L’agricoltura biodinamica si basa in gran parte su pratiche agricole in uso da secoli, che fanno parte della tradizione contadina, molte appartengono anche al metodo biologico, ad esempio le rotazioni colturali, le consociazioni tra diverse piante, il sovescio.
Ci sono però dei preparati il cui utilizzo è peculiarità della metodica biodinamica: nello specifico si tratta di 6 preparati da cumulo e 2 da spruzzo. Questi preparati biodinamici non esistono in natura, ma sono realizzati come sintesi a partire da materiali naturali e utilizzando forze naturali.
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Cosa sono i preparati
I preparati biodinamici devono essere considerati come farmaci che vanno a curare l’ambiente, in particolare il terreno. Potremmo paragonarli alla medicina omeopatica, visto che bastano piccolissime dosi di sostanza per riattivare energie e indirizzare l’organismo agricolo alla salute. Ad esempio il cornosilice si distribuisce in dosi di 2/3 grammi ogni ettaro.
Quali sono i preparati biodinamici
Preparati biodinamici da spruzzo:
- Preparato 500: cornoletame, realizzato a partire da letame bovino.
- Preparato 501: cornosilice, realizzato a partire da polvere di quarzo.
Preparati biodinamici da cumulo:
- Preparato 502: achillea.
- Preparato 503: camomilla.
- Preparato 504: ortica.
- Preparato 505: corteccia di quercia.
- Preparato 506: tarassaco.
- Preparato 507: valeriana.
L’allestimento dei preparati
Per l’allestimento dei preparati in biodinamica si utilizzano fiori e foglie di piante officinali, queste sostanze vengono interrate dentro a contenitori di origine animale, come budello, mesentere, corna di vacca, e poi interrate in un terreno che deve essere vivo e ricco di humus.
Nel processo di preparazione sono parte integrante tanto il contenitore quanto il suolo. Il terreno ha il compito di recepire le forze e veicolarle nel preparato. Il contenitore viene combinato all’erba officinale tramite elementi comuni, ad esempio per la corteccia di quercia si usa come contenitore il cranio di vacca, entrambi hanno una grossa attinenza con il calcio, è quindi il calcio l’elemento in comune tra la sostanza vegetale e quella animale.
Oltre al procedimento è importante anche il periodo in cui seppellire le sostanze, alcune resteranno sotto terra sei mesi, altre come l’ortica un anno: la maggior parte dei preparati si interrano a settembre e si tolgono dal terreno ad Aprile ci sono giorni particolari in cui farlo, come Pasqua e San Michele, il 501 si interra verso Giugno.
Una volta che la sostanza ha terminato il periodo nel terreno viene tolta da suolo e non è più riconoscibile: il preparato biodinamico ha l’aspetto di una massa scura, humica, colloidale, che odora di sottobosco.
La conservazione dei preparati
La sostanza ottenuta tramite il procedimento che abbiamo visto ha una durata efficace di un anno, a patto di conservarla nel modo giusto. I preparati biodinamici vanno conservati in contenitori di rame, vetro o cotto smaltato. Il rame sembra essere il miglior contenitore a causa del calore vivente intrinseco. I contenitori dei diversi preparati vanno a loro volta tenuti in casse di legno, foderate da 15 centimetri di torba su ogni lato, in modo da evitare che si esauriscano rapidamente, vista la loro azione radiante.
Il cornosilice fa eccezione, essendo un preparato minerale: si conserva in un contenitore di vetro chiaro che viene tenuto al sole, la sua efficacia dura due anni.
Per una corretta conservazione i preparati devono stare a umidità costante e temperatura controllata. Bisogna verificare costantemente, almeno due volte al mese, ed eventualmente intervenire per mantenerli umidi, condizione favorevole alla vita. I preparati infatti non sono solo sostanze omeopatiche ma sono materia viva, contengono microbi utili che morirebbero se venisse a mancare l’acqua.
Come agiscono i preparati
Quando andiamo a distribuire i preparati biodinamici stiamo mettendo in campo qualcosa di vivo, una sostanza ricca di microganismi. L’azione di questi microrganismi è parte integrante e irrinunciabile del trattamento. Il preparato messo sul cumulo dona capacità terapeutiche e rende il terreno capace di un equilibrio tra elementi chimici e fisici, gestendo le forze naturali di terra e luce e fissando in modo corretto l’azoto. Questa è la condizione ideale di un ambiente sano e fertile, dove poter coltivare le piante con metodi naturali, evitando che si ammalino.
Nota: questo testo, come tutti quelli relativi all’agricoltura biodinamica è stato scritto grazie al contributo di Michele Baio, consulente, formatore e coltivatore. Michele ha messo a disposizione il suo sapere gratuitamente, rendendo possibile la scrittura di questo articolo.
Articolo di Matteo Cereda, scritto con la consulenza tecnica di Michele Baio, agricoltore biodinamico e formatore.
Buongiorno,
seguo sempre il vostro sito che trovo molto ben fatto e ricco di consigli utili.
Sono però perplesso circa la biodinamica ed il suo uso pre-scientifico di termini quali “forza”, “energia”, “astralità”. Va da sé che alcuni dei preparati descritti possano avere ottime proprietà, ma per spiegare il loro funzionamento mi sembra fuorviante invocare presunti influssi magici. Ad esempio il cornoletame, preparato a partire da due ingredienti palesemente fertilizzanti quali il letame e il corno (vedi cornunghia) è ovviamente un ottimo fertilizzante, senza bisogno di scomodare forze astrali ed energie vitali.
Non sono per le crociate scientiste: quello che voglio dire è che è possibile che numerose pratiche della biodinamica abbiano una validità che si fonda su base empirica (esattamente come tante buone pratiche ereditate da millenni di tradizione agricola) ma ritengo che le sue “spiegazioni” siano un’inutile sovrastruttura. Che ne pensate?
Ciao Giulio. Una premessa: Orto da Coltivare è un progetto che vuole ospitare diverse esperienze di coltivazione, per la biodinamica ci siamo fatti aiutare da un biodinamico esperto (Michele Baio), senza la pretesa di insegnare a coltivare in biodinamica, abbiamo chiesto a Michele di darci qualche rudimento generale per capire di cosa si tratta. Personalmente non coltivo in biodinamica e condivido parte delle cose che scrivi. Tuttavia mi accosto con rispetto alle pratiche biodinamiche perché vi trovo accanto a cose che fatico a comprendere anche spunti di riflessione e osservazioni interessanti, oltre ad aver visto esperienze agricole biodinamiche dai risultati straordinari.
Sul discorso “scienza” c’è da precisare una cosa: spesso chi fa crociate scientiste dimentica una cosa che la vera scienza ha invece ben presente… Non conosciamo ancora tutto, in particolare su aspetti come il suolo e le influenze astrali che sono ben presenti nella biodinamica. Quindi non è detto che dietro il sapere empirico ereditato ci siano spiegazioni scientifiche che non riusciamo ad afferrare.