L’essere umano è diventato contadino circa 10.000 anni fa. I primi campi agricoli, e quindi le prime città, sembra siano state nel Medio Oriente, magari dove oggi si trova la Giordania, vicino al luogo della crocifissione di Cristo. Studi archeologici hanno dimostrato che all’epoca la cosiddetta “Mezza Luna Fertile”, fertile lo era davvero. Foreste verdeggianti, cibo in abbondanza, milioni di uccelli e di animali selvaggi.
Oggi non è rimasto nulla di tutto ciò, solo un immenso deserto. Questo solleva delle domande. Come mai? Cosa è successo a questo giardino dell’Eden?
Ma soprattutto: come possiamo rinverdire i deserti?
Abbiamo parlato di aridocoltura, con una serie di suggerimenti concreti per coltivare senza acqua. In questo articolo vi parlo di esempi reali di coltivazione nel deserto. Scopriremo 5 stupende fattorie, ognuna a suo modo eccezionale. Sono esperienze che dimostrano come sia possibile coltivare cibo sano senza l’uso di prodotti chimici anche in zone aride e desertificate. Infatti possiamo rinverdire tutti i deserti del mondo.
Indice dei contenuti
Greening the Desert project – Giordania
Una micro fattoria famosa in tutto il mondo, ideata dal grande docente di permacultura Goeff Lawton, Greening the Desert project si trova in Giordania, vicina al monte Calvario, in uno dei deserti più aridi al mondo, 400 metri sotto al livello del mare, dove il suolo presenta livelli di sale tossici per le piante.
Grazie a un’attenta cura del suolo e all’uso di swale e micro terrazzamenti per raccogliere l’acqua piovana, Goeff Lawton riesce a far crescere alberi da frutto in una food forest e un rigoglioso orto. Alcuni suoi vicini si sono già convertiti a queste pratiche agricole ecologiche e al modo di vivere sostenibile proposto con questa esperienza.
Lo scopo del progetto: consentire alle persone di creare mezzi di sussistenza sostenibili attraverso l’educazione alla progettazione in permacultura e realizzare iniziative pratiche di aiuto.
Il progetto Greening the Desert è la prova vivente che possiamo invertire la desertificazione e riportare la vita in terre aride. Vivendo in armonia con la natura e applicando le pratiche di progettazione della permacultura, le possibilità sono infinite.
Fruiting the Deserts – Senegal
Nella calda sabbia del Nord Senegal, nei pressi della città di Saint Louis, crescono le premesse di una foresta alimentare. Ho avviato questo progetto a Marzo 2020 insieme ad Aboudoulaye Kà, un fantastico contadino Senegalese, socio e co-ideatore della fattoria. Condivido con lui lo stesso amore per la natura.
Mezzo ettaro di solo sabbia, niente materia organica, piogge sporadiche durante solo 4 mesi all’anno. Un suolo troppo pascolato, dove da anni nella stagione secca (8 mesi all’anno) non cresce più un filo di erba. 200 anni fa c’erano foreste rigogliose, oggi resta solo qualche povero albero. Negli anni ‘70 ci sono stati 7 anni di siccità, senza una goccia d’acqua, che hanno portato la gran maggior parte dei pastori a lasciare le loro abitazioni e andarsene a vivere altrove. Non sono mai tornati.
Insieme ad Abdoulaye riesco a far crescere alberi da frutto, a coltivare l’orto e ad allevare alcune galline, piccioni e pecore. Grazie agli insegnamenti della natura selvaggia e alla riproduzione dei fenomeni naturali di rigenerazione del suolo si può coltivare senza l’uso di chimica e con pochissima acqua.
Lo scopo del progetto: rigenerare il suolo e rinverdire il deserto. Ispirare i vicini di Abdoulaye a coltivare diversamente per trovare insieme a di loro la maniera giusta di vivere dignitosamente della loro terra senza dover emigrare.
I primi risultati sono molto incoraggianti, si riesce a crescere alberi da frutto senza prodotti di sintesi lì dove tutti pensavano fosse impossibile. Puoi saperne di più grazie alla serie di articoli che ho scritto proprio per spiegare le tecniche utilizzate in Fruiting the Deserts e guardando il video di Bosco di Ogigia che racconta il progetto. Puoi anche aiutare il progetto e piantare un albero con un piccola donazione.
Al Baydha project – Arabia Saudita
In Arabia Saudita negli anni ’50 è stato abolito il sistema autoctono di gestione della terra. Il suolo si è trasformato in un deserto. Il sistema tradizionale di gestione del territorio aveva preservato il paesaggio per secoli, se non millenni.
Tutta la popolazione locale si ricorda della grande foresta che poco meno di 70 anni fa cresceva ancora sul terreno di Al Baydha project, alberi di 1 metro di diametro. Oggi, in così poco tempo non rimane nulla, neanche una traccia di questa foresta. Gli alberi sono stati tutti tagliati e venduti per poter comprare da mangiare per le mandrie. Una storia tristemente vera, anche se difficile da credere, la troviamo raccontata in questo video.
Grazie all’agricoltura regenerativa e alla permacultura oggi si sta rigenerando il terreno, con la creazione di muretti di sassi e grandi swale, che raccolgono l’acqua su una superficie di circa 10 ettari.
Lo scopo del progetto: aiutare la popolazione locale a costruire una comunità autosufficiente e sostenibile che integri alloggi, infrastrutture e agricoltura sostenibile.
Nonostante 36 mesi senza piogge e quasi senza annaffiatura, il progetto ha dimostrato che fosse possibile far crescere alberi e un bel prato di erba, quest’ultimo durante la stagione delle piogge. Quindi nonostante la gravissima e velocissima degradazione delle condizioni ecologiche, è possibile rigenerare il deserto e veder crescere di nuovo un panorama verdeggiante. Oggi il team del progetto lavora per allargarlo a una zona molto più ampia. Auguriamo loro successo e pioggia abbondante.
Green Wall of China – Deserto dei Gobi
Le tempeste del deserto in Asia centrale stanno lasciando una scia di distruzione. Ogni primavera, la polvere dei deserti settentrionali della Cina viene spazzata via dal vento e spinta verso Est, esplodendo su Pechino. I cinesi la chiamano “drago giallo”, i Coreani “la quinta stagione”. Per lottare contro queste tempeste di sabbia Pechino sta disegnando una linea verde nel deserto.
Il governo Cinese ha intrapreso la coltivazione di tre gigantesche foreste. Anche se il progetto è stato cominciato solo negli anni 90, i risultati sono già stupendi! La creazione di grandi terrazzamenti, di sistemi di raccolta dell’acqua piovana e gestione delle mandrie hanno fatto crescere dal nulla un panorama verde e commestibile, si può vedere nel video.
Con un costo medio di solo 100€ per ettaro, il “muro verdeggiante cinese” potrebbe essere il più grande progetto del genere a dimostrare che si può fare tanto bene anche con pochi soldi.
Allan Savory – Zimbabwe
Nella savana in via di desertificazione, su una superficie gigantesca e con il solo uso del pascolo razionale, quindi solo grazie a un pascolamento controllato della mandria, si può rigenerare gli ecosistemi naturali.
Per oltre 20 anni l’Africa Center for Holistic Management ha invertito con successo la desertificazione nel Dimbangombe Ranch di 3.200 ettari, integrando un allevamento multispecie gestito in modo olistico, con una vasta popolazione di fauna selvatica.
Allan Savory, un biologo originario dello Zimbabwe, ha ideato e sviluppato metodi per proteggere le mandrie dai predatori, come recinti notturni a prova di leoni e tecniche di allevamento a basso stress che consentono di mantenere gli animali raggruppati, al sicuro e in salute, in un ranch non recintato, circondato da due milioni di ettari di parco naturale e aree safari, anche loro non recintati.
In questo video con sottotitoli in Italiano, Allan Savory spiega la sua fonte di ispirazione: La naturale e spontanea transumanza degli animali selvaggi dell’Africa e nord America.
Seguendo le piogge, migliaia di animali selvaggi di tutti tipi pascolano un prato verde e fresco. Spostandosi velocemente non hanno il tempo di brucare l’erba fino a farla sparire. Invece il loro passaggio che porta letame, pascolamento e calpestio del terreno è benefico! Questo è il segreto delle savane; di questi prati immensi verdi in tutte le stagioni, anche durante lunghi periodi di siccità.
Si tratta di una realtà da seguire, offrono formazione online ma anche corsi in diversi paesi e il libro di Allan Savory è una bibbia preziosa.
Possiamo rigenerare i deserti
Visto che grazie al solo uso di un pascolamento intelligente e pianificato possiamo rinverdire superfici gigantesche, allora davvero ovunque nel mondo è possibile vivere dei frutti della propria terra e, nel passare di più secoli, far scomparire ogni singolo deserto del pianeta.
Altri progetti molto concreti hanno dimostrato altre soluzioni, alcune in piccola scala, altre a misura di un paese e addirittura di un intero continente. La solo nostra volontà può decidere del futuro delle zone aride e della loro espansione. Anche qui in Italia, dove in alcune zone i processi di desertificazione sono già cominciati.
Questo altro video, soltanto in inglese purtroppo, presenta ancora altri progetti fantastici con risultati ecologici che tanti pensano impossibili da ottenere.
Come avrai capito leggendo questo articolo, si possono fare miracoli anche in pochi anni. Dobbiamo solo cominciare a farlo tutti noi.
Articolo di Emile Jacquet.
Fruiting the Deserts
Questo articolo nasce dall’esperienza di coltivazione in Senegal del progetto Fruiting the Deserts portato avanti da Emile Jacquet e Abdoulaye Ka. Puoi scoprire qualcosa in più su questo progetto di agricoltura naturale e se puoi sostienilo con un aiuto.
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