Per coltivare l’orto, il frutteto, e anche tutte le altre tipologie di colture, è importante conoscere il proprio terreno in base ai più importanti parametri. Tra gli aspetti determinanti c’è la tessitura, che esprime le dimensioni delle particelle che lo compongono, e che ne influenza le caratteristiche fisiche e in sostanza la sua facilità di lavorazione.
I terreni argillosi sono quelli a grana più fine e sono solitamente molto fertili, anche se tendono a compattarsi. Per la coltivazione richiedono alcune accortezze che descriviamo in questo articolo, soprattutto sugli aspetti di lavorazione e di concimazione. La sostanza organica è come sempre un fattore importantissimo, unitamente alla sistemazione dell’orto in aiuole rialzate, e vedremo perché.
Per le loro caratteristiche fisiche, i terreni “pesanti” o argillosi sono quelli a prevalenza di particelle fini, come l’argilla, mentre i terreni “sciolti” o sabbiosi sono quelli composti prevalentemente da particelle più grossolane, come la sabbia. Entrambi i tipi di terreno presentano vantaggi e svantaggi, fermo restando che l’ideale per coltivare l’orto o il frutteto sono le situazioni intermedie, ovvero terreni “di medio impasto”. Negli orti possiamo riconoscere bene queste differenze durante le lavorazioni e osservando come si comportano dopo le piogge.
I terreni comunque sono tutti diversi tra loro e riflettono ciascuno una propria storia e peculiarità irripetibili, frutto di quei luoghi specifici e della roccia madre da cui si sono originati.
Indice dei contenuti
Come riconoscere un terreno argilloso
Un terreno argilloso si riconosce osservando la grana delle sue particelle, che in questo caso è minuta (diametro inferiore a 0,002 mm). Possiamo anche farci guidare empiricamente da alcune caratteristiche che si notano quando è asciutto e altre che si notano quando è bagnato.
Quando un terreno argilloso è asciutto tende a formare le caratteristiche crepe, che sono tanto più larghe e profonde quanto maggiore è la percentuale di argilla. Quando è bagnato diviene fangoso, scivoloso, e il processo di asciugatura è molto più lento rispetto a quanto avviene in un terreno sciolto. Se non drena bene è facile vedere un terreno di questo tipo allagato per lunghi giorni.
Una verifica della sua tessitura argillosa si può anche fare toccandolo: prendiamo un pugnetto di terra umida, e noteremo che possiamo impastarla e farci una pallina che non si sgretola, ma che resta integra, e possiamo anche farla scorrere tra le mani allungandola.
Ci sono anche tanti terreni a tessitura particolare, come quelli argillo-limosi, o argillo-sabbiosi, franco-argillosi, a seconda delle diverse percentuali delle varie tipologie di particelle.
Se si è interessati ad una conoscenza esatta della tessitura del terreno con cui si ha a che fare, è possibile far realizzare delle analisi da un laboratorio apposito, prelevando accuratamente i campioni dagli strati superficiali, escludendo i primissimi centimetri.
Pregi del terreno argilloso
I terreni argillosi sono terreni fertili: i minerali argillosi legano a sé gli elementi nutritivi per cederli poi alle piante e formano dei complessi con la sostanza organica.
In questi terreni a pori minuti, si ha minore circolazione di aria circola rispetto a quelli sciolti, e ciò ha come conseguenza che la sostanza organica che apportiamo con compost, letame o sovesci si ossida molto più lentamente. Nella pratica la sostanza organica distribuita dura di più.
Difetti
I terreni argillosi diventano problematici se piove spesso, perché impiegano tempo ad asciugarsi dopo una precipitazione e non si fa mai in tempo a lavorarli che arriva un’altra pioggia. Questi terreni infatti devono essere lavorati solo quando sono “in tempera”, ovvero quando sono al giusto grado di umidità: né troppo umidi né secchi.Lavorare un terreno argilloso ancora umido è molto faticoso e provoca la formazione di zolle che una volta asciutte diventano dure come sassi.
Il ristagno idrico può causare problemi alle radici degli ortaggi e anche a quelle degli alberi da frutto, per i quali è opportuno scegliere portinnesti resistenti.
Quando asciugano, i terreni argillosi possono compattarsi e formare la crosta superficiale e le caratteristiche crepe non benefiche per le radici, .
I difetti elencati, comunque, sono molto accentuati soprattutto nei terreni poveri di sostanza organica: laddove sono costantemente ammendati si riscontrano molte meno difficoltà.
Come lavorare un suolo argilloso
I terreni argillosi devono essere lavorati in profondità, data la loro tendenza a compattarsi e a non drenare bene. La prima volta che li lavoriamo, è importante usare la vanga o la forca foraterra, poi zappare, miscelando ai primi strati del compost maturo (3-4 kg/mq) o letame maturo (4-5kg/mq).
Dopo questo primo intervento è molto consigliato dividere l’orto in aiuole permanenti rialzate dalla superficie, delimitate da vialetti specificatamente destinati ai passaggi. Questo sforzo iniziale di progettazione e suddivisione permette al terreno delle aiuole, per quanto argilloso, di mantenersi più soffice nel tempo.
Di anno in anno potremo valutare se vangare o se usare il forcone, che comunque dissoda profondamente il terreno lasciando inalterati gli strati del suolo. Le aiuole rialzate non vengono mai calpestate e consentono lo sgrondo dell’acqua in eccesso, che evita i marciumi alle radici nei periodi molto piovosi.
Una volta che si sono seminati o trapiantati gli ortaggi, tra le file dovremo zappettare spesso per rompere le tipiche crepe, oltre che per eliminare l’erba cresciuta nel frattempo. Allo scopo, oltre alle classiche zappe è utilissimo il tridente, con cui letteralmente grattare la superficie del suolo, che una volta smossa si ossigena. Se invece, come è consigliato, stendiamo un buon strato di pacciamatura organica, come paglia o erba secca, i lavori di cui sopra non sono necessari e anzi, questo materiale contribuisce ad arricchire il terreno.
Come si migliora
C’è la possibilità di aggiungere sabbia ai terreni argillosi, miscelandola direttamente alle aiuole di coltivazione, nei primi strati. In questo modo il terreno si alleggerisce.
Comunque, l’apporto costante di sostanza organica riveste il ruolo principale nel miglioramento fisico di questi terreni e ricordiamo che avviene tramite: la distribuzione di compost o letame, il sovescio, la pacciamatura organica con materiali che lentamente di decompongono nel suolo, l’interramento o la decomposizione in loco dei residui colturali. L’apporto di sostanza organica deve avvenire ogni anno.
Può capitare che ci si trovi a coltivare l’orto su un terreno argilloso povero di sostanza organica, e in quel caso, nonostante apporti anche abbondanti, è possibile che i primi significativi miglioramenti si vedano solo dopo i primi 2 o 3 anni di gestione attenta, ma non dobbiamo demordere, perché piano il terreno si ripopola di vita e gli equilibri si instaurano.
Cosa coltivare su un terreno argilloso
Si tende a pensare che alcuni ortaggi non possano assolutamente riuscire in terreni difficili come quelli fortemente argillosi. In realtà, a parte condizioni estreme, la maggior parte degli ortaggi comuni ha una certa adattabilità a diverse condizioni.
Quello che fa veramente la differenza è la nostra gestione e quindi non dobbiamo mai trascurare le lavorazioni e l’apporto di sostanza organica, che possono veramente migliorare un suolo tenace.
Alcuni ortaggi come le carote prediligono terreni sabbiosi perché possono approfondirvi bene le radici, ma rendendo soffice un terreno argilloso e curando le tecniche colturali, si possono comunque ottenere risultati soddisfacenti anche con questa specie.
Nella messa a dimora di piante da frutto dovremmo richiedere informazioni sul portinnesto e orientarci sulla scelta di tipi tolleranti, ma prestare anche molta attenzione allo scavo delle buche, che deve essere profondo e prevedere l’aggiunta di tanto ammendante come compost o letame maturi.
Articolo di Sara Petrucci
Grazie,mi fai sentire di essere sul buon “sentiero”…ormai 3′ anno di orto su terreno molto argilloso,pacciame pacciame…
Grazie Sara dei preziosi consigli, ho un piccolo orto da quasi un anno , il terreno argilloso la mia schiena ringrazia quando è ora di preparare le aiuole per la semina.
Salve ho un terreno argilloso, in parte con frutteti e una parte libera per un piccolo orto per uso proprio, nella lavorazione del terreno come dite, prima si deve usare la vanga e poi zappare,,,ma essendo un po ampio come lotto posso usare un motocoltivatore con vangatrice e poi con fresa, ho sconsigliate la fresa per non creare la suola di lavorazione?
P:s ho da poco questo terreno e con i metodi tradizionali classici della zona non credo siano efficienti (solo uso di frese due tre volte l’anno)
Ciao Graziano. La fresa non è il male assoluto, spesso è utile su ampie estensioni. Se possiedi una vangatrice puoi usare quella e non avrai nessuna suola. Sono macchine un po’ costose ma può valerne la pena. Esistono anche vangatrici per motocoltivatore.
Molto illuminante. Mi sono accorto di aver fatto solo errori nella coltivazione degli ortaggi.
Grazie mille per i preziosi consigli, ho creato bancali è messo sopra la paglia, una domanda: la paglia a diretto contatto col suolo macera un po’ se piove diversi giorni, c’è rischio che marcisca un po’? può essere meglio smuoverla e far asciugare bene?
Grazie mille
ciao Marina, un po’ è normale che la paglia maceri, senza esagerare. Se l’acqua stagna troppo meglio smuoverla.
Non molto mi sembra molto fumoso!
Rispetto il tuo parere. Dare indicazioni precise e al tempo stesso valide in generale rispetto al tipo di terreno penso non sia possibile, perché ogni suolo ha caratteristiche proprie (“argilloso” è una definizione che non descrive nella sua interezza le caratteristiche). Per questo volendo fare un discorso generale sui terreni argillosi l’unica cosa sensata è provare a far comprendere alcune logiche che potranno poi essere applicate in campo a seconda delle situazioni. Questo è l’intento del post. Se avessimo scritto “devi concimare con questa sostanza, in questa quantità e lavorare in questo modo, in questo periodo” avremmo dato una risposta più rassicurante ma fondamentalmente sbagliata, visto che si deve valutare caso per caso. Questa è la mia visione. Grazie però del feedback sincero.
utile senz’altro, sono agli inizi, con molta buona volontà ma poca cultura in proposito.
Grazie, continuerò senz’altro a seguirvi
Cesare
Buongiorno, vorrei provare a creare un orto per la prima volta. Ho un terreno argilloso e molto esposto al vento di Bora (ENE)
con cosa posso pacciamare (si dice così?) senza che voli tutto?
ciao Marina, per prima cosa ti consiglio di fare una siepe sul lato esposto perché molto vento non va bene neppure per le piante, detto questo il telo se ben rincalzato ai bordi dovrebbe tenere, l’importante è che copri tutto il margine con la terra per non lasciare appiglio alle folate.
mi potreste dire dove comprare la sabbia e consigliare una marca?
Grazie
Lavinia
ciao Lavinia, in un centro di materiali per edilizia trovi la sabbia, la vendono sfusa a poco costo.
sono all’inizio, e ho trovato utilissime indicazioni. Grazie mille
ho un terreno molto argilloso e compatto dove da alcuni anni ho messo a dimora esemplari alto fusto di :
acero krimson king-acero ginnala-quercia coccinea-liquidambar-parrotia persica
Le piante vegetano bene ad inizio primavera e poi vanno tutte in sofferenza con apparenti bruciature sulle foglie che poi iniziano a perdere. Ho pensato si trattasse di asfissia radicale dovuta al terreno. Se cosi’ fosse cosa e’ consigliabile fare? Sarei anche disposto a sbancare tutto il terreno circostante per cambiarne la composizione in modo che almeno per diversi anni le piante possano vegetare bene. Attendo vostre indicazioni. Grazie
Buongiorno Giuliangelo, non sono esperto delle piante che citi. Un intervento come quello che proponi è molto invasivo per gli equilibri del suolo e bisogna valutarlo sulla base di maggiori elementi: l’effettiva natura del suolo, ma anche la presenza di sostanza organica,… Il mio consiglio in questo caso è di far fare un’analisi del terreno, accompagnata da una consulenza agronomica che ti aiuti a valutare come intervenire.
Grazie Matteo per questo interessante articolo. Avrei un paio di domande perchè ho un terreno argilloso che non è mai stato coltivato e vorrei fare l’orto all’interno di cassoni (1mt x 2mtx 0,30mt h). Prima domanda: all’interno dei cassoni oltre al terreno quali emendanti e concimi organici (e in che quantità) aggiungeresti? Seconda domanda: per la lavorazione del terreno nei cassoni si può utilizzare la forca vanga in maniera agevole o devo utilizzare altro per arieggiare il terreno senza calpestarlo?
grazie, Roberta
Ciao Roberta. Come ammendanti puoi usare compost, letame maturo, humus di lombrico. La quantità dipende dal terreno di partenza. Andando proprio a spanne puoi mettere ad esempio con l’humus 1 kg a metro quadro. La forca vanga va benissimo.
Ciao ho un orto con terreno argilloso, in alternativa al letame maturo da mischiare è possibile utilizzare della torba e dello stallatico pellettato?
Grazie
Ciao Luigi, la torba secondo me meglio evitarla perché la sua estrazione provoca danni ecologici importanti. Comunque lato agricolo andrebbe benissimo torba e stallatico, da verificare poi caso per caso in base alle caratteristiche del suolo e al pH.