L’allevamento di lumache è un business che può rivelarsi redditizio, perché con investimenti contenuti si arriva a molteplici possibili sbocchi commerciali.
Un altro importante pregio è che, a differenza di altri settori agricoli, si caratterizza anche per un rischio basso di perdita di prodotto. Le chiocciole possono essere soggette ad alcuni problemi, ma sono animali resistenti. Con poche e semplici accortezze possiamo prevenire buona parte dei problemi.
Vediamo quindi quali sono le avversità che possiamo incontrare allevando, dai predatori alle malattie, e quali accortezze possono salvaguardare le lumache.
Indice dei contenuti
Malattie delle lumache
Le lumache sono molluschi gasteropodi che hanno una bassissima predisposizione ad ammalarsi. Il loro naturale agente protettivo è la bava di lumaca, che infatti è stata oggi riscoperta come importante ingrediente in farmaceutica e cosmesi.
Quali sono le principali funzioni della bava?
Rende la chiocciola immune da fattori di contaminazioni esterne, si tratta di un antibiotico naturale in grado di difendere la lumaca dai patogeni. Grazie alla bava non si verificano epidemie, i gasteropodi hanno un robusto sistema immunitario.
Sempre grazie alla bava la lumaca è in grado di arrampicarsi su qualunque superficie, evitando cadute che potrebbero rompere il guscio, altro fattore protettivo. Una chiocciola può perfino camminare a testa in giù, sfidando la forza di gravità.
Predatori delle chiocciole
Se le malattie sono un problema trascurabile bisogna rilevare invece che nell’ambiente ci sono molti predatori che ambiscono a cibarsi di lumache, la loro carne non è solo apprezzata dall’alta gastronomia umana. Topi, lucertole e rettili in generale, uccelli e stafilini sono animali che possono insediare l’allevamento.
Il fattore predatori è un rischio presente per l’attività elicicola, ma può essere tenuto facilmente sotto controllo: la cosa importante è che non si creino mai vere e proprie colonie di nessuno tra i predatori elencati. Ovviamente è nella norma la presenza di una piccola percentuale di nemici delle chiocciole e fa parte della naturale catena alimentare.
La presenza di qualche topo o lucertola all’interno del perimetro del terreno, non deve preoccupare più di tanto l’allevatore: l’Elicicoltura è un lavoro agricolo che si svolge su terreni agricoli e secondo natura vi è un fattore inevitabile di predazione.
Attenzione però a non sottovalutare l’importanza di creare una barriera che eviti l’arrivo di colonie nutrite di predatori, per questo la recinzione in lamiera è fondamentale.
Un metodo importante per ridurre ingressi indesiderati o comunque tenere sotto controllo il numero dei predatori è quello del tutto innocuo, naturale ma estremamente efficace di affidarsi al certosino e preciso lavoro dei gatti, acerrimi nemici di topi e di alcuni altri predatori elencati.
Topi
I topi si cibano prettamente di singoli soggetti e quando è in atto l’azione del roditore la si riconosce subito ad occhio nudo in quanto il modus operandi del topo consiste nel rosicchiare la parte centrale del guscio (elica) asportandone ovviamente l’interno. In questo caso la perdita di prodotto è bassa proprio perché il roditore si accontenta di singoli soggetti per volta.
La soluzione per limitare al massimo l’ingresso dei topi all’interno dell’allevamento è quella di procedere alla recinzione perimetrale del terreno utilizzando fogli di lamiera, che l’allevatore dovrà avere cura di interrare di almeno 30 cm in quanto oltre questa profondità i roditori non riusciranno a scavare. Bisogna anche fissare i pali di sostegno all’interno, in modo che dall’esterno il topo non possa arrampicarsi.
Lucertole e altri rettili
I rettili invece, quali ad esempio lucertole, ramarri e simili, si cibano prettamente delle uova deposte dalle chiocciole oppure dei piccolini al momento della schiusa delle uova. La migliore forma di prevenzione anche per questi sgraditi ospiti è quella della posa in opera della lamiera come recinzione perimetrale.
Uccelli
Gli uccelli, altri fastidiosi predatori, sono invece ghiotti delle lumache e tra questi i più pericolosi sono gabbiani e cornacchie. Anche qui però la perdita di prodotto in allevamento è molto bassa in quanto gli uccelli possono limitarsi solo ad atterrare sui pali che sorreggono la rete del recinto e quindi si devono accontentare di rubare solo qualche chiocciola ferma a riposare sulla rete del recinto.
Se l’allevatore ha provveduto a fare all’interno del recinto una buona e rigogliosa semina, l’uccello non riuscirà ad atterrare sulla vegetazione e quindi non riuscirà mai a camminare all’interno dello stesso. Le biete e le altre piante seminate nei recinti fanno quindi da riparo ai nostri gasteropodi.
Stafilino
L’ultimo (ma non per importanza) tipo di predatore è lo stafilino, molto spesso sconosciuto ai più. Questo predatore è una sorta di insetto simile ad uno scarafaggio che si manifesta quasi sempre in terreni con all’interno lumache.
Si ciba delle chiocciole ed il suo modus operandi è quello di iniettare una sorta di veleno sulla testolina della chiocciola il quale favorisce la morte della stessa agendo per disidratazione.Nello specifico questo veleno fa tirare fuori alla chiocciola la bava in quanto fonte di difesa, il gasteropode non riesce più a fermare la secrezione del liquido e dopo un paio di giorni muore.
Non c’è nessun rimedio specifico per lo stafilino, bisogna necessariamente agire in via preventiva. È efficace solamente, anche qui, la prevenzione utilizzando come accennato prima la lamiera come recinzione perimetrale in quanto a questo spiacevole insetto sarà molto difficile l’ingresso all’interno del terreno, proprio per la sua incapacità ad arrampicarsi sopra superfici lisce come la lamiera.
Avversità climatiche
Oltre ai predatori una possibile fonte di problema è anche dovuta alle avversità climatiche. A rappresentare un rischio per l’impianto elicicolo possono essere in particolare temperature troppo rigide durante l’inverno, periodo in cui le chiocciole riposano in letargo sotto terra.
Si parla di possibili problemi solo per temperature costantemente inferiori ai 9/10 gradi sotto zero e quindi devono prestare maggiore attenzione gli allevatori delle zone fredde quali ad esempio quelle alpine o montuose, che raggiungono queste rigide temperature in modo costante. Nessun problema particolare invece per aziende elicicole site in zone collinari o addirittura in prossimità del mare.
In questo caso l’allevatore potrà agire, una volta che le chiocciole si sono interrate per il letargo, coprendo ogni singolo recinto con il tessuto-non tessuto (tnt), che è un telo speciale che ha il compito di riparare il terreno mantenendo calore e riducendo le gelate notturne. In commercio si possono trovare grammature diverse di TNT, la scelta della grammatura giusta può orientarsi in base a temperature più rigide o meno rispetto ad altre.
In conclusione
Come si può ben notare la perdita di prodotto in elicicoltura è generalmente molto limitata e bastano accortezze semplicissime (recinzione di lamiera, copertura con teli di tessuto non tessuto) per evitare la gran parte delle problematiche.
Con un controllo costante dell’allevatore, svolto in modo serio e accurato, l’allevamento di lumache non avrà problemi e potrà garantire soddisfazione e reddito all’imprenditore agricolo.
Articolo scritto da Matteo Cereda con il contributo tecnico di Ambra Cantoni, di La Lumaca, esperta in elicicoltura.
MOLTO CHIARO NELL’ESPOSIZIONE E DETTAGLIATO, VERAMENTO ISTRUTTIVO, GRAZIE
Buon giorno, volevo chiedere se la presenza di limacce è un problema serio, o c’è qualche rimedio. davvero mangiano le chiocciole?