Tutti noi conosciamo la camomilla: quella bella margherita bianca che nell’immaginario comune è subito associata alle tisane rilassanti.
L’industria ne fa un largo uso, per cui troviamo camomilla sugli scaffali di ogni supermercato, ma perché non provare anche a coltivare in proprio questi umili fiori preziosi?
Cominciamo col dire che la camomilla vera e propria (Matricaria camomilla) si trova facilmente allo stato spontaneo, soprattutto sui sentieri di montagna e negli incolti, ed è anche considerata una specie indicatrice di terreni limosi che tendono a compattarsi in superficie. A volte può essere confusa con la “falsa camomilla” (Chamomilla inodora) dalla quale si riconosce però, con un’osservazione attenta, per l’inconfondibile profumo, e per l’interno del capolino fiorale vuoto. La falsa camomilla non profuma altrettanto e non ha proprietà officinali.
La coltivazione della camomilla è semplice e può esser condotta senza dubbio con metodo biologico, scopriamo qui di seguito tutto ciò che serve per poter inserire questo fiore rilassante tra le nostre colture.
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La pianta di camomilla
La pianta di camomilla appartiene alla famiglia delle Composite, è un’annuale erbacea con fusto eretto, alto circa 50 cm, e molto ramificato.
Le foglie sono di colore verde chiaro e le infiorescenze sono capolini che compaiono in un arco di tempo compreso tra maggio e settembre, sono numerose e profumate.
Possiamo trovare questa pianta anche spontanea, cresce anche sopra ai 1500 metri di altitudine, la camomilla di montagna è ritenuta particolarmente utile a scopo officinale, perché cresce in terreni incontaminati e nell’aria pura.
Terreno adatto
Per far sì che le piante di camomilla offrano a pieno le loro potenzialità odorose e medicinali, l’esposizione migliore è il pieno sole. La pianta predilige terreni asciutti, anche poveri, e tollera un certo livello di calcare.
Al momento della lavorazione del terreno è bene incorporare 3 o 4 kg al metro quadrato di compost ben maturo, perché se anche la camomilla si adatta ai suoli poveri, mantenere un buon livello di sostanza organica nel terreno è comunque sempre importante a prescindere dalla coltura che questo ospita. Ma in seguito non servono particolari altre concimazioni per questa specie.
Come effettuare la semina
La semina della camomilla è molto semplice e può essere realizzata in primavera, direttamente in piena terra, a spaglio. In questo modo infatti si ottiene un bel manto di camomilla che copre uniformemente tutta la superficie dedicatale.
Quindi è importante preparare finemente il letto di semina con la consecuzione di lavorazioni principali, da farsi con la vanga, o meglio ancora con la forca foraterra, per non rivoltare le fette di terreno ma smuoverle semplicemente in profondità, per poi proseguire rompendo le zolle con la zappa e livellando la superficie col rastrello. Una volta affinato il terreno, è possibile bagnarlo tutto con il diffusore dell’annaffiatoio, distribuire uniformemente i semi e ricoprire con un velo di terra fatta passare in un setaccio.
In alternativa, soprattutto se la superficie è estesa, va sempre bene la tecnica classica di spargere i semi, coprirli col rastrello al meglio e annaffiare dopo.
Come si coltiva
Se nascono tantissime piantine, complice l’aver usato per precauzione una discreta quantità di semi, sarà opportuno diradarle un po’, lasciando circa 15 cm tra una piantina e l’altra, in modo che sia loro permesso ramificarsi bene.
Finché le piantine sono piccole bisogna provvedere ad irrigarle spesso, ma in seguito possiamo ridurre gli interventi fino ad interromperli del tutto, dato che si tratta di una specie resistente alla siccità.
La riproduzione delle piante è praticamente spontanea: anche se ci interessa raccogliere i fiori, una volta pronti, qualcuno inevitabilmente disseminerà e la specie andrà avanti a propagarsi da sola. Però ovviamente per essere sicuri di avere sempre piante di camomilla nelle quantità e negli spazi desiderati, conviene continuare a moltiplicarla, tenendo alcune piante in campo fino alla maturazione dei semi, per poi estrarli e conservarli per l’anno successivo.
La camomilla non viene attaccata da particolari malattie e parassiti, per questo è molto semplice coltivarla in un orto del tutto naturale.
Raccolta e utilizzo
Anche se la pianta è tutta profumata, per l’utilizzo si prendono principalmente i capolini quando sono in piena fioritura, perché sono alla loro massima concentrazione di principi attivi e la loro fragranza è intensa. Come dicevamo, i capolini fioriscono da maggio a settembre, quindi possiamo anche raccogliere più volte.
Si può scegliere se raccogliere tutti i singoli fiori o recidere l’intera pianta alla base, per poi appenderla in mazzi e completarne l’essiccazione in 2 o 3 giorni. Il luogo adatto a questo scopo è fresco, ombroso e ventilato, tale da prevenire muffe o marciumi causati dall’umidità. Bisogna evitare di essiccare le piante al sole perché perderebbero gli aromi, e per preservare le piante dalla polvere possiamo avvolgerle in panni traspiranti.
Una volta essiccate le piante, si separano i fiori e si mettono in barattoli di vetro ben chiusi, da conservare in credenze asciutte.
La camomilla ha diversi usi ed è elencata tra le piante officinali: l’infuso, come è noto, allevia stati ansiosi, ma anche mal di testa, mal di stomaco e dolori mestruali. Questo lo si può anche usare per mettere a bagno i semi delle altre specie da seminare per l’orto, perché un bagno nella camomilla facilita la loro germinazione. Inoltre trova uso nella cosmetica per la preparazione di shampoo ad azione schiarente sui capelli, ma allo scopo possiamo usare direttamente l’infuso per il risciacquo dopo lo shampoo normale.
Opportunità: coltivare camomilla per reddito
La coltivazione meccanizzata di camomilla a scopo professionale può essere presa in considerazione, dato che su un ettaro si possono ricavare fino a 400 kg di capolini puri, e previo accordo con ditte che ritirano tutto il raccolto per fare le tisane ad un prezzo soddisfacente, si può fare reddito.
Potrebbe essere un’idea valida anche per chi ha una piccola realtà agricola biologica e vuole introdurre delle colture diverse nel proprio piano di rotazione, anche se poi dovrà stare molto attento all’attitudine infestante di questi bellissimi fiori. Si tratta di una coltivazione molto interessante per aziende agricole di montagna, visto che cresce questa pianta officinale cresce bene anche in altitudine.
Articolo di Sara Petrucci
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