La concimazione riveste un ruolo importante nella cura dell’olivo, spesso è trascurata, ma se gestita bene può determinare un netto miglioramento della produzione, in termini sia di quantità che di qualità. Piante ben nutrite, su un terreno fertile, sono propense a mantenersi sane e a produrre bene, riducendo il fenomeno dell’alternanza di produzione.

In questo articolo ci dedichiamo proprio alla concimazione dell’ulivo in un’ottica di coltivazione biologica, i cui principi sono validi sia per per agricoltori professionisti, che gestiscono oliveti da reddito che per chi ha un albero in giardino.

olivo concime

Scopriamo quindi quali sono le esigenze in termini di elementi nutritivi di questa bellissima pianta, qual è il periodo giusto per fertilizzare e quali sono i migliori concimi per l’olivo, organici e minerali.

Le esigenze nutritive dell’ulivo

L’ulivo è una pianta che si avvantaggia di suoli ben dotati di sostanza organica. Un terreno ricco di humus e ben strutturato è sicuramente un punto di partenza fondamentale per assicurare un nutrimento completo alla pianta.

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L’olivo è una pianta longeva, che può vivere secoli in uno stesso terreno. Durante la sua coltivazione fisiologicamente la pianta asporta dei nutrimenti, oltre alla crescita alcune operazioni colturali come la potatura dell’olivo e la raccolta comportano degli evidenti prelievi di materia. In particolare si presta attenzione ai cosiddetti macroelementi nutritivi (azoto, fosforo e potassio), che sono quelli che le piante richiedono in quantità maggiori. Parlando di concimazione in genere ci si riferisce proprio a stimare questo prelievo, pianificando una restituzione.

Tuttavia in agricoltura biologica l’ottica è di prendersi cura in generale della fertilità del suolo, senza per forza focalizzare l’attenzione sullo specifico apporto calcolato scientificamente. Con una buona concimazione organica del frutteto completa i nutrienti vengono di solito somministrati in quantità e qualità sufficienti.

Oltre agli ammendanti di base (compost o letame maturo) che in genere sono il fulcro della concimazione nell’oliveto, completano il quadro farine di roccia, cenere di legna e macerati di piante, da distribuire ogni anno in diversi momenti. In aggiunta o in alternativa a compost o letame, lo stallatico o altri concimi organici in pellets sono piuttosto comodi da usare e comunque efficaci.

Elementi nutritivi necessari

Ma vediamo nel dettaglio a che cosa servono per l’ulivo i diversi elementi minerali, e come riconoscere eventuali sintomi di carenza, in modo da imparare a diagnosticare eventuali necessità.

  • Azoto – L’azoto è fondamentale per lo sviluppo vegetativo di ogni pianta, perché stimola la fotosintesi e la moltiplicazione cellulare, ma contribuisce anche alla fioritura e alla fruttificazione e a rendere la pianta più resistente agli attacchi parassitari. Una pianta di ulivo con poco azoto a disposizione è anche più soggetta al fenomeno dell’alternanza produttiva tra un anno e l’altro. Di solito il letame maturo mediamente ne contiene lo 0,5 %, mentre il compost può arrivare al 1%.
  • Fosforo – è quello richiesto in quantità inferiore rispetto agli altri 2 macroelementi, ma svolge comunque un ruolo importante per la fruttificazione, il germogliamento e lo sviluppo radicale. Di norma, somministrando i normali ammendanti ogni anno nell’uliveto non si verificano mai carenze di fosforo, a meno che un terreno non sia particolarmente acido, e in quel caso il fosforo presente diventa insolubile.
  • Potassio – Una buona dotazione di potassio nel terreno aiuta la pianta ad essere più resistente nei confronti di alcune malattie e degli sbalzi di temperatura. Sono rare le carenze di potassio nell’ulivo, riconoscibili come decolorazioni fogliari e margini secchi delle foglie più vecchie.

Sono poi altrettanto importanti elementi come il calcio, il magnesio e lo zolfo. Il calcio infatti concorre, tra le altre cose, alla lignificazione dei germogli e alla buona consistenza delle olive, il magnesio è coinvolto nella fotosintesi clorofilliana, e lo zolfo è un costituente di alcuni amminoacidi.

Poi ci sono anche tanti altri elementi come boro, ferro, rame, zinco, molibdeno,.. Sono microelementi nutritivi, richiesti dall’ulivo in dosi molto piccole, ma non per questo meno importanti. Di solito comunque vengono tutti forniti in modo bilanciato dai comuni ammendanti organici e dai fertilizzanti naturali.

concime letame

Analisi del terreno nell’oliveto

Se nonostante gli apporti di nutrienti sulle piante si notano sintomi particolari come ingiallimento, o una crescita stentata generale, può risultare utile un’analisi del terreno per verificare i parametri di base come il ph e la dotazione di elementi, quest’ultima peraltro molto variabile nel tempo.

L’importante è prelevare correttamente tanti sotto campioni da punti diversi dell’appezzamento, presi nei primi 20 cm di suolo, scartando però lo strato più superficiale di materiale indecomposto. Tutti i sotto campioni devono poi essere miscelati per farne un unico campione da conferire ad un laboratorio professionale.

Quando e come concimare l’olivo

Ci sono diversi periodi in cui vale la pena concimare l’oliveto. In particolare si effettua un intervento importante al momento dell’impianto, detto concimazione di fondo, mentre poi vale la pena tornare ad apportare sostanza e nutrimento alla terra almeno una volta all’anno, si tratta di un tipico lavoro autunnale.

La concimazione di fondo

Prima della messa a dimora delle piante di ulivo dovremo sicuramente procedere con una concimazione di fondo, con compost o letame ben maturi da distribuire sul terreno lavorato o direttamente insieme alla terra di scavo delle buche, in modo che questa torni dentro ben miscelata all’ammendante.

Concimazioni annuali

Per gli ulivi in crescita e per quelli produttivi la concimazione deve essere somministrata ogni anno. Compost, letame e/o stallatico pellettato devono essere distribuiti idealmente nel periodo autunnale, sulla proiezione della chioma della pianta, in modo che vengano scomposti, diluiti e intercettati dalle radici sottostanti. Se il terreno è in pendenza, conviene distribuirne la maggior parte a monte delle piante, poi con le piogge la distribuzione si uniformerà anche dall’altro lato.

I fertilizzanti organici cedono lentamente gli elementi nutritivi per opera di tanti microrganismi del suolo.

Le concimazione biologica dell’uliveto

In una coltivazione condotta con metodo eco-compatibile, che sia agricoltura biologica certificata o no, non si utilizzano concimi minerali di sintesi come l’urea, il perfosfato o il nitrato di ammonio, ma solo prodotti di origine naturale minerali (farine di rocce) e organici (letame di diversi animali, stallatico in pellets, compost, ma anche cenere, sotto prodotti della macellazione di animali, macerati di piante, ecc).

Si tratta di prodotti sicuramente validi e capaci di apportare alle piante il nutrimento che richiedono, ma anche di questi è importante rispettare le dosi, perché gli eccessi di nitrati nel terreno possono provenire anche da fonti naturali. Per esempio, nelle produzioni biologiche certificate bisogna prestare attenzione a non superare i 170 kg per ettaro all’anno di azoto distribuito.

Il compost da spargere nell’uliveto può essere acquistato, ma in parte dovrebbe derivare anche dai residui di potatura, preferibilmente sminuzzati con un biotrituratore o una trinciasarmenti, ovviamente escludendo i rami più grandi che invece possono essere usati per il camino. Gli scarti verdi sono preziosi e non dovrebbero essere destinati alla raccolta del verde, ma fatti tornare alla terra previa trasformazione.

Alcuni concimi biologici per l’olivo:

Concimazione fogliare

I sali minerali vengono assorbiti dalle radici della pianta tramite l’acqua che circola nel terreno, quindi condizione indispensabile per il loro assorbimento è una sufficiente disponibilità idrica.

Di conseguenza, nelle estati particolarmente calde e siccitose diventa molto difficoltoso l’assorbimento di sali minerali da parte della pianta, anche se nel terreno sono presenti in abbondanza. Nella coltivazione convenzionale si ovvia a questo inconveniente mediante la concimazione fogliare, realizzata mediante fertilizzanti solubili, ma possiamo ricorrervi anche in una gestione eco-compatibile.

Una buona concimazione fogliare biologica per l’olivo può essere effettuata per esempio con la leonardite, un concime ricco di acidi umidi, fulvici (composti organici) e microelementi. Le dosi da utilizzare per l’ulivo sono indicate sull’etichetta del prodotto commerciale acquistato.

Concimazione ed inerbimento

L’inerbimento permanente degli spazi tra pianta è sicuramente un buon metodo per mantenere alto il livello dei nutrienti del suolo e ridurre i rischi di erosione nei terreni in pendenza. L’inerbimento può anche essere programmato, se si decide di seminare determinate specie, ma nella maggior parte dei casi è completamente spontaneo.

Il limite dell’inerbimento è rappresentato dalle disponibilità idriche, perché dove c’è grande siccità l’erba compete per la poca acqua con l’ulivo, e comunque non riesce a svilupparsi bene. Almeno dove le condizioni lo consentono, l’inerbimento è un metodo molto valido e da favorire rispetto alla pratica di lavorare gli spazi tra i filari e lasciarli nudi.

uliveto inerbito

La pratica del sovescio

Il sovescio è un tipo di inerbimento temporaneo, perché le specie, appositamente seminate tra i filari, vengono tagliate, sminuzzate, lasciate ad appassire un paio di giorni in superficie ed infine interrate nei primi strati di terreno. In questo modo tramite le loro biomasse apportano sostanza organica che si traduce in nutrienti, e aiutano il terreno a migliorare la propria ritenzione idrica, con grande vantaggio in estate. Per il sovescio l’ideale è scegliere miscugli di:

  • Graminacee (avena, loietto, segale,…), che trattengono l’azoto dal drenare nelle falde, soprattutto nei periodi autunno invernali piovosi.
  • Leguminose (trifogli, veccia, lupino,…) che apportano azoto grazie alla loro simbiosi radicale con batteri azotofissatori.
  • Brassicacee (colza e senape,…) che ripuliscono dall’erba indesiderata e allontanano alcuni parassiti terricoli.

Le graminacee hanno una radice fascicolata, con tante radici sottili, le leguminose hanno un unico fittone radicale, e quindi anche il diverso modo di esplorare il suolo delle radici di queste piante diverse concorre a rendere il terreno più soffice e strutturato.

Questa pratica tipica dell’agricoltura biologica è davvero positiva per l’oliveto e possiamo approfondirla nell’articolo dedicato al sovescio nello specifico.

Tenere animali nell’uliveto

Una pratica molto utile ed interessante, se si hanno gli animali (pecore, galline, oche) è quella di farli pascolare all’interno dell’uliveto, in modo tale che brucando mantengano bassa l’erba, rendendo superflui i tagli e contribuendo a concimare con le loro deiezioni.

A seconda dell’ambiente circostante, l’importante è stare attenti a volpi e rapaci che catturano molto volentieri le galline, e prevedere eventualmente delle recinzioni.

Articolo di Sara Petrucci

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