L’innesto a spacco è uno degli innesti più semplici e più affidabili, tanto da essere usato anche da professionisti.

Il classico spacco viene chiamato “spacco diametrale“, perché l’incisione in cui poi si innestano le marze viene fatta su tutto il diametro del portinnesto.

innesto a spacco diametrale

Scopriamo come fare l’innesto a spacco, vedremo il periodo corretto e una serie di suggerimenti pratici per una buona riuscita del lavoro.

La tecnica dell’innesto

Prima di descrivere l’innesto a spacco partiamo con un minimo di definizioni generali, rimandando per approfondimenti alla guida generale sugli innesti.

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Innestare significa unire due piante preesistenti, in modo che possano lavorare come un unico organismo, mettedo insieme le caratteristiche positive dell’una e dell’altra.

Le due parti (bionti) sono:

  • Portinnesto. Costituisce l’apparato radicale e il fusto principale, determina la resistenza a caratteristiche del suolo e siccità.
  • Marza. La parte che viene innestata sul portinnesto, darà origine ai rami produttivi con gemme e frutti. Determina la varietà dei frutti prodotti.

Una risorsa importante per orientarsi nel mondo degli innesti è la tabella per innestare, realizzata da Gian Marco Mapelli e scaricabile gratuitamente.

Quando effettuare un innesto a spacco

L’innesto a spacco va fatto tra febbraio e marzo, quando le temperature sono più miti e il rischio di gelate è minore.

Le marze però è bene che vengano prelevate in pieno inverno, con le gemme chiuse, e frigoconservate fino al momento di innestare.

Quali piante innestare a spacco

L’innesto a spacco è adatto alla maggior parte delle piante da frutto. Si può impiegare per innestare ciliegio, susino, melo, pero, fico e tante altre ancora.

Lo spacco diametrale si può fare quando il portinnesto è di dimensione contenuta, se vogliamo innestare su un fusto grande conviene preferire un’altra tecnica, ad esempio l’innesto a corona.

Se ti stai chiedendo come mai bisogna andare ad innestare, puoi leggere l’approfondimento sul perché innestare le piante da frutto.

Materiale occorrente

Per innestare a spacco, servono pochi, ma essenziali, strumenti:

  • Cesoia da potatura
  • Coltello da innesti
  • Rafia
  • Mastice

Affinché l’operazione di innesto sia eseguita correttamente senza danneggiare la pianta, è necessario che coltello e cesoia siano puliti e ben affilati, in modo da garantire un taglio preciso.

Come si esegue un innesto a spacco

Ora andiamo a scoprire tutte le fasi da seguire per realizzare un innesto a spacco. Vediamo per prima cosa un video di Gian Marco Mapelli…

Anche senza particolare esperienza si può riuscire a innestare correttamente seguendo questi passaggi:

Troncare il portainnesto

La prima cosa da fare è troncare il portainnesto all’altezza giusta. Bisogna eleminare tutti i rami presenti lungo il fusto. Trovato il punto di innesto, si esegue un taglio netto eliminando tutta la chioma. Per trovare il punto di innesto basta scegliere un punto dove il fusto è liscio, omogeneo e senza ramificazioni. Usare la cesoia per effettuare il taglio.

taglio del portinnesto

Rifilare il taglio e fare lo spacco

Rifilare col coltello in modo da avere un taglio bello netto.

Posizionare il coltello a metà del diametro e picchiettare con la cesoia fino a creare una fenditura di circa 4 cm di lunghezza, su tutto il diametro del portinnesto.

Procurarsi le marze e prepararle

Ora passiamo alla preparazione della nostra marza: a febbraio le piante sono ancora in riposo vegetativo, non sarà quindi necessario raccogliere le marze in anticipo, soprattutto se si tratta di piante come il susino, che non hanno una fioritura molto precoce, per cui troviamo delle gemme perfettamente chiuse. Se invece abbiamo una pianta già con gemme schiuse, se innestiamo a marzo o in una zona a clima mite, bisogna prelevare le marze prima e frigoconservarle.

Si procede individuando due gemme legno, che si trovano in una posizione centrale alla marza. Dopodiché bisogna fare un taglio. Questo deve essere vicino alla gemma precedente, così da avere tutto l’internodo libero.

la marza a fischietto

Sull’estremità inferiore andiamo a creare una forma a fischietto con dei tagli dritti e netti. Poco dopo la prima gemma, posizioniamo il nostro coltello e creiamo la forma fischietto fino a circa metà del diametro. Il taglio va iniziato e finito, non va bene fare degli scalini o delle curvature. Creata la forma a fischietto, subito dopo troviamo la prima gemma e poi la seconda. Andiamo a tagliare la marza vicino alla terza.

Se il portinnesto non è molto grande, è il caso di utilizzare una sola marza e, in questo caso, la forma a fischietto può non essere omogenea, ma da un lato più lunga e dall’altro più corta e sottile. Questo perché quando inseriremo la marza, non la metteremo al centro ma su un fianco, in modo che dal lato esterno ci sia più superficie possibile per far sì che la marza e il portainnesto si risaldino. Invece dall’altra parte il taglio deve essere più sottile, perché il portainnesto si dovrà risaldare.

Se invece scegliamo di avere due marze, il taglio deve essere simmetrico su entrambi i lati, per dare possibilità ad entrambe di starci.

Inserire la marza nello spacco

innesto a spacco

Ora è il momento di inserire la marza. Un piccolo trucchetto: puoi usare un pezzetto di ramo come cuneo. Inseriscilo e picchietta il cuneo per aprire lo spazio e poi inserisci la marza.

La prima gemma va rivolta verso l’esterno, ed è fondamentale che le cortecce combaciano, perché quello che deve andare a combaciare è il cambio, uno strato di cellula meristematica che si trova sotto la corteccia. Se le cortecce combaciano, anche il cambio combacerà e potrà saldarsi l’innesto.

Legare l’innesto

legare con rafia

Andiamo a legare il tutto utilizzando la rafia, oppure altri tipi di legacci, come quelli in plastica o il nastro per gli innesti. È preferibile la rafia perché è una fibra naturale, da sempre utilizzata per gli innesti. Stringere bene: l’intento è quello di tenere ben saldo l’innesto.

Mettere il mastice

mastice per innesti

Il mastice va messo sul taglio per evitare che questo si asciughi e per proteggere l’innesto da eventuali funghi e altra malattie.

Va applicato anche sulla rafia e un po’ anche sulla punta della marza. Facciamo attenzione a non sporcare le gemme col mastice. Il mastice sulla punta va messo, non perché questo pezzo non seccherà, ma semplicemente perché nel primo periodo bisogna conservare più acqua possibile.

Nel corso della stagione il pezzettino che va dalla punta fino a pochi millimetri sotto, andrà a seccare, ma intanto le due gemme si saranno già aperte e avranno creato nuovi rami.

Articolo di Adele Guariglia e Matteo Cereda. Video di Gian Marco Mapelli.

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