I deserti sono zone aride, dove piove meno di 250 mm di acqua annuale. Possono essere di sabbia, di sassi, oppure di argilla. In ogni caso si tratta di terreni poco fertili, che la carenza di acqua rende difficile coltivare.
Questo però non è la fine del mondo! Si possono rinverdire i deserti, allo stesso modo anche in un piccolo orto argilloso può crescere verdura sana in abbondanza nonostante la mancanza di acqua.
Vedremo qui alcune tecniche di agricoltura rigenerativa, che possono essere di aiuto per coltivare suoli pesanti, anche in condizioni di aridità.
Indice dei contenuti
Il problema della desertificazione
Una volta i deserti erano di piccola dimensione, il medio oriente è stato la culla dell’agricoltura sedentaria e delle prime città. Dopo aver coltivato per circa 10.000 anni i suoli sono esauriti e questo paradiso verdeggiante è diventato deserto.
Questa storia ci riguarda tutti, perché partecipa al cambiamento climatico, ma anche perché oggi la storia si ripete, questa volta però nella nostra cara Italia.
Abbiamo dato un’introduzione alla coltivazione in zone aride, vediamo ora qualche tecnica semplice ed efficace per coltivare anche quando l’acqua a disposizione è scarsa e il terreno è poco fertile.
Risparmiare acqua
Se coltiviamo in condizioni di scarsità d’acqua diventa fondamentale non sprecare quella già presente nel sistema.
Nel deserto fa caldo! Questo provoca l’evaporazione dell’acqua, dobbiamo fare il possibile per ridurre questa evaporazione, affinché nostre coltivazione abbiano sempre un suolo umido. Non è molto difficile, dobbiamo agire su due aspetti:
- Creare ombra, per limitare l’evaporazione dovuta al sole.
- Limitare l’evaporazione dovuta al vento, limitando l’esposizione delle nostre piante.
La pacciamatura che copre il terreno è un grande aiuto, ma l’evaporazione non è soltanto a partire dal terreno che si asciuga, anche le piante traspirano acqua dalle loro foglie. La prima cosa da fare è dare un minimo di ombra alle nostre coltivazioni, anche se sono alberi da frutto.
Rigenerare il suolo senza fatica
Per coltivare qualsiasi pianta, che sia orto o frutteto, è importante prima di tutto prendersi cura del terreno.
I terreni con molta argilla hanno una grande capacità di scambio cationico: a differenza della sabbia, l’argilla è in grado di trattenere fertilità. Per questo motivo non uso il biochar per i terreni argillosi, mentre invece su suolo sabbioso lo uso volentieri.
Nei terreni argillosi il suolo sarà probabilmente compattato, quindi almeno il primo anno sarà importante fare una lavorazione del suolo.
Siccome lavorare la terra è faticoso e non ci piace neppure usare troppo il trattore, cercheremo dopo questa prima decompattazione di intervenire il meno possibile con lavorazioni, preferendo altre tecniche.
La prima lavorazione
Quando ci approcciamo a un suolo argilloso compatto l’aratura e la vangatura non sono l’ideale, perché destrutturano il terreno, che dopo una forte pioggia si ricompatta. Se non abbiamo altri attrezzi a disposizione possiamo usarli una volta, prima di cominciare con le tecniche che vedremo.
Su terreni di grande estensione con un piccolo trattore si può usare un ripuntatore per rompere la suola di lavorazione, un lavoro da fare seguendo le curve di livello, in modo da raccogliere l’acqua piovana.
Per orti di piccole dimensione è bene fare una doppia vangatura. Questa consiste nello scavare i primi 20cm di profondità e lasciare il suolo da parte. Nello scavo creato in questo modo la terra va vangata per altri 20cm di profondità, si rimette poi la terra precedentemente scavata, in modo da avere un terreno alleggerito per 40 cm di profondità.
Tecniche per una minor lavorazione
Come possiamo preparare il campo senza lavorare il suolo di continuo, ma comunque crescere un orto e un frutteto nel deserto? Il tempo è nostro alleato!
Vediamo subito alcuni esempi pratici per piantare alberi, ortaggi e cereali:
- Con cumuli di compostaggio. Subito dopo una lavorazione meccanica per scompattare il suolo facciamo un cumulo di materia organica dove gli alberi andranno trapiantati. Lo lasciamo decomporsi 3-6 mesi, in cui i microrganismi potranno nutrirsene. La vita del suolo rende la terra morbida. Questi cumuli possono essere fatti sopra alle curve di livello oppure secondo un disegno KeyLine. Attenzione per il successo di questa tecnica il rapporto azoto/carbone del cumulo è fondamentale.
- Con gli animali. Lasciamo che pecore, capre, bovini, cavalli, cammelli e altri animali dormano nel campo che vogliamo coltivare. Dopo 10 notti gli animali avranno fertilizzato bene il suolo con letame e urina. Lasciamo riposare 3-6 mesi e coltiviamo senza aratura. Questo funziona se in un breve tempo, circa 10 notti, gli animali possono coprire la totalità del suolo con più di 15 cm di letame.
- Con la pacciamatura. Dopo aver coltivato un campo di mais, sorgo, grano o legumi si deve lasciare tutta la loro paglia sopra al suolo, per creare una pacciamatura. Se la stagione lo permette si procede immediatamente dopo la raccolta con il trapianto degli alberi da frutto, dentro al campo senza averlo lavorato e senza aver interrato i residui delle colture. Se la stagione non permette di piantare alberi da frutto si deve seminare e/o trapiantare piante e alberi fertilizzanti.
- Con il pascolo razionale, un metodo nato in Africa che permette di rigenerare grande superficie con l’aiuto degli animali di fattoria. In questo video il protagonista lo spiega.
Il frutteto senza acqua
In un terreno pesante e in assenza di acqua possiamo coltivare alberi da frutto, con alcuni accorgimenti che vedremo qui di seguito. Che il frutteto sia grande oppure piccolo esiste sempre una soluzione per coltivare senza aver bisogno di mezzi pesanti.
Alberi fertilizzanti
I giovani alberi da frutto sono sensibili ai periodi di siccità, al vento e allo sbalzo termico. Possiamo notare che in zone non coltivate le prime piante che crescono non sono mai alberi secolari.
La natura manda prima delle piante pioniere, che sono alberi e arbusti fertilizzanti, capaci di migliorare il suolo e aiutare le piante che cresceranno intorno a loro. Queste piante crescono velocemente senza bisogno di annaffiature.
Gli ecosistemi naturali sono per me una grande fonte di ispirazione. Imitando questi fenomeni, pianto 10 volte più alberi fertilizzanti che alberi da frutto. Prosopis juliflora, Gliricidia sepium, Albizia lebbeck, Leuceaena leucocephala, Allocasurina torulosa sono alberi fertilizzanti che crescono molto più velocemente degli alberi da frutto.
La loro chioma crea un microclima: ripara dal vento e forma una piacevole ombra, in questo modo riduce lo stress idrico per gli alberi da frutto.
Sono piante sacrificabili, man mano che cresce l’albero da frutto si tagliano gli alberi fertilizzanti che crescono attorno. Le foglie e i rami degli alberi fertilizzanti servono come pacciamatura organica per gli alberi da frutto.
Il suolo non vuole stare nudo
Se gli alberi fertilizzanti ombreggiano le piante, la pacciamatura è la seconda e importantissima soluzione per limitare l’evaporazione, coprendo il terreno.
Subito dopo il trapianto di un albero da frutto metto uno spessore di oltre 20cm di paglia, insieme a un po’ di letame. La pacciamatura protegge il suolo dai raggi del sole e quindi trattiene la rugiada mattutina e l’acqua delle innaffiature.
Coltiviamo nel nord del Senegal in un deserto, dove i nostri vicini annaffiano ogni giorno, noi annaffiamo i nostri giovani alberi da frutto ogni 3-4 giorni, quelli di più di 3 anni di età ogni 7 giorni. Non hanno mai sete e producono frutta in abbondanza.
Il sole compatta il suolo, lo cuoce. Negli ecosistemi selvaggi verdeggiante il suolo è sempre coperto di piante vive e di materia organica in decomposizione. La pacciamatura riproduce questa funzione ecologica di copertura.
Piantare un albero nel deserto
Abbiamo visto come creare ombra, riparare del vento e limitare l’evaporazione per trattenere l’acqua utile all’apparato radicale. Oltre a questo è molto importante piantare l’alberello nel modo giusto.
Ecco alcune regole:
- La materia organica ha la capacità di trattenere tantissima acqua e di rendere il suolo naturalmente morbido. Fare compost e pacciamature spesse è molto importante.
- Gli alberi hanno bisogno di funghi e micorrize per crescere in buona salute. La pacciamatura con rami di alberi fertilizzanti è un ottimo cibo per i funghi benefici.
- Una foresta non cresce in un campo arato ma dentro ad altre piante, arbusti e alberi. Per questo trapianto e semino a spaglio degli alberi ed arbusti fertilizzanti all’interno del frutteto.
- Piantine di alberi di più di 1 anno rischiano di avere le radici arrotolate nel vasetto, non cresceranno mai in profondità, meglio mettere alberi più giovani.
Pianto soltanto durante il periodo delle piogge e mai durante periodi di siccità
L’orto nel deserto argilloso
In generale faccio l’orto dentro al frutteto, così gli alberi ombreggiano gli ortaggi, particolarmente utile per ripararsi dal caldo sole pomeridiano. Coltivo sempre secondo i principi e con gli attrezzi dell’orto bio-intensivo, un fantastico metodo da scoprire.
Coltivare su bancali nel deserto
Quando l’acqua scarseggia non faccio bancali rialzati, ma piuttosto scavati nel terreno, anche di 10 cm di profondità. Questo permette di riparare le semine dal vento e aiuta nel trattenere la pacciamatura al suo posto, ma soprattutto evita di esporre il suolo coltivato al vento e al sole. In caso di annaffiatura manuale permette anche di creare una “ciotola” e non allagare i camminamenti.
Fertilizzare l’orto nel deserto
Per l’orto trovo che il compost sia la miglior fonte di fertilità possibile. Faccio un termo-compost con l’aiuto delle mie galline, che si divertono a raspare un bel cumulo di paglia + letame + erba. Troverete la ricetta in questo articolo. Non interro mai il compost o la materia organica, non serve. Metto 5 cm di compost sopra alla zona coltivata e lo mischio un poco con il rastrello. Pianto e semino subito.
Dove trapianto metto almeno 20 cm di pacciamatura.
Coltivo in consociazione piantando le colture vicine tra loro, perché siano le foglie degli ortaggi stessi a creare una copertura del suolo, una pacciamatura viva e commestibile. Un terreno pieno di radici si compatta meno e richiede un minor sforzo rispetto a un terreno dove si vede la terra e gli ortaggi sono distanziati.
Coltivare il deserto è possibile
In questa breve introduzione al coltivare nei deserti e su terreni argillosi spero che abbiate capito che coltivo prima il suolo e non direttamente le piante.
Un suolo ricco favorisce la crescita di piante sane e robuste. Crescere un suolo naturalmente fertile è la garanzia di poter coltivare per le generazioni future e quindi di vivere dignitosamente senza dover emigrare.
Possiamo coltivare e rigenerare la fertilità dei suoli per assicurarci oggi una vita sana e piacevole e domani un futuro abbondante.
Fatemi sapere nei commenti se volete saperne di più, li leggo tutti e rispondo a tutte le domande.
Auguro a tutti orti e frutteti rigogliosi.
Fruiting the Deserts
Questo articolo nasce dall’esperienza di coltivazione in Senegal del progetto Fruiting the Deserts portato avanti da Emile Jacquet e Abdoulaye Ka. Puoi scoprire qualcosa in più su questo progetto di agricoltura naturale e se puoi sostienilo con un aiuto.
Articolo di Emile Jacquet.
Salve, sono Giuseppe da Forlì.
L’articolo è veramente interessante come del resto tutti gli altri e vi ringrazio per tutto ciò.
Vorrei fare una domanda.
Ho potato un ciliegio e due melograni poi ho tritato tutto, rami e foglie. Siccome il terreno del mio orto, anche dopo avervi mescolato sacchi di terriccio e sabbia rimane comunque duro, posso usare una parte del seddetto tritato per mescolarlo nel terreno o è meglio di no?
Grazie fin d’ora
Saluti
Buongiorno Giuseppe,
È una buona idea utilizzare il trittato dei rami e foglie. Non interarlo pero, basta spenderlo sopra al terreno.
Auguro un bel raccolto
Questo articolo descrive perfettamente il metodo che uso anch’io, con risultati a dir poco sorprendenti. Questo è esattamente il metodo usato da Charles Dowding. (Si vedano i video su you tube) ….Ritengo però doveroso e utile indicare, di questo sorprendente metodo, il solo limite: “Occorrono quantità enormi di erba, cippato, e ramaglie. Tali quantità (nel mio caso,) riesco ad ottenerle da una superficie esterna all’orto stesso che è in pratica un campo con varie piante da frutto (per la maggior parte selvatiche) la cui superficie è circa 7 volte quella dell’orto coltivato. A questa aggiungo sempre 30 metri cubi di cippatio che il mio amico giardiniere mi regala.
.
Buongiorno Paolo Maggi,
Ho anche lavorato in zone desertiche senza usare pacciamatura, tutto prende molto più tempo e le piante pioniere devono essere scelte per bene. Ovvio i primi anno sarà impossibile coltivare ortaggi o albero da frutta, al meno di usar enormissime quantità di acqua ma non è lo scopo.
Gli albero fertilizzanti producono sufficiente materiale per pacciamare in 5-7anni.
Spesso è più giudizioso di usare il materiale organico scarto dei vicini piuttosto che aspettare :) ma a ciascuno la sua via
Salve! Il mio terreno è super argilloso. Nonostante la lavorazione e la concimazione, mi produce poco e tutte le piante da” sottosuolo” (carote, patate…) non si sviluppano. Pensavo di aggiungere sabbia. Ma vorrei sapere quale tipo e se ne vale la pena. Grazie.
Ciao. Il primo apporto fondamentale è la sostanza organica, in particolare humus di lombrico. Fatto questo può essere utile aggiungere sabbia di fiume, magari realizzando baulature rialzate.
Buongiorno Sam,
La sabbia può essere una soluzione valida.
Prima, devi fare un’analisi del suolo in laboratorio e chiedere varie cose:
– la capacità di scambio cationico
– la tipologia di argilla del tuo suolo
Con queste informazioni si può capire perché la concimazione che usi non funziona bene. Un’argilla di bassa qualità per l’agricoltura significa che il suolo ha poca capacità di fornire nutrienti alle tue piante. In questo caso, oltre ad aggiungere materia organica e magari anche sabbia, sarà utile aggiungere biochar.
Fammi sapere il risultato delle analisi del suolo. Mi puoi contattare anche via messenger.