La cavolaia è un insetto che fa parte della famiglia dei lepidotteri, possiamo vederlo svolazzare in fase adulta come farfalla, ma a preoccupare il coltivatore è il bruco, implacabile divoratore delle piante di cavolo.
Questo insetto infatti è temuto in agricoltura perché depone le sue uova proprio sulle foglie dei cavoli e in generale delle varie piante crucifere, dalle uova escono larve particolarmente voraci, che danneggiano rapidamente le verdure, sbranando le foglie.
Generalmente la cavolaia fa due o tre generazioni all’anno, con voli a partire da marzo. Nel mese di settembre in particolare può diventare un vero flagello nell’orto, visto che trova maggior abbondanza di piante brassicacee e può rovinare broccoli, cavolfiori, verze e in generale qualsiasi pianta di cavolo coltivata. Impariamo quindi come difendere l’orto, tramite metodi di lotta biologica, che per fortuna sono svariati.
Lotta bio alla cavolaia in 6 passaggi
Per prima cosa vi spiego in sintesi cosa consiglio di fare contro la cavolaia per un buon orto biologico.
- Rotazione delle coltivazioni: una buona pratica sempre importante per prevenire problemi è non coltivare i cavoli sempre nello stesso posto.
- Consociazione con pomodori: piantare i cavoli vicino ai pomodori è utile a scacciare il lepidottero (l’odore del pomodoro è sgradito alla cavolaia).
- Trappole alimentari. A partire dalla primavera intercettiamo le farfalle di cavolaia con Tap Trap., possiamo ridurne in questo
- Macerato di pomodoro. Un repellente gratuito e autoprodotto che aiuta a scacciare il parassita.
- Zeolite cubana. Trattamento fogliare con polvere di roccia micronizzata, utile a scoraggiare la deposizione di uova e l’attività trofica del bruco.
- Bacillus thuringiensis. Senza dubbio il miglior insetticida bio contro le larve di cavolaia è il BTK. (bacillus thuringiensis del ceppo Kurstaki).
Ora vi consiglio di leggere tutto l’articolo che esamina le caratteristiche dell’insetto, entra più nel dettaglio rispetto a questi rimedi e ne esamina anche altri possibili.
Indice dei contenuti
Come riconoscere bruco e farfalla
Il nome scientifico di questa farfalla è Pieris brassicae, insetto appartenente all’ordine dei lepidotteri.
Sotto al nome di cavolaia si indica a volte anche la rapaiola (cavolaia minore), lepidottero dal comportamento molto simile, il cui nome scientifico è Pieris rapae. Cavolaia e cavolaia minore sono a tutti gli effetti due specie distinte.
La cavolaia è abbastanza semplice da riconoscere, dobbiamo imparare a identificare tre forme: le uova, la larva, che è la fase in cui l’insetto danneggia l’orto, e la farfalla, responsabile della riproduzione del parassita.
- Le uova di cavolaia sono giallo arancioni, nonostante il colore acceso bisogna cercarle con cura, visto che vengono deposte sotto alle foglie.
- La larva è un bruco verde oliva oppure giallo, striato o puntinato di nero.
- L’adulto di cavolaia è una farfalla di colore bianco, facilmente riconoscibile per le macchie brune sulle ali.
Imparare a riconoscere il parassita è importante, in modo da saper intervenire con metodi di lotta bio alla prima presenza di questo lepidottero, senza aspettare che si riproduca e che cominci a danneggiare i cavoli.
Danni portati dalla cavolaia
L’attacco delle larve di cavolaia è molto molesto sulle piante di cavolo, in particolare su quelle che formano il cespo e quindi offrono molti ripari ai bruchi. Su cavolfiori, broccoli e cavolo nero è abbastanza facile individuare gli insetti tempestivamente, ma quando i bruchi entrano nel cespo di verze e cappucci riescono a fare disastri senza farsi troppo notare.
Le larve nutrendosi delle foglie mangiucchiano i cavoli, dilaniando e sporcando l’ortaggio, provocando anche marcescenze. Quando le uova fanno nascere numerosi bruchi l’azione distruttiva può essere anche rapida e pregiudicare totalmente il raccolto delle piante colpite.
Le farfalle adulte invece non portano nessun danno diretto anche se ovviamente deponendo le uova sono la causa del problema e per questo è corretto contrastarle con trattamenti dedicati.
Come difendere i cavoli e l’orto
Per ostacolare la cavolaia e salvaguardare le proprie piante di cavolo non serve necessariamente utilizzare pesticidi tossici. Nell’orto biologico si possono realizzare consociazioni e distribuire macerati per prevenire l’arrivo delle larve, in questo modo si risparmiano soldi e si evita di inquinare. In un piccolo orticello l’eliminazione manuale di bruchi e uova è un modo semplice ma efficace per sbarazzarsi di questo parassita.
L’impiego di polveri di roccia, come la zeolite cubana è un altro metodo molto utile come prevenzione.
Anche su estensioni professionali è possibile comunque combattere la cavolaia con metodi biologici, ci sono trattamenti di origine naturale efficaci, ad esempio il bacillus thuringiensis. Ora vediamo più nel dettaglio come difendere il nostro orto senza fare una lotta chimica nociva, esaminando le varie possibilità per contrastare la cavolaia.
Metodi meccanici anti cavolaia
I metodi meccanici contro gli insetti nocivi hanno il grande pregio di non richiedere l’impiego di nessun trattamento, per contro comportano attenzione e lavoro (nel caso dell’eliminazione manuale), investimenti (nel caso delle reti anti insetto) e lungimiranza (per le trappole alimentari).
Rimozione manuale delle uova
Nell’orto domestico su piccola scala il primo metodo per contenere i danni portati dalla cavolaia è la rimozione manuale dei bruchi e soprattutto delle uova. Questo richiede un po’ di attenzione e costanza ma è un sistema che può funzionare benissimo, visto che le uova hanno un colore acceso e sono facili da individuare e le larve sono di dimensione abbastanza sviluppata per essere catturate facilmente.
Questo lavoro si può fare soprattutto sui cavoli che non formano cespo (quali cavolo nero, cavolini di Bruxelles, cavolo rapa, broccoli, cavolfiori) e hanno le foglie comodamente visibili, semplicissime da controllare.
Ovviamente questo metodo comporta un controllo frequente e un intervento tempestivo, che non sempre è possibile attuare su coltivazioni estese, per cui bisogna anche avere altre opzioni più efficaci e rapide da mettere in campo.
Reti antinsetto
Per fermare queste farfalle si può decidere di coprire i cavoli con reti anti insetto: è un buon metodo meccanico che risolve il problema alla base, impedendo la deposizione delle uova.
Lo svantaggio di questo sistema sta soprattutto nel costo e nel lavoro che comporta predisporre la barriera meccanica che copre l’aiuola.
Polvere di roccia
L’uso di polvere di roccia distribuita sulle foglie può scoraggiare la deposizione di uova e quindi preservare i cavoli dall’attacco dei bruchi. A questo scopo si può impiegare la zeolite cubana, utile anche contro altri problemi dell’orto.
Trappolaggio
Un metodo per limitare la presenza di cavolaia nel proprio orto può essere anche quello di catturare gli insetti adulti con biotrappole, in particolare intercettando i voli primaverili di questi lepidotteri. Questo sistema richiede un intervento preventivo, per cui bisogna disporre le trappole a inizio stagione: se ci accorgiamo della cavolaia a settembre sarà troppo tardi per disporre trappole.
Contro i lepidotteri sono ottime le trappole alimentari tipo Tap Trap, con un’esca adatta. Su Orto Da Coltivare abbiamo parlato spesso di trappolaggio alimentare, ritengo che sia un metodo ottimo e assolutamente ecologico. Potete approfondire il sistema e trovare la ricetta attrattiva per i lepidotteri.
Buone pratiche preventive di coltivazione
La prima cosa da fare per avere un orto biologico sano è impostare una coltivazione corretta. Avere un ambiente ricco di biodiversità spesso è il primo passo per prevenire i problemi, evitando che un particolare parassita possa proliferare e portare danni consistenti.
Per prevenire le avversità il primo e fondamentale accorgimento è la rotazione colturale. Se si coltivano i cavoli sempre nello stesso posto ogni parassita avrà gioco facile nell’identificare una possibile fonte di cibo e deciderà di stanziarsi in zona. Quindi evitiamo di ripiantare sulla stessa aiuole piante della famiglia dei cavoli, dopo un ciclo di crucifere meglio per almeno tre anni coltivare altro.
Nel caso della cavolaia esiste anche un’interessante consociazione, utile a repellere l’insetto. L’essenza delle piante di pomodoro infatti è sgradita a questo lepidottero, che evidentemente non ama la solanina in esse contenuta. Per questo conviene coltivare vicini cavoli e pomodori, si tratta di un modo per allontanare l’insetto e proteggere le coltivazioni di cavoli. La consociazione tra crucifere e pomodori è positiva e spesso previene l’arrivo della cavolaia.
Insetticidi contro la cavolaia
Se non siamo riusciti a scacciare l’insetto o a prevenire la sua presenza è il caso di passare a un attacco diretto, volto a difendere i nostri cavoli da questo vorace bruco, scopriamo quindi quali sono i trattamenti insetticidi migliori da impiegare in un orto biologico contro la cavolaia. Naturalmente escludo di mettere in campo metodi di lotta chimica alla cavolaia, che implicano l’impiego di pesticidi tossici per l’ambiente e per l’uomo.
Vi anticipo quello che dettaglierò in seguito: il mio consiglio è di usare bacillus thuringiensis, che è la soluzione più efficace e soprattutto quella che ha il minor impatto ecologico sull’ambiente circostante.
Il macerato di pomodoro e altri preparati
Abbiamo già visto come possiamo consociare cavoli e pomodori per repellere la cavolaia. Un metodo per sfruttare ancora meglio le proprietà delle piante, è realizzare un macerato di pianta di pomodoro da irrorare su broccoli, cavolfiori e altre piante di questa famiglia per tener lontano l’insetto parassita. Il macerato si prepara in modo semplice e a costo zero, utilizzando parti di pianta e non i frutti.
Oltre al pomodoro anche l’assenzio può essere utilizzato come repellente, in genere conviene farne un decotto da spruzzare nell’orto, oppure ancora possiamo utilizzare il tanaceto macerato.
Questi metodi naturali sono repellenti, non insetticidi, hanno un’efficacia limitata e richiedono costanza nell’applicazione. Tuttavia vale la pena fare questo lavoro piuttosto che distribuire pesticidi nell’orto.
Piretro e altri insetticidi
Ci sono molti insetticidi che sono in grado di uccidere la cavolaia, tra questi ad esempio il piretro. Nonostante sia un trattamento consentito in agricoltura biologica non consiglio di usarlo per la cavolaia: agendo solo per contatto non è scontato che si riesca a colpire tutte le larve, nascoste tra le foglie dei cespi.
Inoltre è un prodotto con una sua tossicità e un ampio spettro d’azione, che non risparmia insetti utili quali api e coccinelle. Molto spesso contro la cavolaia vengono consigliati insetticidi a base di piretroidi di sintesi chimica, che sono ancora più persistenti e quindi nocivi: questi sono da evitare assolutamente se ci teniamo ad avere un bell’orto naturale.
Lo stesso discorso fatto per il piretro vale per lo Spinosad. Il più naturale macerato di ortica, che può essere autoprodotto, sembra invece attrarre questi insetti ed è quindi meglio evitarlo.
Bacillus Thuringiensis
Contro le larve la miglior risorsa è senza dubbio il già citato bacillus thuringiensis, varietà kurstaki (BTK), consentito in agricoltura biologica e atossico. Si tratta di un batterio che colpisce in modo selettivo le larve di lepidottero e risulta invece innocuo per la maggior parte delle altre specie di insetti. L’unico limite del bacillus thuringiensis è che è efficace solo contro larve giovani. Non è quindi in grado di abbattere le farfalle.
Per effettuare il trattamento bisogna irrorare nelle ore serali le piante con una soluzione contenente BTK, avendo cura di bagnare anche la pagina inferiore e l’interno del cespo.
Un trucco: se viene distribuito misto a zucchero ne aumenta l’efficacia e difende al meglio le nostre crucifere.
Antagonisti naturali
In agricoltura biologica professionale e in coltivazioni a lotta integrata si possono impiegare anche predatori naturali che sono in grado di parassitare la cavolaia, si tratta di imenotteri e ditteri che possono essere appositamente liberati nei campi.
Nello specifico si usano in particolare i seguenti antagonisti:
- Trichogramma evanescens. Un piccolo imenottero entomoparassita che ovifica all’interno di uova di lepidottero, distruggendo in tal modo le uova di cavolaia ed evitando quindi la nascita di larve.
- Phryxe vulgaris. Dittero che colpisce le larve di lepidottero.
- Apanteles glomeratus. aImenottero entomoparassita, agisce anch’esso uccidendo le larve.
Questo sistema comporta costi e competenze che lo rendono poco indicato per un orto domestico, ma è un sistema di difesa ottimo su estensioni consistenti e particolarmente prezioso per la coltura in serra.
Articolo di Matteo Cereda, illustrazione di Marina Fusari
Grazie!
Come sempre ottimi consigli, purtroppo è dura, specialmente per me che mangerei sempre cavoli in tutte le maniere.
Una richiesta: perché non pubblicate tutte le ricette per i macerati o decotti utili all’orto,io usa da anni quello d’ortica,pomodoro,aglio,per la prima volta quest’anno ho usato l’equiseto ed ora ho trovato la felce e farò anche quello.
Si trovano dose e metodi spesso molto diversi i.Ho trovato anche l’equiseto con dose 300 grammi con un litro d’acqua, che per conto mio è un errore,con un litro d’acqua è impossibile coprire 300 grammi di foglie di equiseto.
La vostre pagine sono la mia Bibbia,leggo tanto ma poi faccio sempre la scelta di seguire i Vs.consigli:
Buon orto a tutti:
Ciao Pino
Grazie dei complimenti, sei troppo buono.
Le ricette dei macerati le trovi tutte nella pagina dedicata ai preparati vegetali. I dosaggi però possono giustamente molto diversi, perché posso regolare quanto fare concentrato il macerato in base all’uso che penso di realizzare. In pratica posso usare un macerato diluito in via preventiva, farlo molto concentrato se ho un problema da contrastare in atto. E ancora: se faccio il macerato concentrato ne spruzzo meno, mentre se lo faccio diluito irrorerò più generosamente il trattamento.
Sul caso specifico dell’equiseto 300 grammi a litro ritengo sia la dose giusta per il decotto (dove dobbiamo scaldare fino a ebollizione, quindi meno acqua mettiamo e prima facciamo). In cottura la pianta si riduce, per cui il dosaggio è valido. Ne risulta un liquido super concentrato, da diluire molto. Se propendiamo per il macerato bastano 100 gr a litro (parlando di pianta fresca) ma ovviamente poi andremo a diluire meno.
GRAZIE!
bene, grazie, ci provo senz’altro.
Buongiorno, chiedo cortesemente quando è il momento di dare i prodotti da voi indicati sulle piante.
Appena trapiantate ?
Dopo 15 giorni dal trapianto, ?
Dopo un mese..?
Probabilmente lo avete indicato , ma non sono riuscito a trovarne traccia.
Ciao Giorgio. La cavolaia può decidere di attaccare le piante in qualsiasi momento, per cui non è possibile dare un’indicazione valida in via generale su quando trattare. Dipende dal periodo di volo delle farfalle adulte che andranno a deporre le uova, questo dipende da sua volta dal clima (annata, zona geografica). Se vuoi usare metodi preventivi come macerato di pomodoro o zeolite puoi trattare poco dopo il trapianto (a partire da 7-10 giorni) e devi tornare a trattare periodicamente (ogni 10-15 giorni, anche qui dipende da una serie di fattori).
L’impiego di insetticidi invece conviene si cominci quando l’insetto è già stato rilevato da qualche parte, per evitare di usare a vuoto prodotti, visto che gli insetticidi biologici hanno una bassissima persistenza.
Grazie mille per i consigli, particolarmente utili in questo periodo! Proprio questa sera, nel controllare le piantine di cavolfiore e verze, ho scovato le dannate uova gialline che ho asportato manualmente. Sarebbe utile un trattamento con olio di neem?
Grazie ancora e buona serata
Lina
Ciao Lina, ottimo aver asportato le uova, l’olio di neem non è risolutivo ma usarlo a preventivo può essere una buona idea.
Buongiorno, verso che periodo posso rimuovere le reti anti insetto dai cavoli?
Grazie mille
Alessandro Violini
Buongiorno Alessandro, dipende dal clima, quando arriva il freddo puoi togliere.
Buongiorno, la rete antinsetto non fa passare alcun insetto, quindi neanche gli impollinatori: questo può essere un problema per il cavolfiore? e per altre piante da orto? grazie
ciao Mauro, il fatto che non passino impollinatori può essere un problema per varie piante da orto di cui si raccoglie il frutto, come ad esempio le cucurbitacee, ma non per il cavolfiore, a meno che non si voglia preservare la semente.
Salve, possibile che io ho questo insetto sui capperi di muro? ?
Inutile consigliare la rotazione colturale e la consociazione con il pomodoro. Contro la Cavolaia non servono a niente.
Ciao Giuseppe, non eliminano il problema ma fanno parte delle buone pratiche utili a limitarlo. La rotazione colturale è da consigliarsi a priori per una serie di motivi, in particolare per le patologie, nell’orto hai ragione che spostare di pochi metri i cavoli non serve a nulla, chi coltiva come azienda agricola e cambia campo invece ha un certo effetto. Poi bisogna essere consapevoli che alcuni accorgimenti non sono risolutivi, ma fanno parte di un insieme di pratiche utili. Come puoi leggere si consigliano una serie di rimedi più mirati proprio perché la cavolaia è un parassita piuttosto determinato.
Ciao, complimenti per il canale e i contenuti che portate. Quando è possibile raccogliere i broccoli e broccoletti dopo trattamento con (bacillus thuringiensis)? Ho un mini orto domestico
Grazie e saluti
Ciao, il tempo di carenza del bacillus thuringiensis è di 3 giorni, quindi dopo 3 giorni puoi raccogliere. Questa informazione è generale, raccomando sempre di leggere in etichetta le raccomandazioni specifiche del prodotto che utilizzi.
Ritengo che l’articolo sia rivolto a quelli come me che coltivano i cavoli per uso familiare. Io utilizzo prodotti molto semplici contro le larve della Cavolaia. Prodotti che sono presenti in ogni cucina, quali: bicarbonato di sodio e sapone molle, aceto, sale. Ritengo che sia l’insetto più facile da combattere.
Ciao Matteo, grazie per tutti i tuoi consigli :-)
Ho già postato la domanda ma, perdonami, non riesco più a ritrovare l’articolo dove l’avevo inserita.
Vorrei trovare un metodo per far aderire le soluzioni spruzzate, come il thuringensis, alle foglie delle brassicacee. Questo perchè le stesse sono come idrorepellenti e gran parte del liquido ricade sul terreno.
Grazie!!
Fabio
Ciao Fabio, in molti casi è utile come adesivante il sapone molle di potassio. Non so se miscelabile al bacillus però, non ho mai provato.
Anche la zeolite micronizzata è ottima combinata a vari trattamenti.
un saluto!
Matteo
Ciao Matteo,da 1 settimana a questa parte ho avuto un attacco di cavolaia,leggendo questo articolo ho letto che si può utilizzare la zeolite. Io a disposizione ho della terra di diatomee,può andare bene lo stesso oppure faccio un errore ad usarla?
Grazie mille!
Davide
Ciao Davide, le polveri di roccia vanno benissimo. Non ho mai utilizzato terra diatomeica ma ragionevolmente direi che puoi impiegarla.