Le trappole alimentari sono uno strumento molto utile per la lotta ai parassiti in agricoltura biologica, ne abbiamo già parlato e a chi si fosse perso le “puntate precedenti” consiglio l’articolo sul trappolaggio come alternativa ai pesticidi e l’approfondimento sulla trappola Tap Trap, dove si trovano molti consigli su come impiegare questi dispositivi.
Entriamo ora nello specifico per capire come mai è importante mettere le trappole a inizio stagione, catturando la prima generazione di parassiti, evitando di dover fare trattamenti impegnativi e poco ecologici in seguito.
Gli insetti infatti sono molto veloci nel riprodursi e questo li rende capaci di proliferare in pochi mesi, a spese delle nostre coltivazioni. Quando il danno diventa consistente le trappole possono fare poco, ma se si riescono a intercettare i primi individui si contiene la minaccia senza aspettare che diventi un reale problema.
Indice dei contenuti
Come proliferano i parassiti
Gli insetti sono famosi per essere capaci di aumentare rapidamente la loro popolazione, deponendo molte uova e diventando adulti in fretta, se sommiamo questo alla mancanza di antagonisti il risultato è un proliferare di parassiti nell’ambiente coltivato che porta danni gravissimi al raccolto.
Per porre rimedio a un problema serve conoscerlo, provando a capire come avviene la moltiplicazione degli insetti nemici dell’orto possiamo attuare le giuste strategie preventive.
La riproduzione dei parassiti
Praticamente tutti i parassiti dell’orto svolgono la loro attività nei mesi a clima mite, mentre durante l’inverno svernano senza disturbare, bloccati dal freddo. Con la primavera gli insetti si ridestano, compiono i primi voli e cominciano a riprodursi. Con l’aumentare delle temperature si risveglia intanto anche la natura: gli insetti fitofagi trovano nell’ambiente nutrimenti in abbondanza.
In molte specie di insetti nocivi gli individui diventano adulti a pochi giorni dalla nascita, questo rende il parassita capace di compiere tranquillamente 5 generazioni in un anno. Tipicamente ogni insetto depone decine di uova ad ogni riproduzione, quando non centinaia.
Mettendo insieme la rapidità di crescita, e quindi il numero di volte in cui gli insetti riescono a riprodursi, e la quantità di nascite che avviene ad ogni riproduzione, possiamo farci un’idea di come i parassiti possano moltiplicarsi in brevissimo tempo.
La mancanza di antagonisti naturali
In natura ogni specie ha degli antagonisti che ne contrastano la diffusione, soprattutto predatori animali e agenti patogeni. Questo è ciò che controbilancia la capacità riproduttiva degli insetti, compensata da vite brevi e un’alta mortalità degli individui, cosa che mantiene l’ecosistema in equilibrio.
Grazie ai suoi predatori la popolazione di una determinata specie non riesce a prendere il sopravvento e trasformarsi in un flagello distruttivo. Possiamo dire che la biodiversità è un fattore di stabilità e salute del contesto in cui coltiviamo, come ben spiegato da Giorgio Avanzo nell’articolo sull’orto resiliente.
In agricoltura spesso l’intervento dell’uomo ha rimosso gli antagonisti, sia per via dell’uso di veleni che per l’instaurarsi delle monocolture, che eliminano piante utili e privano molte specie del loro habitat.
Ad aggravare il problema si sommano anche le importazioni involontarie di insetti esotici, arrivati nel nostro paese tramite gli scambi commerciali. Se nei luoghi d’origine questi avevano dei nemici naturali, nel nuovo ambiente trovano campo libero. Non a caso molti dei peggiori nemici delle piante da frutto attualmente attivi in Italia sono di origine estera e di arrivo relativamente recente, ad esempio la drosophila suzukii, la cimice asiatica, la vespa velutina e la popillia japonica.
Come controllare gli insetti nocivi
Se in natura l’equilibrio è dato dalla biodiversità nell’orto non sempre si può contare solo quella per ottenere risultati nel breve periodo. Per avere un frutteto o un orto produttivo è indispensabile tenere sotto controllo gli insetti potenzialmente nocivi, se vogliamo farlo in modo naturale dobbiamo agire in particolare sulla prevenzione. Come vedremo le trappole alimentari sono un ottimo sistema per farlo.
Ridurre l’uso di insetticidi
Nell’ottica di equilibrio naturale il pesticida è un intervento fortemente destabilizzante. Anche gli insetticidi biologici mietono vittime innocenti e colpiscono spesso altri insetti utili, ad esempio api e coccinelle. Quindi effettuando i trattamenti si uccidono vari tipi di insetti, riducendo la biodiversità e privando l’ambiente di predatori che possono risultare importanti.
Questo diventa un circolo vizioso: più trattamenti si eseguono e più si diventa dipendenti da tali interventi.
Quando un insetto nocivo si è affermato ed è presente in massa l’unico modo per averne ragione è usare gli insetticidi, il trappolaggio agisce nel lungo periodo e rischia di non contrastare la minaccia in tempo per salvare le piante o il raccolto. Se vogliamo ridurre i pesticidi dobbiamo quindi intervenire prima che sia troppo tardi.
Le trappole alimentari
Rispetto ai pesticidi le trappole alimentari agiscono in modo differente e più selettivo: si inseriscono nell’ambiente in modo discreto e attraggono solo l’insetto target. Questo ci permette di correggere uno squilibrio nell’ecosistema, tenendo sotto controllo la popolazione di una specifica tipologia d’insetto che potrebbe avere altrimenti il sopravvento, senza colpire altre specie.
Possiamo usare le trappole per il monitoraggio, come abbiamo già spiegato nell’articolo dedicato, ma anche per la cattura massale, con lo scopo quindi di il numero di parassiti presenti grazie alle catture.
Per farlo in modo efficace dobbiamo però muoverci per tempo e catturare fin dalle prime generazioni. Quando gli insetti fanno danni concreti è ormai tardi per un trappolaggio davvero performante e si potrà solo limitare i danni.
Catturare la prima generazione
Meglio catturare un insetto solo oppure riempire un’intera bottiglia di parassiti dannosi? La risposta non è scontata: se l’insetto singolo viene preso ad aprile può rivelarsi una cattura migliore rispetto a 100 insetti analoghi presi ad agosto. Catturare un insetto femmina in primavera equivale a riempire una bottiglia di individui durante l’estate, vista la velocità con cui si moltiplicano.
Particolarmente evidente nel caso di calabroni e vespe, come approfondito nell’articolo dedicato, in cui se riusciamo a intercettare una regina evitiamo che si crei una nuova colonia.
Se pensiamo al potenziale che ha un insetto ad inizio stagione possiamo capire quanto è importante muoverci al momento giusto. Le trappole vanno quindi piazzate all’inizio della primavera, in modo da poter catturare gli insetti dopo che hanno svernato, ai loro primi voli.
Articolo di Matteo Cereda
Scrivi un commento