Il fenomeno degli orti urbani, diffusosi in tutto il mondo da almeno un decennio, pone un interrogativo di non poco conto: gli ortaggi che crescono all’interno di una città sono realmente salubri o vengono contaminati dall’inquinamento?
Ci sono molte situazioni di orti sul balcone affacciati su strade trafficate, coltivazioni ai margini di tangenziali, terreni e falde acquifere contaminate.
Coltivando il nostro appezzamento di terreno con metodo biologico possiamo fare attenzione a usare solo sostanze naturali e impiegare solo pratiche ecosostenibili, ma non tutti i fattori dipendono da noi: il rilascio di sostanze tossiche nel terreno e il “normale” inquinamento ambientale dello smog cittadino sono fattori che possono contaminare le nostre verdure.
Vale la pena riflettere su questo tema e individuare soluzioni di breve e di lungo periodo per poter coltivare anche in città, senza timore di raccogliere ortaggi non salubri.
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Inquinamento atmosferico
Le auto che circolano in città emettono i noti gas di scarico, ricchi di particolati fini. È vero che negli ultimi anni le restrizioni sui veicoli hanno cercato di ridurre la dannosità di questi gas di scarico, ma le auto che circolano sono tante e le città sono sempre più in espansione, soprattutto le metropoli. Le particelle di scarico, una volta depositate sul terreno, vi penetrano e possono poi essere assorbite dalle radici delle piante.
Le polveri sottili sono molto nocive ad altezza uomo, salendo a grandi altezze ne diminuisce progressivamente la concentrazione a causa del loro peso. A piani molto alti dei palazzi cittadini arrivano solo limitatamente e in ampiezza si posano ad una distanza massima di 50 metri dal loro punto di emissione. Questo può tranquillizzare chi coltiva lontano dalla strada, in una zona poco esposta, mentre negli orti sul balcone bisogna valutare la distanza dalla strada e quanto questa è trafficata.
Resta il fatto che l’aria di città è diversa dall’aria di campagna, e questo ci porta sicuramente a dover riflettere.
Ma come difendere le nostre coltivazioni biologiche dallo smog?
Orticoltura urbana e politica locale
Le amministrazioni comunali possono fare moltissimo nel limitare l’esposizione delle coltivazioni agli agenti inquinanti, intervenendo su più fronti che anche se non riguardano direttamente gli orti, alla fine avrebbero effetti positivi anche su questi:
- Piantumare più alberi ed arbusti, soprattutto quelle specie che riescono a catturare meglio gli agenti inquinanti.
- Favorire la mobilità sostenibile verso un minore traffico veicolare, facendo sempre più piste ciclabili e potenziando i mezzi pubblici.
- Favorire l’educazione ambientale a partire dalle scuole.
- Bonificare le ex discariche, legali ed abusive.
Questo articolo non vuole entrare nel merito delle scelte delle amministrazioni, ma è chiaro che con l’espansione dell’orticoltura di città, i cittadini possono fare in qualche modo pressione.
Chi coltiva in modo sostenibile deve maturare una sensibilità ambientalista e “pretendere” che le istituzioni si prendano cura del territorio con la stessa attenzione che noi prestiamo all’orto. Gli orti urbani possono svilupparsi ancora ed essere una risposta all’approvvigionamento di cibo sano e locale solo a patto che crescano in parallelo anche tutte le altre pratiche ecologiche.
Una città sempre meno inquinata avrà al suo interno orti sempre meno inquinati, ϛa va sans dire.
Proteggere l’orto dallo smog
Quella appena esposta è una visione per il lungo periodo, mentre nel presente bisogna trovare delle soluzioni pratiche, quindi che cosa possiamo fare per coltivare in città?
Prediligere le zone meno esposte: appare ovvio a chiunque che coltivare un orto lungo una strada trafficata sia penalizzante. L’ideale, nelle città, è poter coltivare all’interno di parchi ricchi di alberi, siepi e cespugli, e schermati da decine di metri dalle strade trafficate.
Può essere utile tenere d’occhio i bandi di assegnazione di orti comunali all’interno di questi luoghi e mettersi in lista di attesa per ottenerne uno, da soli o in condivisione con altri.
Soluzioni per orti molto esposti
Lavare le verdure con cura è una buona pratica generale, che aiuta a eliminare polveri inquinanti che si possono essere posate sugli ortaggi in fase di crescita o maturazione, tuttavia questo non basta. L’inquinamento infatti riesce a penetrare nella pianta tramite tessuti e apparati radicali.
Nel caso in cui si disponga solo di uno spazio di coltivazione vicino ad una grande arteria trafficata è meglio orientarsi sulle specie ornamentali, a meno che non si abbia una siepe abbastanza alta, spessa e molto fitta a confine col nostro terreno.
Una siepe folta di per sé offre un grande aiuto, ma è importante comunque coprire scrupolosamente tutti gli ortaggi con dei teli di tessuto non tessuto, in modo da garantire un’ulteriore schermatura dalle polveri sottili, e dedicare i primi metri dalla siepe ad essenze floreali ed arbustive, che in ogni caso contribuiscono alla produzione di ossigeno e al nutrimento per api e altri insetti. Si possono scegliere arbusti deliziosi e a taglia bassa, in modo tale che non ombreggino troppo l’orto.
Orti sui tetti
I progetti di orti urbani sui tetti sono sempre più di moda, anche perché offrono una possibilità molto interessante: quella di mitigare il calore estivo e dare così la possibilità di ridurre l’uso dei condizionatori agli appartamenti o uffici sottostanti. Come se ciò non bastasse, la terra di questi orti contribuisce anche ad intercettare l’acqua piovana, altrimenti destinata ai tombini e quindi alle fognature. Di conseguenza, con gli orti sui tetti si innesca un ottimo circolo virtuoso.
L’ideale sarebbe coltivare ortaggi nella zona centrale, mentre ai margini del tetto mettere specie ornamentali che fungano da barriera a quelle polveri sottili che arrivano così in alto. Naturalmente la progettazione degli orti sui tetti richiede un lavoro non da poco, e non la si può improvvisare, ma gli ortaggi provenienti da orti coltivati su un tetto possono essere in parte salvaguardati dallo smog.
L’inquinamento del suolo
Nel caso ci si accinga a coltivare un orto su un terreno di dubbia salubrità, conviene sempre farne analizzare un campione da un laboratorio professionale, in particolare per la ricerca di metalli pesanti e idrocarburi.
Nel caso di terreno contaminato, potremmo scegliere tra due alternative:
- Coltivazione dell’orto in cassoni rialzati, con terra di riporto e/o terriccio.
- Bonifica preliminare del terreno mediante piante ad effetto depurante.
L’orto in cassone
L’orto in cassone è la soluzione che consente una coltivazione immediata, anche se comporta una certa spesa per i cassoni o un lavoro per costruirli in autonomia. Se volete cominciare un orto subito dove il terreno è stato contaminato non c’è altra soluzione che ricreare l’appezzamento portando della terra sana.
Il fatto di avere dei contenitori rialzati porta anche dei vantaggi, nel drenaggio dell’acqua e nella comodità di accesso all’aiuola.
La bonifica del terreno inquinato
Se si sceglie di bonificare il suolo inquinato bisogna attendere più tempo, perché la depurazione naturale delle piante, chiamata anche “fitoestrazione” non è un processo immediato.
Ci sono diverse piante che hanno effetto di liberare il suolo da elementi negativi. Una delle più efficaci in questo è la canapa sativa. La canapa è una specie che si presta divinamente allo scopo, ovviamente proponiamo la canapa a basso THC che è coltivabile legalmente in Italia. Per approfondire questa specie si può leggere la guida su come coltivare canapa, realizzata da Orto Da Coltivare in collaborazione con Canapuglia.
A seguito di studi condotti da alcuni centri di ricerche, pare che tra le specie annuali che mostrano un effetto depurante ci siano anche il girasole, il mais, la senape e il lupino bianco. Purtroppo la completa fitoestrazione dei metalli pesanti da parte di queste ed altre specie, secondo gli studi, può richiedere anche 4 o 5 anni. L’ideale è coltivare in cassoni e parallelamente iniziare a bonificare altre porzioni della stessa superficie.
Il valore degli orti urbani
Per concludere, è vero che le città sono ambienti più colpiti dall’inquinamento rispetto alle campagne, anche se queste ultime non ne sono esenti, ma si possono trovare delle soluzioni e parallelamente richiedere amministrazioni sempre più orientate alla tutela ambientale.
Inoltre bisogna considerare che la verdura raccolta e mangiata, anche se di città, è quanto meno più fresca di quella che viaggia per tanti kilometri per raggiungere i supermercati.
Per questi motivi è importante non farci scoraggiare da situazioni si smog e inquinamento: gli orti urbani devono esistere (e resistere) proprio perché rappresentano un’occasione di recuperare un contatto con la natura e riportare un po’ di verde nelle metropoli, insieme anche ad un po’ di sensibilità ecologista.
Articolo di Sara Petrucci
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