porri saniIl porro è certamente tra gli ortaggi più produttivi, perché occupa poco spazio nell’orto e genera una buona resa. Praticamente della pianta si mangia quasi tutto, ad eccezione delle radici e della cima delle foglie, quando queste sono dure o compromesse da alcune malattie, quindi è una verdura con pochissimo scarto.

Le malattie del porro, argomento di questo articolo, possono essere uno dei fattori che più riduce il raccolto, di conseguenza è utile imparare a prevenirle per tempo e a riconoscere i sintomi più diffusi in modo da saper intervenire adeguatamente.

Nell’orto si possono avere porri per quasi tutto l’anno, ed è utile piantarne spesso di nuovi per dilazionare il prodotto, ma la coltivazione non manca di alcune difficoltà, proprio in termini di malattie e parassiti. Per fortuna anche nell’orto biologico ci vengono in soccorso tecniche preventive e prodotti a basso impatto ambientale per una difesa eco-compatibile coerente con il metodo di coltivazione biologico.

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Difesa del porro dagli insetti. Oltre alle malattie i porri possono essere danneggiati anche dagli insetti. Impariamo il riconoscimento dei parassiti e difesa biologica della coltivazione.

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Come prevenire le malattie

Le misure più importanti per evitare le malattie dei porri sono quelle preventive: si tratta di alcuni accorgimenti colturali fondamentali per la coltivazione biologica. Non ci stancheremo mai di ripeterli affinché non vengano mai dati per scontati, perché sono attenzioni importanti e di carattere generale per tutto l’orto e quindi anche per i porri.

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  • Praticare rotazioni: nel caso del porro, è bene non trapiantare le piantine sul terreno che ha appena ospitato un’altra pianta liliacea come cipolle, scalogno o aglio, o dopo una coltivazione poliennale di asparagi.
  • Irrigare bagnando solo il terreno tra le file, meglio se con i tubi forati dell’ala gocciolante.
  • Attenzione al drenaggio del terreno, poiché i ristagni idrici che capitano soprattutto nei terreni pesanti e nei periodi piovosi, possono causare marciumi. Per questo vale la pena valutare la coltivazione su aiuole rialzate;
  • Eliminare tempestivamente le parti di pianta colpite da malattie, per evitare che queste si diffondano anche alle piante sane;
  • Non eccedere con le concimazioni. Anche il letame e il compost, benché naturali, possono portare ad eccessi di azoto e quindi devono essere somministrati in quantità corrette: il porro è esigente, ma bastano 2-3 kg kg al mq di questi ammendanti e bisogna calcolare circa 10 volte meno per lo stallatico pellettato, che è molto più concentrato. Gli eccessi di azoto, infatti, oltre ad inquinare le falde, rendono le piante più suscettibili alle malattie;
  • Asportare i resti colturali di porri e altre liliacee malate e non lasciarli a decomporsi sul terreno: questa precauzione è valida per il futuro, ma è comunque importante entrare nell’ottica di togliere sempre dall’orto le fonti di inoculo delle malattie.
  • Fare trattamenti preventivi a base di macerati o decotti di equiseto. Possiamo produrre autonomamente i macerati, ma se l’equiseto dalle nostre parti è introvabile possiamo comprare prodotti già pronti a base di questa pianta, da diluire in acqua, secondo le indicazioni che si leggono sul flacone;
  • Uso di corroboranti, come farine di roccia, lecitina, propoli: tutti prodotti che si trovano liberamente in commercio (non serve il “patentino”) e che, usati regolarmente, aiutano le piante ad essere più resistenti nei confronti delle avversità;
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Impariamo a preparare il decotto di equiseto. La ricetta per il semplicissimo decotto di equiseto, un preparato vegetale molto utile alla difesa dell’orto dalle malattie.

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Trattamenti: rame e altri prodotti

Durante le stagioni molto piovose può convenire intervenire con un trattamento rameico, per bloccare le malattie fungine e batteriche, che sono la maggior parte di quelle descritte qui sotto. Non tutti amano questa soluzione, che è meno ecologica tra quelle ammesse in agricoltura biologica, ma in certi casi può rivelarsi indispensabile per non perdere il raccolto. Conviene valutare caso per caso, e se si decidesse di ricorrere ad un prodotto rameico bisognerebbe seguire scrupolosamente le dosi indicate sull’etichetta, rispettando poi le prescrizioni in termini di dosaggi, diluizione, precauzioni e protezioni individuali da prendere.

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Considerando che molti funghi svernano nel terreno e saranno pronti ad attaccare quando le temperature torneranno favorevoli per loro. Per questo può valere la pena trattare un terreno che abbia ospitato colture ammalate con una soluzione a base di funghi antagonisti come il Trichoderma. Questo intervento vale per tutto l’orto e può essere progettato in concomitanza dei prossimi lavori di preparazione del terreno.

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Usare il rame nell’orto. Quali sono le controindicazioni, come e quando fare i trattamenti, quali sono i possibili prodotti bio a base di rame.

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Le principali malattie dei porri

Vediamo qui di seguito quali sono le principali patologie a carico del porro. In agricoltura biologica è molto importante la tempestività degli interventi, per cui saper riconoscere i sintomi è fondamentale.

Peronospora del porro

Questa patologia è causata dal fungo Phytophtora porri, che colpisce in particolare proprio questa specie, ma non è escluso che infetti anche aglio, cipolla e liliacee spontanee. Per questo le rotazioni sono molto importanti e bisogna evitare di far seguire i porri alle altre liliacee a breve giro. Non dimentichiamo ad esempio che varie patologie della cipolla colpiscono i porri e viceversa.

La malattia della peronospora è favorita dalle piogge ripetute e dalle temperature comprese tra 12 e 22 °C, mentre si interrompono le infezioni con temperature estive, oltre i 26 °C. Questo ci induce a dedurre che i periodi più a rischio sono la primavera e l’autunno, specialmente se molto umidi.

I sintomi della peronospora sul porro sono imbianchimento, necrosi, increspamento e afflosciamento della punta delle foglie. Sicuramente asportare queste parti colpite è il primo intervento importante, poi bisogna capire se ha senso fare un trattamento rameico.

Ruggine dei porri

Puccinia porri è l’agente responsabile della ruggine del porro, che si manifesta con pustole dall’aspetto rugginoso sul fogliame. In pratica le foglie del porro ingialliscono e si coprono di tantissimi puntini di colore giallo-arancio o bruno rugginoso. Lo stesso fungo può colpire anche l’aglio, e si conserva nel terreno.

Cladosporiosi

La cladosporiosi, causata dal fungo Cladosporium allii-cepae, in genere compare sulle piante giunte a fine ciclo, soprattutto se si tratta di un periodo molto piovoso. Si riconosce per le macchie ellittiche di colore giallo bruno e successivo distacco dei tessuti.

Marciumi batterici

Vari tipi di batteri, dei generi Erwinia, Pseudomonas e altri, attaccano tra le specie orticole anche le liliacee. Le infezioni iniziano a carico delle guaine fogliari esterne con la comparsa, in certi casi, di lesioni ovali marcescenti. Con l’umidità, le lesioni si propagano alle guaine sottostanti e i tessuti degenerano progressivamente in una poltiglia marcia e maleodorante.

L’ingresso dei batteri nei tessuti vegetali può essere favorito da lesioni meccaniche o da quelle causate dagli insetti nocivi. Di conseguenza, piante già compromesse da grandine o da parassiti diventano più deboli e più suscettibili ad ammalarsi.

Virosi del porro

Il porro può essere colpito anche da malattie virali, come il virus del nanismo giallo e della striatura, che causa riduzione dello sviluppo delle piante, bollosità delle foglie, le quali assumono striature gialle ben definite, e si ripiegano verso il basso.

Il virus è trasmesso soprattutto dagli afidi, insetti nocivi che devono quindi essere combattuti tempestivamente, pur con metodi e mezzi eco-compatibili.

Articolo di Sara Petrucci

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