Il melo e il pero sono tra le piante da frutto più comuni e amate ed appartengono entrambe alla famiglia delle rosacee, e all’interno di questa, al sottogruppo delle pomacee.

Entrambe le specie possono essere coltivate secondo i principi e le tecniche dell’agricoltura biologica in tutti gli aspetti: la gestione del suolo, la potatura, la concimazione, e anche la difesa da malattie e parassiti.

malattie del melo

In questo ultimo ambito è importante agire con tempestività e mettere in atto tutte le misure preventive contro le patologie del frutteto. Occorre per questo saper riconoscere i possibili problemi dell’albero, esaminiamo quindi le malattie che possono colpire melo e pero.

Principali malattie che colpiscono melo e pero

Facciamo una rapida panoramica delle possibili malattie del pero e del melo. Queste sono le patologie più comuni che possono colpire le piante da frutto pomacee, è utile saperle riconoscere fin dai primi sintomi.

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Ticchiolatura

ticchiolatura del melo

La ticchiolatura è una malattia crittogamica (o fungina) che riguarda sia meli che peri e si manifesta durante la stagione con macchie brunastre tondeggianti, dai contorni ben delimitati. Queste macchie si possono notare sia sulle foglie che sui frutti. Gli attacchi gravi, non presi in tempo, possono portare alla defogliazione anticipata delle piante.

Oidio o mal bianco

L’oidio è una malattia molto comune a tanti alberi da frutto, orticole ed ornamentali (si veda ad esempio l’oidio sulla zucchina), è causata da varie specie di funghi che in primavera-estate formano sugli organi colpiti delle chiazze bianco-grigie dall’aspetto polveroso. Sui frutti causano deformazioni e rugginosità in superficie.

Colpo di fuoco batterico

Si tratta di una malattia diffusasi dalla fine degli anni ’90 ed è causata dal batterio Erwinia amylovora, che attacca melo e pero, ma anche specie ornamentali come il biancospino. I sintomi consistono in avvizzimenti e disseccamenti di germogli, fiori, frutti e foglie, e in un tipico essudato batterico. Il nome della malattia è legato all’aspetto che assume la pianta, la quale sembra ustionata da un fuoco che le è divampato accanto. Il batterio è favorito dalla presenza di cancri su tronco o rami, dove può svernare. I fiori e le ferite da grandine sono i punti di penetrazione preferenziali da cui si diffonde e si moltiplica colonizzando poi i vasi della pianta.

Maculatura bruna o alternariosi

Il fungo responsabile di questa malattia causa macchie circolari necrotiche, spesso contornate da un alone rossastro. Colpisce il pero, soprattutto le varietà Conference e Abate Fetel, ed è favorita da condizioni ambientali caldo-umide, con l’optimum tra i 21 e i 23 °C.

Prevenire le malattie

Nella coltivazione biologica il punto di partenza fondamentale per limitare al massimo l’insorgenza di malattie è la scelta di varietà resistenti o almeno tolleranti alle patologie più frequenti. Questa di solito è una caratteristica delle vecchie varietà tradizionali, in parte abbandonate decenni fa per motivi commerciali e produttivi. Fortunatamente si trovano vivaisti specializzati in frutti antichi che le riproducono e le rendono disponibili per la coltivazione biologica.

Altri fattori preventivi da non trascurare sono:

  • Un buon arieggiamento delle chiome, grazie a idonee potature.
  • La nutrizione adeguata delle piante, senza eccessi di azoto. Bisogna fare attenzione anche con le dosi di concimi organici come lo stallatico pellettato e la pollina.
  • L’eliminazione tempestiva di tutte le parti di pianta colpiti da avversità, per evitare che le spore di funghi o i batteri si diffondano sulle piante sane. Dopo la caduta delle foglie in autunno, è una buona accortezza eliminarle, per evitare che le spore dei funghi svernino sul terreno e a primavera si diffondano nuovamente. Nei casi gravi di colpo di fuoco conviene eradicare l’intera pianta e bruciarla.
  • Preparazione di alcuni macerati che stimolano le capacità naturali di difesa delle piante. Tra questi si consigliano il macerato di equiseto e il decotto di aglio e cipolla da spruzzare sulle chiome.
  • Uso regolare dei corroboranti: si tratta di prodotti che si trovano in commercio e che potenziano le difese naturali delle piante dalle avversità biotiche (patologie, insetti, batteri) e abiotiche (eccessi di insolazione, caldo). Devono essere diluiti in acqua secondo le dosi consigliate sulle confezioni e irrorati sulle chiome più volte durante la stagione, iniziando precocemente per buoni risultati. La costanza di questi trattamenti può ridurre notevolmente il bisogno di ricorrere a dei veri e propri prodotti fitosanitari. Tra i corroboranti più noti spiccano zeolite, caolino, lecitina di soia e propoli. Per acquistare e usare questi prodotti non è richiesto il possesso del patentino e si possono usare su svariate colture, compreso il melo.

Contenere le malattie con rimedi biologici

Per l’agricoltura biologica professionale, ma anche per chi coltiva privatamente meli e peri e desidera ispirarsi a tale metodo nelle scelte di difesa delle piante, esistono in commercio prodotti ammessi dalla normativa del biologico. L’ideale sarebbe comunque limitare il loro uso dopo aver prima di tutto lavorato a monte sulla prevenzione.
Contro la ticchiolatura si usa soprattutto il polisolfuro di calcio, che ha anche un effetto sull’oidio e sulle cocciniglie. Va bene anche per l’utilizzo invernale, sulle forme svernanti del fungo patogeno.

Un prodotto a base di Bacillus subtilis può essere usato per arginare il colpo di fuoco batterico e anche la maculatura bruna del pero.

Si possono sempre usare i classici prodotti a base di rame, contro ticchiolatura e maculatura bruna, come la nota Poltiglia Bordolese, che blocca lo sviluppo della patologia e va usata in via preventiva, ovvero dopo ogni pioggia persistente. Non bisogna però eccedere con i trattamenti a base di rame, perché questo metallo si accumula nel terreno e nel lungo periodo può deprimere l’attività dei lombrichi. Per questo è suggerito almeno provare prima il Bacillus subtilis.

L’oidio si contrasta da tanto tempo con prodotti a base di zolfo, di cui esistono molte formulazioni commerciali (liquide, in polvere ecc). Molti formulati a base di zolfo però non possono essere utilizzati a temperature basse (in genere sotto i 10 °C), e sopra i 30-32°C risultano fitotossici, ovvero bruciano le piante.

Possiamo allora usare il bicarbonato di potassio che, a differenza dello zolfo può essere usato anche in vicinanza della raccolta. Anche il bicarbonato di sodio, quello che si usa in cucina, ha una certa efficacia.

Difendere meli e peri con metodi e prodotti dell’agricoltura biologica è possibile perché fortunatamente c’è un’ampia scelta di soluzioni sia preventive che curative. L’importante è il monitoraggio regolare del frutteto, fondamentale per cogliere in tempo i primi sintomi e individuare il rimedio giusto.

Un’altra buona abitudine da prendere è la consultazione dei bollettini fitopatologici della zona in cui ci si trova, in cui vengono segnalate probabili problematiche.

Articolo di Sara Petrucci.

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