Il radicchio, o cicoria (Cichorium intybus) fa parte della famiglia delle Composite ed è una specie di origini europee, motivo per cui nei prati si trovano molto facilmente le varietà spontanee, che sono quelli coi fiorellini azzurro-violetti.
Il termine radicchio viene utilizzato soprattutto per indicare quelle cicorie che si utilizzano come insalate, e di cui si può mangiare anche la prima parte di radice carnosa (fittone), mentre non si usa per la catalogna, che viene chiamata “cicoria catalogna”.
Le cicorie botanicamente sono piante biennali, ma sono gestite come annuali in coltivazione perché se ne raccoglie la parte vegetativa prima che vada in semenza. Del radicchio in genere si prende il cespo, nel caso delle cicorie da taglio le foglie. Di radicchi ne esistono molte varietà, frutto di selezioni accurate, che hanno condotto alle note insalate amare denominate spesso con la loro città di provenienza: ad esempio il radicchio rosso di Treviso, la cicoria variegata di Castelfranco o la cicoria bianca mantovana. Sono classiche insalate invernali, rustiche e semplici da coltivare, resistenti al freddo e capaci di offrire produzioni generose. Si adattano perfettamente alla coltivazione biologica, che è quindi consigliatissima sia per orti di piccole dimensioni e gestiti da privati, sia per produzioni professionali.
Ma anche se i radicchi sono resistenti a parassiti e malattie rispetto ad altri ortaggi più delicati, capita talvolta che vengano colpiti anche loro da qualche avversità.
Queste sono le maggiori misure preventive per evitare che i radicchi si ammalino:
- Evitare le irrigazioni per aspersione, preferendo un sistema irriguo a goccia, considerando che le malattie sono favorite dall’umidità. In un orto piccolo va benissimo anche usare l’annaffiatoio, ma solo bagnando il terreno alla base e non i cespi.
- Evitare i ristagni idrici del terreno. Dato che si tratta di insalate che si coltivano soprattutto in autunno-inverno, un periodo in cui in molti luoghi d’Italia l’umidità notturna è alta, e spesso capitano periodi piovosi, è bene evitare gli allagamenti del terreno. La coltivazione su aiuole rialzate è sicuramente una buona soluzione, soprattutto per le coltivazioni su terreni pesanti.
- Rotazioni colturali, regola da non dimenticare mai in un orto eco-compatibile. I radicchi fanno parte della famiglia delle composite come lattuga, cardo, carciofo, girasole, topinambur, quindi è bene alternare sulle aiuole i radicchi con specie di altre famiglie botaniche per 3 cicli colturali;
- Rispettare le giuste distanze di trapianto, lasciando 25-30 cm tra ogni piantina, evitando di infittire troppo la coltura, per consentire un buon arieggiamento;
- Distribuzione al terreno di prodotti con funghi antagonisti come il Trichoderma, che offrono una protezione di provata efficacia dai funghi patogeni.
- Assicurare una buona ventilazione alle colture sotto tunnel o serra, per evitare condense e troppa umidità dell’aria.
Vediamo adesso quali sono le malattie che possono colpire i radicchi e con quali rimedi ecologici possiamo contenerle. Alcune sono malattie vere e proprie perché sono provocate da organismi patogeni come funghi o batteri, mentre altre avversità sono di natura non parassitaria e per questo vengono definite fisiopatie.
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Malattie vere e proprie del radicchio
Le malattie sono patologie vere e proprie, nel caso dei radicchi a causarle sono prevalentemente funghi o batteri.
Tracheomicosi
Funghi come Pythium e Verticillum causano questa patologia che compare soprattutto in inverno, sia all’aperto che in serra. I sintomi iniziano con l’appassimento delle foglie più esterne dell’insalata, che marciscono e si afflosciano, per passare anche al colletto, di cui marciscono i tessuti. Tagliando il fusto della pianta si può notare l’annerimento dei tessuti vascolari interni, provocato dal micelio fungino.
I cespi così colpiti, ben evidenti rispetto a quelli sani, devono essere subito asportati onde evitare la contaminazione di altre piante, e sul terreno bisogna distribuire, come anticipato sopra, un prodotto a base di uno o più funghi antagonisti.
Marciume batterico
Il batterio Pseudomonas cichorii può causare danni ai radicchi soprattutto in prossimità della raccolta. Il marciume batterico su questa insalata si manifesta con piccole macchie internervali di colore marrone scuro, che si localizzano inizialmente sul margine del lembo fogliare, in condizioni di elevata umidità confluiscono e danno origine ad estese aree necrotiche. Il cespo marcisce per disgregazione dei tessuti e se la marcescenza interessa anche il cuore del cespo, quando la malattia colpisce in questo modo non c’è più niente da recuperare.
Il batterio si conserva nel terreno e sui residui colturali, per cui è fondamentale praticare le rotazioni e compostare tutti i residui invece che lasciarli nell’orto a decomporsi.
Cercosporiosi
La malattia funginaa della cercosporiosi inizia dalle foglie più esterne del cespo con macchie isolate, che poi ingrandiscono ma rimangono circoscritte da un alone rossastro. I tessuti centrali delle parti alterate disseccano e il lembo resta bucherellato. Si tratta di una patologia tipicamente favorita dal clima caldo-umido.
Ruggine
Il fungo Puccinia cichorii è responsabile della ruggine, patologia che compare verso la fine dell’estate sulle foglie più esterne delle cicorie, ed è riconoscibile dalle classiche pustole rugginose che liberano le spore, le quali diffondono ulteriormente la malattia tra le coltivazioni. Il fungo dopo aver svernato, in primavera inizia ad attaccare le cicorie spontanee presenti nell’ambiente, e da queste passa alle cicorie coltivate.
Marciume del colletto da Sclerotinia
Il fungo della Sclerotinia è il responsabile dei marciumi del colletto, che si notano facilmente trovando delle piantine appassite quando la malattia ha terminato il proprio decorso. Inizialmente si può notare la marcescenza delle foglie più esterne, che si afflosciano al suolo, poi pian piano la malattia penetra nei tessuti più interni del cespo. Contro questa avversità sono registrati anche per le insalate dei biofungicidi a base di Bacillus subtilis e Bacillus amyloliquefaciens, ammessi anche nella difesa biologica. Sono comunque agrofarmaci a tutti gli effetti e per acquistarli e utilizzarli bisogna avere il “patentino”, che si ottiene con la frequentazione di un corso di 20 ore e relativo esame.
Fisiopatie del radicchio
Come anticipato la fisiopatia non è propriamente una malattia, si tratta di una condizione di sofferenza della pianta che si manifesta con sintomi che fanno pensare a un agente patogeno. In realtà se si capiscono le cause si può intervenire fornendo alla pianta di radicchio la condizione giusta per svilupparsi al meglio e sanando così la situazione.
Radice cava
L’alterazione causa un’ampia cavernosità interna alla radice dell’insalata, ed è causata da squilibri idrici, ovvero periodi di abbondante acqua preceduti da periodi di carenza idrica. I tessuti esterni del fittone crescono rapidamente, causando stiramenti dei tessuti che portano alla comparsa di questa cavernosità.
Nel radicchio la radice cava è particolarmente dannosa perché si raccoglie per il consumo non solo il cespo ma anche la prima porzione di radice, inoltre se le piante vengono colpite precocemente da questa anomalia, i cespi che si formano hanno uno sviluppo vegetativo ridotto.
Per evitare che si verifichi la radice cava l’unica strategia è la prevenzione, che in questo caso si traduce in interventi irrigui regolari nei primi periodi estivi di coltivazione, evitando la siccità prolungata.
Suberosi radicale
Si tratta in realtà di un’altra fisiopatia, che colpisce prevalentemente le lattughe, ma può anche capitare alle cicorie, quando vengono coltivate per 5-6 volte consecutive sullo stesso terreno. Il fittone radicale non si sviluppa adeguatamente, rimane ridotto e di consistenza suberosa e di conseguenza anche il cespo non può raggiungere le dimensioni potenziali della varietà di appartenenza. Le rotazioni quindi sono il miglior modo per evitare questo inconveniente.
Articolo di Sara Petrucci
Posso dare rame e zolfo per prevenire malattie fungine, a causa di frequente pioggia, a lattuga e radicchio?
Teoricamente puoi, ma non consiglio di usare rame e zolfo su colture brevi come le insalate. Si tratta di fitofarmaci che seppur biologici hanno controindicazioni, dove possibile conviene evitarne l’impiego. La propoli è un trattamento interessante, perché totalmente sicura e comunque con una certa azione antifungina, oltre che corroborante.