Il convolvolo o vilucchio è tra le piante spontanee più fastidiose che possiamo trovare negli orti, poiché è capace di attorcigliarsi alla verdura rendendo anche complicata la raccolta oltre che sottrarre risorse.
Si tratta di una pianta che con i suoi fiori bianchi campanulati ha anche un aspetto grazioso e ci sono specie affini interessanti a livello ornamentale e utilizzate nel giardinaggio, per questo è un peccato doverla definire “erbaccia”.
Vediamo quindi perché è in realtà una pianta infestante a pieno titolo e capiamo come tenerla controllata perché non invada le nostre colture.
Indice dei contenuti
La pianta del convolvolo
Come spesso accade quando si tratta di piante spontanee, anche nel caso del convolvolo non è possibile parlare di una sola specie.
Quella delle convovulacee è una grande famiglia botanica, a cui appartengono decine di specie diverse. Col termine convolvolo si indicano due specie distinte che fanno parte di questa famiglia, sono piante abbastanza facilmente distinguibili tra di loro ma piuttosto affini, il vilucchio bianco maggiore (Calystegia sepium) e il vilucchio comune (Convolvulus arvenis).
Nella famiglia delle convovulacee, nella quale sono presenti anche alcune specie coltivate, come la patata dolce americana o batata. Alla stessa famiglia appartengono piante del genere Ipomea di pregio ornamentale, note per le loro fioriture campanulate dai colori sgargianti, a differenza di quelli del convolvolo spontaneo che sono bianchi o leggermente rosati.
Vilucchio bianco maggiore (Calystegia sepium)
Il vilucchio bianco maggiore ha ciclo perenne e si riproduce per seme e mediante i rizomi sotterranei.
Questa pianta si trova diffusa in tutta la fascia temperata dell’Europa e dell’Asia. Ad aprile spuntano dal terreno i ricacci dei rizomi, prima dell’emergenza di quelle piante di convolvolo che nascono poi da seme. Dopo i cotiledoni, nel caso di piante nate da seme, le prime foglie vere sono cuoriformi, a lembo triangolare-ovale e con apice appuntito. Il fusto è strisciante e si avvolge attorno alle altre piante o a loro sostegni arrampicandovisi in senso destrorso.
Capita di vedere piante di mais col fusto pieno di convolvolo attorcigliato. Ma in assenza di piante coltivate o di altri sostegni, il vilucchio “cammina” sul terreno e può raggiungere una lunghezza di 5 metri, sviluppandosi rapidamente dopo una fase iniziale di crescita lenta.
I fiori sono solitari, sbocciano da giugno a ottobre e sono portati all’ascella delle foglie da peduncoli più o meno lunghi. Le corolle sono saldate tra di loro e formano un imbuto di grandi dimensioni (4-6 cm) di colore bianco, raramente rosato. Nelle condizioni di clima favorevole, dal fiore si genera poi il frutto, che è una capsula rotondeggiante contenente da 1 a 4 semi a forma di spicchio e abbastanza grossi.
I semi caduti germinano superficialmente nel terreno, ad una profondità massima di 7 cm. Ma anche se la specie non riesce ad andare a seme, grazie ai suoi rizomi può propagarsi comunque molto bene ed essere particolarmente invasiva.
I rizomi del vilucchio maggiore sono biancastri, spessi 3-6 cm di diametro e portano gemme che possono sviluppare numerosi ricacci, e quindi nuovi individui. Sono molto ramificati e possiamo trovarli a profondità notevoli. In inverno il gelo non li ferma: resistono fino a temperature del terreno di -6°C. Possiamo trovare questa pianta fino a 800 metri di altitudine e oltre agli orti infesta anche vigneti, frutteti e varie colture poliennali.
Il vilucchio comune (Convolvulus arvenis)
Come il vilucchio maggiore anche il vilucchio comune è pluriennale, la pianta ha fusti glabri e sottili dal portamento strisciante, che sono in grado di arrotolarsi sulle altre piante o su tutori, in questo caso verso il lato sinistro. Questo avvilupparsi ha dato origine il suo nome, convolvulus, che deriva dal latino “convolvere”, ovvero avvolgere.
La parte aerea della pianta è molto ramificata e ricca di foglie e raggiunge oltre il metro e mezzo di lunghezza, con una crescita inizialmente lenta e poi più rapida, di circa 1 cm al giorno. In estate in genere secca, cosa che succede anche al Calystegia sepium, ma in autunno può rivegetare, accumulando sostanze di riserva per l’anno successivo.
Il vilucchio comune o convolvolo si differenzia da Calystegia sepium per avere fiori più piccoli, e anche per il comportamento dei rizomi. Mentre infatti Calystegia sepium sviluppa ben presto dei germogli prostrati simili a stoloni, che generano i rizomi mettendo radici perenni, nel Convolvulus arvensis i rizomi si sviluppano solo in un secondo momento e solo direttamente dall’apparato radicale.
Tipo di suolo ideali per il vilucchio
Il convolvolo o vilucchio in generale vegeta bene su suoli profondi, freschi o irrigui, fertili e ricchi in particolare di azoto, caratterizzati da ph neutro o leggermente acido.
Gli orti irrigati e ben ammendanti e fertili sono quindi un buon contesto per lo sviluppo di queste specie.
Danni dell’infestazione di convolvolo
La presenza molto massiccia del convolvolo, di entrambe le specie, può togliere molta acqua e nutrienti alle piante coltivate.
Nelle coltivazioni di mais sono state calcolate riduzioni del raccolto fino all’80%, ma anche in una produzione privata è un peccato lasciare che queste piante invadano gli ortaggi o il frutteto togliendo preziosi nutrienti e luce per crescere al loro potenziale pieno.
Un ulteriore danno indiretto è la possibilità che queste piante hanno di ospitare virus che infettano le solanacee.
Come controllare le infestazioni di convolvolo
Come regole generali per contrastare le malerbe, valide a maggior ragione con infestanti di questo genere, ci sono la tempestività e la costanza: intervenire il prima possibile e poi continuare a farlo ogni volta che si renda necessario.
Pacciamatura
La pacciamatura è un sistema sicuramente valido per ostacolare il convolvolo così come tante altre erbe spontanee, ma se si sceglie la paglia bisogna avere cure di distribuirne uno strato spesso. Lo spessore della paglia infatti è un aspetto a volte erroneamente trascurato, mentre è facilmente verificabile che strati sottili consentono alle infestanti di germinare lo stesso.
Quindi ben venga la pacciamatura a base di paglia, o fieno o erba appassita, ma è bene non lesinare e farne uno strato alto circa 10 cm attorno a tutte le piante da proteggere e tra le file, anche considerando che il convolvolo è particolarmente tenace.
Estrazione manuale
Quando gli ortaggi sono pieni di convolvolo, per liberarli è necessario intervenire a mano, con delicatezza ma anche con decisione, estraendo proprio tutto. Per questo è fondamentale farlo per tempo, in modo tale da avere meno massa verde da divelgere. Bisogna anche togliere le radici dal suolo, magari scavando un po’ ed evitando così di spezzarle. Quando si scorgono piantine piccole di convolvolo, ci possiamo anche aiutare con una palettina metallica, perché se il terreno è soffice, con questo strumento possiamo estrarre in profondità il rizoma.
Zappature
Tra le file è importante zappare per eliminare il convolvolo che striscia fino alle colture, avendo cura di affondare la lama della zappa a ridosso del rizoma per estirparlo bene. Il lavoro dovrà essere tanto più energico quanto più avanzato sarà lo stadio dell’infestante.
Articolo di Sara Petrucci.
Scrivi un commento