Il Kale o “cavolo riccio” è uno splendido ortaggio della famiglia delle Brassicacee o crucifere. Era stato relegato a lungo in un dimenticatoio, e negli ultimi anni è tornato di moda, tanto da essere considerato per le sue proprietà oggi un “super food”.
Il nome straniero, che oggi viene usato anche da noi, non deve farci pensare ad una verdura esotica, anzi è un ortaggio perfettamente adatto a crescere in Italia, ed è coltivabile facilmente negli orti domestici con i metodi dell’agricoltura biologica. Si può chiamare anche cavolo lancinato e in Puglia è noto come “cole rizze”.
L’aspetto del cavolo riccio è simile a quello del cavolo nero di Toscana: come quest’ultimo non forma una palla compatta come verza e cappuccio, ma un pennacchio di foglie portate da un fusto eretto, che con la crescita si sviluppa in altezza continuando a emettere nuova vegetazione. Le foglie però sono diverse rispetto a quelle del cavolo nero, non presentano le tipiche bollosità, ma divengono molto ricce ai margini.
Vediamo quindi quali sono le esigenze specifiche di questa pianta e come coltivarla efficacemente nel nostro orto.
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Dove si può coltivare
Clima. Il kale è tollerante alle basse temperature, e quindi possiamo annoverarlo tra gli ortaggi autunno-invernali, in particolare tra quelli che si possono raccogliere anche in pieno inverno per farne zuppe e minestre. Tuttavia ci sono diverse varietà di kale, alcune delle quali più adatte alla coltivazione primaverile-estive, altre alla coltivazione autunno-invernale, in questo caso con un trapianto di piantine che deve avvenire in estate. Organizzando al meglio semine e trapianti, potremo avere foglie di kale da raccogliere per buona parte dell’anno.
Terreno. La pianta è piuttosto adattabile alla natura del terreno che la ospita, ma richiede sicuramente un buon drenaggio, ottenuto con lavorazioni profonde, meglio se eseguite con una forca foraterra. Come esigenze nutritive desidera una buona dotazione di sostanza organica, quindi ben vengano compost maturo o letame come ammendanti e qualche manciata di altri fertilizzanti naturali, minerali o organici.
La semina del kale
La semina del cavolo riccio avviene in semenzaio, a partire da semi molto piccoli e tondeggianti, simili a quelli delle altre brassicacee. Se siamo ancora inesperti di coltivazione, possiamo però partire da piantine già pronte che si trovano nei vivai e procedere subito col trapianto. L’autoproduzione di piantine in serra semenzaio rimane una scelta di grande soddisfazione e non soltanto un modo per risparmiare, ma presuppone di poter tenere d’occhio quasi quotidianamente le piantine, quindi è da valutare.
Per la semina del kale si procede come per altre piantine, utilizzando gli appositi contenitori e del buon terriccio soffice. Se più piantine nascono insieme bisogna procedere con la ripicchettatura e separarle, per farle crescere in panetti di terra distinti in modo che siano robuste.
Periodo di semina
I periodi di semina delle piantine sono gli stessi validi per gli altri cavoli, con le prime semine di piantine in serra semenzaio da febbraio e le ultime verso luglio. Scaglionando le semine e progettando accuratamente gli spazi dell’orto, è possibile avere kale praticamente per quasi tutto l’anno.
Come piantare la piantina
Quando le piantine raggiungono l’altezza idonea, indicativamente 12-15 cm, come per gli altri cavoli, sono pronte per il trapianto. È bene non prolungare la permanenza delle piantine nel contenitore oltre questo stadio, potrebbero soffrire di insufficienza di terra e dare i primi segni di ingiallimento, e poi mostrare difficoltà nell’attecchimento.
Sesti di impianto. Per il trapianto, si mantengono distanze di circa 40 cm tra una piantina e l’altra, mantenendo un po’ più spazio tra le file, almeno per poter passare in mezzo a zappare.
Può valere la pena immettere nelle buchette del trapianto un prodotto a base di micorrize, che hanno un effetto positivo naturale sulla radicazione.
Come si coltiva il kale
Dopo il trapianto dovremo dedicare alle piante di kale qualche cura colturale, simile a quelle necessarie agli altri cavoli. Il cavolo riccio non è una pianta particolarmente difficile da gestire in un orto biologico, anzi.
Possiamo anche coltivare sul balcone il kale, se non abbiamo l’orto in piena terra, l’importante è scegliere un vaso di dimensione consona per lo sviluppo delle radici.
Quanto irrigare
Quando le piantine sono piccole le irrigazioni devono essere frequenti, ma tutto dipende anche dalla stagione e dal periodo di trapianto: alle piantine trapiantate in piena estate bisogna somministrare acqua almeno a giorni alterni. Quando le piante iniziano a crescere, le irrigazioni possono essere diradate, ma sempre controllando il meteo e lo stato di umidità del terreno.
In ogni caso, un impianto di irrigazione a goccia è sempre utile per irrigare senza metterci tanto tempo e senza sprecare acqua. Ogni tanto può essere utile però annaffiare con annaffiatoio aggiungendo all’acqua un fertilizzante liquido, di quelli adatti alla concimazione biologica, in modo da apportare ulteriore nutrimento, considerando che si tratta di una specie a ciclo abbastanza lungo.
Controllo delle erbe infestanti
Se si coltiva mantenendo il terreno nudo, ovvero senza pacciamatura, dovremo tenere pulito lo spazio dalle erbe infestanti che nasceranno inevitabilmente.
Tra le file potremo utilizzare la classica zappa, o meglio ancora il tridente che sarchia il terreno ossigenandolo ed eliminando le erbe quando sono ancora molto piccole. Quell’erba che nasce proprio accanto alle piantine deve essere strappata via manualmente per non rischiare di danneggiare le radici o il colletto dell’ortaggio con le lame degli attrezzi.
La pacciamatura è un ottimo sistema ecologico di contenimento dell’erba infestante, che aiuta anche a mantenere l’umidità del suolo e quindi a ridurre gli interventi di irrigazione. Possiamo pacciamare con paglia o fieno, sistemandoli in strati alti 10 cm circa dopo il trapianto delle piantine. Se preferiamo i teli neri, dobbiamo stenderli e forarli prima del trapianto.
Rotazioni colturali
Come per tutte le altre specie, anche il kale deve essere coltivato seguendo un programma attento di rotazioni. Trattandosi di una brassicacea, non deve tornare sullo stesso appezzamento di terreno prima che siano trascorsi 3 cicli colturali di specie appartenenti ad altre famiglie di ortaggi.
Bisogna quindi ricordare che alla famiglia delle brassicacee o crucifere appartengono anche rucola e ravanelli, dall’aspetto diverso dai cavoli, ma comunque loro parenti e sono accomunati da alcuni parassiti e patologie.
Difesa biologica da malattie e insetti nocivi
Le avversità da cui viene colpito il kale sono le stesse che affliggono gli altri cavoli e che per quanto riguarda gli insetti parassiti abbiamo approfondito nel post sugli insetti nocivi ai cavoli. Oltre agli insetti anche le malattie fungine possono danneggiare la coltura.
In linea generale praticare le rotazioni e curare la biodiversità nell’orto è sempre un ottimo modo per prevenire tutte le problematiche dell’orto biologico, e anche quelle a carico dei kale. Bisogna anche avere cura di evitare i ristagni idrici, di asportare sempre via le parti di pianta sintomatiche, e fare un uso frequente di macerati fai da te ad azione preventiva, da irrorare sulle piante, così come di corroboranti. Questi ultimi sono prodotti di origine naturale che potenziano le difese naturali delle piante, e sono in libera vendita (non è richiesto il “patentino”). Tra questi citiamo le farine di roccia, il litotamnio, la propoli, la lecitina, ma la lista è ancora lunga.
Qui di seguito descriviamo le avversità più frequenti.
Principali malattie del kale:
- Alternariosi. Si tratta di una patologia fungina che porta a sintomi sulle foglie sotto forma di tante punteggiature e imbrunimenti diffusi, ed è favorita da stagioni piovose. Per via preventiva conviene sempre trattare le piante di kale colpite da alternaria con estratti o decotti di equiseto e rispettare le rotazioni, oltre a togliere tempestivamente le foglie colpite e non lasciarle a decomporsi sul suolo, per evitare che il fungo abbia modo di conservarsi.
- Peronospora. Il fungo della peronospora del cavolo attacca soprattutto le giovani piante uccidendole, mentre se attacca quelle già sviluppata vi determina macchie scure sulle foglie delimitate dalle nervature fogliari. Le precauzioni di cui sopra prevengono anche da questa avversità.
Terreni particolarmente soggetti a queste infezioni possono essere trattati con prodotti che contengono il fungo antagonista Trichoderma spp., che agisce per via competitiva, prendendosi in un certo senso, tutti gli spazi e le risorse nel terreno, e sottraendole così ai funghi patogeni.
Insetti parassiti:
- Cimici. La cimice rosso nera e la cimice asiatica sono da anni un vero flagello per i vari cavoli. Bisogna toglierle a mano costantemente ed eliminarle non appena si trovano, e provare ad allontanarle con sapone diluito ed estratti di ortica, ma non ci sono prodotti ecologici davvero efficaci, ad oggi.
- Afidi. Gli afidi si trovano in fitte colonie sulle foglie e sui germogli del cavolo riccio, dove lasciano melata appiccicosa e deformano i tessuti. Se non si usano insetticidi aggressivi, nell’ambiente arrivano le coccinelle o altri insetti a predarli. Inoltre possiamo allontanarli mediante estratti di ortica, di aglio e di peperoncino, o trattare con sapone diluito per sconfiggerli con efficacia.
- Cavolaia. I bruchi della cavolaia divorano le foglie dei cavoli fino alle nervature, ed essendo molto grossi possiamo in buona parte eliminarli a mano. Se abbiamo tante piante conviene però fare un trattamento a base di Bacillus thuringiensis, adatto anche contro le nottue, altri lepidotteri dannosi.
- Altiche. Le altiche o pulci di terra sono insetti neri e lucidi di piccole dimensioni, che mangiano le foglie del kale lasciandole piene di fori. Un’ottima schermatura da questi insettini è rappresentata dai teli di tessuto non tessuto.
- Aleirodide del cavolo. Il kale può essere colpito da una specie di mosca bianca (Aleyrodes proletella) capace di compiere più generazioni l’anno infestando le pagine inferiori delle foglie. Nel caso di necessità, possiamo ricorrere ad un prodotto a base di olio essenziale di arancio dolce, ammesso anche nella difesa biologica e registrato anche contro i tripidi, altri possibili insetti dannosi.
- Mosca del cavolo. La mosca del cavolo è un insetto subdolo, perché depone le uova al colletto delle piante e le larve iniziano a divorare le sue radici, portando ad appassimento la pianta. In agricoltura biologica è difficile trattare questo insetto perché non si usano i geodisinfestanti, prodotti che agiscono nel terreno, quindi è fondamentale asportare e distruggere quanto prima le piante colpite.
Bisogna ricordare che, mentre i corroboranti sono in libera vendita, gli agrofarmaci veri e propri, compresi quelli ammessi nel biologico, sono soggetti alla normativa che prevede il Certificato di abilitazione all’acquisto e all’utilizzo dei prodotti ad uso professionale. Per ottenere questo certificato, meglio noto come patentino, bisogna seguire un corso di 20 ore con relativo esame.
Raccogliere il cavolo riccio
La raccolta del cavolo riccio inizia a circa 70 giorni dal trapianto, ma il momento effettivo dipende molto anche dall’andamento stagionale. Si comincia la raccolta a partire dalle foglie più esterne, e scegliendo quelle tenere per il consumo crudo in insalata (è un ortaggio ricchissimo di vitamina C, mangiarlo crudo conviene molto).
Se si rispetta il germoglio apicale, senza cimarlo, questo può crescere a lungo e, proprio come il cavolo nero, passare tutto l’inverno finché a primavera inizia la fioritura. A primavera poi saranno già in campo le prime piantine seminate a febbraio e in questo modo possiamo davvero avere kale quasi per tutto l’anno.
Utilizzo e proprietà nutritive
Questa nuova fortuna del kale è dovuta alla sua bontà, alla versatilità nelle preparazioni culinarie e soprattutto alle sue proprietà nutritive, che lo rendono molto salubre consumato crudo e cotto. La pianta è molto ricca di acido folico e sali minerali come magnesio, ferro, potassio, manganese, e inoltre vari antiossidanti, fibre, Omega 3 e vitamine, quindi un suo consumo concorre alla buona salute.
In cucina possiamo consumare il kale crudo o cotto, in diverse preparazioni, da contorni, ad estratti, a minestre e molto altro ancora. Si cucina saltato in padella, bollito oppure al vapore. Possiamo anche usare il kale per farne una sorta di pesto alternativo a quello di basilico, per condirci la pasta. Un’interessante modalità per proporre il kale sono le chips di cavolo riccio essiccato, uno snack sano e gustoso che oggi è molto di moda.
Il cavolo ornamentale
Esistono diverse varietà di cavolo riccio, le più adatte all’uso ornamentale in genere hanno dimensioni contenute e formano una pianta ordinata. Le diverse varietà di kale possono essere distinte anche in base ai colori e quindi ne troviamo alcune a foglie verdi e altre a foglie violacee, più o meno dello stesso colore del cavolo cappuccio viola. Il valore decorativo di questa pianta è tutt’altro che trascurabile, e ci consente di rendere l’orto più gradevole alla vista e di abbellire anche un balcone coltivato. Esistono perfino varietà di cavolo riccio tenute come ornamentali e accostando piante verdi e piante viola si possono ottenere giochi cromatici molto belli in giardino.
Articolo di Sara Petrucci
Se non sbaglio il cavolo riccio è una pianta perenne e quindi una volta che è sul terreno se ne possono raccogliere le foglie anche negli anni successivi. Vorrei una conferma di quanto ho detto. Grazie
Ciao Mauro, non mi risulta sia una perenne ma una biennale, quindi il secondo anno monta a fiore.
In Campania si chiama torzella ed è coltivata da millenni
Non lo sapevo, interessante.