Il lampone è una specie coltivata che rientra nel gruppo dei “piccoli frutti”, sempre più apprezzati per il loro valore nutritivo e potenzialmente redditizi per chi li coltiva. Si tratta infatti di colture tra le più capaci di valorizzare piccole estensioni di terreno, anche in zone cosiddette svantaggiate, offrendo abbondanti produzioni anche coltivando col metodo biologico.

frutto di lampone rosso

Si tratta di un’ottima coltivazione da inserire nell’orto o ai margini del giardino, anche perché come molti piccoli frutti si tratta di un arbusto che può produrre anche in zone parzialmente ombreggiate, inadatte a molte altre colture. Il lampone più coltivato nel nostro paese è quello rosso (Rubus idaeus) ma ne esistono anche varietà di colore giallo e violaceo.

La pianta appartiene alla famiglia delle rosacee ed ha la forma di arbusto alto da 1 metro a 3 metri al massimo, con ceppaia perennante ed una parte aerea fatta di tralci e di polloni. I polloni sono i “getti” nuovi che iniziano a crescere a primavera e restano erbacei per mesi, solitamente hanno le spine e nel mese di agosto lignificano trasformandosi in tralci. Questi ultimi presentano gemme miste e nella primavera successiva fruttificano. Il lampone di tipo unifero (che produce una sola volta l’anno) fruttifica sui tralci germogliati l’anno precedente. Ci sono però anche varietà di lampone rifiorente che fruttificano già a fine estate ed autunno sulla parte apicale dei tralci germogliati nello stesso anno. Al termine di questa fruttificazione la parte apicale dei tralci dissecca e l’anno dopo a giugno-luglio la parte medio bassa del tralcio darà la sua seconda fruttificazione. Per questo le varietà rifiorenti vengono anche chiamate bifere, perché producono due volte l’anno.

Clima e terreno idonei

una foglia di pianta di lamponi

libro agenda orto

Le piante di lamponi sono spontaneamente diffuse come sottobosco, ragion per cui vogliono un terreno abbastanza acido e ricco di sostanza organica, che nel bosco viene naturalmente fornita dalle foglie cadute.

Clima necessario alla coltivazione

Il lampone si trova allo stato spontaneo nelle zone a clima mite del centro e nord Italia, più raramente al sud. Tipicamente lo si trova nelle radure o ai limiti dei boschi di latifoglie e di conifere e le condizioni migliori in cui cresce sono quelle delle basse e medie vallate tra i monti, tra i 700 e i 1400 metri s.l.m. La specie si adatta alle piogge frequenti, purché ben distribuite nel tempo, soffre per i venti secchi ma si avvantaggia di quelli leggeri che arieggiano i filari ostacolando le malattie fungine come la Botrite.

Considerato che lo si può coltivare fino a 1500 m s.l.m, è una specie resistente ai freddi invernali e anzi richiede un certo fabbisogno in freddo per fruttificare, ovvero una somma di 800-1700 ore (a seconda delle varietà) con temperature inferiori a 7 °C. Nella coltivazione riesce a valorizzare le situazioni di mezz’ombra, ma è nelle posizioni soleggiate che offre i risultati produttivi migliori.

Il terreno ideale

Il lampone preferisce i terreni ricchi, ben dotati di sostanza organica anche parzialmente indecomposta, e capaci di trattenere a lungo l’umidità, considerando che le radici di questa specie sono piuttosto superficiali (la maggior parte di queste si trova nei primi 25 cm di suolo). Non tollera il calcare e preferisce ph subacido, attorno a 6,5.

Come si pianta il lampone

Per l’impianto dei lamponi conviene evitare terreni che hanno già ospitato colture di altre rosacee come fragole o rovi, per non incorrere nella stanchezza del terreno e nel proliferare di funghi patogeni e parassiti comuni. L’epoca in cui fare il trapianto è quella del riposo vegetativo, indicativamente tra novembre e marzo, ma se il materiale di propagazione è costituito da piante in vaso con un buon quantitativo di terra non ci sono problemi ad effettuare il trapianto anche in primavera inoltrata, perché in questo caso non subirebbero lo stress. Nel piantare i lamponi non è necessaria la presenza di varietà diverse per l’impollinazione.

Il trapianto

Si scavano buche non troppo fonde considerando che i polloni radicati che si piantano hanno un apparato radicale contenuto. Si pratica una concimazione di fondo basata su letame o compost maturi a cui si aggiunge stallatico in pellets o altro fertilizzante organico come la cornunghia ed eventualmente anche minerali naturali come farine di rocce.

Oltre al concime, è consigliato aggiungere anche un prodotto a base di micorrize, funghi benefici che instaurano una simbiosi con la pianta a livello radicale, e che si traduce in una migliore assimilazione di acqua e nutrienti e in una certa protezione dai patogeni presenti nel suolo

La propagazione

Il metodo di moltiplicazione più facile e usato per il lampone è il pollone radicato, prelevato durante il riposo vegetativo tra quelli in eccesso nei filari e scelto tra quelli robusti e ben radicati. Questo significa che partendo da un piccolo impianto di lampone è possibile estendere di anno in anno la coltivazione senza spendere ancora sul materiale propagativo, purché questo si mantenga sano.

Sesto di impianto

Tra una fila e l’altra di piante di lamponi si possono lasciare circa 2,5 -3 metri e tra le singole piante circa 70-80 cm, ma crescendo queste tendono a formare una sorta di siepe continua. Nell’orto spesso si mettono ai bordi, vicino alla recinzione esterna.

La coltivazione dei lamponi nel dettaglio

Il lampone non è una pianta particolarmente impegnativa come coltivazione, anche se richiede comunque un minimo di manutenzione e può beneficiare di irrigazioni e potature. Nella coltura biologica è importante saper riconoscere attacchi di parassiti e malattie per intervenire con tempestività.

Irrigazione

Se le precipitazioni sono scarse e non ben distribuite, è utile predisporre un impianto di irrigazione a goccia tra i filari da usare in estate per ottenere bacche più grosse e succulente. In primavera invece conviene non irrigare, se non in caso di siccità, per non incorrere nel rischio di marciumi radicali.

Pacciamatura

La pacciamatura negli spazi dell’interfilare è molto utile per contenere lo sviluppo dell’erba infestante che toglie acqua ed elementi nutritivi alle piante di lampone, provviste come sono di radici estese ma piuttosto superficiali. Si può distribuire uno strato di paglia che ogni anno deve essere reintegrato, mettendoci sotto delle manciate di concime organico pellettato, o in alternativa scegliere la soluzione dei teli neri. In alternativa, dove l’acqua non è un fattore limitante, gli spazi tra i filari possono essere inerbiti con un vantaggio in termini di protezione della biodiversità. L’erba può essere regolarmente falciata a filari alterni, in modo da preservarne parzialmente il valore ecologico, e il vantaggio di questa soluzione nei terreni declivi è anche la riduzione dell’erosione.

arbusto di lamponi

Come si potano i lamponi

I lamponi sono un arbusto che cresce spontaneo, ma se viene coltivato beneficia di operazioni di potatura, volte a migliorare qualità e produttività del raccolto ma soprattutto a disciplinare la pianta rendendola ordinata e comoda da gestire.

Forma della pianta

Le piante di lamponi solitamente si mantengono allevate a cespuglio in filari con pali metallici, traverse e due coppie di fili che fungono da guide. La coppia di fili inferiore è all’altezza di 80 cm da terra circa e i due fili distano tra loro 40 cm, mentre la coppia superiore si trova a circa 1,5 metri da terra e i due fili distano tra loro 70-80 cm. In questo modo i tralci si trovano in mezzo ai fili, restano sorretti e formano una V. Questa forma agevola anche le operazioni di raccolta.

Operazioni di potatura

Quando si decide di mettere a dimora delle piante di lampone bisogna sapere fin da subito se si tratta di varietà unifere o rifiorenti, perché da questo dipende, tra le altre cose, anche la potatura.

I tralci delle varietà unifere dopo aver fruttificato disseccano e vanno asportati durante l’inverno seguente. Ogni anno quindi bisogna eliminare tutti i tralci secchi dai filari di lamponi e diradare i tralci nuovi in modo che ne restino circa 7-8 per ogni metro lineare, lasciando quelli più robusti. Questi si cimano poco al di sopra dell’ultimo filo di contenimento del filare. Le piante di lamponi quindi si rinnovano ogni anno. Durante la stagione vegetativa si eliminano i polloni che crescono in mezzo al filare e quelli in eccesso lungo il filare.

Nelle varietà rifiorenti i tralci dell’anno si cimano dopo la prima produzione autunnale, mentre dopo la seconda produzione di giugno-luglio dell’anno seguente questi si eliminano alla base.

Tuttavia, nelle coltivazioni commerciali per semplificare trattano le colture bifere come se fossero unifere, sfruttando solo la produzione autunnale sulla sommità dei tralci, dopo la quale tagliano tutto rasoterra per rinnovare la vegetazione. Questa scelta garantisce produzioni autunnali più abbondanti e anticipate e inoltre elimina sempre potenziali inoculi di malattie.

Malattie del lampone

Le piante di lampone possono essere colpite da alcune malattie e siccome la produzione di queste specie è molto concentrata in determinati periodi dell’anno, è importante tenere monitorata la coltivazione ed essere il più possibile tempestivi coi trattamenti, che si possono tranquillamente eseguire con mezzi ammessi in agricoltura biologica.

Oltre alle buone norme preventive descritte in seguito, risulta molto utile proteggere le piante con trattamenti a base di prodotti corroboranti, come propoli e lecitina di soia. I corroboranti sono prodotti derivanti da sostanze naturali, che preservano le piante da insetti dannosi e malattie potenziando le loro difese naturali. Vanno utilizzati previa diluizione in acqua e irrorazione uniforme sulla parte aerea delle piante.

Muffa grigia (Botrytis cinerea)

Si tratta di un fungo ubiquitario che colpisce molte piante, tra cui il lampone, di cui fa marcire i frutti che si coprono della classica muffa grigia e poi cadono a terra. La botrite colpisce anche i fusti, provocandovi delle macchie bruno chiaro, e raramente le foglie. La malattia è favorita dall’umidità dell’aria, dalla pioggia e dall’irrigazione sopra chioma, ragione per cui quest’ultima deve essere accuratamente evitata, così come vanno evitati gli impianti troppo fitti e gli eccessi di concimazione. Per ridurre i danni della botrite si possono fare irrorazioni a base di bicarbonato di sodio, oppure trattare con prodotti a base di Bacillus subtilis, per un massimo di 6 trattamenti all’anno dalla pre-fioritura fino alla raccolta.

Marciume radicale del lampone

Questa malattia è causata da varie specie del fungo Phytophtora, viene favorita dai ristagni idrici nel terreno. Il marciume radicale si manifesta alla base di tralci e polloni con imbrunimenti necrotici sotto corteccia. Generalmente compare in estate e determina l’avvizzimento delle piante colpite, per poi estendersi alle altre, per questo è importante l’estirpazione tempestiva di quelle infette, oltre alla precauzione di piantare i lamponi su aiuole baulate nel caso il terreno sia pesante. Le buche da cui vengono estirpate le piante malate devono essere disinfettate con zolfo e calce, perché il fungo può sopravvivere per molti anni nel terreno sotto forma di spora.

In genere l’uso di prodotti a base di micorrize aiuta a prevenire questa ed altre avversità a livello del suolo.

Didimella

E’ un altro fungo che si manifesta mediante macchie bruno-violette attorno alle gemme dei polloni, macchie che inverno assumono una colorazione grigio-argentea. Le gemme colpite da didimella di conseguenza o non sbocciano o sbocciano male. Le parti di piante colpite devono essere eliminate tempestivamente.

Oidio

Così come le altre rosacee, anche il lampone può essere colpito dall’oidio, in cui sintomi sono ben individuabili come chiazze bianche sparse sul fogliame e i germogli. Irrorazioni a base di bicarbonato di sodio o di bicarbonato di potassio aiutano nel contenerne la propagazione del mal bianco.

Insetti dannosi

Oltre alle malattie ci sono anche degli insetti che minacciano le piante di lampone, e questi possono essere contenuti mediante trappole, mezzi fisici e prodotti a basso impatto ambientale, tutti consentiti nella coltivazione biologica.

Moscerino dei piccoli frutti (Drosophila suzukii)

Il moscerino della frutta è un dittero (ordine di insetti a cui appartengono le mosche) originario del sud est asiatico, che è stato segnalato per la prima volta in Europa nel 2008. Le femmine depongono le uova nei frutti in via di maturazione e le larve che nascono da questi si cibano della polpa, rovinandola. Di solito il danno maggiore avviene in estate, ma se l’inverno precedente è mite, l’attacco anticipa. Contro la drosophila un rimedio efficace ed ecologico è l’istallazione di trappole Tap Trap rosse. Altra soluzione è rappresentata dalle reti escludi insetto a maglie inferiori a 1 mm.

Antonomo

L’antonomo è un coleottero che depone le uova nei boccioli fiorali, incide il peduncolo per evitare che il fiore sbocci e per consentire alle larve che nascono dalle uova di svilupparsi al loro interno. Pare che le varietà di lampone senza peli sul fusto siano più colpite di quelle coi peli.

Tentredini e cecidomia

Altri insetti che possono compiere danni al lampone sono le tentredini, insetti dell’ordine dei lepidotteri le cui larve compiono danni trofici, e due tipi di cecidomia (ditteri): la cecidomia della corteccia del lampone e la cecidomia del lampone e della mora, che in genere lasciano delle galle sui tralci, i quali ne risultano indeboliti. Contro questi insetti si possono praticare dei trattamenti con prodotti a base di Spinosad, bioinsetticida ammesso in agricoltura biologica e utile contro vari insetti nocivi.

Bisogna sempre ricordare che anche per l’uso dei prodotti fitosanitari meno impattanti, anche per quelli ad uso privato che non richiedono il possesso del patentino, è importante leggere l’etichetta prima dell’uso. Questo ci permette di conoscere le precauzioni da adottare, se indossare i Dispositivi di Protezione Individuale (DPI), e varie ed eventuali altre informazioni.

Raccolta dei lamponi

Indicativamente ogni pianta di lamponi ben coltivata produce in totale circa 1-1,5 kg di frutti, da raccogliere in più passaggi. La raccolta è un’operazione da fare con delicatezza per non danneggiare i frutti, che sono cavi all’interno e quindi poco resistenti allo schiacciamento. Inoltre hanno una breve conservabilità e andrebbero consumati o venduti ben presto, ma per fortuna sono molto adatti alla trasformazione in marmellate, succhi e prodotti da pasticceria.

Varietà di lamponi

Il lampone rosso può essere unifero o rifiorente, e ultimamente si sono diffuse molto le varietà rifiorenti trattate come unifere per avere abbondanti produzioni tra fine estate ed inizio autunno. Tra queste citiamo la varietà Heritage, resistente all’oidio e rustica. Tra le unifere citiamo la Fairview, resistente alla Botrite e alla Didimella e dalla polpa dolce e saporita. Negli Stati Uniti vengono coltivate varietà di lampone nero, che da noi sono più rare ma si trovano, e di lampone violaceo, molto aromatico e adatto alla surgelazione. Ci sono anche lamponi gialli, adatti alla trasformazione. Quindi vale la pena fare una valutazione ed eventualmente scegliere di coltivarne vari tipi per ottenere una scalarità nei raccolti e una diversificazione.

Articolo di Sara Petrucci

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