre lasciati sulla pianta e ogni primavera mi sono sempre trovata i piantini già pronti da trapiantare. Uso, a differenza di quanto raccontato qua sopra, un sistema misto: semino in primavera, poi non levo tutte le erbacce, solo quelel che soffocano la pianta. A novembre non faccio fuori tutto, anzi. Dopo molti anni, adesso, quando inizia la primavera, sono piena di insalatine sparse in giro, nate spontaneamente come la valeriana, il tagete, gli spinaci che si sono inselavtichiti ma sono ottimi. Non lavoro mai tutto l’orto insieme, ma un pezzetto alla volta. L’anno seguente scambio i pezzi di orto: ne ho sempre un quarto di terreno che lascio incolto perché così si rigenera. concimo pochissimo (letame di asino e qualche aggiunta di bio in pellet durante l’estate), lavoro profondamente usando i l forcone la terra in questo periodo, stando attenta a non toccare le aiuole dove c’erano pomodori, peperonoi e zucche. Ogni inverno, a fine novembre vado a coprire tali aioule con la pacciamatura su cui poi metto del letame e basta. Non è un orto fai nulla. E’ un orto fai il meno possibile. Penso, dopo aver letto il tuo articolo, che sia la migliore cosa possibile: prendere il meglio di due metodi e incrociarli. Dopo otto anni ho una terra ricca, soffice e ben abitata da milioni di lombrichi, che sono poi l’essenziale base di un ottimo orto. Un’ultima cosa: non uccido quasi nessun animale o i nsetto, tutit sono utili: le formiche per esempio mi tengono il terreno sotto i mirtilli ben lavorato e fresco. I mirtilli migliori li curano le formiche. Io evito solo che ci portino sopra gli afidi.
Io ho un orto sociale a Padova da diversi anni, ma in precedenza ho potuto coltivare per un anno un piccolo appezzamento di terreno di un amico ai piedi dei colli euganei. In entrambi i casi non ho mai concimato essendo terreni mai coltivati in precedenza e tanto meno fatto trattamenti di alcun tipo volendo coltivare in modo strettamente biologico. L’unico accorgimento, oltre ad una zappatura superficiale primaverile, è stato quello di coprire parte dell’orto con teli di plastica intrecciata per limitare la crescita di erbacce lì dove trapianto le piantine acquistate. I teli usati consentono il passaggio della pioggia e non si degradano, quindi posso riutilizzarli ogni anno. Ho ottimi risultati con pomodorini, peperoncini, zucchine, fagiolini, cipolle, verze, melanzane, meno con zucche, peperoni, fragole e nessun risultato coi fagioli. In particolare i peperoni si sviluppano bene, ma rimangono verdi e prima di colorarsi di giallo o rosso, vengono mangiati da qualche insetto. I parassiti più diffusi sono le cimici che fortunatamente sopraggiungono quando molti pomodori stanno già declinando e non attaccano altro che quelli. Rispetto all’esperienza descritta nell’articolo direi che secondo la mia esperienza è inutile piantare semi estivi in autunno perché richiedono temperature primaverili o estive per germinare e, nel caso delle piantine di pomodoro che richiedono sole per essere produttive, non si può fare a meno di togliere spesso le erbacce o prevenirle con la pacciamatura, mentre non è vero che richiedano molta acqua. Ho anche notato che lì dove la biodiversità è maggiore e le colture diversificate e mescolate, ci sono meno infestazioni di parassiti di un solo tipo che sono le peggiori, forse perché in parte anche i parassiti competono tra loro e prediligono certe piante piuttosto che altre.
Quello dell’Orticoltura Naturale ( o elementare) e’ un tema appassionamnte e di grande attualita’ perche’ riduce costi , fatica e impatto ambientale .In cambio pero’ occorre essere preparati a osservare con attenzione il comportamento delle erbe e delle piante o semi orticoli .E questo e’ un’altra esperienza affascinante . Ma occorre parlarne sulla base di risultati reali , proprio come il blog Percio’ propone di fare !Complimenti a Matteo e a tutti quelli che hanno lasciato testimonianze basate sulla esperienza , senza lanciare critiche non basate su fatti concreti e risultati . Consiglio anch’io di leggere o ascoltare i tutorial di Giancarlo Cappello dopodiche’ provare a FARE. Io da alcuni mesi ho predisposto 100 mt di terreno e non vedo l’ora di vedere spuntare le prime piante !
Ciao Massimo, grazie dei complimenti prima di tutto, che vanno estesi a Giorgio Avanzo, autore dell’esperimento pratico di agricoltura naturale descritto in questo post.
Io faccio più o meno come Federico..Copro tutto l’orto con telone per pacciamatura, nero.
Poi faccio piccoli buchi e ci faccio crescere pomodori, cetrioli, melanzane, zucchine, ecc…
Tutte piante che metto a distanza di 50 o 70 cm.
Va da se che questo sistema non si presta per coltivazioni a distanze ravvicinate, come richiederebbe ad esempio insalata, rapanelli, carote, ecc… Con questo sistema ho poco da lavorare…Non serve concimare, non ci sono erbacce da strappare, mai stare a zappettare. Anche dare acqua, solo dopo due settimane che non piove.
Ma penso che per le coltivazioni tipo insalata e altre cose piccole farò dei cassoni rialzati, dove non dovrò stare in ginocchio e curvare la schiena.
Ad un anno di distanza, ho le idee sempre piu’ confuse. Non ci capivo nulla di orto. L’anno scorso, per iniziare, mi imbattei nel concetto di orto sinergico e in Fukuoka, pensando che fossero la stessa cosa. Ma, da quello che ho capito, non e’ affatto cosi’. Fukuoka scriveva e praticava l’orto naturale del non fare. L’orto sinergico prevede i bancali e la pacciamatura. Io, partendo da un giardino pavimentato da 50 anni, quindi con terra morta, ho tolto la pavimentazione, pian piano ho realizzato 5 bancali seguendo le direttive di Hazelip, li ho pacciamati con paglia, vi ho trapiantato piantine acquistate in vivaio. Mmi resta da installare l’irrigazione. Lo so che avrei dovuto farlo prima, ma per me era e rimane la cosa piu’ difficile. Sto sbagliando qualcosa ? l’anno scorso ho raccolto diversi pomodori e zucchine. Dalla pacciamatura pero’ spuntano molte erbacce. io non le estirpo ma mi limito, di continuo, a falciarle, almeno dove ho piantato. Sto sbagliando qualcosa ?
Iniziato l’anno scorso a luglio. ora sono presenti almeno 10 specie di ragni, uno dei quali mi ha morso mentre strappavo erba dal suo ecosistema. Questo maggio ci sono tantissime lucciole e api.
Piuttosto che sfalciare, hai provato a piegare le piante di non interesse lasciandole crescere in orizzontale anzichè verticale?
Buongiorno, mi sono imbattuto in questo post nella ricerca di consigli sul miglioramento del mio orto.
Vivo in campagna e in famiglia abbiamo sempre avuto orto, come quasi tutti i vicini.
Io però, ispirato da Fukuoka, da qualche anno ho voluto metterein pratica almeno in parte il metodo naturale.
Essendo lontano da casa per lavoro nel periodo primaverile ed estivo ho adottato la pacciamatura con la paglia, che mantiene il terreno umido, morbido e fertile e aiuta nel controllo di infestanti indesiderate, bagno con l’acqua piovana raccolta in cisterne, che secondo me è migliore di quella dell’acquedotto, uso compost ricavato dagli scarti e ferilizzo con macerati di ortica e foglie di pomodoro, zappetto solo quando vedo che la terra si indurisce e non dimentico mai di avvicendare gli ortaggi a legumi, aglio e cipolla.
Tutt’intorno al l’orto ho coltivato diverse specie di aromatiche (Che allontanano le fastidiose zanzare) e fiori e semino trifoglio in tutti gli spazi non coltivati.
Il terreno migliora di anno in anno è sempre più piante ( pomodori, zucca, zucchini e insalate varie) crescono spontanee è più forti di quelle seminate o trapiantate!
Senza contare il piacere di avere più tempo per la semplice contemplazione dell’orto/ giardino
Come è andato il secondo anno?
Buongiorno, ormai è il terzo anno che coltivo in modo sinergico, vivo a Trieste (FVG) Nel mio piccolo orto c’è un po’ di tutto e tutto in perfetto ordine sparso …piante perenni, annuali, aromatiche, fiori e frutti.
Perenni:Asparagi, more, mirtilli, fragole, uva, uva spina, salvia, rosmarino, origano, timo, maggiorana, rose, margherite, violette, trifoglio ….
Le annuali le faccio nascere in una piccola serra e poi le trapianto: pomodori, zucchine, melanzane, insalate, fiori, peperoni, porri, cime di rapa, cavolini di Bruxelles, cavolfiori, cappucci,…
Ora con questo articolo ho intenzione di vedere cosa succede se semino anch’io a spaglio. Avevo già questa idea due anni fa, ma non l’ho mai messa in pratica.
Mescolerò diversi tipi di semi in un contenitore assieme a della terra e li sparpaglierò sui bancali e vedremo cosa succederà.
Grazie per avermi dato l’idea ;-)
l’orto selvatico è un luogo molto bello, è vero ci sono molte lumache con guscio e senza guscio.
io è da molto che lo faccio non perchè non ho voglia di togliere l’infestante ma perchè l’erba trattiene l’acqua notturna, il vapore acqueo.
e che dire di serpenti ramarri orbettini uccelli e farfalle api
in giardino e nell’orto ho seminato il pisello odoroso per attirare le api nere quelle grandi sono le regine di tutte le api.
il trifoglio e il quadrifoglio si è sviluppato a una velocità stupenda e come concime è ottimo.
ho inoltre seminato segale ogni 6 mesi, fave arachidi per dare morbidezza e vitalità al terreno che poi è stato coltivato con patate rare per poi passare allo zafferano (crocus sativus) a ottobre.
coltivo inoltre zafferanone (carthamus tintorius) ma questo ha bisogno di molta acqua e concimazioni
per le carote io uso il seme biologico e sebbene il terreno è come il cemento riesco a fare carote di 7 cm di diametro per 28 di lunghezza e sono molto tenere.
la luna la tengo in considerazione solo per alcuni ortaggi e per il vino
se avete erba da buttare fatevi un mucchio e poi terra sopra il mese dopo trapiantate zucchini o zucche meloni angurie
un’ultima cosa se volete tenere a bada le lumache ci vuole la sale o la cenere oppure pacciamatura con teli
grazie mille.
ho letto con molta attenzione ed é stato davvero interessante
grazie. Il contributo è’ eccellente. La cronistoria è interessante ed utile al pari dei commenti sulle varie sperimentazioni.
anni fa avevo una grande estensione, ad uso famiglia, anzi due medie estensioni. una abbandonata da anni,
, con foglie marcite in locotolti arbusti e rovi vari bruciati sul posto. terra fine,nera. piuttosto sabbiosa, facevo i solchi profondi 20 cm senza vangare di piu’ non concimavo, non diserbavo piu’..
nell’altra piu’ argillosa ma in precedenza coltivata, da qualche anno diventata prato la lavoravo come la prima. di piselli
risultati ottimi, la gente si stupiva del non diserbo,
la prima mi ha dato raccolti abbondantissimi, un pezzo ho concimato con piccole quantita di 16 16 16 nessuna differenza col non concimato. i fiori non concimati avevano colori intensissimi, neanche dal fiorista.
nella seconda quella ex orto aziendale, non aveva foglie, qualche beneficio dal concime l’ho avuto.
a mio parere la verita’ va cercata col buon senso. ma preferisco mettere 1 kg di piselli senza diserbare piu’ che la meta’ e togliere ogni filo d’erba e avvelenare con tanto concine
grazie per le ottime ed esaustive spiegazioni. ho dall’anno scorso un orto di 50 mq nel quale lascio spazio alle “erbacce”. l’ortica cresce copiosa ed io la adoro, quindi .. non si tocca! l’artemisia piantata lo scorso anno è ricresciuta tanto tanto e… non si tocca! i pomodori (piantine) piantate in primavera erano nascoste dalle erbe, ma anche se rimaste piccine già producono i primi pomodori mentre i colleghi attorno a me hanno piante altre oltre il metro, ma senza frutti. ho sicuramente da imparare tantissimo ed aggiustare il tiro, perchè è chiaro che un po’ bisogna curare l’orto e non lasciarlo completamente selvatico, ma a me così piace ed ha un suo perchè ed un suo ordine… proseguiamo con gli esperimenti! buone serene giornate a te, che sei sulla strada giusta (spero anche io :-) )!! Denise
Ciao! Volevo provare anche io quest’anno un esperimento simile, pensavo di passare col decespugliatore e basta, e lasciate tutti i residui vegetali come pacciamatura, poi piantare già piantine in vaso, per insalata, rucola, radicchio mi confermi che seminando sopra le erbacce tagliate e senza preparare il terreno nasce qualcosa? Grazie!
Ciao Marco, in natura i semi cadono sul suolo non lavorato e nascono, però non è banale che nascano quando lo vuoi tu che coltivi. L’agricoltura del non fare è fatta di esperimenti e osservazione, non sempre si ottengono risultati. Potresti anche provare a fare palline di argilla in cui mettere i semi, come faceva anche Fukuoka per dare un minimo di ambiente al seme e favorirlo.
Complimenti vivissimi per l’ accurato reportage, che evidenzia anche i limiti dell’operazione ORTO SECONDO NATURA. E per la verità, ,pur senza accurati studi, a me verrebbe proprio spontaneo fare altrettanto!
Racconti di coltivatori di colline o bassa montagna veneta, confrontati con quelli boliviani, coincidono in buona parte con queste buone pratiche, che poi ho visto funzionare perfino nel terreno sabbioso di Jesolo.
Chi è un po’ più esperto mi conferma che questa buona pratica va a regime nel corso degli anni (anche per la difesa naturale da certi insetti) e migliora più rapidamente su orti grandi, dove si stima una superficie di 50 metri quadrati per persona, se sì vuole arrivare a completa autonomia alimentare nei sei mesi caldi dell’ anno e mettere via qualcosa per l’inverno.
Interessantissimo un altro aspetto, solo accennato nel testo, è la pratica di non innaffiare, se non per stringerti necessità, fatto non secondario oggi per chi ha una seconda casa con orto e non può curarlo con costanza…
Grazie!