La Popillia japonica è un vero problema per orti, frutteti e giardini, si tratta di insetti che colpiscono moltissime specie di piante durante tutto il periodo estivo, arrivando a defogliare completamente interi alberi.

La sua diffusione in Italia è recente e interessa in particolare alcune zone, dove purtroppo prolifera in maniera incontrollata. Si tratta di un insetto esotico, come cimice asiatica e drosophila suzukii, che ha trovato un ambiente favorevole nel nostro ecosistema.

popillia japonica

Non è facile purtroppo contrastare questo coleottero giapponese di color verde metallizzato: scopriamo cosa possiamo fare per limitare i danni.

Caratteristiche del coleottero

La Popillia japonica è un coleottero di origine giapponese, presente da tempo anche negli Stati Uniti e fino al 2014 assente in Europa, ad eccezione delle isole Azzorre (Portogallo). Nell’estate 2014 è avvenuto il suo primo ritrovamento in alcuni comuni della Valle del Ticino. La sua diffusione è iniziata quindi nel nord Italia, a partire da Lombardia e Piemonte.

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L’adulto della Popillia ha una lunghezza media di circa 1 centimetro e ha colore verde metallico con riflessi bronzei sul dorso.

Anche se viene a volte chiamata “maggiolino giapponese” non si tratta di un maggiolino. Quello che lo contraddistingue da altri insetti simili, come appunto il maggiolino comune (Phylloperta horticola) e la cetonia (Cetonia aurata) è la presenza di 12 ciuffi di peli bianchi (5 su ciascun lato dell’addome e 2 più ampi sulla parte terminale).

Popillia japonica

Ciclo vitale in Italia

L’insetto nel nord Italia compie una generazione all’anno, gli adulti che escono dal terreno tra la fine di maggio e l’inizio di giugno.

Possiamo trovare questi piccoli coleotteri di color verde metallizzato in estate, li vediamo prevalentemente in gruppi numerosi a cibarsi sulle piante. Durante il mese di luglio c’è il picco della massima presenza di Popillia.

Danni e colture attaccate dalla Popillia

Il coleottero giapponese opera due tipi di danno:

  • Le larve della Popillia Japonica si muovono nel terreno e si nutrono delle radici delle piante. Possono rovinare il prato.
  • Gli adulti di Popillia Japonica sono polifagi e questo costituisce il grande problema, in quando tantissime specie coltivate possono esserne attaccate.

La Popillia attacca colture di pieno campo, alberi, cespugli ornamentali, piante da frutto e ortaggi, per un totale di circa 300 specie, è in grado quindi di dare problemi tanto all’orto quanto al giardinaggio.

I danni più gravi sono comunque a carico di un gruppo limitato di specie. Tra gli alberi da frutto citiamo pesco, ciliegio, susino, albicocco, nocciolo, vite e mirtillo, tra gli ortaggi fagioli e fagiolini, tra le ornamentali le rose.

Riconoscere la Popillia japonica e i danni che provoca è molto semplice: osserviamo una presenza numerosa di coleotteri sulle foglie, che appaiono ampiamente forate o del tutto mangiate. I piccoli morsi sulle foglie le fanno sembrare traforate come pizzo.

danni popillia

Come contrastare la Popillia japonica

Una caratteristica della popillia è la resistenza a molti insetticidi, questo rende difficile contrastare l’insetto.

Ecco cosa possiamo fare:

  • Monitoraggio della presenza e segnalazione al servizio fitosanitario regionale in caso di avvistamento.
  • Limitare le irrigazioni in caso di presenza dell’insetto, per danneggiare le larve nel periodo estivo.
  • Raccolta manuale, anche con l’aiuto di galline.
  • Impiegare reti antinsetto per preservare le piante.
  • Realizzare trattamenti con azadiractina, piretro naturale o Spinosad sulle colture e per gli insetti su cui sono registrati, per ottenere un effetto anche contro la Popillia.
  • Favorire la presenza di alcuni uccelli che possono cibarsi di Popillia, come la cornacchia, il merlo e l’upupa.

Cosa fare in caso di avvistamento di Popillia Japonica

La lotta alla popillia avviene soprattutto a livello regionale: l’ente fitosanitario regionale ha il compito di monitorare la presenza e di attuare azioni (ad esempio installare trappole) per contenere il problema.

Per questo se si avvistano esemplari di Popillia è importante segnalarlo, verificando che l’ente sia a conoscenza della presenza dell’insetto nella propria zona. Solo mappando la presenza di questo colettero è possibile predisporre una lotta biologica efficace.

Ecco cosa bisogna fare:

  • Verificare che si tratti di popillia (osservarela presenza dei ciuffi di peli bianchi al lati dell’addome, attenzione a non confonderla con la cetonia)
  • Fotografare ed eliminare gli insetti subito dopo averlo fatto.
  • Annotarsi le piante colpite.
  • Fare una segnalazione ai Servizi fitosanitari regionali (ad esempio per la regione Lombardia: popillia@ersaf.lombardia.it  per il parco Ticino:  popillia@parcoticino.it).

Trappole per la Popillia japonica

Esistono diverse trappole per catturare popillia japonica, utilizzando feromoni e cairomoni specifici, per attrarre in modo selettivo questi coleotteri. Le trappole vengono usate per il monitoraggio e anche per la cattura massale.

In particolare, i servizi fitosanitari di Lombardia e Piemonte utilizzano due tipi di trappole:

  • Il barattolo giallo e verde con particolari ali adatte alla cattura.
  • Il treppiede rivestito da rete coperta da insetticida.

Il difetto di questi strumenti è che il loro potere attrattivo è maggiore della loro capacità di cattura, con la conseguenza che richiamano tanti esemplari anche a distanza di centinaia di metri. Il risultato è un aumento dei danni alla vegetazione presente in prossimità della trappola stessa.

Trappole a feromoni

L’impiego di trappole a feromoni è un metodo interessante per contrastare la diffusione dell’insetto, ma richiede un’azione diffusa sul territorio, una singola trappola può avere effetto attrattivo richiamando molti maggiolini giapponesi, per poi non riuscire a catturarli tutti.

Ogni trappola deve esser messa ad almeno 10 metri da piante che si vuole proteggere. Per questo si tratta di un metodo sconsigliato per piccoli giardini. 

Un’ottima trappola contro la popillia è questa.

Eliminazione manuale

Le popillie sono coleotteri piuttosto lenti, in particolare nelle ore serali è molto facile catturarli.

Basta avvicinarsi a una pianta colpita per osservare gli insetti fermi sui rami. Con un secchiello pieno d’acqua e sapone si possono facilmente catturare: scuotendo leggermente il ramo le popillie cadranno nell’acqua.

Con costanza possiamo eliminare molti insetti e questo aiuta a ridurre il problema. In piccola scala è l’unico metodo che possiamo consigliare, oltre all’uso di reti antinsetto.

Anche le galline possono aiutare, mangiando i coleotteri.

Ridurre le irrigazioni

Le uova e le larve giovani della Popillia sono molto sensibili alla disidratazione: le estati calde e siccitose sono un freno al loro sviluppo.

Di conseguenza conviene limitare le irrigazioni allo stretto necessario, evitando di inumidire troppo il terreno, cosa che invece favorisce lo sviluppo delle uova.

Reti antinsetto

Un mezzo davvero efficace per evitare danni è l’uso delle reti antinsetto, da mettere a copertura dei filari o delle singole piante da trattare, dopo l’allegagione dei frutti.

Può risultare un po’ impegnativo e oneroso, ma è un ostacolo meccanico alla Popillia, oltre che alla cimice asiatica e ad altri insetti nocivi, ed è anche totalmente eco-compatibile, per cui adatto all’agricoltura biologica.

Trattamenti insetticidi biologici

Contro la Popillia japonica è possibile fare trattamenti a base di Azadiractina (olio di neem), come consigliato anche dallo stesso Ente Parco del Ticino, per un’azione repellente verso l’insetto. Tra i rimedi naturali il neem sembra essere il più efficace.

Si potrebbero in teoria usare anche altri insettiicidi bio (in particolare quelli a base di piretro naturale  e Spinosad) anche se non sono registrati a tutti gli effetti contro la Popillia. Bisogna però fare attenzione, anche perché questo coleottero col tempo sviluppa resistenza ai trattamenti. Per questo gli insetticidi non sono un sistema di contrasto efficace.

Organismi antagonisti per la difesa biologica

Il coleottero giapponese in Italia ha una diffusione incontrollata perché non trova sufficienti antagonisti in natura. Per contrastarlo con metodi naturali si è pensato quindi di inserire degli antagonisti naturali di questa specie, in particolare nematodi entomopatogeni.

I limitatori naturali della Popilla sono essenzialmente il nematode entomopatogeno Heterorabditis bacteriophora e il fungo entomopatogeno Metarizhium anisopliae, che sono stati introdotti nell’ambiente appositamente dal 2016. Nell’arco di qualche anno l’effetto dovrebbe essere visibile.

Articolo di Sara Petrucci.