Raccogliere ciliegie buone e coltivate con metodo biologico può sembrare una bella sfida: il ciliegio è una pianta piuttosto delicata e spesso si presentano malattie fungine ed insetti dannosi che compromettono la produzione.
Tra le varie avversità che possono colpire il ciliegio c’è una specie di mosca, la Rhagoletis cerasi, che ha la brutta abitudine di fare le uova nella polpa dei frutti. L’insetto è chiamato comunemente “mosca delle ciliegie”, proprio per la sua specializzazione nell’attaccare questi frutti.
In realtà con le dovute accortezze la coltivazione biologica del ciliegio è possibile, serviranno tempestività e costanza e saremo ripagati da frutti sani, oltre che dalla soddisfazione di non inquinare l’ambiente. Scopriamo quindi come monitorare la presenza della mosca del ciliegio e come difendere il raccolto con metodi naturali.
Indice dei contenuti
La difesa biologica del ciliegio
Il ciliegio è una pianta che non si può lasciare in balia degli eventi, richiede una gestione attenta, nella prevenzione e nel monitoraggio di parassiti e avversità.
Coltivare in modo biologico, o comunque ecosostenibile, non significa lasciare che la natura faccia il proprio corso in modo del tutto autonomo, perché le piante in natura hanno l’obiettivo di perpetuare le specie, mentre a noi interessa anche produrre in abbondanza frutta di qualità. Inoltre, gli ecosistemi agricoli, anche quelli più ricchi di biodiversità, raramente si trovano in un equilibrio tale da rendere superfluo qualsiasi intervento contro gli insetti dannosi, quindi è giusto pensare di intervenire, ma possiamo scegliere le soluzioni a minor impatto ambientale possibile.
Anche se da qualche anno a fare danni ai ciliegi ci si è messa anche la Drosophila suzukii, ovvero il moscerino dei piccoli frutti (che a dispetto del nome, oltre ad attaccare more, lamponi e mirtilli non disdegna altra frutta, tra cui uva e ciliegie), la mosca delle ciliegie resta uno degli insetti chiave per questa pianta, e quindi è importante controllare ogni anno la sua presenza.
L’insetto Rhagoletis cerasi
La mosca del ciliegio appartiene all’ordine dei Ditteri, è stretta parente della mosca del noce (rhagoletis completa) ed ha un ampio areale di diffusione, dato che la possiamo trovare in tutti i paesi europei e in ogni zona d’Italia. Si tratta di una specie olifaga, nel senso che non attacca molte piante, ma è fortemente specializzata nel cibarsi dei frutti del ciliegio dolce.
L’adulto di Rhagoletis cerasi misura 3,5-4 mm, ha capo giallo sul davanti e nero sul dietro, con triangolo bruno dove si trovano gli occhi. Il torace è nero con sottile linea gialla laterale. Le ali sono blu nere con delle bande.
La larva di mosca delle ciliegie è di colore biancastro, senza zampe e della lunghezza massima di 5 mm.
L’insetto sverna allo stadio di pupa, gli adulti compaiono tra la fine di aprile e l’inizio di maggio, dopo 10-15 giorni si accoppiano e le femmine depongono dalle 50 alle 80 uova ciascuna all’interno di una ciliegia. In ogni ciliegia viene infatti deposto un unico uovo, perché la femmina marca il frutto con un feromone per impedire ulteriori ovideposizioni di altre femmine. Dopo 10-12 giorni, da ogni uovo nasce una larva che vive poi a spese della polpa. Le larve permangono circa 25 giorni nel frutto, dopodiché fuoriescono, si lasciano cadere a terra per impuparsi e ritornare fuori da terra come adulti nella primavera successiva. La mosca del ciliegio compie quindi una generazione l’anno.
Il danno alle ciliegie
La biologia dell’insetto è molto legata al ciclo stagionale del ciliegio e il danno è determinato dall’attività trofica della larva, che si ciba della polpa della ciliegia fino al nocciolo, portandola a disfacimento e compromettendola del tutto. I frutti colpiti sono esposti molto facilmente anche agli attacchi della monilia, patologia fungina molto comune sulle drupacee.
Considerato che ogni femmina depone 50-80 uova, ciascuna in una ciliegia, possiamo immaginare quanto la presenza incontrollata di questa mosca possa realmente minare il raccolto.
Strategie preventive
Per limitare l’insorgenza della mosca delle ciliegie possiamo intanto attuare qualche accorgimento preventivo:
- Erpicatura. Realizzare una leggera erpicatura del terreno ad inizio primavera, che espone le pupe ancora svernanti agli agenti atmosferici. Con poche piante è possibile zappettare tutto lo spazio sotto chioma.
- Scelta di varietà precoci. Se dobbiamo ancora mettere a dimora i ciliegi, è meglio scegliere varietà a maturazione precoce come la Burlat, la Precoce della Marca, o altre nuove varietà che sono uscite di recente dai vari centri di ricerca, che sfuggono almeno in parte al periodo di massima presenza dell’insetto.
- Reti antinsetto. Allestire reti antinsetto sulle chiome, dopo l’allegagione dei frutti, per non impedire l’ingresso anche alle api quando il loro intervento di impollinazione è prezioso.
- Realizzare trattamenti preventivi con prodotti corroboranti. Sono prodotti di origine naturale, o vegetali o minerali, che irrorati sulle chiome hanno la caratteristica molto positiva di potenziare le difese naturali delle piante, grazie a diversi meccanismi. Per esempio, le farine di roccia, come la zeolite, formano una patina sugli organi vegetali, che risulta fastidiosa agli insetti e funge da deterrente. Con questi trattamenti serve costanza, vanno praticati più volte durante la bella stagione, iniziando a primavera. Ottimo anche il caolino, farina di roccia argillosa che crea anche in questo caso un velo sottile sulle piante, che costituisce una barriera meccanica contro alcuni insetti dannosi. Il trattamento deve idealmente essere ripetuto ogni settimana, soprattutto con una presenza intensa dell’insetto, e si distribuisce previa diluizione in acqua, nelle dosi indicative di 2,5-5 kg/100 litri di acqua
Trappole alimentari contro la mosca
La mosca del ciliegio è molto attratta dal colore giallo, possiamo sfruttare questo realizzando trappole alimentari che oltre all’esca presentino anche un’attrattiva cromatica.
Tap Trap o Vaso Trap sono dispositivi molto efficaci per catturare questo insetto, sia a scopo di monitoraggio che di cattura massale.
Il tappo trappola di color giallo vivace si aggancia a bottiglie di plastica (tap trap) e a vasi di vetro come quelli del miele del formato di 1 kg (vaso trap), entrambi i contenitori devono essere riempiti di esca attrattiva per l’insetto da catturare.
Nel caso delle mosche nocive agli alberi da frutto, come la Rhagoletis cerasi, in ogni bottiglia bisogna mettere mezzo litro di ammoniaca non profumata (quella che si usa per le pulizie di casa) e qualche scarto di pesce crudo come sarde o acciughe, che funge da esca proteica.
Il metodo più efficace è partire con acqua e pesce crudo, catturando qualche mosca comune e poi aggiungere l’ammoniaca. Abbiamo spiegato il procedimento per la mosca mediterranea della frutta, vale allo stesso modo per la mosca del ciliegio e per la mosca del noce.
Posizionare le trappole tempestivamente sulle piante è fondamentale, in modo che siano presenti quando gli sfarfallamenti iniziano. Periodicamente è bene controllare le catture e sostituire l’esca. Le trappole gialle possono essere riutilizzate ogni anno tranquillamente, cambiando eventualmente il recipiente dell’esca che è appositamente pensato come elemento esterno.
Trattamenti insetticidi biologici
Contro la mosca del ciliegio possiamo intervenire anche con trattamenti insetticidi, ovviamente il consiglio è di non impiegare fitofarmaci di sintesi, ma soltanto prodotti eco compatibili.
Se si ha una coltivazione biologica professionale di ciliegi, è importante verificare che i prodotti ammessi per realizzare i trattamenti (le cui sostanze attive sono elencate nell’allegato I del Reg UE 1165/2021) siano registrati anche per quella determinata coltura e per quello specifico insetto da combattere.
Inoltre, è necessario avere il patentino in corso di validità, ovvero i certificato di abilitazione all’acquisto e all’utilizzo dei prodotti fitosanitari, che si ottiene con la frequentazione di un corso e aggiornamenti ogni 5 anni.
Ricordiamo inoltre che, come sempre, è fondamentale leggere attentamente tutte le informazioni riportate sull’etichetta del prodotto acquistato e attenervisi scrupolosamente, per la propria sicurezza individuale, e per l’ambiente.
L’abbinamento di farine di roccia come zeolite o caolino alla presenza delle trappole Tap Trap o Vaso Trap può rivelarsi una buona strategia difensiva ed evita di dover ricorrere a insetticidi.
Qualora si debbano utilizzare degli insetticidi, tra i più ecosostenibili suggeriamo quelli a base del fungo entomopatogeno beauveria bassiana.
Articolo di Sara Petrucci, illustrazioni di Marina Fusari.
Grazie del consiglio.