Come ben sappiamo, le recenti restrizioni dovute al Covid 19 hanno impedito a molti di raggiungere gli orti non adiacenti alla propria abitazione.
In seguito le istituzioni hanno cominciato a rendersi conto del problema dei molti orti abbandonati, anche grazie alle molte richieste dal basso. Alcune regioni hanno deciso di concedere ai privati la possibilità di recarsi agli orti lontani da casa, comprendendo la loro funzione cruciale nell’economia domestica.
Il piacere e lo svago nel coltivare sono importanti, ma lo è ancora di più l’approvvigionamento alimentare che ne deriva, soprattutto in una fase delicata come questa, nella quale molti si trovano a fare i conti con le conseguenze economiche negative delle restrizioni da Covid 19.
Il 18 aprile un chiarimento da parte del governo ha specificato che è possibile spostarsi per raggiungere l’orto. Restano purtroppo ancora alcune eccezioni: chi ha l’orto nella seconda casa, vari orti comunitari chiusi, la regione Trentino che non permette di spostarsi in un altro comune. Tuttavia per la maggior parte dei coltivatori è finalmente possibile tornare agli orti, in tutta Italia.
Ma come ritroviamo questi nostri spazi, dopo settimane e settimane d’assenza?
Innanzitutto, bando allo scoraggiamento e al pessimismo: siamo ancora in tempo per far risplendere le coltivazioni primaverili-estive. È facile in questi casi guardare l’orto abbandonato e pensare che sia tutto un disastro, invece proviamo ad usare questa situazione inedita per riprogrammare l’orto, e comprendere come riaggiustare il tutto.
Qualcosa sicuramente è andato perduto e dovrà essere sostituito o rimandato all’anno prossimo, ma altro è certamente recuperabile. Vediamo alcuni esempi di come potremmo trovare le nostre colture dopo l’abbandono e come poterle reindirizzare al meglio.
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Il semenzaio
Quello che sicuramente può aver risentito maggiormente dell’assenza dall’orto è il semenzaio di piantine, che senza irrigazione non hanno certamente resistito.
In questo caso purtroppo si può rimediare soltanto acquistando le piantine che servono adesso, e seminandone altre per il futuro: zucchine, cetrioli, porri, borragine, lattughe, bietole sono tutte specie per le quali è utilissimo programmare nuove semine e trapianti, in modo da ottenere produzioni scalari. La terra e le vaschette delle piantine morte potranno sicuramente essere riutilizzate per intero.
L’erba spontanea
Non è detto che tutti gli orti si siano già riempiti di “erbacce”, perché in alcuni luoghi è piovuto poco e le temperature non si sono alzate molto da consentirne uno sviluppo così rigoglioso.
Tuttavia molti terreni dopo l’abbandono saranno una sorta di “giungla”.
Dovremo certamente dedicare del tempo a ripulire gli spazi già invasi, e farlo nel modo più intelligente possibile. Non si può pensare che basti sfalciare l’erba con un decespugliatore.
Alcune specie devono essere divelte e non strappate in superficie, altrimenti ricresceranno: ad esempio il romice con la sua radice fittonante, per cui possiamo aiutarci con una palettina ad estrarlo, e lo stesso vale per il convolvolo.
La gramigna non deve essere spezzettata con la zappa, altrimenti sarà destinata a moltiplicarsi sempre più, ma deve essere estratta da terra, e dobbiamo cercare di asportare tutto il lungo rizoma.
Le colture in campo
Chi aveva seminato prima delle restrizioni e si è trovato ad abbandonare semine o giovani piantine, si tratta ora di fare un bilancio e vedere quello che si è salvato, ripulire le aiuole dalle spontanee e sistemare le colture esistenti.
Il fatto che sia piovuto molto poco comporta svantaggi e vantaggi: da un lato la mancanza di irrigazione può aver messo in difficoltà le colture, dall’altro la minor umidità ha limitato le infestanti e non ha favorito l’arrivo massiccio di lumache.
Fave e piselli
È molto probabile che gli negli orti fossero stati seminati fave e piselli prima dell’emergenza Covid 19.
Per fortuna di solito queste due specie richiedono poca acqua durante le prime fasi della primavera e non dovremmo trovarle in uno stato di siccità irreversibile, anche se è piovuto poco ultimamente.
La penuria d’acqua può aver verosimilmente rallentato la loro crescita, ma ci sono ancora i margini per farle ripartire.
Le varietà rampicanti di piselli, se non avevano ancora le reti per arrampicarsi, dovranno essere rimesse in ordine, provvedendo al più presto ad allestire la struttura di sostegno. Le piante dovranno probabilmente esservi indirizzate sopra, se in questo periodo hanno iniziato a strisciare a terra, e potremo aiutarle con qualche legatura.
Insalate e bietole
Le insalate e le bietole seminate prima della “quarantena” con una certa probabilità hanno risentito dalla nostra assenza dall’orto appassendo inesorabilmente.
Purtroppo, in questo caso non resta che risistemare lo spazio, mettere tutti i resti nel cumulo di compostaggio e ripartire da capo con nuove piantine, senza crucciarsi troppo, in quanto siamo ancora assolutamente in tempo per ottenere ottimi cespi, potendo contare sulla loro crescita rapida.
Prezzemolo
Il prezzemolo è una specie molto lenta nell’emergenza, ed è probabile che se lo avevate seminato poco prima delle restrizioni, adesso lo troviate germinato e, speriamo, non appassito dalla siccità.
Dovrete quindi tenerlo annaffiato e pulito dall’erba per farlo proseguire nel suo sviluppo, o eventualmente riseminarlo da capo.
Cipolle e aglio
Si tratta di due specie che possono aver risentito in misura minima dell’assenza dall’orto, soprattutto se erano state seminate nello scorso autunno. Aglio e cipolla probabilmente dovranno soltanto essere ripulite dall’erba.
Carote
Se le carote sono sopravvissute all’assenza di irrigazione di questo periodo, sicuramente adesso dovranno essere diradate.
L’ideale è fare questa operazione quando le piantine sono molto piccole, ma non è grave se la si pratica adesso, trovandole già cresciute. Basta usare delicatezza ed estrarre gli esemplari più piccoli, lasciando infine circa 5 cm tra una e l’altra di quelli rimanenti.
Patate
Le patate impiegano quasi un mese a nascere, dal momento della semina, quindi è probabile che le troviate tutte spuntate, e che questa sia una bella sorpresa.
Chi non avesse ancora fatto in tempo a seminarle prima delle restrizioni, può ancora farlo adesso, magari optando per una varietà precoce, dalla durata del ciclo più breve rispetto alle varietà a cui eravamo abituati, in modo da non dover posticipare troppo il raccolto.
Cosa possiamo ancora seminare e trapiantare
Fortunatamente le restrizioni si sono interrotte in tempi ancora utili per poter trapiantare la maggior parte degli ortaggi: pomodoro, melanzana, peperone, basilico, sedano, zucchine, cipolle, porri, melone e tanti altri.
Per quanto riguarda le semine potremo scegliere tra quali varietà di fagioli e fagiolini mettere senza limiti particolari.
Conclusioni
L’assenza forzata dall’orto può aver compromesso qualche risultato sperato, ma con un po’ di lavoro concentrato il tempo perduto è sicuramente recuperabile, pur dovendo accettare qualche variazione al progetto iniziale.
Quindi invitiamo tutti gli ortisti a non scoraggiarsi, ma a provare anzi a sfruttare questo inconveniente per fare ancora meglio e apprezzare la possibilità di coltivare i soliti ortaggi anche in tempi diversi rispetto a quelli a cui eravamo abituati.
Un pensiero invece è d’obbligo per chi coltiva un orto in una seconda casa e ancora non ha la possibilità di lavorarci, come le altre casistiche escluse dai permessi recenti. La speranza è che si sblocchino presto anche tutte queste situazioni.
Articolo di Sara Petrucci
Grazie x l’informativa,ma proprio perché vi è stato molto tempi senza seguire i lavori che normalmente si faceva ora penso che ci vorrà tanto tempo x ripristinare le condizioni del terreno per la semina da solo potrò fare ben poco allora chiedo posso andare nell’orto con mia moglie che mia convivente ?sicuramente mi darebbe un netto aiuto al lavoro di ripristino del terreno per poi seminare ,vi ringrazio se poteste dirmi se sarà possibile attuare la mia richiesta grazie ancora saluti
Mi spiace Sergio, non sono esperto in normativa. Ti consiglio di sentire le forze dell’ordine per chiedere questo.
Grazie mille x questo articolo utile ed incoraggiante
Voglio raccontare una breve storia.
Sono un pensionato settantenne che ha ereditato quella che viene considerata una seconda casa, come la maggior parte delle vecchie abitazioni passate di proprietà a eredi che non hanno il coraggio di abbandonarle perché piene di ricordi e di affetti perduti. Queste vituperate e pericolose seconde case, covi, secondo alcuni, di riunioni e relativi contagi, hanno tutte un orto che serviva da sostentamento per le famiglie proprietarie.
Le attuali case vacanza hanno il loro giardinetto che nulla a che vedere con campi da coltivare e alberi, vigne da custodire. In genere queste vecchie case, la maggioranza, sono poco distanti dall’abitazione principale e poco adatte a trasferimenti per lunga permanenza. Io per esempio, con fatica, mi recavo ogni due giorni a lavorare l’orto e so quanto mi costava andare e tornare. Purtroppo c’è compresa la vecchia casa dove sono nato. Ora mi basterebbe poter fare controlli saltuari per le piante da frutto, olivi e viti.
Stando alla normativa il famigerato contadino, pur di andare a sollazzarsi nel campo e organizzare sabbatiche danze, pare che addirittura si potrebbe separare dalla famiglia, visto e considerato che si può spostare una sola persona, altro che trasferimenti in massa verso appetibili dimore…
C’è però un problema, data la conformazione territoriale della nostra amata Liguria, questi luoghi possono spesso essere raggiungibili non da un Comune confinante con quello di residenza ma, pur essendo a pochi chilometri dall’abitazione principale, saltandone uno, contravvenendo alle regole dell’ordinanza emessa dal presidente Toti.
Il suddetto presidente probabilmente immagina anche che il contadino per hobby sia un vecchio malridotto pensionato attrezzato di pannolone e che quindi non necessiti di un ricovero dove espletare le proprie funzioni organiche o lavarsi perlomeno le mani prima di tornare a casa.
Nella fattispecie la provincia della Spezia conta trentadue comuni in circa ottocentoottantadue kmq di superficie, capoluogo compreso.
Vorrei pertanto suggerire di modificare la normativa e considerare la possibilità di mettere una distanza chilometrica tra la residenza e il luogo del terreno e trovare un compromesso per l’abitazione annessa, magari con una regolamentazione costrittiva.
Potremmo così più facilmente conservare un patrimonio che sta andando rapidamente in malora se non si interviene in tempi brevi.
Sarebbe ancora meglio se marito e moglie conviventi potessero adare assieme nellorto anche per sicutezza perche un pensionsto anziano da solo ha bisogno di un po di aiuto
Quale sarebbe poi la differenza di un orto che insiste in un terreno della seconda casa non e’ peopeio facile da comprendere se questa altra casa non viene utilizzata… E’ una improvvida limitazione della possibilita’ di lavorare l’oeto come tutti…
Articolo molto dettagliato e con spiegazioni molto semplici anche per chi è alle prime esperienze
Complimenti per l’articolo: davvero interessante. La recente disposizione ministeriale, seguita da analoghe regionali, consente l’accesso all’orto anche se fuori comune di residenza e a notevole distanza. Tuttavia, se quello stesso orto è contiguo ad una seconda casa, quel diritto è negato. Che ve ne sembra!? Cordiali saluti, Antonio
ciao Antonio. Capisco bene la ragione del provvedimento (evitare che con la scusa di orto si faccia villeggiatura), ritengo si possa pensare una normativa migliore, permettendo a chi ha la seconda casa in un determinato raggio di chilometri di andarci in giornata per curare l’orto. Spostamenti che comportano grandi distanze invece penso sia giusto limitarli, per precauzione rispetto ai contagi. Ho scritto questo mio pensiero anche alla mail del ministero.
Giuste considerazioni .,..
Complimenti…
auguriamoci molto presto…
Ciao Matteo Cereda, chiedere di poter coltivare orto, frutteto e vigna contigui ad una seconda casa non significa esclusivamente “far villeggiatura”. Andare e tornare giornalmente dal proprio appezzamento di terreno, quando si trovi distante dalla residenza non rischia di essere un rischio peggiore? A meno che non si voglia infierire contro chi fa “villeggiatura” e… allora anche contro chi raggiungerà le spiaggie. Ma speriamo che il virus attenui presto la sua morsa e che per tutti vengano messe regole sì stringenti ma corrette ed eque. Cordialmente, Antonio
Ciao Antonio, nulla contro la villeggiatura ma posso immaginare che non sia il caso di favorire spostamenti che portino le persone a trasferirsi, il rischio sta nel portare eventuali contagi a diffondersi più rapidamente invece che restare focolai isolabili.
Gentile Orto da Coltivare è una bella notizia la faq di aggiornamento della ministra Bellanova peccato che la possibilità di andare a coltivare il proprio orto anche fuori dal proprio comune non sia possibile per tutte le regioni o comuni infatti io abito a LeGnano provincia di MIlano e dopo svariate telefonate a vuoto al comune e alla Regione la polizia locale mi ha reso noto che non è possibile recarsi all’orto se questo è ubicato al di fuori del comune di Legnano. Quindi mi chiedo ma a cosa serve la faq del governo se poi ogni comune fa a modo proprio ? E poi mi domando di nuovo ma che male fa una persona ad andare in mezzo a un campo pure lontano dalle case ? Non è forse giunto il momento di tornare a vivere ? Perché è dal 9 marzo che siamo prigionieri nelle case che per tanti non sono certo le belle e spaziose ville dei vip. E poi non è meglio per tutti stare all’aria aperta ? L’unica mia speranza è che veramente dal 4 maggio le cose cambino, logicamente in meglio.
Un saluto a tutti.
Daniela
ciao Daniela. Non mi risulta che in Lombardia sia vietato spostarsi per l’orto fuori dal comune. Dovresti chiedere di darti il riferimento normativo di questo perché è capitato che polizia locale o sindaci fossero male informati. Il fatto che una regione possa decidere diversamente rispetto al governo invece ritengo sia corretto: se ci sono territori più a rischio è giusto che possano cautelare la salute con provvedimenti differenti da quelli nazionali, sul caso specifico dell’orto però sono assolutamente d’accordo con te e ripeto questa cosa fin dal decreto del 22 marzo.
Riapertura degli orti con esclusione degli over 65…questo è quello che succede a Roma. decisione che ritengo assurda dal momento che sono proprio gli over 65 a dedicarsi a questa attività all’aria aperta .poi però non ci impediscono di andare al supermercato …Stefania
Questa di Roma non la sapevo. Ma di che provvedimento si tratta, relativo solo agli orti comunali di Roma?
Il fatto di poter coltivare l’orto è buona cosa il problema è quello di reperire le varie piantine che non è possibile in quanto fuori comune e quindi irraggiungibili
Prova a sentire le forze dell’ordine per verificare la possibilità se non ci sono vivai nel tuo comune di spostarti al più vicino. Inoltre chiama il vivaio di zona, molti sono organizzati per consegnare a domicilio.
Nei palazzi del potere hanno dormito e sottovalutato all’inizio e ora fanno pagare il conto a noi come sempre. Chi va al proprio orto e poi entra nella seconda casa a darsi una lavata e ad andare in bagno nn è più “pericoloso” x il prossimo di chi va a fare la coda al supermercato con il ridicolo e insufficiente metro di distanziamento.
buon giorno
io ho un piccolo orto in provincia di Milano e a tutt’oggi nessuno è riuscito a dirmi se posso andarci, non mi risultano ordinanze comunali restrittive successive alla FAQ del governo
grazie per tutte le informazioni che ci dai
Anche a me non risultano restrizioni, però non sono io a poterti dare conferma ufficiale.