La peronospora (o peronospera) è una delle peggiori malattie che possono colpire la pianta del pomodoro, in determinate condizioni climatiche può diventare un vero e proprio flagello e arrivare a distruggere l’intero raccolto.
Questa problematica è una malattia crittogamica (ovvero fungina), provocata da un patogeno il cui nome scientifico è Phytophthora infestans. Oltre alle coltivazioni di pomodoro può colpire altri ortaggi, in particolare della famiglia delle solanacee (patate, melanzana). Ci sono poi altri ceppi di peronospora che aggrediscono altre colture, ad esempio cavoli e cipolle.
I danni che può portare questo patogeno ai pomodori sono potenzialmente devastanti, nel 1800 in Irlanda la peronospora fu addirittura causa di una carestia, tuttavia è possibile agire per prevenzione e proteggere l’orto. Anche una volta che la peronospora si manifesta, se si interviene per tempo, si può arginarla anche con trattamenti consentiti in agricoltura biologica.
Qui di seguito andiamo ad approfondire, imparando a riconoscere i sintomi della peronospora sui pomodori e a imparare come effettuare difesa preventiva e lotta con metodi naturali. Il tipico trattamento anti peronospora è a base di prodotti rameici, come l’ossicloruro di rame. Se è vero che questo fungicida contrasta la malattia ed è consentito dal regolamento bio bisogna sapere anche che non bisogna abusarne, perché si accumula nel terreno. L’intento di questo articolo è imparare non solo a difendere i pomodori in modo bio ma a farlo in modo consapevole, per un orto davvero ecosostenibile.
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Phytophthora infestans: la peronospora sui pomodori
Se vogliamo essere efficaci nell’evitare o contrastare questa malattia la prima cosa fondamentale è prima di tutto “conoscere il nemico“. Dobbiamo quindi imparare a identificare fin dai primi sintomi il problema e soprattutto acquisire consapevolezza delle condizioni climatiche favorevoli al patogeno, per capire i casi in cui è più frequente che si verifichi.
La peronospora del pomodoro è una malattia crittogamica, causata da un microrganismo patogeno di natura fungina appartenente alla famiglia delle piziacee e chiamato Phytophthora infestans. Questo stesso fungo aggredisce anche altre piante oltre al pomodoro, soprattutto della famiglia delle solanacee, in particolare melanzana, patata e alchechengi. Non sembra esserne soggetto invece il peperone.
La parola “peronospora” è piuttosto generica: infatti viene usata per descrivere una serie di malattie delle piante, ad esempio la peronospora della cipolla (Peronospora destructor) o la peronospora dei cavoli (Peronospora brassicacee). La cosa curiosa è che la maggior parte delle peronospore sono provocate da funghi della famiglia delle Peronosporaceae (da cui il nome), ma la peronospora del pomodoro è invece causata da un agente appartenente alle piziaceae. Da questo impariamo che la peronospora non è un’unica malattia: l’infestazione che colpisce il pomodoro non si trasmette alla cipolla, può però trasmettersi a melanzane e patate, visto che sono anche loro suscettibili alla Phytophthora.
Quindi la peronospora del pomodoro è la stessa malattia della peronospora delle patate, ma non è la stessa rispetto alla peronospora della cipolla. Questa informazione è importante nel programmare le rotazioni colturali, come vedremo parlando di prevenzione.
Le cause della malattia
La causa della patologia, come abbiamo visto, è il microrganismo Phytophthora infestans, presente quasi sempre nei terreni. Quando questo fungo prolifera riesce ad aggredire la pianta in maniera significativa e si manifesta la malattia, è interessante conoscere conoscere quali fattori favoriscono il patogeno. I fattori primari che provocano il problema sono umidità e temperatura.
- Umidità eccessiva. La presenza di troppa acqua, quando ristagna nel terreno e in particolare quando si sofferma sulla parte aerea delle piante di pomodoro sono la principale causa di peronospora del pomodoro. L’umidità notturna che si sofferma in rugiada è particolarmente pericolosa.
- Temperatura. Ad attivare il microrganismo è il caldo, in particolare gli sbalzi di temperatura.
Quando nell’orto si verifica la giusta temperatura accompagnata da una forte umidità le piante si ammalano facilmente. La prevenzione e i trattamenti di difesa per proteggere i pomodori vanno effettuati in questi momenti. Il periodo peggiore in genere è la fine della primavera (maggio e giugno) e soprattutto la fine dell’estate (fine agosto).
Riconoscere i sintomi su pianta e frutti
Questa malattia si manifesta dapprima sulle foglie del pomodoro. Si comincia con un ingiallimento localizzato a chiazze, guardandola controluce si nota che le macchie alterano la densità del tessuto fogliare e si presentano traslucide. Le macchie virano poi a un colore bruno e col tempo la foglia dissecca completamente.
La peronospora passa poi ad attaccare il fusto e il frutto rovinando il raccolto e uccidendo la pianta. Sul frutto del pomodoro riconosciamo la peronospera da macchie di colore scuro, sul marrone.
L’alternaria solani o alternariosi, è un’altra malattia tipica del pomodoro, possiamo distinguerla dalla peronospora perché le macchie sono concentriche, con bordi ben definiti e aloni gialli al margine.
Tutte le malattie del pomodoro. Una panoramica completa delle malattie del pomodoro, impariamo a riconoscerle e a curarle.
Prevenire la peronospora
In agricoltura biologica i trattamenti sono qualcosa a cui ricorrere solo al bisogno, l’obiettivo sarebbe di farne a meno, grazie a una coltivazione ottimale, che mantenga le piante sane. La prevenzione della peronospora nei pomodori si articola su alcuni punti fondamentali.
- Il suolo: bisogna evitare che si formino ristagni idrici in caso di pioggia. Questo risultato possiamo ottenerlo con una vangatura profonda che renda drenante la terra. Ci sono ovviamente altri modi, come nell’orto sinergico in cui ci si prende cura del terreno senza lavorarlo.
- Niente eccessi di azoto. Bisogna fare attenzione anche alla concimazione: importante anche usare letame o compost maturo e non prodotti marcescenti che possano facilitare marciumi. A parte questo è da evitare anche un eccesso di azoto, che indebolisce la pianta e la rende più soggetta alla malattia.
- Rotazione colturale. Altra precauzione fondamentale è la rotazione delle colture: non bisogna tornare a coltivare i pomodori su una parcella di orto dove negli ultimi due anni ci sono stati altri pomodori, patate o melanzane. In particolare se si è già verificata la patologia.
- Favorire la circolazione d’aria tra le piante. Visto che l’umido causa problemi è utile che l’aria circoli liberamente, per questo bisogna tenere la giusta distanza tra le piante (sarà utile anche ad evitare che il contagio si diffonda subito). Anche la classica potatura delle femminelle è utile in questo.
- Attenzione alle piogge e alle irrigazioni. Troppa acqua favorisce la peronospera, in particolare se si sofferma sulle foglie. Irrigando non bisogna mai esagerare con le quantità e si deve direzionare l’acqua sul terreno e non sulla pianta, l’ideale è l’impianto a goccia. Si può anche pensare, se si verificano forti piogge, di montare un piccolo tunnel per evitare che le piante ricevano eccessiva acqua e si creino le condizioni per un’infestazione di questo fungo.
- Distribuire macerati corroboranti. Il macerato di equiseto è utile a rafforzare le difese immunitarie delle piante, si può irrorarlo sui pomodori ogni 7-10 giorni a scopo preventivo.
- Trattare con polveri di roccia. Alcune farine di roccia micronizzata, come caolino oppure zeolite cubana possono rivelarsi molto utili per assorbire umido in eccesso, creando una condizione ostile al diffondersi dei patogeni.
- Scegliere varietà resistenti. Ci sono tipi di pomodoro meno soggetti alla peronospora, in particolare le varietà antiche sono in genere meno attaccate dal fungo.
Si è diffusa la credenza che un filo di rame legato attorno al fusto sia preventivo della peronospora, in realtà questo non ha valore. Il rame si usa nei trattamenti, ma non certo in forma di filo elettrico, legare il filo alla pianta di pomodoro ha lo stesso valore di appendere un ferro di cavallo o incrociare le dita.
Come combattere la peronospora del pomodoro
Quando si riscontrano sintomi di peronospora bisogna intervenire immediatamente, altrimenti non riusciremo a salvare le piante di pomodoro. Ovviamente sarebbe auspicabile una prevenzione che eviti la malattia, come già spiegato.
Per prima cosa bisogna rimuovere le parti malate della pianta, senza farsi scrupoli a togliere foglie o interi rami. Non ci sono rimedi biologici in grado di curare le macchie e farle sparire. L’unica cosa che possiamo fare per contrastare la malattia è arrestarne la diffusione. Ovviamente nel rimuovere rami malati dobbiamo avere cura di smaltire ogni scarto vegetale, evitando di lasciarlo nell’orto e anche di compostarlo. Meglio bruciare tutto, per non diffondere ulteriormente la malattia nell’orto. Anche gli attrezzi che usiamo sulle piante malate vanno disinfettati, o almeno lasciati qualche ora al sole per far morire le spore.
Dopo aver tolto le manifestazioni visibili della malattia bisogna fare dei trattamenti che possano mettere in sicurezza le parti apparentemente sane. Bisogna trattare tutte le piante di pomodoro nell’orto, anche quelle non ancora colpite dal fungo. La peronospora è pericolosa anche perché è rapidissima a diffondersi e persistente. Sarà meglio trattare anche patate e melanzane, che come già spiegato sono ugualmente sensibili. Il classico trattamento è il verderame.
Trattamenti biologici anti peronospora
I trattamenti anticrittogamici biologici nell’orto si effettuano per due motivi:
- Prevenire il problema. Si tratta quando ci si aspetta che le condizioni (umido, temperatura) possano favorire la malattia. Il trattamento ha la funzione di proteggere le piante.
- Evitare la diffusione. Il rame non cura la peronospora ma la blocca, quando riscontriamo sintomi si trattano le piante per evitare che la malattia aggredisca le parti ancora sane.
Come trattamento contro la peronospora bisogna evitare i fungicidi non consentiti in agricoltura biologica, quelli sistemici possono essere particolarmente tossici ed è meglio evitare di avvelenare l’orto. Il classico rimedio alla peronospera è il rame.
Come alternativa si possono usare trattamenti a base di propoli, meno efficaci ma anche più naturali. Anche il decotto di equiseto è un preventivo della peronospora, ma essendo davvero blando preferisco segnalarlo come corroborante della pianta.
Le polveri di roccia come zeolite e caolino possono essere un altro utile rimedio: assorbono umidità eccessiva e prevengono in questo modo i problemi. Durante la stagione estiva sono particolarmente utili perché aiutano a evitare anche le scottature dovute al troppo sole, inoltre fanno da barriera dissuasiva contro alcuni insetti.
Scopriamo di più sull’uso del rame. Il rame è il più utilizzato trattamento fungicida in agricoltura bio, andiamo ad approfondire il suo impiego e le normative specifiche.
Come e quando trattare con il rame
I formulati più usati sono poltiglia bordolese, solfato di rame, oppure verde rame (ossicloruro), con rame almeno 30%. Siccome il principio attivo è sempre il rame l’effetto preventivo di contrasto alle malattie è simile, ci sono però importanti differenze. Ci sono trattamenti persistenti (efficaci a lungo) e altri che vengono dilavati con maggior facilità. Alcuni trattamenti rameici possono dare problemi alla pianta (fitotossicità). Importantissimo poi scegliere prodotti con breve tempo di carenza se siamo vicini al raccolto.
Il trattamento consigliato è quello a base di verderame (ossicloruro di rame), che è abbastanza persistente e meno fitotossico del solfato. In genere il verderame si diluisce sciogliendolo in acqua e si irrora la pianta spruzzando il composto su tutta la sua parte aerea.
Il rame agisce per copertura (non è un fungicida sistemico che entra nei tessuti vegetali) e forma quindi una barriera protettiva sulle parti irrorate. Se si spruzza bene si riesce a coprire tutta la pianta, bisogna tener conto che col tempo l’effetto perde gradualmente efficacia: da un lato il rame si degrada e viene dilavato, dall’altra la pianta cresce ed espone così nuove parti non protette. Per questo a volte si sceglie di ripetere il trattamento più volte durante un ciclo di coltivazione.
I trattamenti rameici si eseguono anche se il pomodoro è già fiorito, ma solo all’inizio della fioritura e poi sul finale. In questo caso si deve irrorare al mattino perché i fiori sono ancora chiusi. Bisogna calcolare un periodo di carenza di alcuni giorni per il rame, quindi non si può intervenire se i pomodori sono già maturi e pronti da cogliere. Si raccomanda verificare sulla confezione del prodotto il tempo di carenza, come anche le altre precauzioni raccomandate. Il trattamento tipicamente si fa in agosto, a fine luglio se sono pomodori da salsa che si raccolgono prima.
I rischi del rame. Non bisogna usare il rame in maniera indiscriminata, impariamo a conoscere quali rischi e conseguenze ambientali si porta dietro questo metallo.
Bisogna tener conto che il rame è un metallo pesante, che si accumula nel terreno e ha quindi un effetto non certo ecologico. Per questo motivo è importante pensare bene se usarlo oppure no, cercando di trattare il meno possibile con fungicidi rameici. Ad esempio se la situazione è disperata è completamente inutile coprire le piante di verderame, non si salveranno comunque, oppure se la stagione è asciutta si può evitare di fare trattamenti preventivi. In generale se si riesce a creare un ambiente sano e piante forti, si può risparmiare sul rame.
Articolo di Matteo Cereda
Articolo molto interessante, i trattamenti a base di rame è importante che siano tempestivi, ai primi segni di malattia e in condizioni ambientali favorevoli alla malattia (quindi umidità elevata). Se sono previste forti piogge è inutile trattare perchè il rame verrebe dilavato.
verissimo, Stefano. Grazie per il contributo prezioso.
Ciao a tutti, ho un grande dubbio: ma, i pomodori malatti (con questa o altra malattia) si possono mangiare o sono nocivi?
Qui da noi si scartano sempre, e ci sono molti che presentano delle macchioline biancastre nella polpa e che chiamano “virosi”.
Muchas gracias!
Ciao Daniel. Per prima cosa una buona notizia: le malattie delle piante, che siano crittogame o virosi, restano alle piante e non sono particolarmente nocive per gli esseri umani. Quindi se la pianta è malata i frutti si possono mangiare finchè sono sani. Se invece è malato anche il frutto meglio buttarlo via… Per prima cosa perché è sgradevole come gusto, in secondo luogo la presenza di marciumi ovviamente lo rende in piccola misura nocivo.
Sono un pensionato con la passione per gli ortaggi che mi danno tante soddisfazioni. Purtroppo vivendo al sud nella città di Messina siamo soggetti a forte vento di scirocco con elevata umidità che causa diverse malattie tipiche del periodo luglio agosto. Come posso prevenire? Grazie gianni
Puoi fare trattamenti con rame o zolfo, usando prodotti consentiti in bio e solo nei momenti in cui sai che c’è rischio. Oppure con prodotti più naturali come il macerato di equiseto.
Buona sera, orticoltura neofita , ho circa un centinaio di pomodori di diversi tipi, le piante quasi di colpo in due giorni hanno preso la peronospora probabilmente per l’enorme quantità di temporali di questa strana stagione…..oggi col cutter ho asportato le parti secche e poi dato la poltiglia. ….sono molto negativo sul risultato è non so cosa altro fare. Paolo
Ciao Paolo, hai fatto quel che si poteva fare, purtroppo le malattie funginee sono abbastanza spietate. L’anno prossimo andrà meglio, non metter i pomodori nello stesso punto, cerca di rendere ben drenante il terreno con le lavorazioni e magari previeni con trattamenti di rame.
Buona sera sono Renzo e abito in provincia di Verona , premetto che sono un neofita ho un piccolo pezzo di terra circa un metro per tre , è la seconda volta che pianto dei pomodori Cuor di Bue , che son buonissimi l’anno scorso mi sono venuti benissimo uno pesava 0,95 grammi
questo anno li ho piantati e tenuti coperti con del nailon ,causa frequenti piogge ma si sono manifestate su dei rami e foglie la pronospera come mi devo comportare ? le piante sono alte
un metro o più ne possiedo dieci , solo adesso si intravedono i primi pomodorini piccoli e sono tanti non sapendo come comportarmi ho inaffiato abbondantemente con del Verderame avete altri consigli da darmi ? nell’attesa saluto cordialmente
Il verderame è corretto per prevenire. Le parti di pianta già infettate vanno potate e rimosse.
anche a mè è accaduto un fatto simile. Per circa 20 anni ho sempre piantato i pomodori nello stesso piccolo orto, tutto bene ma quest’anno la peronospora ha distrutto tutti i miei pomodori.
Ho provato con la poltiglia bordolese, e aspetto di vedere cosa succede.
In ogni caso gli anticrittogamici biologici prevengono e non curano. Importante anche potare le parti malate della pianta. L’anno prossimo meglio spostare i pomodori dal posto che ha subito l’attacco della peronospora.
Grazie per tutti i vostri consigli . Spero di salvare le mie dodici piante di pomodori, ne no già tolte tre.
In bocca al lupo e viva il lupo.
buon giorno ho piantato un centinaio di pomodori tutto bene sino ad un’altezza di 1 metro e mezzo con già i pomodori ancora verdi poi all’improvviso una pianta dopo l’altra si seccava la punta circa 40 piante sono morte ma nessuno mi ha dato una risposta soddifacente spero in voi. grazie.
Dovresti verificare se le radici delle piante di pomodoro che seccano sono a posto oppure sono mangiati da larve o altri insetti.
Potrebbe essere questa la causa del tuo problema.
Sono un neofita Ortolano.Vorrei insegnare al mio nipotino come si coltivano i pomodori.Da voi ho imparato molto.Grazie.
Ho scoperto che nel mio orto di circa120 piante di pomodori una di è stata attaccata dalla penopospora come faccio x salvare le altre
Togli immediatamente la pianta colpita, tieni monitorate le altre e stai pronto a eliminare quelle malate. Se vuoi puoi fare un trattamento preventivo con il verderame, io personalmente cerco di evitarlo.
Sto visitando questo sito che trovo veramente interessante. Ottimi i consigli per la coltivazione dei pomodori. Modestamente mi permetterei di aggiungere alcuni che sperimento da anni e funzionano a meraviglia. Per combattere le malattie dei pomodori, io mi regolo così. 1° piantare vicinissimo ad ogni piantina di pomodoro, dopo aver incalzato la terra, piantine di basilico. 2° non bagnare più i pomodori da quando iniziano a prodursi i primi frutti, se non quel tanto che basta per mantenere in vita il basilico che avendo una radice corta, bisogna aver cura di lasciare attorno alle piantine un affossamento che possa contenere l’acqua. 3° è sufficiente una spruzzata di bordolese all’apparre dei primi fiori. 4° irrorare regolarmente le piante con il macerato d’ortica per tutta la stagine produttiva. questo serve a rendere più resistente e robusta la pianta e difenderla dagli insetti nocivi che non la gradiscono.Seguendo questi semplici ma efficaci accorgimenti in aggiunta a quelli da voi già dati, si avrà un raccolto di pomodori dolcissimi e se la stagione è favorevole, in autunno si potrannanno raccogliere ancora frutti verdi ottimi da mettere sotto vetro o lasciar maturare appesi in luogo asciutto.
Grazie Luisa, interessantissimi consigli da sperimentare.
Come si ottiene il macerato di ortica?
Ciao Carmine, leggi l’articolo sul macerato di ortica, trovi tutte le istruzioni utili ad autoprodurlo.
Ciao volevo chiedere un informazione, penso che la peronospora abbia attaccato il mio basilico e ne ho mangiato tanto e crudo. Solo ora mi sono informata e non pensavo fosse un fungo.
Quali potrebbero essere le conseguenze per me?
Ciao Mery, che io sappia la peronospora è una malattia delle piante non mi risulta faccia danno all’essere umano quindi fossi in te non mi preoccuperei. Però non sono un medico e quando si tratta di salute non dispenso consigli facili. Un saluto.
cosa fare per “bonificare” il terreno dell’orto quando le piante siano state colpite da peronospora? Grazie
Ciao Renzo, c’è poco da fare per bonificare se si vuole coltivare con metodo biologico. Consiglio di non tornare sul terreno con pomodori o altre piante solanacee per qualche anno.
colpito da peronospora alla fine di giugno, con tre giorni di scirocco secchissimo
mai visto! questo mentre i vigneti sono perfetti, senza nessun attacco di peronospora. Siamo ad Alcamo, TP
Buongiorno, ho irrorato i pomodori con il fungicida per la peronospora, ma dopo 6 ore ha piovuto. Avrà fatto effetto o devo irrorare nuovamente?
Non sapendo che prodotto hai usato non ho modo di rispondere, se il fungicida è verde rame e se ha piovuto molto il trattamento potrebbe esser stato lavato via. Mi raccomando non usare fungicidi chimici, sono prodotti che avvelenano la terra e gli ortaggi.
20 giorni di carenza per la poltiglia bordolese? Sulla mia confezione (Manica 20) è scritto 3 giorni!
Certo, molti prodotti dicono che su alcune colture, tra cui i pomodori, la carenza è di 3 giorni, su altre coltivazioni di 20 giorni. Io valuto in questo modo: se ci sono sostanze nocive che restano 20 giorni per precauzione evito di mangiare il pomodoro dopo tre giorni. Magari sono eccessivo ma si tratta di salute.
Complimenti per la dedizione e l’accortezza con cui affrontate il problema. Anch’io come tanti (o come tutti) coltivo pomodori che a seconda dei periodi viene attaccato dalla peronospora che ahimè quando parte è pressochè inarrestabile. Solitamente faccio trattamenti preventivi con solfato di rame. Frequentemente faccio irrorazioni di macerato di ortica anche per ridurre l’interesse degli afidi alle piante,che, come ben sapete gli afidi oltre a suggere la linfa della piante sono vettori di malattie di origine virotica diffondendo il contagio. Per il resto rotazione delle colture, rispetto degli spazi per consentire l’aerazione, asportazione immediata delle parti malate, vangatura costante per l’arieggiamento delle radici e per la riduzione del ristagno di acqua, irrigazione controllata orientata alle prime ore del mattino per evitare il contrasto della temperatura dell’acqua con quella del terreno e poi tanta passione coaudiuvata da tanto olio di gomito. ciao, buona stagione a tutti
Ciao Paolo, grazie dei complimenti che ricambio. Direi che fai un ottimo lavoro.
Molto comprensibile ed utile, grazie.
BUONGIORNO.
INFORMAZIONI UTILI
DOMANDA, IL TELO NERO PUO’ ESSERE DI CONTRASTO ALLA PERONOSPORA?
Direi di no, anzi può favorire un umidità del terreno, in quanto poco traspirante.
Buongiorno. Oggi ho sradicato 12 delle 20 piante di pomodori, causa peronospera. Avevo fatto un trattamento preventivo con macerato di ortica e nient’altro. Quando è apparso il fungo sulle foglie ho asportato le parti attaccate, ma non è servito. Temo che anche le rimanenti andranno eliminate, anche se sembrano ancora sane. La mia domanda è: come posso utilizzare questo terreno ora? Immagino sia rischioso ripiantare pomodori…
Ciao Miriam, per la prossima volta considera che il macerato di ortica è un ottimo insetticida (macerato breve) e fertilizzante (macerato lungo), per rafforzare le difese dalle malattie meglio usare macerato di equiseto, oppure propoli. Detto questo dove c’erano i pomodori evita di ripiantarli, evita qualsiasi solanacea (no peperoni, melanzane, patate), pianta pure invece ombrellifere (carote, finocchi, sedano), insalate o crucifere (cavoli).
Grazie, utilissimo.. andrò di cavoli. Intanto ho “ceduto” e fatto uso di verderame sulle restanti piante di pomodori. Avevano però i fiori ed ho letto che sarebbe da evitare (spruzzare il rame sui fiori). . Rischia tossicità il frutto? Ancora Grazie.
Il rame in fioritura non bisognerebbe usarlo per due motivi: il primo e più importante è che può nuocere agli insetti impollinatori (come le api), il secondo è che può nuocere al processo di impollinazione del fiore, quindi pregiudicare la fruttificazione. Ormai è fatta, il trattamento non impatta rispetto alla commestibilità del frutto che ne deriva. Rispetta sempre i tempi di carenza (tempo che intercorre tra trattamento e raccolto), lava i tuoi pomodori prima di mangiarli e non ci sono problemi.
Grazie mille.
miriam
Ho letto l’intervento di Matteo Cerada e mi rinfranca. Avevo dato lo zolfo ramato (in forte concentrato) a inizio giugno perchè diverse piantine alla base stavano marcendo. Col sole poi la situazione è migliorata e si sono riprese ed hanno fatto tanti frutti. Il tempo di carenza era di 21 giorni ma per cautela ho chiesto al produttore se era lo stesso se l’avevo dato anche sui fiori. Lui mi ha risposto che valeva solo per foglie e frutti e non per i fiori. Allora li ho lasciati marcire… anche se molti sono ancora da raccogliere. Sarà ben passato il tempo di carenza! (evidentemente oltre alla questione polline i fiori “assorbono” di più la tossicità.
Ciao, quest’anno praticamente tutte le mie piante di pomodori sono state attaccate dalla peronospora.. estraendomi i semi per la semina dell’anno successivo mi domandavo se si possono avere ripercussioni anche sulle future piantine che nasceranno
Ciao Luca, domanda molto interessante, a cui non so dare risposta certa. La peronospora di certo interessa il frutto, che io sappia il micelio patogeno sverna in genere sui residui vegetali nel terreno (per questo è importante la rotazione colturale), non so se il seme può veicolare la malattia, credo che sia un’eventualità possibile ma remota.
Salve vorrei sapere come ci si deve comportare con il rame nel caso di pomodori che fioriscono in continuazione, L’articolo parla di inizio e fine fioritura, che non c’è mai. Inoltre vorrei capire perché si consiglia di piantare il basilico al loro fianco,, se poi si usa si corre il rischio di ingerire rame direttamente
Ciao Beppe, il basilico vicino ai pomodori è un classico, sono piante che stanno bene insieme. Questo nell’ottica che i pomodori non vengano trattati di continuo con il rame ovviamente. Se si fanno trattamenti bisogna poi aspettare il periodo di carenza per raccogliere sia pomodori che basilico. I trattamenti si consiglia di farli a inizio fioritura, mentre vanno evitati sulla pianta fiorita perché si rischia di danneggiare gli insetti impollinatori. Per questo è bene fare il trattamento a inizio stagione, che in genere è momento climatico favorevole alla peronospora e può essere un buon accorgimento preventivo.
Un saluto a Tutti. Stavo pensando di fare un trattamento sul terreno con un cannello tipo quello che si usa per mettere l asfalto per sterilizzare il terreno. Credo che a quella temperatura i microbi della peronospora muoiano. Fresare il terreno e rifare un altro intervento allo stesso modo. Che ne dite?
Ciao Saverio, premesso che non ho nessuna esperienza di questo tipo non mi pare una buona idea. Non so a che profondità arriva la sterilizzazione, però non la vedrei come una cosa totalmente positiva. La fertilità di un suolo si fonda anche sui microrganismi che lo popolano. Insieme ai patogeni responsabili della peronospora (che non sono certo tu riesca a debellare completamente) ne farebbero le spese una serie di microganismi preziosi che vivono in sinergia con gli apparati radicali delle piante e finiresti per impoverire il tuo terreno.
La cosa migliore resta fare una rotazione colturale e tornare sull’appezzamento dei pomodori solo dopo 2-3 anni.
Molto chiaro
Interessante
Ciao a tutti, essendo purtroppo anche il mio piccolo orto di pomodori stato colpito dalla peronospora, dopo aver tolto le piante, se non ho capito male al terreno posso fare un trattamento di zeolite prima di piantare nuovamente? E successivamente (dopo quanti giorni?) Posso piantare ad esempio insalata? Grazie mille scusate sono alle prime armi
Ciao Laura. La zeolite è un trattamento che si fa sulle piante, distribuendo la polvere di roccia diluita in acqua sulle foglie, a scopo preventivo. Non servirebbe a nulla trattare sul terreno. Se hai avuto peronospora meglio non tornare prima di 3 anni con altri pomodori, ma l’insalata la puoi piantare senza problemi, perché il ceppo di patogeni che attacca i pomodori non colpisce le insalate.