L’estate è il periodo più caldo dell’anno e le piante da orto coltivate sul balcone hanno bisogno di irrigazione quotidiano.
Coltivando in vaso lo spazio è troppo limitato perché le radici sviluppino una buona autonomia nel reperire acqua da sole, per cui diventa molto importante ricordarsi di bagnarle.
Questo può diventare un problema quando si parte per le vacanze: non possiamo certo portarci dietro tutti i nostri vasi e lasciando a casa le nostre colture da balcone si rischia di trovare tornando tutto secco. Scopriamo quali sono accorgimenti e metodi per poter andare alcuni giorni in vacanza senza doversi preoccupare, predisponendo soluzioni per l’innaffiatura in nostra assenza.
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Accorgimenti per risparmiare acqua
Prima di chiederci come fare a irrigare le piante quando non ci siamo dobbiamo fare in modo che il bisogno idrico delle nostre colture in vaso sia minore possibile. Questo è utile non solo durante le nostre vacanze, ma in generale.
Ecco alcuni accorgimenti che consentono di irrigare meno spesso:
- Usare un vaso grande. Se il contenitore è troppo piccolo ospita meno terra e quindi ha meno capacità di trattenere l’umido.
- Usare un terriccio ben ammendato. Ci sono materiali nel terriccio che migliorano la sua capacità di assorbire e rilasciare gradualmente l’acqua: humus, sostanza organica, torba.
- Attenzione al materiale del vaso. Se il vaso è ben coibentato e non si surriscalda facilmente l’acqua impiega più tempo a evaporare. A seconda dei casi vale la pena rivestire il vaso, internamente per trattenere l’acqua, oppure esternamente per non esporlo ai raggi diretti del sole.
- Usare la pacciamatura. Uno strato di paglia sulla superficie riduce notevolmente la traspirazione, con un risparmio idrico notevole.
Tutte queste accortezze sono utilissime, ma non bastano: se andiamo in vacanza per più di due giorni l’orto sul balcone potrebbe seccare e dobbiamo preoccuparci di come bagnare le piante.
Sottovaso e argilla espansa
Nella coltivazione in vaso non è possibile fare un’innaffiatura abbondante che copra più giorni: i vasi delle piante devono avere il fondo bucato, per evitare ristagni di troppa acqua che possano far ammalare le piante. In caso di eccessi l’acqua esce da sotto.
Quando andiamo ad allestire l’orto sul balcone possiamo però prevedere un certo serbatoio d’acqua: il sottovaso. Perché si possa irrigare generosamente fino a colmare il sottovaso è necessario che il fondo del vaso sia riempito di ghiaia o argilla espansa, questo strato drenante evita che il contatto con l’acqua sia eccessivo, ma comunque l’umidità da sotto risale e permette di resistere senza irrigazioni per tre o quattro giorni.
Questa soluzione non ci consente di andare tranquillamente in vacanza per una settimana o più.
Coltivare buoni rapporti
La soluzione più scontata per bagnare le piante durante la nostra assenza è una persona di fiducia che possa sostituirci. Ci tengo a scriverlo anche se può sembrare scontato: avere amici, parenti o vicini di casa cui affidare le chiavi di casa è la soluzione migliore, senza doversi inventare metodi per temporizzare irrigazioni programmate.
Non sempre comprensibilmente questo è possibile: lasciare a qualcuno le chiavi di casa nostra è una scelta delicata e i periodi di ferie dei nostri amici più cari possono coincidere con i nostri. Quando riusciamo a “coltivare” rapporti di buon vicinato, fatti di reciproci favori, gratuità e fiducia, sicuramente è una cosa molto bella, non solo per le piante in vaso durante l’estate.
Impianto d’irrigazione a goccia per piante in vaso
La soluzione più comoda per evitare che l’orto sul balcone patisca la siccità è predisporre un impianto di irrigazione a goccia, che può essere automatizzato in modo da bagnare ogni giorno le piante, grazie a una centralina con timer.
Non è particolarmente difficile, ma si richiede l’attacco a un rubinetto esterno, che non in tutti i balconi è presente.
Se abbiamo il rubinetto si collega per prima cosa un timer che governa l’apertura, alimentato a batteria in modo che sia indipendente dall’impianto elettrico della casa. Dal timer parte il tubo principale e le diramazioni che raggiungono i singoli vasi. In ogni vaso si pianta un gocciolatore dotato di picchetto che dosa l’acqua.
Ovviamente alla nostra partenza controlliamo che tutti i vasi abbiano un gocciolatore, che il timer sia impostato correttamente e che abbia una batteria carica.
Cosa ci serve:
- Tubi e gocciolatori (esistono kit adatti, ad esempio questo per 20 vasi, occorre verificare misure e numero vasi per scegliere quello adatto).
- Attacco al rubinetto con timer programmatore (ad esempio questo).
Soluzioni fai da te con bottiglie d’acqua
Se la partenza è improvvisata possiamo arrangiare soluzioni fai da te semplici ed economiche per dare una certa riserva d’acqua ai nostri vasi. Il metodo più facile da attuare è usare bottiglie d’acqua in plastica, una per ogni vaso.
La bottiglia deve essere forata con pochi buchi di piccola dimensione. Occorre anche inserire nella bottiglia qualcosa che ostacoli ulteriormente l’uscita dell’acqua, ad esempio una pezza di tessuto. Occorre fare delle prove per capire come sistemare fori e stoffa in modo che l’acqua esca gradualmente e in modo lento. Ricordiamoci di forare la bottiglia anche in alto, per permettere all’aria di entrare, altrimenti la pressione può impedire l’uscita dell’acqua.
Esistono anche dei gocciolatori da applicare alle bottiglie che sono un po’ più precisi nel rilascio dell’acqua rispetto alle nostre soluzioni autoprodotte (ad esempio questi).
In genere una soluzione come questa garantisce una settimana di autonomia, difficilmente di più. Non dimentichiamoci che la quantità d’acqua è limitata dalla capienza della bottiglia.
Bisogna tener conto anche di cosa comporta esteticamente questo metodo: si tratta di infilare in ogni vaso una bottiglia di plastica.
Anfore di terracotta
La terracotta è un materiale che ha delle porosità, per cui lascia passare l’acqua lentamente. Per questo dei recipienti di terracotta con acqua all’interno possono rilasciare gradualmente acqua e mantenere il terriccio nei vasi umido per alcuni giorni. Le anfore sono il contenitore migliore allo scopo, perché la loro imboccatura stretta riduce l’evaporazione. Ovviamente la terracotta deve essere non trattata per lasciar passare l’acqua.
Questa soluzione è molto bella, anche esteticamente. Tuttavia risulta costosa, oltre che inadatta a vasi di piccola dimensione.
Beccucci di terracotta come gocciolatori
Sfruttando le proprietà della terracotta già spiegate per l’anfora si realizzano appositi beccucci a lento rilascio, che collegati a una bacinella piena d’acqua possono bagnare il vaso gradualmente. Questo si rivela un sistema di gocciolatori ottimo, perché pescando da un qualsiasi recipiente ci lascia la possibilità di sceglierne la capienza, calibrandola in base alla durata delle nostre vacanze. Possiamo anche usare un singolo recipiente per più vasi.
Il flusso d’acqua rilasciato dipende anche dall’altezza del contenitore d’acqua, che deve essere generalmente più in alto del vaso.
Dal lato estetico sicuramente impatta meno rispetto alle bottiglie in plastica e anche per questo è un metodo consigliato.
Acqua gelificata
Esistono sistemi per “dissetare” gradualmente le piante sfruttando acqua gelificata artificialmente. Questo gel acqueo si degrada lentamente, bagnando via via il suolo e dando ai vasi diversi giorni (anche due settimane) di autonomia. Si trova questo genere di “acqua colloidale” sia in gel che in perle sferiche.
Prima di impiegare sistemi di questo tipo per piante commestibili bisogna verificare il contenuto del singolo prodotto. Personalmente preferisco evitare questa soluzione, optando per altre più naturali.
Articolo di Matteo Cereda
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