Il gelso (Morus) è una pianta originaria dell’Asia e appartenente alla famiglia delle moracee, in Italia le varietà diffuse sono due: il gelso bianco (morus alba) e il gelso nero (morus nigra). Anticamente nelle campagne piantare alberi di gelso era utile per delimitare le proprietà e per dare ombra, data la sua folta chioma. Inoltre la pianta era in uso associata all’allevamento di bachi da seta, ghiotti proprio di foglie di gelso.
Oggi questo straordinario frutto è un po’ in disuso, perché le sue buonissime more sono delicate: deperiscono troppo facilmente per essere appetibili sul mercato ortofrutticolo.
Se vogliamo assaggiare le more di gelso, bianche o nere che siano, dobbiamo quindi piantare e coltivare un albero. Abbiamo già spiegato in linea generale come si coltiva il gelso, non è per niente difficile. Per ottenere buoni risultati è fondamentale il lavoro di potatura, quindi ecco per voi un approfondimento per capire insieme come e quando effettuarlo.
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Le forme di allevamento del gelso
Coltivare il gelso professionalmente oggi non è un’attività particolarmente remunerativa, data la scarsa domanda del frutto da parte del mercato. Chi coltiva il gelso bianco spesso lo fa per ottenere foglie, utili nell’allevamento dei bachi da seta. L’obiettivo in queste coltivazioni è il contenimento dei costi e questo significa fare pochi interventi di taglio, per cui la forma di allevamento più diffusa per il gelso bianco è la forma libera.
Al di là, della riduzione dei costi, anche per quanto riguarda la produzione fruttifera si tende a strutturare le piante in forma libera, perché altre forme di allevamento non portano benefici significativi. Il gelso è comunque una pianta versatile e volendo con la piegatura dei rami, si possono strutturare forme appiattite. Questo vale la pena farlo per cultivar ornamentali.
La potatura d’allevamento quindi può esser svolta in modo molto semplice, assecondando la normale forma globosa che la chioma della pianta assume con la crescita.
Il gelso: caratteristiche della pianta
Il gelso è una pianta particolarmente longeva, può vivere fino a 150 anni, ma la sua crescita è lenta e per arrivare alla fruttificazione le piante possono impiegare anche 10 o 15 anni. Necessita di molto spazio, in quanto può arrivare anche ad altezze elevate come 15 o 20 metri e ha una chioma naturalmente molto ampia e allargata, in particolare il gelso bianco. Il frutto è chiamato “mora di gelso” che in realtà è un’infruttiscenza composta. In effetti la mora di gelso è un sorosio (falso frutto), rassomigliante ad una mora di rovo, ma dalla forma maggiormente allungata.
In Italia abbiamo due principali tipi di gelso:
- Il gelso bianco (Morus alba) è utilizzato nei gelseti per l’allevamento dei bachi da seta. Ha avuto un’enorme diffusione nel Novecento, ma con l’invenzione delle fibre sintetiche, la sua coltivazione è andata riducendosi. Esistono diverse varietà di questa pianta, le cui foglie maturano in differenti periodi e permettono perciò una produzione scalare (da maggio a settembre).
- Il gelso nero (Morus nigra), dai frutti più grandi, saporiti e dolci, viene utilizzato nell’industria alimentare per la produzione di marmellate, confetture, succhi, gelatine e grappe.
Nella potatura ci si comporta in modo analogo sul gelso bianco e sul gelso nero, quello che può variare l’approccio ovviamente è lo scopo con cui si alleva la pianta: se servono le foglie si pota per i bachi si pota privilegiando la parte vegetativa, se interessano i frutti si taglia per equilibrare produzione e vegetazione, mentre ai fini ornamentali sarà prevalente lo scopo di dimensionare e ordinare la chioma.
La potatura di formazione
Nonostante sia una pianta piuttosto resistente ai tagli, nella potatura di formazione si cercherà essenzialmente di seguire il portamento naturale della pianta, creando così una chioma a vaso. Si può partire dal seme o avvalersi dell’acquisto di piante comprate in vivaio che hanno almeno 3 o 4 anni di età, da preferirsi certamente questa soluzione che oltre ad esser più rapida garantisce di avere una varietà selezionata e in genere migliore.
Dopo la messa in dimora dei giovani alberi si procede a selezionare le 3 o 4 branche principali, eliminando le branche in eccesso nella parte inferiore del tronco.
Successivamente, si tende a togliere i prolungamenti con andamento troppo verticale e si accorceranno le ramificazioni di alto vigore, cercando di mantenere un aspetto globoso della chioma.
La potatura di produzione
A fine inverno si possono praticare i tagli sui rami legnosi, nella potatura chiamata di produzione. Il periodo giusto in cui potare il gelso è quindi il mese di febbraio.
Come sempre poi dobbiamo selezionare all’interno della chioma, in modo da lasciare circolo d’aria e passaggio della luce internamente. Sono da potare i rami che competono con altri, ma anche rami secchi o malati.
Su quest’albero in verità gli interventi relativi allo stimolo della produzione sono ridotti al minimo, visto che il gelso non richiede accortezze peculiari e non tende come altri fruttiferi ad alternanze di produzione tra un anno e l’altro. Il gelso fruttifica sui rami dell’anno in corso, per cui si interviene nel taglio con scopo di rinnovo, togliendo rami che hanno già fruttificato.
Eventuali branche secondarie di grosso diametro che possono prendere il sopravvento sulle branche primarie, dovranno essere potate con un seghetto. Svuotare la parte centrale della chioma, permette una crescita più equilibrata e areata. L’obiettivo è distribuire uniformemente la vegetazione, privilegiando i rami di medio vigore con angolo aperto rispetto al fusto e favorire i prolungamenti su rami non molto vigorosi. È fondamentale togliere i prolungamenti con andamento verticale che potrebbero spingere la pianta verso l’alto. Per tenere la produzione verso le parti alte, si possono anche fare tagli di raccorciamento che daranno origine a nuovi rami produttivi.
Non è prevista la potatura verde in quanto gli interventi di taglio devo essere fatti quando l’attività vitale della pianta è ridotta. Solo i succhioni vanno sempre rimossi tempestivamente. Una potatura fuori stagione, può infatti esser un evento molto stressante per il gelso, per la copiosa fuoriuscita di linfa e di conseguenza la possibilità di contrarre malattie pericolose.
Gli attrezzi per potare il gelso
Essenzialmente gli attrezzi da utilizzare per la potatura del gelso, sono gli stessi di altri alberi da frutto. Se si vuole evitare di usare una scala, molto utile può essere l’ausilio di un tronca-rami telescopico o di uno svettatoio ad asta, soprattutto per eliminare i rami della parte alta della chioma, allungati in verticale. Il seghetto è essenziale per i rami di grosso diametro.
La cesoia a doppia lama è un utensile importante per la potatura del gelso, scegliamola di buona qualità: ci garantirà una migliore performance ed una maggior igiene sulla pianta.
Articolo di Matteo Cereda ed Elina Sindoni
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