Il jack fruit è un frutto esotico quasi sconosciuto in Italia, anche se meriterebbe di certo una fama maggiore per via delle sue qualità nutritive. La sua pianta maestosa si chiama artocarpus heterophyllus e si trova prevalentemente in Australia e nel sud est asiatico, è originaria dell’India. In Italia esisterebbero i termini giaca, giaco, jako o catala, ma è oggi maggiormente usata la parola inglese jackfruit senza traduzione alcuna.
Il frutto colpisce per via delle enormi dimensioni: il diametro arriva anche a mezzo metro e il peso del singolo “giaco” raggiunge i 25 kg, ed è interessante per il sapore, che è delicato e fruttato. Possiamo quindi elencarlo tra i frutti giganteschi, si tratta probabilmete del più grande in assoluto presente su un albero perenne a fusto eretto. Anche le zucche infatti diventano molto grandi, ma si tratta di piante striscianti.
Ultimamente il jack fruit è stato riscoperto per l’alimentazione vegana, infatti può rivelarsi un buon sostituto della carne sia a livello nutritivo che nel sapore. Degno di nota in particolare il “pulled jack fruit”, degno surrogato vegetale del pulled pork.
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La pianta: Artocarpus heterophyllus
Il jack fruit viene prodotto da una pianta chiamata artocarpus heterophyllus, albero che appartiene alla famiglia delle moracee, come anche altri fruttiferi a noi più noti quali il fico e il gelso.
Si tratta di uno dei più grandi alberi del mondo, abbiamo già parlato delle dimensioni del singolo frutto, che arriva a pesare 25 o 30 kg, ovviamente anche la pianta è dimensionata di conseguenza, con fusto e rami molto robusti, per sostenere lo straordinario raccolto che produce. L’apparato radicale allo stesso modo dovendo a sua volta sostenere tale struttura è imponente e arriva in profondità nel sottosuolo.
Il genere artocarpus è quello dell’albero del pane o panassa, appartengono a questa famiglia diversi altri alberi da frutto esotici. Una curiosità: queste piante sono state descritte nei libri di Emilio Salgari, ad esempio ne I misteri della giungla nera si parla di alberi di “giaccheri”, anche il cantautore Gian Maria Testa cita gli artocarpus in una canzone, chiamata appunto “l’albero del pane”.
Coltivare il jackfruit in Italia
L’artocarpus e in generale le panasse sono piante tropicali, abituate a climi miti, non tollerano gli inverni freddi delle nostre latitudini e per questo in Italia sarebbero coltivabili solo in serra riscaldata. Essendo uno degli alberi più grandi del mondo appare evidente che il costo della costruzione e del riscaldamento di una serra finirebbe per esser proibitivo, per questo non esiste jackfruit nell’agricoltura italiana.
Anche se non possiamo coltivare la pianta tuttavia per curiosità è possibile far nascere da seme giovani piantine di jackfruit. Bisogna sapere che andranno in sofferenza ai primi freddi, inoltre facilmente le foglie si ingialliranno per via di carenze minerali nel terreno. Sono piante infatti che hanno svariate esigenze in termini di microelementi nutritivi.
Come si mangia: ricette e idee
Quando si ha a che fare con un frutto tropicale c’è sempre un momento di scoperta davvero divertente, siamo di fronte a qualcosa di nuovo… Che fare?
Il jackfruit non è ancora abbastanza conosciuto in Italia per trovare molte risorse sul web che spieghino come cucinare questo strano frutto, chi conosce l’inglese può trovare certamente qualcosa in più su siti esteri, ma può esservi utile qualche idea su come prepararlo e in quali ricette si può impiegare.
Un primo suggerimento è di assaggiarne un pezzo tale e quale, in modo da rendersi conto del suo sapore e potersi sentire liberi di “creare” in cucina a vostro piacimento, provo comunque a dar qualche spunto.
Abbiamo davanti un alimento davvero versatile: possiamo mangiarlo crudo o cotto, in preparazioni dolci o salate. Certamente il suo valore proteico lo rende una perfetta “carne vegetale”, quindi possiamo decidere di farne la portata principale di un buon pasto vegetariano. Il frutto molto maturo è più adatto ai dolci, mentre se viene raccolto acerbo è meno zuccherino e si presta a un uso “salato”.
Che sapore ha il jackfruit
Non è mai facile descrivere a parole l’aroma di un frutto a chi non lo ha mai assaporato, quindi il primo consiglio che posso darvi è quello di comprare del Jackfruit e assaggiarlo voi stessi. Anche se non mi risulta esistere jackfruit italiano non è difficile trovarlo da importazione, grazie al web.
Il gusto del jack fruit è molto delicato, per questo si presta a esser cucinato in tanti modi, ha quindi un sapore tendenzialmente neutro e leggermente dolce, con retrogusto che ricorda altri frutti esotici quali il litchees e l’ananas. Da notare la consistenza abbastanza morbida della polpa, che ha però un “corpo” di fibre.
Cotto e aromatizzato può avvicinarsi a una porchetta, ovviamente senza un vero e proprio gusto di carne, per questo viene impiegato nell’alimentazione vegan.
Come pulire un jackfruit
Se avete la fortuna di riuscire a trovare un jackfruit intero la prima cosa da fare è… Invitare amici.
Infatti una volta aperto non si conserverà a lungo e quindi meglio essere in tanti per far fronte all’enorme mole del frutto.
Ad ogni modo per prepararlo bisogna sbucciarlo, togliendo la sua scorza esterna gialla, andranno poi eliminati semi e fibre in eccesso, dopo aver tagliato il frutto a metà. Attenzione perché l’interno è molto appiccicoso.
Volendo anche i semi sono commestibili, bolliti o tostati.
Il pulled jackfruit vegan
Il pulled pork è una carne gustosa, spesso usata nei panini. Un effetto simile possiamo ottenerlo saltando in padella il jackfruit tagliato a tocchetti lunghi e sottili, insieme a condimenti. Conviene cominciare a cucinare un soffritto di cipolla, aggiungere il nostro frutto esotico e poi condire con salse a piacere. Ottimo l’uso di un po’ di salsa di pomodoro e soprattutto della salsa barbecue. Come spezie paprika dolce o affumicata, un pizzico di piccante e il cumino sono davvero di ottimo effetto.
Altre ricette
Il jack fruit è buono mangiato insieme a yogurt bianco e miele, come super colazione energetica.
Possiamo anche decidere di cucinarlo come abbinamento al cous cous, in un piatto etnico davvero inedito. In questo caso la ricetta sarà simile al pulled jackfruit, unendo spezie etniche come curry o masala di verdure, e abbinando altri ortaggi (peperoni, zucchine, carote o ceci).
Cubettato si può usare nelle insalatone, in modo simile all’avocado.
Nei paesi di origine il jako si fa fermentare, per ottenere una bevanda alcolica.
Le proprietà nutritive
Possiamo considerare il jackfruit un “super food”, visto che ha eccellenti qualità nutritive e proprietà utili al nostro organismo. In realtà il concetto di alimento super è di moda, ma poco rispettoso della complessità naturale: a voler ben vedere praticamente tutte le frutte hanno alcuni elementi che le rendono interessanti, la nostra catala o giaca non fa eccezione.
In primo luogo ha poche calorie, circa una per ogni grammo e un discreto contenuto di fibre, che possono aiutare intestino e colon.
La caratteristica fondamentale è il contenuto di proteine elevato, cosa rarissima nei frutti. Un jackfruit garantisce circa il triplo dell’apporto proteico che mediamente contiene un normale frutto esotico. Non per niente viene usato in sostituzione della carne dai vegani.
Quello che rende il jako davvero prezioso è anche il contenuto di sali minerali e vitamine, e la sua ricchezza di antiossidanti. Menzione particolare per potassio, magnesio e vitamina C, tutti elementi davvero importanti per mantenersi in buona salute. Si rivela utile contro la stanchezza, per combattere i radicali liberi, responsabili dell’invecchiamento cellulare, per il controllo degli zuccheri nel sangue.
Non vi sono particolari controindicazioni nel mangiare jackfruit, come per ogni alimento nuovo che si introduce bisogna solo fare attenzione a possibili reazioni allergiche. Naturalmente esagerare non è una buona idea, e viste le dimensioni del frutto non si può dire “ne mangio solo uno”.
Dove comprare il jackfruit
Se andate da un fruttivendolo a chiedere un chilo di jackfruit probabilmente vi guarderanno strano, probabile che non sappiano neppure cos’è. Anche nelle scansie dei supermercati non sarà semplice reperire questo straordinario frutto esotico.
Se volete assaggiare la giaca dovete piuttosto cercare sul web, che vi offre varie opzioni. Naturalmente non è semplice per via del trasporto far arrivare un frutto fresco a casa vostra, può diventare veramente costoso. Inoltre viste le dimensioni per una famiglia normale un jackfruit intero sarebbe un vero spreco: dovreste mangiare esclusivamente quello per giorni se non volete buttarlo.
Ottima soluzione quello di comprare il frutto in conserva, inscatolato o in vasetto, che mantiene il suo sapore molto bene, è comodo da trasportare e anche da utilizzare. Esiste anche il jackfruit essiccato.
Ecco alcune proposte:
- Jackfruit in scatola sotto salamoia.
- Jackfruit in conserva, vaso di vetro (consigliato).
- Preparato veg di polpa di jackfruit.
Come rapporto qualità prezzo consiglio certamente il vasetto di vetro con Jackfruit. Il preparato non è altro che 100% jackfruit e fa pagare l’idea e del packaging, il frutto essiccato è molto meno buono, oltre che carissimo.
Articolo di Matteo Cereda
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