Il 2020 è senza dubbio stato un anno molto particolare, fortemente segnato dal covid 19. Ma anche dalla pandemia possiamo imparare qualcosa, e fare un bilancio dell’anno ormai trascorso sottolineando gli aspetti positivi ci consente di guardare con ottimismo al 2021 che viene.

Una cosa sicuramente la possiamo dire: nel 2020 c’è stata una grande riscoperta dell’orto e del giardino.

anno orto

Il lockdown ha costretto tante persone a trascorrere la primavera senza uscire dalla propria abitazione e chi aveva uno spazio verde o anche soltanto un balcone, ha provato a seminarci qualcosa. Da qui sono nati tanti piccoli orti urbani e vari studi dimostrano che c’è stata in generale una riscoperta di tutti gli aspetti legati al vivere green: il piacere di stare all’aria aperta, gli effetti benefici dell’orto, l’attenzione verso gli ortaggi biologici.

2020 è stato l’anno dell’orto

Il 2020 è stato sicuramente l’annata del corona virus, ma anche l’anno dell’orto.

libro agenda orto

Possiamo dirlo con certezza analizzando i dati del sito web Orto Da Coltivare, che registra una crescita di + 160% dei visitatori rispetto al 2019, numeri ancora più sorprendenti se consideriamo il periodo del lockdown, tra marzo e maggio (+264%).

Quasi 16 milioni di accessi al sito web in meno di un anno (senza contare canali social) ci dicono quanto la coltivazione di ortaggi sia oggi diffusa in Italia. Tante famiglie hanno cominciato ad autoprodurre frutta e verdura, chi per passione e chi per risparmiare.

Questa riscoperta dell’orto resterà anche per il 2021?

Probabilmente in gran parte sì, perché una volta sperimentata la soddisfazione di veder nascere e crescere le proprie piantine sarà difficile rinunciarci.

Coltivare l’orto fa bene: lo dimostrano gli studi

insalata biologica

Un detto popolare recita: “l’orto vuole l’uomo morto“, facendo riferimento all’impegno che comporta gestire le coltivazioni. In realtà diversi studi scientifici raccontano che è vero il contrario. Coltivare un orto fa bene ed è scientificamente dimostrato.

In questo 2020 è stata fortemente rivalutata l’importanza delle attività svolte all’aria aperta e dell’ecosostenibilità. Diverse ricerche sul rapporto dell’uomo con la natura dimostrano i benefici fisici e mentali che derivano dalla coltivazione.

L’ortoterapia d’altronde non è certo una novità. Nata nel secolo scorso, si definisce come quella terapia occupazionale che prevede il coinvolgimento di una persona in attività di giardinaggio e orticoltura. Se il fine dell’ortoterapia è il raggiungimento di un risultato terapeutico, non serve un esperto per comprendere i benefici che il contatto con la natura può avere sulle persone nella vita di tutti i giorni.

Una recente ricerca dell’Università di Sheffield, nel Regno Unito, ha evidenziato i benefici che l’orticoltura ha su coloro che la praticano con costanza.

Nel corso di questo studio sono stati invitati i 163 partecipanti, i quali avevano in affido dei lotti all’interno di orti condivisi in Inghilterra e nel Galles, a redigere un diario. Per un anno hanno trascritto non solo i risultati del proprio lavoro all’interno dell’appezzamento di terra, ma anche i rapporti che intrattenevano con le persone che, come loro, coltivavano i lotti confinanti.

Da questo studio è emersa una fitta rete di scambi sociali e quanto il tempo passato all’aria aperta sia effettivamente importante. Un’importanza che va oltre la semplice pratica agricola e che include la condivisione dei prodotti alimentari coltivati, l’interazione con le persone, lo scambio di conoscenze, il contatto con la fauna selvatica e il piacere provato per la vita all’aria aperta.

Durante il lockdown, la possibilità di poter uscire di casa per coltivare il proprio orto ha permesso di combattere la solitudine ed il senso di frustrazione. A questo si aggiunge la soddisfazione nell’utilizzare in cucina i prodotti che si è coltivato personalmente.

Come sottolinea la dottoressa Dobson, coltivare fa bene non solo alla mente, ma anche al fisico. Dallo studio è infatti emerso che è più probabile che “coloro che coltivano l’orto consumino frutta e verdura 5 volte al giorno rispetto a coloro che non coltivano il proprio cibo”.

Negli ultimi mesi nel Regno Unito la domanda per l’assegnazione di lotti negli orti condivisi è cresciuta esponenzialmente. I dati dimostrano dunque come il contatto con la natura sia importante non solo per la salute del singolo individuo, ma per l’intera società.

Il lockdown e la riscoperta dei lavori manuali

raccolto di stagione

Dal Regno Unito all’Italia il passo è breve. Sebbene nel nostro paese gli orti condivisi siano meno diffusi, abbiamo una forte tradizione agricola, che si trasmette di padre in figlio, anche dove la coltivazione non è professionale.

Anche da noi il bisogno di passare più tempo a contatto con la natura nell’ultimo anno si è fatto sempre più forte.

In seguito al lockdown iniziato a marzo di quest’anno, molte persone, private delle loro attività quotidiane, hanno riscoperto il piacere di svolgere lavori manuali in casa e in giardino. Coloro che ne avevano la possibilità si sono dilettati a curare il giardino e, in molti casi, si sono impegnati a fare l’orto.

L’orto negli ultimi mesi ha assunto varie forme, a seconda degli spazi e delle risorse disponibili: dall’orto classico alla coltivazione in vaso di piante aromatiche e verdura sul terrazzo. Non serve infatti possedere grandi appezzamenti terra per poter coltivare, molte volte basta qualche vaso e un poco d’impegno.

Nell’ultimo anno, oltre alla coltivazione, molte persone di sono concentrate nella cura della casa, ritrovando anche il tempo per cucinare. L’impossibilità di uscire di casa ha infatti permesso a molte persone di fare tutti quei piccoli lavori domestici che solitamente si rimandano per mancanza di tempo. La cucina è stata indubbiamente il luogo in cui tutti noi ci siamo maggiormente concentrati in questo periodo. Tra le attività preferite indubbiamente troviamo fare il pane e la pizza, ma i più ispirati si sono anche cimentati nella preparazioni di dolci e di piatti esotici.

La crescita del biologico

Oltre alla coltivazione amatoriale è un fatto che anche nei consumi cresce l’attenzione verso le verdure biologiche e la produzione a filiera corta. Gli acquirenti preferiscono comprare alimenti bio e prediligono materie prime del proprio territorio, o per lo meno italiane.

Secondo un’indagine condotta da Coldiretti/Ixé nel corso della presentazione del Rapporto Greenitaly, in collaborazione con la più importante organizzazione agricola d’Europa, è emerso che un italiano su quattro (27%) durante l’emergenza Covid ha acquistato più prodotti sostenibili o ecologici rispetto all’anno precedente.

ortaggi

Una decisa svolta ambientalista quindi, che trova conferma nel fatto che l’Italia nel 2019 si è rivelata essere il primo paese europeo per numero di aziende impegnate nel biologico e vanta un primato anche sulla qualità dei prodotti, con ben 305 specialità Dop/Igp riconosciute a livello comunitario.

Questo trend di mercato mostra dunque come sempre più persone prestino attenzione a ciò che mettono in tavola, ricercando sempre più frequentemente prodotti di origine biologica e di filiera corta. L’apprezzamento per i prodotti a km zero si riflette nella ritrovata passione per i prodotti del proprio orto. Fare l’orto dunque non è solo un modo per passare del tempo all’aria aperta ed entrare a contatto con la natura, ma è anche un modo per riscoprire le materie prime, imparare a conoscerle e portare in tavola prodotti di cui si conosce la provenienza.

Un calendario per il 2021

Quest’anno in tanti si sono avvicinati per la prima volta alla coltivazione dell’orto, con Orto Da Coltivare abbiamo creato un calendario d’orto per il 2021, che possa guidare le persone inesperte nei lavori mese per mese, oppure fare da promemoria a chi già coltiva da tempo.

Il calendario di Orto Da Coltivare è scaricabile gratis in pdf.

scarica il calendario

Articolo di Veronica Meriggi e di

Matteo Cereda

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