Il coriandolo (Coriandrum sativum) è un’erba aromatica molto utilizzata nella cucina orientale ma ancora poco nota nella nostra tradizione, ma è facilmente coltivabile anche nel nostro orto. In virtù delle sue proprietà salutistiche questa pianta,conosciuta anche come “prezzemolo cinese, meriterebbe di essere introdotta più spesso negli orti e sperimentata come spezia da condimento nei nostri piatti, traendo ispirazione anche da ricette straniere.
Chi desidera provare a coltivare e assaggiare il coriandolo può seguire qualche consiglio qui sotto per ottenerlo facilmente, anche con le tecniche dell’agricoltura biologica. Di questa aromatica si possono consumare sia le foglie che i semi. Le foglie del coriandolo hanno tutte un odore forte, particolare, non gradito a tutti, ma che si presta a vari tipi di condimento. Il frutto-seme è molto aromatico, sono piccole sfere dure che si macinano come il pepe.
La pianta è annuale, erbacea, con fusto eretto e ramificato, alto dai 40 ai 60 cm circa. Una coltivazione per i fabbisogni familiari non occupa molto spazio e può prendere tranquillamente un angolino dell’aiuola mista delle aromatiche, oppure anche un vaso sul balcone.
Quando va in fioritura in primavera-estate, emette piccoli fiori di colore bianco-rosato, raccolti in ombrelle (infatti la specie fa parte della famiglia delle ombrellifere, come cumino e finocchietto). Il frutto che ne risulta è costituito da due piccoli acheni giallo-bruni riuniti in una sfera.
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Clima e terreno adatti alla coltivazione
Non bisogna pensare al coriandolo come una specie esotica, si tratta di una pianta che può tranquillamente vivere nei nostri climi. Questa aromatica non è particolarmente esigente per quanto riguarda il terreno, e anche come esposizione si adatta piuttosto bene.
Tuttavia, a seconda della luce che riceve vengono valorizzate meglio alcune parti della pianta rispetto ad altre. Per questo se lo coltiviamo per raccogliere i semi bisogna dedicargli uno spazio al sole, mentre se ci interessano le foglie del coriandolo è preferibile metterlo a mezz’ombra. A seconda delle varietà, il coriandolo è più o meno resistente al freddo: le varietà a frutto grande sono più sensibili rispetto a quelle a frutto piccolo.
Come e quando seminare
La stagione più indicata per seminare il coriandolo è la primavera, in un periodo compreso tra marzo e maggio a seconda della latitudine in cui ci si trova. Anticipare troppo la semina quando le temperature ambientali sono ancora basse è controproducente, ma anche una semina tardiva che incontra il caldo non è consigliata, perché le piante andrebbero in semenza presto prima di formare un bel fogliame.
La semina può essere realizzata direttamente nell’orto, ovvero “a dimora”, con le due diverse modalità: a file e a spaglio. Non è escluso di poter fare prima il semenzaio delle piantine per poi trapiantarle, ma considerato che è una specie che si coltiva piuttosto fitta, anche la semina a dimora è più efficiente e si realizza secondo le stesse modalità con cui si semina il prezzemolo.
Il terreno deve essere prima ben smosso e affinato, in modo da garantire alla coltura un buon substrato per germinare. Oltre al compost che si incorpora in precedenza, è utile aggiungere al terreno qualche manciata di concime pellettato organico.
La semina a file distanti circa 25-30 cm rende la coltura più ordinata e consente di gestire poi le erbe spontanee. Tra un seme e l’altro è difficile lasciare uno spazio predeterminato. anche perché non sempre tutti i semi di coriandolo germinano al 100% e lasciare spazio potrebbe portare a fallanze inutili. Per questo motivo meglio lasciare circa 1 cm tra un seme e l’altro, e in caso di nascita troppo fitta fare poi un diradamento delle piantine.
Nel caso di coltivazione in vaso o in un rettangolo molto piccolo dell’aiuola delle aromatiche miste va benissimo anche la semina a spaglio, che ottimizza al massimo il poco spazio a disposizione.
Operazioni di coltivazione
Controllo delle infestanti. Tra le file seminate è possibile lavorare con uno zappino o un sarchiello, per eliminare l’erba spontanea. Questo gesto svolge anche la funzione di arieggiare la terra e rompere la crosta superficiale, che si forma soprattutto nei terreni limosi ed argillosi, sui quali non è raro vedere delle crepe evidenti.
Concimazioni. Durante la crescita della coltura non è necessario aggiungere altro nutrimento al suolo, se non qualche macerato di ortica o di altre piante, con cui volendo possiamo fare una sorta di fertirrigazione.
Irrigazioni. Per quanto riguarda l’acqua bisogna intervenire spesso ma senza grandi volumi irrigui. L’ideale è stendere i tubi dell’irrigazione a goccia e nell’aprire i rubinetti basarsi sempre sullo stato di umidità del suolo, uno dei migliori indicatori che ci guida nello scegliere se e quanto irrigare.
Raccogliere e conservare la spezia
Il coriandolo è un’erba aromatica che vale doppio: possiamo raccogliere sia i semi che le foglie, due prodotti che hanno sapori e utilizzi distinti e sono entrambi da scoprire.
Raccolta delle foglie
La raccolta delle foglie può avvenire in qualsiasi momento della stagione, recidendo i mazzetti col coltello o le forbici, proprio come si fa col prezzemolo. L’accortezza è di non tagliare gli steli raso terra, ma sopra il cuore vegetativo, per garantire nuovi ricacci e proseguire la coltivazione.
Sin dall’antichità il coriandolo viene usato per lenire disturbi dell’apparato digerente, come gonfiori addominali e difficoltà digestive, ma assunto in grande quantità potrebbe interferire con alcuni farmaci e in questi casi è bene consultare un medico.
Raccolta dei semi
Per la raccolta dei semi del coriandolo è meglio scegliere le ore fresche del mattino, dopo che la rugiada è asciugata. Si tagliano le ombrelle imbrunite e si appendono ad asciugare in mazzi non troppo stretti e possibilmente avvolti in panni che li preservano dalla polvere. Il luogo adatto è un locale fresco e ventilato all’ombra. Una volta terminata l’essiccazione, si battono le ombrelle e si estraggono i semi, che verranno poi messi in barattoli o vasi di vetro e conservati in un luogo fresco e al buio.
Non tutti sanno che il coriandolo è uno degli ingredienti che compongono il noto curry, insieme a pepe nero, cumino, cannella, curcuma, chiodi di garofano, zenzero, noce moscata, fieno greco e peperoncino. Usati da soli, i semi possono insaporire minestre, piatti a base di carne, marinate e altre pietanze.
Articolo di Sara Petrucci
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