Tra i lavori dell’orto uno dei più faticosi per la schiena è senza dubbio la vangatura. Per questo spesso si sceglie di lavorare il terreno con mezzi meccanici, in particolare quando si coltiva una buona superficie.

Ci sono diverse possibilità per preparare il suolo per l’orto con attrezzi motorizzati, una delle più interessanti è l’aratro rotativo.

aratro rotativo reversibile

Spesso nelle lavorazioni si usa la motozappa, ma bisogna sapere che la fresatura in molti casi porta più danni che benefici. Con un aratro rotativo invece possiamo preparare il terreno da coltivare in modo ottimale e anche fare un altro paio di cose interessanti che scopriremo qui di seguito.

L’aratro e la lavorazione del terreno

Ritengo l’aratro rotativo il miglior mezzo meccanico per le esigenze di chi coltiva un orto, può rappresentare una vera rivoluzione rispetto alla classica fresatura. Per spiegarlo è bene fare un passo indietro e parlare in generale della preparazione del terreno.

libro agenda orto

La classica lavorazione del suolo si divide in due passaggi, che hanno due obiettivi diversi:

  • La lavorazione profonda, che ha lo scopo di smuovere in profondità, in modo che le radici delle piante trovino un substrato soffice da penetrare e che vi sia un buon drenaggio dell’acqua.
  • La lavorazione superficiale, che ha lo scopo di preparare uno strato fine e ben livellato, dove poter seminare e trapiantare le colture.

Se coltiviamo con attrezzi manuali tipicamente utilizziamo la vanga per la lavorazione profonda e la zappa per la lavorazione superficiale. La lavorazione meccanica più diffusa invece consiste in aratura (profonda) e fresatura (superficiale).

L’aratro rotativo riesce a effettuare in un unico passaggio lavorazione profonda e lavorazione superficiale, per cui sostituisce aratura e fresatura, ma soprattutto lascia un suolo migliore rispetto a quello che si ottiene fresando.

Come è fatto l’aratro rotativo

aratro rotativo monovomere cerruti

Per comprendere come lavora l’aratro rotativo andiamo a vedere come è fatto. Noi abbiamo avuto modo di testare l’aratro rotativo della Cerruti, per cui facciamo riferimento nello specifico a questo modello.

Si tratta di un aratro da applicare al motocoltivatore (come vari altri applicativi). L’aratro Cerruti è adattabile a qualsiasi motocoltivatore che abbia potenza di almeno 8 cv, noi lo abbiamo usato con un Bertolini.

L’ingombro in larghezza è di circa 50 cm, per cui è maneggevole e si adatta anche a spazi stretti.

L’attrezzo è monovomere, ha un rotore dotato di coltelli che entrano nel terreno per lavorarlo. A differenza della fresa i coltelli del rotativo ruotano con un asse verticale (per la precisione l’asse ha inclinazione regolabile).

La terra che viene tagliata viene poi espulsa di lato, questa caratteristica è interessante, perché sfruttabile anche per creare piccoli fossi oppure aiuole rialzate. In base all’inclinazione dell’asse si direziona la terra.

L’aratro rotativo Cerruti è reversibile: possiamo invertire la rotazione con dei semplici comandi, in modo da poter lavorare sia in andata che in ritorno come con un aratro voltaorecchio.

aratro rotativo

Differenze tra aratro rotativo e motozappa

Abbiamo già indicato la prima e fondamentale differenza tra fresatrice e aratro rotativo: i coltelli della fresa lavorano in orizzontale, quelli del rotativo in verticale.

La rotazione orizzontale della fresa porta due grossi difetti:

  • I coltelli quando arrivano a fondo battono il terreno, compattandolo. Questo a lungo andare crea uno strato sotterraneo chiamato suola di lavorazione, che può ostacolare il drenaggio dell’acqua.
  • La terra nella fresatura continua a ricadere tra le lame e si sminuzza troppo finemente. Questo produce un suolo polverizzato. Il terreno fine e regolare sembra positivo a prima vista, ma tende a compattarsi molto facilmente e può formare una crosta superficiale negativa.

L’aratro rotativo non crea suola di lavorazione e in superficie lascia agglomerati più grossolani, decisamente migliori per preservare la struttura del suolo nel lungo periodo. Per questo ritengo sia uno strumento decisamente più adeguato alla preparazione dell’orto.

La fresa ci offre comunque dei pregi, in particolare livella meglio il terreno, presentando un letto di semina più uniforme e regolare. Il risultato che otteniamo con il rotativo è comunque adatto alle semine, al limite possiamo dare qualche colpo di rastrello per appianarlo ulteriormente.

Con Pietro Isolan abbiamo approfondito il confronto tra motozappa e aratro rotativo in un video, in cui potete vedere in azione gli attrezzi.

Profondità di lavorazione

L’aratro rotativo arriva a circa 20-30 cm di profondità, misura ottima per accogliere le piante da orto, questo ci consente di impiegare l’attrezzo come unica lavorazione.

La motozappa lavora in genere a 10-15 cm, per cui non possiamo considerare la fresatura una lavorazione profonda, andrebbe preceduta da un’aratura o una vangatura.

La lavorazione a 20 cm è sufficiente all’orto, dove non avrebbe senso fare un’aratura profonda (40-50 cm e oltre). Anche perché alterando la stratigrafia del suolo si danneggia la fertilità, perché si porta sotto terra lo strato superficiale, ricco di sostanza organica, nutrienti e microrganismi utili.

Dove il suolo è particolarmente ostico possiamo optare per una lavorazione occasionale con un ripuntatore, che lavora profondo ma rispetta gli strati del terreno e assicura un buon drenaggio. Nelle lavorazioni ordinarie il rotativo arriva a una profondità più che sufficiente per fare un buon orto.

L’aratro rotativo non ha difficoltà a penetrare il terreno non lavorato (lavorazione su sodo), mentre quando la fresa trova suolo compatto tende a restare più superficiale (in particolare se si utilizza una motozappa leggera), il lavoro diventa faticoso e richiede più passate per raggiungere una profondità consona.

Fare aiuole rialzate con l’aratro rotativo

bancali rialzati con aratro

Oltre alla classica lavorazione possiamo impiegare l’aratro rotativo anche per realizzare letti di coltivazione rialzati (chiamati baulature o bancali).

Per ottenere una baulatura larga 80-100 cm basta segnare i confini e passare più volte avanti e indietro sui due lati. L’aratro butta terra lateralmente, abbassando il camminamento e rialzando l’aiuola disegnata. Più passaggi facciamo e maggiore sarà l’altezza della baulatura.

Il fatto che l’aratro Cerruti sia reversibile ci permette di passare andata e ritorno, decidendo sempre da che parte spostare la terra.

Abbiamo sperimentato questa funzione dell’aratro al Bosco di Ogigia per creare un’aiuola dove coltivare aglio (vedi video).

Tracciare canali di scolo

Con l’aratro rotativo possiamo realizzare anche piccoli fossi, utili come canali di scolo per gestire l’acqua su terreni in pendenza. Anche in questo caso si sfrutta lo spostamento di terra provocato dal rotore, che con più passaggi finisce per tracciare un solco.

Articolo di Matteo Cereda. Post in collaborazione con Cerruti.

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