Coltivare piccoli frutti in giardino o in un piccolo frutteto familiare è un’ottima idea: sono piante poco ingombranti e ordinate. Possono sfruttare zone marginali, affiancare alberi da frutto, fare aiuola nel giardino o formare piccole siepi.
Dai ribes ai mirtilli fino al goji, queste piante offrono un raccolto di frutti molto salutari, ricchi di vitamine e proprietà benefiche. Sono frutti originari del sottobosco, per cui spesso si adattano anche a posizioni di mezz’ombra.
Scopriamo qualcosa in più su quando piantare e come scegliere quali piccoli frutti coltivare, grazie anche a qualche consiglio sulle varietà in collaborazione con piantinedaorto.it, che ha un bellissimo catalogo di piccoli frutti.
Come e quando piantare
Per coltivare piccoli frutti conviene partire dalla piantina: è più rapido arrivare a produzione, e permette di avere una varietà selezionata.
I piccoli frutti sono piante perenni, il periodo migliore per la messa a dimora è l’autunno, tra settembre e inizio novembre. In alternativa possiamo piantare anche a inizio primavera, mentre sono da evitare i periodi di gelo e di caldo siccitoso.
In genere li troviamo in pane di terra e li piantiamo scavando una piccola buca (come ci mostra Pietro Isolan in questo video).
Dove coltivare i piccoli frutti
Ogni specie ha esigenze differenti, ma generalmente i piccoli frutti sono piante che possono stare anche in posizioni di mezz’ombra, non per niente vengono chiamati “frutti di bosco”. Possono essere quindi utili per sfruttare zone del giardino non troppo soleggiate.
La maggior parte dei piccoli frutti tollera il freddo invernale, mentre teme l’eccessivo caldo e l’aridità. Per questo sarà importante curare l’irrigazione estiva, può essere utile anche una pacciamatura che aiuti a tenere il terreno umido. Nel bosco il suolo si copre con le foglie degli alberi più grandi, questa dinamica possiamo replicarla anche nel nostro giardino.
Prima di piantare prestiamo attenzione al pH del suolo: alcuni piccoli frutti, come i mirtilli, sono piante acidofile, per cui richiedono un terreno acido. Dobbiamo verificare il pH e valutare se sono opportune correzioni (leggi come correggere un suolo per abbassare il pH). Anche con la concimazione possiamo poi intervenire con fertilizzanti pensati per aiutare a mantenere un basso pH.
I piccoli frutti sono piante di dimensione contenuta, se non abbiamo spazio in giardino possiamo tenerli anche in vaso.
Quali piccoli frutti piantare
Esistono molte specie di piccoli frutti, dai più conosciuti come lamponi, more e mirtilli, fino a colture meno diffuse ma interessanti, come goji, aronia e mirtillo siberiano.
Sicuramente una prima valutazione è sugli spazi che abbiamo a disposizione. Mirtillo europeo, ribes e uva spina ingombrano poco, goji e mirtillo americano formano piante più alte, rovo e lampone richiedono una rete o una spalliera di sostegno.
Un suggerimento per chi coltiva piccoli frutti per autoconsumo è di scegliere varietà con diversi periodi di maturazione, in modo da assicurarsi una raccolta scalare e avere frutti freschi per un periodo più lungo. Ad esempio il mirtillo gigante si può avere precoce, medio o tardivo e quindi mettendo più di una pianta si ottiene raccolto per tutta l’estate. Se invece si vogliono fare confetture vanno messe piante con lo stesso ciclo colturale, per avere al contrario maturazione omogenea.
Per scegliere tra le varietà dei vari frutti ecco qualche spunto suggerito da piantinedaorto.it, sul loro sito web potete anche ordinare direttamente le piantine online (e ovviamente date un’occhiata al loro catalogo di piantine di piccoli frutti).
- Mirtilli: I mirtilli sono buonissimi e salutari, se il terreno è adatto per pH è semplice, altrimenti bisogna starci un po’ dietro, apportando terriccio per acidofile o altre correzioni periodicamente. Esistono diverse specie di mirtillo. Spesso si sceglie il mirtillo gigante americano ( Vaccinium corymbosum ) perché decisamente produttivo. Ci sono una serie di mirtilli meno conosciuti, tutti da scoprire, come il mirtillo siberiano, il mirtillo pink lemonade, il mirtillo rosso.
- Ribes: La pianta di ribes è probabilmente la più semplice da coltivare tra i piccoli frutti, molto adattabile per terreno e clima, rustica e poco soggetta a problemi, produce bene anche senza manutenzione e forma cespugli contenuti, adatti anche a piccole siepi. Il ribes rosso e il ribes bianco sono gradevolmente aspri, il ribes nero ha un gusto più particolare e si usa soprattutto in succhi, liquori e marmellate.
- Uva Spina: L’uva Spina è una coltura molto simile al ribes, come si capisce dal nome ha rami spinosi. Le bacche sono più grosse e acidule, molto adatte alle confetture. Troviamo varietà di uva spina a bacca bianca e a bacca rossa.
- More: Le more sono il frutto del rovo, una pianta spontanea che può diventare anche invasiva ed esuberante. Per coltivarla teniamo conto che richiede spalliere a cui arrampicarsi. Possiamo scegliere varietà senza spine.
- Lamponi: Altra pianta che come il rovo forma tralci e può essere spinosa. Possiamo decidere tra lamponi uniflori (che ci danno un solo raccolto ogni anno) oppure rifiorenti che hanno una produzione scalare in due periodi dell’anno. Una varietà molto semplice da coltivare è il lampone scozzese tayberry, mentre volendo piantare un lampone particolare si può sperimentare quello a frutto giallo.
- Aronia: Pianta rustica resistente al freddo e alle malattie. Presenta frutti che ricordano nell’aspetto i mirtilli, ma il gusto è leggermente più acidulo e forte; la differenza tra le due varietà la si denota dal particolare strato di cera che ricopre il frutto dell’aronia. Le drupe maturano in autunno e solitamente vengono utilizzate per la preparazioni di benefici succhi di frutta e confetture squisite.
- Goji: Un frutto fino a pochi anni fa poco conosciuto, che si è diffuso recentemente per via delle sue proprietà molto preziose per il nostro organismo. Può essere per questo particolarmente interessante sperimentare la coltivazione in proprio di questo “super food”. La pianta del goji è un arbusto di buona dimensione, produttivo e ben resistente al freddo.
Articolo di Matteo Cereda
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