Una delle colture protagoniste di un orto ben fatto è il pomodoro (Solanum lycopersicum o Lycopersicon esculentum), pianta erbacea dicotiledone appartenente alla famiglia delle Solanacee e originaria dell’America Latina, da dove si è diffusa in tutto il mondo.
Come tutte le coltivazioni orticole anche la pianta di pomodoro è soggetta a malattie, che in agricoltura biologica è opportuno saper riconoscere a prima vista, possiamo scoprirle nell’articolo dedicato alle malattie dei pomodori. La botrite è una delle più frequenti, si presenta in modo evidente quando i frutti del pomodoro si coprono di una patina grigiastra.
Per difendersi da questa muffa grigia la strategia migliore è la prevenzione, anche se ci sono dei metodi naturali che possono contrastare il fungo.
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Caratteristiche e ciclo vitale del fungo
Tra i funghi che attaccano il pomodoro uno dei più antipatici è la botrite (Botrytis cinerea), appartenente alla divisione degli Ascomiceti e alla famiglia delle Sclerotiniacee. Questo patogeno provoca la malattia nota con il nome di muffa grigia. Il fungo colpisce anche piante spontanee e altre specie coltivate: vite, lattuga, kiwi, fragola, lampone. Si può riscontrare sia in campo che sui frutti dopo la raccolta.
La botrite si manifesta soprattutto in condizioni di elevata umidità, che ne favorisce la sporulazione grigiastra e ne aumenta il potenziale d’inoculo. In particolare, dopo aver svernato sotto forma di micelio o masse nerastre (sclerozi) nelle cortecce, nelle gemme, nelle piante infestanti e in altri residui vegetali, alla ripresa vegetativa il fungo riprende il proprio sviluppo attivo e produce strutture (conidiofori) con ramificazioni apicali, alle estremità delle quali sono generate numerose spore asessuate (conidi). Raramente, la botrite sviluppa spore sessuate (ascospore) in natura.
I conidi sono dispersi dal vento e dalla pioggia, raggiungendo numeri notevoli nelle fasi di fioritura e invaiatura, e sono capaci di germinare sulle piante fino a 30 giorni dopo la loro formazione. L’emissione del tubetto germinativo dei conidi avviene in modo ottimale a temperature di 18-20 gradi e in presenza di un’umidità relativa del 90-95 per cento. La germinazione è un processo abbastanza lento, che richiede anche 20 ore e dipende non solo dalla durata dell’umettazione, ma anche dallo stadio fenologico e dalla presenza o meno di lesioni sulla superficie vegetale.
Danni della botrite al pomodoro
Non è difficile riconoscere gli attacchi di botrite quando si manifestano sui frutti: i pomodori da rossi diventano grigi, coprendosi di una patina portatrice di marciume. Proprio per questo sintomo peculiare, la malattia viene comunemente chiamata “muffa grigia”.
La botrite può attaccare sia le parti verdi, indebolendo la pianta di pomodoro, sia i fiori e le bacche, particolarmente suscettibili. Talvolta la colonizzazione fungina è condizionata dalla presenza di sostanze inibitrici nelle bacche, ma quando il substrato diviene favorevole, riprende e determina il classico sintomo del marciume grigio sui frutti. I pomodori colpiti dal fungo nel periodo pre-invaiatura manifestano anellature decolorate, fino alla maturazione, mentre quelle colpite da muffa grigia in post-invaiatura mostrano imbrunimenti dei tessuti, che vanno incontro a marcescenza ricoprendosi di una patina grigia.
Come prevenire la muffa grigia
La botrite è caratterizzata da notevoli capacità riproduttiva e variabilità genetica, per questo la muffa grigia è una malattia particolarmente difficile da contrastare una volta insediatasi, in particolare in agricoltura biologica. Dunque risulta fondamentale prevenirne gli attacchi attraverso l’impiego di varietà di pomodoro resistenti e l’esecuzione di opportune pratiche agronomiche volte a ridurre i fattori che favoriscono l’insediamento del patogeno. Vediamo quindi quali sono le caratteristiche di una coltivazione attenta a non favorire questo genere di malattia.
- L’adozione di sesti d’impianto larghi, che permettano circolo d’aria tra le foglie ed evitino una facile trasmissione di pianta in pianta.
- Il frequente arieggiamento nella coltura con tunnel o teli parapioggia.
- L’uso di manichette d’irrigazione, che bagnano il terreno e non la pianta.
- Il drenaggio dei ristagni d’acqua, in particolare tramite un’adeguata lavorazione del terreno.
- La corretta concimazione azotata.
Inoltre è possibile usare ripetutamente preparati di equiseto o tarassaco per aumentare la resistenza del pomodoro alla muffa grigia. Si possono anche distribuire prodotti a base di rame (idrossido, ossicloruri, solfato tribasico,…) a ridosso di ogni evento piovoso, possibilmente nelle ore più fresche della giornata. Bisogna tener conto però che il rame non è esente da conseguenze ambientali, anche se si tratta di un prodotto consentito dal metodo biologico.
Difendere i pomodori con metodi biologici
Se il pomodoro manifesta comunque la muffa grigia, non resta che eseguire il trattamento con preparati microbiologici, che, sempre più diffusi, sfruttano l’attività antagonista dei batteri Bacillus subtilis e Bacillus amyloliquefaciens. Si tratta di un metodo naturale, in quanto introduce microrganismi presenti nei terreni e sulle piante di tutto il mondo.
I batteri formano spore che competono con la botrite a livello fogliare. Bacillus subtilis e Bacillus amyloliquefaciens quindi rubano spazio e sostanze nutritive alla muffa grigia, togliendo al patogeno i nutrienti o usando il fungo stesso come fonte di nutrimento. Esistono anche prodotti a base di Aureobasidium pullulans. Questi trattamenti vengono in genere usati più nelle coltivazioni da reddito che negli orti familiari, dove è importante concentrarsi al meglio sulla prevenzione.
Altre avversità del pomodoro
La muffa grigia non è l’unico problema del pomodoro: la coltura può essere attaccata anche da altre specie di funghi (peronospora, oidio, alternaria), nonché da vari insetti (nottue, cimici, tignola del pomodoro) e batteri, che provocano il cancro del pomodoro, la macchiettatura e la maculatura batteriche sul frutto. Tra i virus più pericolosi per l’ortaggio, si ricordano il Virus del mosaico del pomodoro (ToMV), l’Alfa Mosaic Virus ed il Pepino Mosaic Virus, mentre tra i nematodi spiccano quelli Meloidogyne spp.
Per evitare problemi il pomodoro non deve essere coltivato sullo stesso terreno a distanza di poco tempo e dopo altre solanacee (patata, melanzana, peperone, tabacco), poiché ciò aumenterebbe il rischio di attacchi da parte di funghi terricoli (Rhizoctonia solani, Fusarium oxysporum e Vertillium dahliae) e nematodi. È dunque necessario aspettare 3-4 anni prima del reimpianto dell’ortaggio in modo tale da ridurre lo sviluppo di malattie fungine, i cui sintomi più evidenti sono danni al colletto o alle radici.
Articolo di Serena Pala
Grazie, mi è stato utile