Le patate sono una coltivazione molto diffusa, che può dare grandi soddisfazioni nell’orto. Ci sono però una serie di insetti parassiti delle patate che possono pregiudicare il raccolto.
Tra questi è importante conoscere la tignola della patata, insetto nocivo che non colpisce soltanto questa coltura ma in misura minore attacca anche le altre solanacee (pomodoro, peperone e melanzana).
Vediamo quindi come riconoscere l’insetto, individuare i sintomi della sua presenza e come prevenire i suoi danni, difendendo l’orto con buone pratiche agronomiche e mediante l’uso di prodotti eco-compatibili, nel rispetto di una coltivazione biologica.
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L’insetto Phthorimacea operculella
La tignola della patata (Phthorimacea operculella) è un lepidottero, ordine che comprende molte farfalle parassite delle colture. La tignola è originaria del Sudamerica, poi si è pian piano diffusa anche nei nostri ambienti.
L’insetto adulto ha un’apertura alare di appena 1,2-1,5 cm, ha ali anteriori grigio-brune con qualche punteggiatura nera, più chiare quelle posteriori. Le larve sono biancastre, con sfumature dorsali rosate o marroni.
Le femmine depongono le uova a gruppetti su foglie, steli e tuberi di patata che affiorano dal terreno. Ogni gruppetto può essere composto da un numero di uova variabile tra 80 e 200, con deposizioni prevalentemente serali.
Le larve che nascono dalle uova scavano mine nelle foglie, negli steli e anche nei tuberi. Una volta terminato il ciclo larvale, escono per incrisalidarsi appena fuori dagli organi attaccati, in bozzoli. L’insetto compie da 3 a 8 generazioni annuali, in relazione alle condizioni ambientali e climatiche. I primi voli iniziano ad aprile e gli ultimi si concludono in novembre inoltrato, sulle derrate immagazzinate.
Danni portati dalla tignola
I danni della tignola sono a carico di tutte le solanacee e risultano particolarmente intensi nelle regioni del sud e anche nel centro.
Si tratta di un parassita particolarmente dannoso per le patate, visto che la parte aerea della pianta viene colpita in modo più lieve, mentre i tuberi vengono seriamente compromessi da attacchi intensi di questo insetto, soprattutto in prossimità della raccolta.
Se aprite un tubero infestato, noterete al suo interno tanti piccoli fori e gallerie delle larve, che anneriscono la polpa in quei punti.
Il danno può avere come conseguenza anche di favorire le infestazioni di altri agenti patogeni o parassiti.
Inoltre, anche se in campo non sempre si riconosce la presenza dell’insetto prima della raccolta, gli attacchi possono poi proseguire facilmente in cantina o in magazzino, a discapito delle patate stoccate.
Prevenzione della tignola della patata
In agricoltura biologica prima di difendere le coltivazioni con trattamenti insetticidi bisogna sempre attuare metodi preventivi, anche per la tignola della patata ci sono alcuni accorgimenti che possono limitare gli attacchi.
Ecco alcune buone pratiche per la prevenzione di questo lepidottero:
- Rincalzatura. Una delle migliori forme di prevenzione dai danni della tignola è rincalzare le pianta di patata. Grazie a questa pratica molto comune, i tuberi sono ben protetti sottoterra e non esposti agli attacchi superficiali dell’insetto.
- Raccolta tempestiva dei tuberi. Nelle zone particolarmente soggette all’insetto è importante ultimare rapidamente la raccolta delle patate, evitando di lasciarle a lungo sottoterra.
- Uso di trappole a feromoni per il monitoraggio. Questa è una tecnica molto valida per le colture estese di agricoltura professionale, perché ci consente di vedere il ritmo delle infestazioni e di decidere per tempo quando effettuare un trattamento, anche con un prodotto ecologico. Il monitoraggio con le trappole ai feromoni risulta efficace a patto che si posizionino le trappole nel periodo ottimale, ovvero tra marzo e aprile, e quindi poco dopo la semina. Le maggiori catture comunque iniziano da luglio e proseguono per tutto il resto dell’estate, quando è importante preservare le patate che giungono pian piano a maturazione.
- Non lasciare residui in campo, fonti di potenziale inoculo per l’insetto, il quale sverna facilmente sui tuberi rimasti. Quindi, quei tuberi che alla raccolta vengono scartati perché molto colpiti dalla tignola o da peronospora o perché marci per altre cause, dovrebbero essere raccolti comunque ed eliminati.
- Togliere le solanacee infestanti, se presenti nei paraggi, come il Solanum nigrum, perché anche loro attirano la tignola.
- Su terreni già molto infestati in precedenza, preferire patate a ciclo precoce e a tuberificazione profonda.
- Nei locali di immagazzinamento, mettere zanzariere alle finestre e tenere sotto controllo l’apertura della porta.
Difesa dalla tignola con metodi naturali
La difesa eco-compatibile delle patate da tignola è possibile tramite prodotti a base di Spinosad, bioinsetticida ammesso in agricoltura biologica certificata e molto utile sulla patata per combattere anche la dorifora. Prima dell’utilizzo, bisogna leggere attentamente tutte le informazioni riportate sulla confezione e attenersi scrupolosamente alle indicazioni fornite.
Per esempio, sull’etichetta di un noto prodotto commerciale si legge “contro la tignola della patata intervenire alla nascita delle larve onde evitare che queste possano infestare i tuberi. Dosi di 50 ml/ha (10 ml/hl)”.
Molto selettivo ed efficace è anche il Bacillus thuringiensis, prodotto che si usa contro vari lepidotteri nocivi delle piante da orto e da frutto.
Inoltre, per difendere le colture stoccate in cantina o nei magazzini, si possono utilizzare delle trappole a feromoni sessuali per la cattura massale.
Articolo di Sara Petrucci, illustrazioni di Marina Fusari.
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