La permacultura nasce in Australia, negli anni 70. A partire da studi sul sistema agricolo Bill Mollison e David Holmgren arrivano a riflettere sull’intero sistema sociale di una comunità.
Non parliamo quindi di una semplice pratica agricola, ma di qualcosa di infinitamente più vasto e complesso: un approccio alla progettazione, che racchiude tutti gli ambiti del vivere dell’uomo, i suoi rapporti sociali e quelli dell’ambiente naturale che lo circonda.
Con questo articolo cominciamo un cammino che percorreremo insieme, sul sentiero della Permacultura. In queste righe vi darò una panoramica su cos’è la permacultura, nei suoi fondamentali: dal termine “permanente” ai i tre principi etici che stanno alla base di questa visione. Entriamo poi nell’approccio tra progetto e realizzazione.
Quando mi sono avvicinato a questa disciplina, all’inizio degli anni 2000, avrei desiderato trovare informazioni in italiano alla portata di tutti, tecniche ma semplici. Questo è ciò che vorrei fare: dare strumenti utili per imparare e migliorarsi e offrire l’opportunità di osservare il mondo da un diverso punto di vista. Iniziamo ora con voi che leggete e io che scrivo, ma sono convinto che verranno occasioni preziose per dialogare e ascoltarci a vicenda.
Indice dei contenuti
Cos’è la Permacultura
Su Orto Da Coltivare si parla di orto e di coltivazione biologica, quindi mi sovviene questa frase: “Il più grande cambiamento che dobbiamo fare è dal consumo alla produzione, anche se su piccola scala, nei nostri giardini. Se solo il 10% di noi lo fa, ce n’è abbastanza per tutti.”.
Sono parole di Bill Mollison, il fondatore della Permacultura.
La parola “Permacultura” è stata coniata da Bill Mollison, insieme al suo allievo David Holmgren, negli anni ’70 in Australia, dalla combinazione delle parole permanente e agricoltura.
Essi la identificavano come un sistema di progettazione dei paesaggi abitati dall’uomo, in armonia con il mondo naturale. Un sistema in cui cibo, energia e riparo, insieme ad altri bisogni materiali e non, sono soddisfatti in modo sostenibile.
Naturalmente non si può avere un’agricoltura permanente senza una cultura di sostegno e così la Permacultura è anche cultura permanente.
La parola permanente merita di essere approfondita.
Permanente significa qualcosa di stabile e duraturo. Quindi quando parliamo di sistemi e strutture che riguardano il cibo, l’acqua e l’energia ci riferiamo a qualcosa progettato per durare e non per degradare. L’agricoltura permanente ha la capacità di sostenersi senza limiti temporali, anzi è in grado di creare più energia di quella che ha preso per produrre. È un processo rigenerativo.
Con la permacultura creiamo questo tipo progettazione: rigeneriamo il suolo, depuriamo l’acqua, produciamo cibo sano, costruiamo con materiali ecologici, creiamo biodiversità. Si tratta quindi di prendersi cura dell’ambiente in cui si coltiva e da cui si ricava cibo. L’esatto contrario dell’agricoltura intensiva volta a sfruttare il suolo impoverendolo.
La permacultura non è però solo una tecnica di coltivazione, esistono una serie di approcci agricoli che sono nati per applicare i principi della permacultura, come l’agricoltura sinergica o la food forest.
Il discorso però deve esser considerato con uno sguardo più ampio, andando oltre all’azione del coltivare: con la permacultura guardiamo a ogni aspetto degli insediamenti umani nell’ambiente: i sistemi politici, economici e sociali sono parte integrante del disegno, visto che rendono possibili case, orti e frutteti.
Possiamo quindi affermare che la Permacultura è un sistema di progettazione per realizzare e gestire una società sostenibile e allo stesso tempo un sistema di riferimento etico-filosofico e un approccio pratico alla vita quotidiana. In essenza: la permacultura è ecologia applicata.
Per guidare la nostra società verso un futuro abbondante e duraturo, la Permacultura si basa su tre etiche.
Le 3 etiche della Permacultura
Il nucleo di questa visione del Mondo è costituito da una base etica che Mollison e Holmgren riassumono in tre punti.
La prima etica è Cura della Terra. Il nostro obiettivo è di proteggere l’ambiente naturale e ricostituire quello degradato. La Terra è un essere vivente. Mantenendo l’acqua pulita e abbondante, i terreni ricchi e in buona salute, le foreste intatte, la biodiversità, l’aria pulita e respirabile, creiamo le condizioni per la nostra vita stessa. L’agricoltura e la coltivazione hanno quindi necessariamente un ruolo primario in permacultura.
La seconda etica è Cura delle Persone. Si tratta di progettare con in mente la salute e il benessere delle persone, in modo che abbiano la sicurezza e stabilità per prendersi cura delle terre in cui vivono. Persone e comunità in salute hanno il potere di fare buone scelte.
La terza etica è Ridistribuzione del surplus. Non è sostenibile che poche persone accumulino sempre più ricchezza, mentre molti intorno a loro non hanno abbastanza per vivere. Contenere i consumi e ridistribuire ciò che è in più è la base per creare equità. Ma questo non basta: l’imperativo è quello di prendere la ricchezza in eccesso e usarla per aiutare gli altri, investendo nel ripristino del capitale naturale dell’ecosistema Terra. Una civiltà equa è stabile e duratura, quella che per il profitto depaupera le risorse della Terra crea inquinamento, degrado del suolo e povertà.
Il processo di progettazione e realizzazione
Il processo di progettazione in Permacultura, come avrete intuito, è ricco di moltissimi elementi che vanno considerati, studiati e padroneggiati.
Per iniziare a comprenderli pensiamo alla Permacultura come fosse un albero, composto di radici, tronco, rami, foglie e frutti. Ogni elemento è indispensabile al sistema collettivo e non sufficiente da solo.
- L’osservazione è l’apparato radicale. La prima cosa che dobbiamo osservare è come funziona il mondo naturale e nel nostro albero questo passaggio fondamentale è rappresentato dalle radici. Come scorre l’acqua? Come soffia il vento? Come si è depositato il terreno nel tempo? E rispetto a questi elementi, come si sono disposte le piante? Questo è lo studio dell’ecologia, della botanica, dell’idrologia, della climatologia…
Inoltre dobbiamo osservare i modelli creati dagli esseri umani. Come è abitato un luogo? Dove sono stati creati gli orti e i campi di coltivazione? - Il design è il tronco dell’albero: dopo una lunga e prolungata osservazione possiamo condurre l’analisi del sito in cui viviamo e dove coltiviamo, quindi mappare le forze e i flussi che lo caratterizzano. Organizziamo sistemi, dal modello al dettaglio, ponendo in interconnessione acqua, vento, sentieri, alberi, edifici, giardini, recinzioni e altro ancora.
- I rami sono la realizzazione, la costruzione del sistema: un orto su un terrazzo o su un tetto, un orto urbano, in campagna, un’azienda agricola. Le tecniche saranno diverse, ma il sistema di base nel disegnare rimane lo stesso. Ciò che creiamo è sorretto da ambiente, tecnologia, cultura e istruzione, salute e benessere, economia, amministrazione, territorio e comunità.
Questo albero cresce: foglie e frutti sono raccolti attraverso la progettazione e lo sviluppo di fattorie, case, villaggi, città, comunità, imprese, giardini, piantagioni, sistemi di acquacoltura e altro ancora…
Ma, ciò che è davvero importante è che quello che raccogliamo non è solo un risultato, ma il feedback che alimenta le scelte successive. Lavoriamo in un circuito in cui ogni passaggio è fonte di nuova informazione e ideazione e ogni cosa che otteniamo, osservata e analizzata, ci permette di stare in un circolo virtuoso, capace di migliorarsi costantemente.
Il sistema di progettazione e realizzazione è guidato da diversi principi che i fondatori della permacultura hanno individuato e che l’esperienza ha arricchito. Dal prossimo articolo inizieremo a scoprirli e comprendere come essi ci aiutino nella pratica del nostro quotidiano.
Scoprire la permacultura
Il mondo che fa riferimento alla Permacultura è davvero vasto. Nel percorso che ci attende, procederemo alla scoperta di questa complessità, raccontando e leggendo delle realtà che nel nostro Paese si occupano del suo sviluppo e insegnamento, delle persone – nel mondo – che con la loro esperienza sono diventati capisaldi di questa disciplina, della nutrita bibliografia (cartacea, online e tanti, tanti video…), spesso in lingua inglese.
Io e la mia compagna Barbara abbiamo dato vita al progetto Permaculture Training, che mette insieme la costituzione di un centro di Permacultura urbana a Rivalta Torinese, nello spazio di una vecchia cascina, con l’insegnamento delle pratiche sostenibili e la formazione al cambiamento personale. Insomma, ho “incontrato” la Permacultura quasi vent’anni fa e felicemente continuiamo a frequentarci. Da oggi, anche insieme a voi.
Articolo di Alessandro Valente
Prosegui la lettura…
- Orto sinergico. Un ciclo di articoli che raccontano l’agricoltura sinergica, a cura di Marina Ferrara.
- Food Forest. Stefano Soldati ha scritto per Orto Da Coltivare un’introduzione alle foreste commestibili: cosa sono le food forest e quali sono i principi per realizzarne una.
Si molto interessante
Grazie e buona giornata