Quanto è bello sentire sotto di sé l’humus morbido di un sottobosco. Sembra un confortevole materasso ai nostri piedi, parte do un mega organismo primordiale. Il terreno pieno di piccole radici può drenare anche la più forte delle piogge, senza mai erodersi.
Al suo interno la vita esplode di vigore. Mille e uno insetti, batteri e funghi ne fanno la loro casa. Sono loro a colorarlo di quel nero scuro, riconosciuto da tutti come segno di fertilità. Sono loro a profumare il suolo e l’aria di tutti i boschi.
Scopriamo come nell’orto bio-intensivo possiamo prenderci cura della terra, ricreando le fertili condizioni del bosco. L’idea è di lasciar fare alla natura, aiutandola con moderni attrezzi, ergonomici e manuali.
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Dal deserto al bosco vivo
Siamo fortunati: gli ecosistemi selvatici hanno voglia di prosperare. Il suolo evolve naturalmente in una foresta. Con l’acqua giusta, tutti i deserti si rinverdiscono da soli, ma dalla sabbia calda di un deserto non sorge subito una foresta vergine.
Una dopo l’altra, tutti i tipi di piante si succedono per rigenerare la fertilità della terra. Prima nascono piante annuali. Dopo vari anni, sempre se le piogge sono sufficientemente frequenti, germogliano specie di erbe perenni. A loro volta arricchiscono il terreno e con il succedersi delle stagioni vediamo apparire i primi arbusti. La loro chioma è il rifugio ideale per giovani alberelli. Lì troveranno umidità e nutrienti, ma anche protezione contro i golosi erbivori. Ecco che dopo circa 700 anni, un deserto è diventato una foresta.
La rigenerazione del terreno
Con l’azione della natura il deserto diventa bosco, basta aspettare… un tantino troppo a mio gusto. Nel caso in cui il bosco sia stato sradicato da poco è possibile incontrare campi inselvatichiti, che presentano “anomalie” nella successione naturale che abbiamo visto adesso. Fortunatamente, possiamo sempre aiutare il suolo a diventare di nuovo fertile.
Quel che serve per un suolo sano
Quali sono le caratteristiche particolari di un suolo sano e vivo? Come possiamo collaborare con i nostri terreni per accompagnarli nel loro ciclo di rigenerazione spontanea? Consideriamo che l’humus di una foresta abbia tre caratteristiche principali:
- Ha una struttura tondeggiante, soffice e ben arieggiata. È aerobico. Non vede mai direttamente la luce del sole.
- Ospita moltissimi esseri viventi. Batteri, funghi e insetti. Tutti quanti benefici, sono ancora oggi poco conosciuti dalla scienza.
- È pieno di radici. Vivono in simbiosi con i microrganismi. Formando una rete fisica per mantenere il suolo arieggiato e drenante.
Riprodurre un suolo sano nell’orto bio-intensivo
È facile riprodurre questa sana struttura nei nostri campi, ancora di più nell’orto curato secondo il metodo bio-intensivo. Un suolo è un po’ come una lasagna: funziona a strati.
La superficie è aerobica e soffice ospita tante forme di vita e contiene molta materia organica. Sono questi primi 5-10cm che chiamiamo humus. Più scaviamo in profondità e più incontriamo terra magra, sempre meno aerobica e naturalmente più compatta. Le forme di vita sono sempre meno colorate, la grande maggioranza di loro non vede mai la luce.
Attenzione alla fresa e all’aratro
Se utilizziamo attrezzi che ribaltano il suolo sopra/sotto allora mettiamo all’aria il suolo anaerobico e interriamo, in anaerobiosi, l’humus aerobico… La fresa e altri attrezzi rotativi creano problemi simili.
Siamo sicuri che arare sia sempre necessario? Dall’agricoltura dei nativi americani alla permacultura tante esperienze mostrano che non è così.
In più la motozappa e altri attrezzi analoghi tendono a lisciare la terra sotto la profondità di lavorazione. Questo crea una suola di lavorazione, uno strato di terra molto duro e impenetrabile dalle radici. L’acqua non può più penetrare il suolo in profondità, il campo si allaga ed erode. Una volta destrutturata, la terra scivola man mano nei fiumi, che la portano nel mare.
Sai cos’è la suola di lavorazione? Meglio approfondire, per esser consapevoli degli aspetti negativi di lavorare il suolo con motozappa o motocoltivatore.
Gli attrezzi dell’orto biointensivo: moderni e manuali
Sembra stupido dirlo ma i suoli delle foreste sono tanto soffici da poter essere scavati a mano, anche se nessuno le lavora mai… Permettere ai microrganismi, insetti e lombrichi di svilupparsi fa si che la terra diventi naturalmente morbida. Per creare una struttura arieggiata, soffice e quindi propensa alla crescita dei nostri ortaggi il metodo bio-intensivo prevede l’utilizzo di attrezzi moderni, in gran parte manuali.
Vuoi saperne di più sull’orto bio-intensivo? Puoi leggere l’articolo in cui Emile Jacquet introduce questo metodo, una spiegazione sintetica, ricca di consigli pratici.
Invece di smuovere la terra con l’aratro e la fresa il terreno viene solamente smosso con una grelinette. Vero e proprio ripper manuale, questo attrezzo assomiglia a una vanga forca molta larga con due manici. Ha il vantaggio di arieggiare il suolo senza però né ribaltarlo né distruggere la sua struttura naturale.
Una volta arieggiati 15-20 cm di profondità con la grelinette il terreno viene affinato in superficie con un’erpice rotante, un sarchiatore o un rastrello. Un orto grande richiede l’uso del motocoltivatore e dell’erpice rotante, un orto più piccolo può essere lavorato con il sarchiatore oscillante del ciclocoltivatore. Per un piccolo orto familiare è possibile utilizzare un semplice rastrello.
Questo approccio permette di creare un terreno con una struttura ideale per la coltivazione di ortaggi. La terra fine dei primi 5 cm permette all’ortolano di seminare e trapiantare facilmente.
Mantenere il suolo soffice
Non avendo distrutto la porosità della terra, il suolo si compatta di conseguenza molto poco quando piove. Le radici delle nostre colture troveranno i canali scavati dal ciclo delle piante precedenti, cresceranno in profondità.
Per mantenere sempre una buona struttura dobbiamo coltivare tante piante una vicina all’altra, come dentro un bosco, creare una chioma con i nostri ortaggi e crescere tante radici. Un trucco vecchio come il mondo già utilizzato nel 1800.
Approfondimento: la storia del metodo bio-intensivo. Scopriamo dove nasce questa pratica agricola, a partire dai contadini urbani della Parigi del 1800.
Avere le piante così ravvicinate impedisce il diserbo con la fresa… Come abbiamo visto prima, tanto meglio! Per diserbare si utilizza un sarchiatore oscillante. Molto comodo, si utilizza in piedi, con la schiena dritta. A differenza del motocoltivatore è anche silenzioso… Niente di più rilassante che lavorare con il canto degli uccelli.
Che l’ortolano lavori con attrezzi manuali o con un motocoltivatore si fatica sempre per preparare la terra. Che peccato calpestare il proprio lavoro… nell’orto bio-intensivo vi sono delle zone dedicate esclusivamente agli ortaggi e camminamenti dedicati esclusivamente a noi. Così si fa in modo che la vita del suolo non venga disturbata e le piante possano crescere vicine una all’altra. Ottimo! Puoi leggere l’articolo sul metodo biointensivo per approfondire meglio come fare.
Microrganismi e termo compost
Quindi nel bio-intensivo si utilizzano attrezzi moderni, poco costosi, silenziosi e rispettosi verso tutte le forme di vita. La nostra cura riproduce la struttura naturale del suolo. Semplice! Abbiamo adesso due delle tre caratteristiche del suolo di una foresta, di cui abbiamo parlato all’inizio… fantastico! E per la terza, i microrganismi?
Esistono tante scuole di agricoltura naturale e rigenerativa che propongono un’ampia gamma di ricette di microrganismi benefici. Informatevi! Qualsiasi bio-preparato autoprodotto è buono da utilizzare.
Nell’orto bio-intensivo l’inoculo principale è un termo compost di qualità, se possibile prodotto in loco. Un buon termo-compost è un misto di materia organica compostato aerobicamente. Non importa quale materia organica sia utilizzata per crearlo. Importa solo rispettare una proporzione tra il materiale carbonioso (paglia, carta, cippato…) e il materiale ricco di azoto (letame, erba fresca…). Più si mischiano materiali diversi e migliore sarà il compost. Il mucchio va girato regolarmente per controllare la temperatura e l’umidità. Si pastorizza e quindi eliminano eventuali patogeni e semi presenti nella materia primaria. Così facendo si assicura lo sviluppo di microrganismi benefici.
Una volta finito il processo di compostaggio otterremo un terriccio simile a un humus di bosco, ne avrà l’odore, il colore e la struttura. Esistono tanti modi per fare un compost buono.
Per una famiglia il bokashi è probabilmente la maniera più semplice. Si può fare anche a casa e in appartamento, sotto al lavandino della cucina! Questi microrganismi vanno aggiunti nella vostra compostiera, assicureranno una buona decomposizione dei vostri resti di cucina. Per evitare putrefazione sarebbe bene aggiungere alla vostra compostiera un po’ di paglia, foglie morte o cippato.
Dopo avere lavorato il terreno come spiegato, potete aggiungere fino a 3 cm di compost sopra il suolo. Il compost è aerobico, è humus, non va interrato. Se lo desiderate si può mischiare nei 5 cm superficiali del suolo, ma mai sepolto in profondità.
Ecco, ora siete pronti. Procedete con trapianti e semine. Come vedete non è per niente difficile fare l’orto naturale, è anche divertente. Un orto prodotto senza chimica mette nel vostro piatto verdure sane e molto saporite. L’orto bio-intensivo utilizza pratiche moderne per ritrovare i sapori di una volta, senza faticare.
Articolo di Emile Jacquet. Fotografie di Elisa Scarpa (@elisascarpa.travelphotography)
NB: Per chi volesse approfondire le pratiche del metodo bio-intensivo il consiglio è di seguire un corso specifico. Ad esempio quello di tre giorni organizzato alla Fattoria dell’autosufficienza.
Una guida al terreno dell’orto. Impariamo quali sono gli elementi nutritivi importanti per il suolo, il suo ph e tutte le altre caratteristiche da sapere per coltivare con consapevolezza.
E’ un po’ che, volendo fare un orto sinergico, mi chiedo: come si fa a non toccare la terra ad esempio seminando patate? Per raccoglierle bisogna per forza scavare…. Grazie.
Ciao Luca, per prima cosa tieni conto che questo articolo parla di orto biointensivo, mentre l’orto sinergico è approfondito in questa guida. In permacultura si spiega come coltivare patate fuori terra, a suon di paglia. Prova a guardare questo video.
Buongiorno Luca, ti invito a leggere di nuovo il manuale di agricoltura sinergica. A nessun momento è scritto che sia vietato utilizzare attrezzi per lavorare la terra. A diretura viene spiegato come lavorare con il trattore nell’orto sinergico…
Nell’ort bio-intensivo le lavorazione del terreno sono rispettose di tutte le forme di vita che lo abitano. Non viene arato ne fresato in profondità. Nonostante questo, nei terreni limosi o argillosi è estremamente difficile, per non dire praticamente impossibile, coltivare ortaggi più anni sullo stesso bancale senza che si compatasse la terra.
Se pratichi l’agr sinergica ti invito a leggere meglio il loro bellissimo libro.
Se desideri praticare l’agricultura bio-intensiva ti invito a leggere gli altri articoli pubblicati su questo sito.
Buona giornata e buona raccolta
Ciao! Grazie di questi spunti interessantissimi!
Ho un grande dubbio per quanto riguarda la preparazione del terreno, partendo da un terreno incolto pieno di piante infestanti.
Secondo voi è possibile lavorarlo ed eliminare le erbacce senza rivoltare in alcun modo il terreno?
Pensavo di tagliare l’erba con una trincia e poi ricoprirlo con i teli. Però il mio dubbio è: non equivale ad una solarizzazione? Non rischio di uccidere anche microrganismi utili?
Ma prima i usare la grelinette, non lo devo riportare a nudo?
Mi sapreste dare un consiglio su come renderlo coltivabile senza smuoverlo troppo (tenendo conto che si tratta di mezzo ettaro, quindi non è piccolissimo).
Grazie!
Ciao Hasmik. Sollevi una questione interessante dove i punti di vista sono differenti. A mio parere la copertura coi teli non è positiva, forma marciumi e altera equilibri nel suolo tanto quanto la vangatura che rivolta. Io se parto da prato tolgo con la zappa il primo strato, troppo pieno di radici ed effettuo una vangatura “standard”. Col tempo poi terrò quel suolo pulito e lavorato solo con la grelinette. Sono consapevole di alterare in parte l’equilibrio del suolo ma è inevitabile, coltivando si interferisce con la natura in ogni caso. Ovviamente questo è il mio metodo e sono certo che altri coltivatori facciano diverso da me.
Su mezzo ettaro la prima volta ti consiglierei una lavorazione con macchine agricole, in seguito potrebbe valer la pena una vangatrice di piccola dimensione (con grelinette è lunga).
Grazie mille Matteo!
Infatti, davvero non riesco a decidermi sul da farsi… Ma mi devo sbrigare!
Dato che vorrei intraprendere un orto biointensivo e preparare i bancali, volevo salvaguardare il più possibile il materiale preziosissimo che ho a disposizione (è un terreno incolto da una decina di anni).
Se dovessi usare una macchina agricola la prima volta, cosa mi consigli? Ho letto nell’articolo erpice rotante. È il meno invasivo secondo te?
Grazie!!
Hasmik
L’erpice rotante va benissimo in genere, andrebbe valutato tipo di terreno e stato per scegliere esattamente, ma spesso la scelta del macchinario è in base a quello che si ha a disposizione.
Ciao a tutti!
In autunno volevo preparare un aiula rialzata di circa 25/30 cm, con cosa posso riempirla?
Pensavo di aireggiare la terra sottostante (già coltivata attualmente), e poi portarmi a livello con cippato di ramaglie fresche (verdi) paglia, terra dell’orto (molto argilloso) mista terriccio e humus di lombrico, poi pacciamare ancora con paglia o cippato ri ramaglie fresche (verdi). Potrebbe andare bene per un orto bio intensivo? Inoltre, con che proporzioni metto gli elementi? (cippato, paglia,terricco e humus) grazie mille!
Scusate ma il metodo biointensivo (Jeavons) non è basato sulla doppia vangatura e compostaggio? Si tratta di metodi diversi con lo stesso nome?
Buongiorno Mama,
Parlo del metodo inventato nel XIV secolo dagli agricoltori intramuro di Parigi e modernizzato da Eliot Coleman.
La doppia vangatura non avrebbe nessun vantaggio in un terreno di solo sabbia. A ogni contesto la propria soluzione basata non sulle tecniche spiegate in un libro ma bensì sui principi che lo stesso libro spiega e illustra di un esempio pratico.
John Jeavons ha fatto un grande e bel lavoro ma non ho mai avuto bisogno della doppia vangatura :)