Novembre è un mese d’autunno, in cui cadono le foglie e inizia la fase di riposo vegetativo di molti alberi a foglia caduca, mentre per gli agrumi incominciano le raccolte.

I lavori in un frutteto rallentano sensibilmente, ma non cessano del tutto, ovviamente a seconda dell’impostazione del frutteto stesso e della sua ricchezza di specie e varietà.

kaki a novembre

Abbiamo possibili trattamenti autunnali da fare, le raccolte di kaki, kiwi, melograni e altri frutti, la possibilità di piantare nuovi alberi e anche alcune potature. Vediamo quindi quali sono le attività principali a cui dedicarsi in questo periodo nel frutteto autunnale.

Piantare nuove piante

Novembre è sicuramente un mese adatto alla messa a dimora di nuove piante da frutto: che si tratti dell’avvio di un nuovo frutteto da zero o del trapianto o sostituzione di qualche esemplare isolato, l’autunno è il momento giusto per piantare.

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In questo periodo infatti gli alberi sono in riposo vegetativo, condizione ottimale per questo lavoro di trasferimento, visto che si riduce lo stress che le piante potrebbero subire. Trovandosi in una fase di stasi patiscono meno il trapianto e a primavera si risveglieranno nella nuova situazione.

Per la messa a dimora valgono le stesse indicazioni fornite per il mese di ottobre: ovvero la scelta attenta di dove posizionare le piantine, i sesti di impianto e la disponibilità di compost o letame maturo come ammendanti di fondo. Nella scelta delle varietà, per coltivare in modo ecosostenibile, è molto importante optare per quelle resistenti o tolleranti alle avversità principali, magari si possono privilegiare frutti antichi.

Cadono le foglie

Con novembre accade la classica caduta delle foglie autunnale, un fatto importante nell’equilibrio naturale di un bosco, che dobbiamo considerare anche nel nostro frutteto.

foglie autunno novembre

La caduta delle foglie determina l‘accumulo sul suolo di sostanza organica che è destinata a decomporsi, per opera di tanti microrganismi, cedendo al suolo elementi nutritivi e trasformandosi in parte in humus stabile.

Ciò di per sé è molto positivo, però bisogna anche considerare che i resti colturali sono siti di svernamento di eventuali funghi patogeni o di insetti nocivi. Nel caso di piante che durante la stagione abbiano subito forti attacchi da queste avversità che non abbiamo avuto tempo o modo di controllare, è meglio asportare dal suolo tutto questo materiale infetto e metterlo in un cumulo di compostaggio. In questo modo la preziosa sostanza organica non viene persa ma solo spostata temporaneamente, in un contesto in cui i patogeni vengono devitalizzati con maggiore probabilità. Una volta maturo, questo compost potrà tornare al frutteto come ammendante.

Trattamenti invernali

Alla caduta delle foglie si possono eseguire dei trattamenti autunno invernali per bloccare le forme svernanti dei funghi patogeni.

Trattamenti per le drupacee

Per esempio, le drupacee (pesco, albicocco, susino, mandorlo, ciliegio) devono essere protette da avversità come la bolla e la monilia, e pertanto a volte risultano utili dei trattamenti con prodotti rameici.

L’ideale sarebbe provvedere per tempo, durante la stagione vegetativa, a utilizzare al meglio i corroboranti come la zeolite, il distillato di legno o la propoli, che permettono di ridurre la necessità dei trattamenti rameici. A volte le misure preventive però non bastano a scongiurare i danni dei patogeni, perché alcuni fruttiferi come il pesco sono molto delicati, e un trattamento invernale aiuta molto a salvare la produzione futura.

Trattamenti per le pomacee

Su melo e pero questi trattamenti servono contro la ticchiolatura. Inoltre, le due specie possono trarre molto beneficio da trattamenti contro le forme svernanti Carpocapsa (Cydia pomonella), insetto tra i più dannosi per le pomacee. Bioinsetticidi molto validi a questo scopo sono quelli a base del nematode entomopatogeno Steinernema carpocapsae. Questi nematodi penetrano nel corpo dell’insetto dannoso e vi rilasciano un batterio che lo uccide. I trattamenti devono essere eseguiti in giornate molto umide, condizione che favorisce il nematode, e producendo getti a pressione non troppo forte per non uccidere questo microrganismo benefico. Per dosaggi e altre indicazioni è importante leggere attentamente l’etichetta del prodotto commerciale acquistato.

La raccolta dei kaki

I kaki sono un tipico frutto autunnale e fanno parte del raccolto di novembre: le piante rimangono spoglie dal fogliame ma i kaki restano attaccati in modo persistente.

Non bisogna anticiparne la raccolta, altrimenti hanno un sapore e una consistenza astringente, ma vanno raccolti, con molta delicatezza, quando raggiungono la maturazione piena. I kaki non si conservano tanto a lungo ma qualche giorno possono essere tenuti in strati singoli in cassette. Da una pianta matura e ben gestita si possono raccogliere anche 30 kg di kaki.

Una curiosità sono i semi dei kaki, che contengono piccole posate, si dice che possano permetterci di prevedere come sarà l’inverno.

Inizia la raccolta degli agrumi

A novembre maturano le prime arance della varietà Navel. Le arance non continuano a maturare dopo la raccolta, pertanto è fondamentale attendere il momento adatto, che è facile da riconoscere alle nostre latitudini, semplicemente perché diventano arancioni.

Nei paesi di origine restano verdi in quanto manca l’escursione termica che abbiamo noi. Anche molte varietà di clementine e mandarini si raccolgono in questo periodo e le indicazioni sono le stesse.

Gli agrumi sono piante sempreverdi, e durante la raccolta possiamo osservarle da vicino e notare eventuali sintomi di carenze e stato di salute, di cui ricordarsi per impostare poi le concimazioni di primavera.

Altre raccolte di novembre

A novembre a seconda della zona climatica si possono raccogliere vari frutti, alcuni già citati per ottobre, come melograni, nespole germaniche, castagne, kiwi, olive.

Per approfondire:

Pensare ai primi ripari invernali

Per alcune piante da frutto, coltivate in luoghi non ottimali per loro dal punto di vista climatico, bisogna prevedere dei ripari invernali.

Novembre probabilmente è un po’ presto per sistemare dei teli di tessuto non tessuto sopra piante di limone o mandarino, però quello che si può fare è iniziare ad ordinarli o acquistarli, scegliendo quelli della misura adatta. Per le radici si può pensare ad una pacciamatura ad effetto coprente, con sacchi di juta o, se disponibile, anche della lana di pecora.

Potature di novembre

La maggior parte dei fruttiferi deve essere potata verso la fine dell’inverno, perché potare prima li espone ai danni da freddo sulle ferite.

Per alcune specie invece novembre è un buon momento per la potatura, per esempio i kaki. Dopo la raccolta dei frutti, le piante vanno potate, ma mai praticando tagli eccessivi e drastici. Basta sfoltire quelle parti di chioma particolarmente fitte ed eliminare i rami secchi e i succhioni, cioè i rami a portamento verticale che non producono e non sono utili neanche per l’equilibrio generale della pianta. Per approfondire si veda l’articolo sulla potatura del kaki.

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