Fare l’orto in città non è certo come coltivare in campagna: chi vuole cimentarsi in un orto urbano si trova in un contesto completamente diverso. Per questo è utile analizzare le peculiarità della coltivazione cittadina e fornire consigli utili a superare le varie difficoltà che essa comporta.
Che si tratti di orti comunali, orti privati, giardini condivisi o semplici balconi, infatti, la coltivazione in contesto urbano ha delle caratteristiche ben precise di cui tenere conto.
Per prima cosa bisogna trovare un terreno da coltivare: non sempre è facile ottenere suolo non edificato in città, ma per fortuna ci sono strumenti come comodato d’uso e affitto agrario oppure si può chiedere l’accesso a un orto comunale.
Esistono orti urbani in aree periferiche della città oppure spazi di coltivazione nel pieno centro di grandi metropoli, fino a orti sul tetto. In ciascuno di questi casi la presenza umana ha un impatto più o meno devastante sull’ecosistema, cioè l’insieme di piante spontanee e animali selvatici che popolano qualsiasi orto biologico.
La biodiversità è un elemento importante per la coltivazione biologica e la sua carenza, tipica dell’orto urbano, è una delle principali difficoltà da affrontare, a cui si può aggiungere il rischio di inquinamento e alcuni piccoli problemi pratici, come la difficoltà nel gestire il letame.
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Orto urbano e animali selvatici
Una delle principali differenze tra l’orto in città e gli appezzamenti agricoli veri e propri consiste nella minore presenza di animali selvatici, situazione che si aggrava più ci si avvicina al centro urbano.
Tutto ciò comporta quasi sempre uno svantaggio, perché nell’orto biologico la fauna locale favorisce il mantenimento di un equilibrio da cui traggono beneficio anche le piante coltivate. Può essere utile preparare dei rifugi che permettano di ospitare i vari animali utili, anche laddove la natura, soffocata dai palazzi, è messa a dura prova dall’invadenza umana. Vediamo come prepararli.
Rifugi per insetti utili
Nell’orto biologico gli insetti hanno un ruolo importantissimo, legato soprattutto all’impollinazione di ortaggi quali zucchine, fragole o cetrioli. Le api, sempre più rare, non sono certamente le uniche a svolgere questa preziosa funzione.
In altri casi, invece, gli insetti si rivelano dei fedeli alleati nella lotta contro altre creature, basti pensare alle coccinelle che mangiano gli afidi. Inoltre tra le migliaia di forme di vita che permettono la trasformazione degli scarti vegetali in humus ci sono vari insetti.
Per queste ultime creature, che popolano il terreno, l’umidità è fondamentale. È sufficiente, in qualsiasi orto, lasciare qualche ciuffo d’erba un po’ più alta oppure tegole rovesciate, pietre, cumuli di legna, o anche solo garantire una buona pacciamatura. Lombrichi, onischi, forficule e molte altre specie lo apprezzeranno molto.
Gli insetti volanti, tra cui coccinelle o api legnaiole, preferiscono invece rifugiarsi in alto, magari nella parte più riparata del ripostiglio per attrezzi. Sono molto graditi i nidi artificiali, chiamati anche “bugs hotel”, piccole cassette di legno da appendere e riempire con pigne, corteccia, legnetti e altri materiali che creano innumerevoli anfratti.
Anche una siepe fornisce un ottimo rifugio per moltissime forme di vita, tra cui vari insetti, e assume quindi un valore ecologico importante.
Per quanto riguarda, infine, le api domestiche è difficile poterle allevare in un orto urbano: in questo caso è meglio seminare fiori che possano attrarle, come i girasoli.
Rifugi per uccelli insettivori
Anche cinciallegre, cinciarelle, merli, pettirossi, codirossi e altri uccelli insettivori sono ospiti ovviamente graditi nell’orto biologico. In prossimità dei centri urbani, tuttavia, mancando spesso le piante ad alto fusto, queste specie faticano a trovare idonei luoghi di nidificazione. Ciò è vero soprattutto per le cinciallegre, che nidificano esclusivamente in cavità di alberi.
Riuscire ad avere un nido nell’orto è importante soprattutto per proteggere le piante da frutto da bruchi troppo voraci, prontamente catturati dagli uccelli per sfamare i loro piccoli. Anche in questo caso la collocazione di appositi nidi artificiali è la soluzione migliore: con il tempo i pochi uccelli della zona li troveranno e li occuperanno.
Rifugi per piccoli mammiferi
Tra i piccoli mammiferi presenti anche nei centri urbani, soprattutto in prossimità dei parchi, quelli più utili sono sicuramente i ricci, ghiotti di lumache e vermetti. Non compariranno però spontaneamente nell’orto urbano: sono animaletti timidi e bisognosi di rifugi.
Come per gli insetti e per gli uccelli, anche in questo caso la soluzione migliore per incentivare la loro presenza è la creazione di ricoveri artificiali. Se possibile conviene anche accatastare legna e sterpaglie in un angolo tranquillo, ma spesso, se si tratta di orti comunali, i regolamenti lo vietano. In commercio esistono comunque apposite cassette di legno, simili a piccole cucce per cani.
Rifugi per rettili e anfibi
Gli anfibi sono rarissimi nell’orto di città, vista l’assenza di laghetti, rogge e altre zone palustri. All’interno dell’ecosistema, tuttavia, la loro funzione di predatori di insetti viene egregiamente svolta dalle lucertole, animali ben più comuni.
Per quanto riguarda un riparo per le lucertole, come gli insetti terricoli, anch’esse apprezzano semplici mattoni, tegole o sassi adagiati sul terreno, preferibilmente negli angoli dell’appezzamento.
La carenza di piante spontanee
Un’ulteriore, drammatica, conseguenza della poca biodiversità urbana si ripercuote sui vegetali: da un lato le varietà di erbe spontanee sono sempre meno numerose, dall’altro si affermano poche specie troppo invasive, ad esempio l’ailanto, che invece dovrebbero retrocedere se vi fosse un vero equilibrio ecologico in città.
Sembra banale, ma se l’orto si trova in un contesto fortemente urbanizzato è difficile che si crei una grande varietà di erbe, molte delle quali potrebbero invece essere commestibili.
Si pensi ad esempio al tarassaco, la malva, l’ortica, il luppolo selvatico o la portulaca. In questo caso l’unica soluzione è portarle manualmente nell’orto, o comunque seminarle, con la speranza che il terreno sia ideale per la successiva e spontanea riproduzione di queste essenze.
Orto urbano e letame
Il contesto urbano, notoriamente, implica un contatto molto ravvicinato con i vicini, soprattutto nel caso di orti comunali. Da qui derivano una serie di problemi specifici, ad esempio regolamenti che vietino di depositare cumuli di foglie secche o letame, per ovvie ragioni. Si tratta di inconvenienti frequenti anche e soprattutto negli orti di villette a schiera.
Il letame è il concime più classico nell’orto, ma in città non è semplice da reperire e può anche essere difficile da immagazzinare. La versione essiccata (stallatico pellettato) è certamente più facile da trovare e più pratica per chi non ha molto spazio.
Se ci preoccupa l’odore nei confronti dei vicini è opportuno ricordare che esistono anche modalità di concimazione che non disturbano affatto, perché igieniche e poco appariscenti.
Si pensi a una pacciamatura permanente e al suo lento degradarsi apportando sostanze minerali al terreno, oppure a concimi efficaci e naturali ma “puliti” come l’humus, che essendo stato “digerito” dai lombrichi non porta odore sgradevoli.
Anche il compost è semplice da realizzare senza disturbare i vicini, perché se viene eseguito correttamente non puzza. In città tra l’altro può comportare una riduzione della tassa sui rifiuti, quando il comune lo prevede, per via del minor conferimento di frazione umida. L’unica vera regola per un compost di qualità, senza odori, è alternare strati secchi a strati freschi di materiale organico e garantire sempre il ricircolo di aria.
Orto in città e inquinamento
Coltivando in contesti fortemente urbanizzati si potrebbe anche nutrire qualche legittimo dubbio sulla salubrità dell’aria o del suolo.
Riguardo al primo problema si tratta prevalentemente di particolato atmosferico derivante da auto e attività industriali o caldaie, lo stesso che purtroppo respiriamo: un accurato lavaggio del raccolto può essere sufficiente per rimuovere la pericolosa polvere.
Molto più complesso è invece il discorso sui metalli pesanti che le piante possono assorbire dal terreno o dall’acqua attraverso le radici. Fortunatamente il contesto urbano spesso rende più agevole richiedere e ottenere certificazioni sulla salubrità dell’acqua o del terreno. Si pensi ad esempio agli orti comunali, un vero e proprio servizio a disposizione del cittadino, per il quale sarebbe intollerabile una carenza di controlli sulla salubrità degli appezzamenti.
Articolo di Filippo De Simone
Bell’articolo, spesso si dimentica che coltivando in aree urbane non si ha l’interferenza di animali selvatici che mangiano il nostro raccolto prima che veda la luce