Zappare l’orto è un lavoro parecchio faticoso ed è allettante l’idea di risparmiarselo con una motozappa oppure un motocoltivatore, ma non sempre è la scelta migliore, proverò a raccontarvi come mai.
In particolare scopriremo cos’è la misteriosa suola di lavorazione, che il battere della fresa crea nel sottosuolo. Si tratta di uno strato sotterraneo e quindi invisibile all’occhio del contadino, che può avere ricadute negative sulla salute delle piante.
Non voglio demonizzare la motozappa, che usata con consapevolezza può essere in molti casi un valido aiuto, anche se la vangatrice sarebbe certamente più consona alla coltivazione biologica, ma semplicemente mostrare anche i punti deboli della fresatura del suolo che realizza.
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Perché lavorare il terreno
Per capire se è bene fresare dobbiamo stabilire quali obiettivi ci poniamo nel farlo. Tutte le lavorazioni che chi coltiva effettua al terreno sono motivate da alcuni obiettivi che possiamo riassumere per punti.
- Rendere il terreno drenante, evitando che si formi una crosta.
- Evitare di avere zolle compatte: nel terreno sminuzzato le radici delle piantine si svilupperanno facilmente.
- Mischiare eventuale concime (compost, stallatico, letame…) al terreno.
- Poter livellare facilmente la terra per preparare il letto di semina ai nostri ortaggi.
Sono questi i motivi per cui ariamo, vanghiamo, zappiamo o fresiamo il nostro orto, preparando il terreno a semine e trapianti, frantumando le zolle di terra e rendendolo pronto da coltivare. Dobbiamo chiederci quanto la motozappa ci aiuti in questi scopi e quanto invece sia negativa.
Sicuramente una bella fresa realizza perfettamente gli ultimi due punti: sminuzzare lo strato superficiale è la sua specialità. Nel preparare il terreno alle radici fa un lavoro un poco superficiale (dipende poi da quanto è potente il modello e dalla lunghezza delle sue lame), ma sul drenaggio possiamo dire che la motozappa nel lungo termine fallisce lo scopo.
Cosa usare per lavorare il terreno?
La lavorazione del terreno si può fare in diversi modi: con il lavoro meccanico di aratro, motozappa o motocoltivatore oppure con vanga, zappa e tanto olio di gomito.
Sicuramente gli attrezzi a motore permettono un lavoro più veloce e decisamente meno faticoso, ma è importante sapere che non è sempre ottimale il risultato a cui giungono. Dell’aratro abbiamo già scritto: rivoltare sotto sopra il suolo comporta la perdita di una fertilità naturale preziosa. Il difetto della fresa è invece quello di creare la famigerata suola di lavorazione, che la zappa invece ci risparmia.
Questo non significa che sia necessario abbandonare strumenti moderni e tornare ad un agricoltura totalmente manuale. Certo per chi può è comunque consigliabile: dipendere dal petrolio non è una bella cosa a livello ecologico, ma su larga scala non sempre si può rinunciare all’aiuto delle macchine. Esistono valide alternative: il ripuntatore invece dell’aratro, la vangatrice invece della fresa, oppure per lavorare l’orto possiamo scegliere l’aratro rotativo che è in grado di sostituire in un unico passaggio aratro e fresa. In un contesto di agricoltura biologica queste sarebbero da valutare e restano ancora troppo poco conosciute.
La suola di lavorazione
Abbiamo parlato di suola di lavorazione, spieghiamo finalmente di cosa si tratta, come si forma e soprattutto perché è dannosa per le piante che coltiviamo.
Sia la motozappa che il motocoltivatore lavorano grazie a una fresa, composta da denti rotanti. Quando le frese della motozappa girano per sminuzzare la terra battono sul terreno, dove finisce la loro corsa (quindi nel punto più basso che riescono a raggiungere). Questo incessante battere, gravato da tutto il peso della macchina, tende a creare uno strato più compatto subito sotto alla parte lavorata.
Più volte si passa con l’attrezzo e più si consolida la durezza di questo strato, che diventa col tempo difficilmente penetrabile dall’acqua, soprattutto su suoli argillosi.
Questa crosta sotterranea si chiama suola di lavorazione ed è molto nociva per l’orto. In particolare quando piove la suola provoca un maggior ristagno dell’acqua, che incontrando lo strato compatto non defluisce rapidamente come dovrebbe e si sofferma poco sotto la superficie, in un punto abitato da moltissime radici delle nostre piante. Il risultato è quello di favorire i marciumi radicali e più in generale le malattie funginee.
La zappa a mano invece lavora a profondità variabile e non ha alcun movimento rotatorio per cui non compatta uno strato. Anche la vangatrice è studiata per fare un movimento con le lame verso il basso e non rotante e quindi minimizza l’effetto di compattare. L’aratro rotativo interviene con coltelli che girano su asse verticale, per cui non batte a fondo.
Il giusto equilibrio
Non bisogna esser fondamentalisti della zappa o degli attrezzi manuali: se l’orto è grande farsi aiutare da un motocoltivatore o motozappa per fresare rappresenta un sollievo. Con un buon mezzo motorizzato si coprono estensioni che non si potrebbero vangare a mano ed è davvero comodo ed efficiente. Bisogna però esser consapevoli dei difetti del motocoltivatore, in modo da evitare di formare suole di lavorazione troppo compatte.
Sconsiglio di usare ripetutamente nell’orto la motozappa, senza vangare mai, soprattutto se il terreno è tendenzialmente argilloso. Sarebbe meglio intervallare fresature meccaniche a lavoro manuale di vanga e zappa. Non c’è una regola fissa ma bisogna tener conto che un terreno drenante previene le malattie fungine, mentre una suola di lavorazione importante fa marcire le radici e arriva a rovinare il raccolto.
Chi coltiva estensioni maggiori del piccolo orto può valutare la vangatrice, esistono anche modelli di motovanga, ovvero piccole vangatrici applicabili al motocoltivatore.
Come rimediare alla suola di lavorazione
Dopo aver fresato si può a volte dare un veloce ripasso con la vanga, allo scopo di rompere la suola di lavorazione. Potremmo quindi pensare periodicamente di dare una vangata profonda, magari utilizzando la grelinette o una forca foraterra. Anche la tecnovanga è un’idea per far meno fatica. Il consiglio è di farlo senza stare a rivoltare le zolle ma solo smuovendo il terreno sotto. Se vogliamo usare mezzi meccanici è un lavoro adatto al ripuntatore..
In alternativa sarebbe utile cambiare il diametro della fresa, magari facendosi occasionalmente prestare una motozappa diversa dalla propria, capace di andare più a fondo e di spaccare la suola formata in precedenza. Ma di certo è un sistema oneroso e anche meno efficace.
Articolo di Matteo Cereda
Interessante e utile
Sono d’accordo nel ragionamento.
le nuove tecniche sembrano completamente diverse .
io sto sperimentando i principi che regolano la permacultura ,
ciao matteo
La permacultura è un’altra tecnica molto interessante.
Cito “quando le frese della motozappa girano per sminuzzare la terra battono sul terreno e tendono a creare uno strato più compatto.”
Cavolata pazzesca…
E’ vero il contrario, quando le frese girano fendono anche lo strato al di sotto del terreno smosso e quindi si crea un vantaggio per il terreno.
…. !!! Inoltre se si utilizza una motozza andiamo ben al di sotto del livello del comune badile, quindi ancora meglio.
Caro Pav non sono per nulla d’accordo con te. Ti assicuro che il lavorio delle frese su passaggi ripetuti genera una suola di lavorazione. Le frese fendono finché arrivano, dove non arrivano battono sempre alla stessa altezza con l’effetto di compattare. Non lo dico solo io ma letteratura agraria. Il secondo punto è falso: se tu usi il badile per lavorare il terreno capisco che non venga bene, personalmente uso la vanga o più spesso la forca da vangatura… Ti assicuro che la affondo a una profondità ben superiore rispetto al raggio delle frese.
Ciao a tutti! Ho letto che l’arattro rotativo risolve il problema della suola di lavorazione. Cosa pensi in genere di questo attrezzo?
Ne ho sentito parlare ed è certamente interessante, in sincerità però non ho mai avuto modo di provarlo.
Scusate, vorrei dire che una soluzione intermedia è quella di alternare la fresa al tiller (ogni tre volte la fresa e 1 volta il tiller) per evitare che si crei la crosta sotto il primo livello di terra. Parlo ovviamente per appezzamenti medio grandi, o dove può entrare il mezzo. Saluti a tutti. Nicolò.
Ciao Nicolò, il tuo contributo è utile, anche se personalmente (nell’ottica di una coltivazione biologica) eviterei un frequente rivoltamento delle zolle, che sconvolge i microrganismi del suolo. Per questo su appezzamenti di buona dimensione consiglio piuttosto la vangatrice, che dissoda senza rivoltamento. Comunque per quanto riguarda la suola di lavorazione il tuo metodo è validissimo.
Usate il cavallo ? e l’aratro e così emarginate tutte queste problematiche
Anche l’aratro ha i suoi lati negativi, a dire il vero. Meglio un ripuntatore e una vangatrice a mio parere, se parliamo di lavorazioni meccaniche.
Ho da poco acquistato un motocoltivatore perchè l’estensione del nostro orto era diventata importante ed era decisamente faticosa la lavorazione manuale. Anche senza leggere l’articolo sulla suola di lavorazione ero già conscio del fatto che una meccanizzazione troppo spinta della lavorazione portasse a dei problemi, così ho raggiunto questo compromesso: eseguo a metà inverno (febbraio) una fresatura con cui interro anche il letame, dopodiché procedo esclusivamente con lavorazioni manuali, utilizzando prevalentemente la grelinette mano a mano che si realizzano le varie aiuole per semina e trapianti. La fresa la utilizzo poi nuovamente d’autunno quando ormai l’orto è a riposo. Può essere un sistema valido?
Direi che stai facendo le cose per bene, Angelo. La suola è un problema che interessa chi usa la fresa più volte. Quel poco di compattamento che produci con la tua lavorazione annuale lo vai a rompere con la grelinette, per cui perfetto.
Anche l’utilizzo della fresa “miracolo”, che trova spesso impiego nelle aziende biodinamiche, puo’ dar luogo al fenomeno della suola di lavorazione?
Ciao Maurizio premetto che non ho mai testato la fresa miracolo. Sinceramente da quel che vedo penso che lavori più a fondo, rompendo la suola abituale, ma vada poi a ricreare una suola poco più fonda. In questo arrivare a fresare più in basso inoltre non so se fa un buon servizio ai microrganismi che popolano il terreno. Sarebbe comunque da approfondire. Per meccanizzare senza suola nelle aziende biologiche spesso si impiega la motovanga.
Senta ma questo fenomeno della suola di lavorazione è scientificamente testato???
La fresa arriva a “fine corsa”………la fresa gira con un moto angolare /circolare che genere una forza vettore non perpendicolare al terreno!!!!Non è un pistone che ha una fine corsa e batte perpendicolare al terreno!!!bensi il dente quando arriva nella parte più bassa genera una forza di taglio parallela al livello del terreno…… Mentre la ruota del trattore con la vangatrice attaccata che consigliate crea una pressione di diverse tonnellate……per nulla paragonabile alla forza di taglio del piccolo motozappa……quindi????
Il fenomeno della suola di lavorazione è comprovato e conosciuto in agronomia. Puoi verificare su testi specifici.
La motozappa ruota rapidamente e anche se non arriva a battere come un pistone la battuta che si verifica al termine della rotazione crea una compattazione. A seconda del tipo di terreno e della conformazione delle zappe può formarsi un sottosuolo con uno strato più o meno compatto e determinare un problema reale o trascurabile a livello agronomico. Ma è un fatto comprovato.
Verissimo che le ruote di trattore creano pressione e compattamento. La grande differenza è che le ruote viaggiano solo su delle strisce sottili, quindi non compattano l’intero campo creando una suola continua ma fanno solo delle strisce, il terreno in mezzo alle ruote viene correttamente lavorato dall’attrezzo senza alcuna compattazione. Questo significa che l’acqua ad esempio di piogge forti ha modo di drenare, mentre la suola comporta se sviluppata molto un permanere insano dell’acqua poco sotto il livello del terreno, che crea danni alle radici.
molto interessante, anche tutte le domande con relative risposte
Buongiorno ,
Può essere una soluzione dopo aver passato la motozappa … spostare il terreno fresato ( 10/15 cm ) e ripassare nuovamente il terreno con la motozappa ?
Grazie
Simone
Ciao Simone, assolutamente no. Se ripassi la motozappa torni a compattare maggiormente la suola.