Foglie ingiallite, crescita a rilento, pochi fiori e frutti: questi sintomi potrebbero non essere dovuti a una malattia, ma semplicemente una carenza nutritiva: la pianta non trova più nel terreno ciò di cui ha bisogno per svilupparsi correttamente.
Prima di correre acquistare un sacchetto di fertilizzante, prenditi del tempo per osservare e analizzare il tipo di carenza di cui soffre la pianta, in modo da intervenire nel miglior modo possibile.
Le carenze nutritive sono problemi di fisiopatia, che possono essere risolti in modo semplice, ripristinando le condizioni giuste perché la nostra pianta cresca rigogliosa. Impariamo a riconoscere i sintomi delle carenze più comuni, in particolare scopriamo come il colore delle foglie può raccontarci cosa manca alle nostre piante.
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Riconoscere le carenze dalle foglie
Come mai i miei pomodori fanno il “culo nero”? Perché le foglie dei cavoli ingialliscono oppure la mia uva fa le foglie rosse?
Quando notiamo delle anomalie possiamo provare a osservare per comprendere di cosa si tratta.
Molto spesso i sintomi di carenza si evidenziano sulle foglie: a secondo delle loro carenze nutrizionali, le foglie delle piante cambiano aspetto e colore. Abbiamo anche carenze che si manifestano sul frutto, la più celebre nell’orto è il marciume apicale dei pomodori.
Sintomi generici e molto comuni sono la clorosi e la necrosi. Parliamo di “clorosi” per identificare un’anomalia dovuta alla mancata fotosintesi, per cui la pianta non produce sufficiente clorofilla e la foglia ingiallisce. La necrosi invece è quando vediamo parti di foglia imbrunire e seccare.
Se mancano nutrienti, un fertilizzante fogliare è molto spesso la soluzione di emergenza migliore, perché risolve immediatamente il problema e salva piante e raccolti, ma in realtà un’analisi più approfondita della causa della carenza permetterà di trovare una soluzione definitiva, meno costosa nel lungo periodo.
Le piante mandano dei segnali, se impariamo a decifrare questo linguaggio possiamo intuire le esigenze della pianta e risolvere i problemi.
Quindi a secondo delle carenze le foglie cambiano colore, d’accordo. Però come mai le foglie vecchie sono ingiallite mentre quelle nuove sembrano perfette? Come mai al contrario le giovani foglie hanno sintomi di carenze invece quelle vecchie sono sane?
Alcuni elementi nutritivi sono mobili dentro alle piante. Cioè, la pianta ha la capacità di prendere certi tipi di elementi nutritivi nelle foglie già mature ed utilizzarli per far crescere una foglia nuova. Ma non è vero per tutti gli elementi nutritivi, per questo si deve distinguere se la carenza è osservata su una nuova foglia o meno, un colore simile indicherà carenze diverse a secondo di dove si osserva sulla pianta.
Sembra complesso, ma in realtà è facile e questo grafico spiega tutto molto bene.
NPK: carenze di macroelementi
Azoto, fosforo e potassio, abbreviati con la sigla NPK che troviamo anche sulle etichette dei concimi, sono considerati i più importanti elementi nutritivi per la vita vegetale. La carenza di uno di questi elementi è facilmente osservabile dal colore delle foglie. Vediamo subito come riconoscere i sintomi!
Carenza di azoto N
Una carenza di azoto si riconosce facilmente dal verde pallido delle foglie, in caso estremi anche giallo. L’azoto è un elemento mobile, quindi le foglie più vecchie avranno clorosi e necrosi prima delle foglie più giovani.
La scarsità di azoto provoca un ritardo della crescita e un raccolto minore.
L’azoto è un elemento chiave presente nei fertilizzanti, se concimiamo troppo può capitare anche di incorrere in problemi da eccesso di azoto.
Troppo azoto sbilancia la crescita della pianta: porterà a fogliame vigoroso, con foglie verde scuro e un apparato radicale ridotto. La vegetazione cresce rigogliosa a discapito di radici e anche di fiori e frutti. L’eccesso di azoto porta anche a una ridotta formazione di fiori e allo spaccarsi dei pomodori durante la maturazione.
Carenza di fosforo P
Il fosforo favorisce lo sviluppo dell’apparato radicale e regola la fioritura, lo sviluppo e la maturazione dei frutti. Permette uno sviluppo armonioso della pianta.
Segni visibili di carenza: la pianta rimane piccola e rigida. Le punte delle foglie sono colorate (dal verde scuro al viola), la fioritura è ritardata o addirittura assente, i frutti sono rari, di piccole dimensioni e aspri.
Carenza di potassio K
Il potassio svolge un ruolo nella regolazione delle funzioni vitali della pianta: assimilazione della clorofilla, resistenza alle malattie, al freddo e alla siccità, regolazione della traspirazione, …
Una carenza si nota quando le piante sono poco sviluppate, il portamento è debole, il bordo delle foglie varia dal giallo al marrone, la lamina fogliare è ricoperta di macchie marroni. Negli alberi da frutto, le foglie più vecchie si chiudono.
Carenze di microelementi
I tre elementi NPK sono molto importanti, ma non sono gli unici necessari a una pianta sana. Si sopravvive mangiando solo pasta bianca, ma per vivere in salute ci vuole una dieta diversificata. Lo stesso vale per le piante.
Vediamo alcuni importanti elementi che sono necessari in misura minore, ma che se vengono a mancare provocano stati di sofferenza e cali di produzione.
Carenza di Magnesio
La carenza di magnesio è caratterizzata da scolorimenti che iniziano sulle foglie più vecchie o alla base dei ramoscelli. La pianta, infatti, mobilizza ciò che resta di magnesio per inviarlo ai nuovi germogli.
L’ingiallimento comincia dal bordo della foglia, rimane una fascia verde attorno alle vene principali. Possono comparire macchie viola, poi necrosi, seguita dalla caduta delle foglie più colpite.
Questo fenomeno si osserva bene sulle vite. Non bisogna confondere i sintomi della carenza di magnesio con quelli della clorosi ferrica e della mancanza di manganese, che avviene a partire dalle foglie giovani.
Carenza di ferro o manganese
La carenza di ferro (clorosi ferrica) e manganese provoca lo stesso ingiallimento descritto per il magnesio, ma possiamo distinguerlo perché si verifica a partire dalle foglie giovani, sulla punta dei ramoscelli.
Carenza di boro
La carenza di boro inibisce la crescita, quando manca questo elemento fiori e foglie si accartocciano. La clorosi appare sulle foglie giovani, crescono strane e contorte poi diventano marroni. I germogli diventano marroni e muoiono; i fiori sono distorti. Le radici sono corte e marroni, crescono poco.
Anche un eccesso di boro può essere dannoso, spesso è dovuto al troppo compost ottenuto dai rifiuti domestici. Se c’è troppo boro, le foglie si accartocciano come in una carenza di potassio e le foglie inferiori della pianta iniziano a ingiallire e a cadere. Le punte delle foglie ingialliscono, poi diventano necrotiche e cadono.
Carenza di zolfo
Lo zolfo viene utilizzato nella produzione di proteine e clorofilla e favorisce l’assimilazione dell’azoto nei legumi.
Segni visibili di carenza: piante poco sviluppate, foglie che variano dal verde pallido al giallo, maturazione ritardata.
Da non confondere con una carenza in azoto: se manca zolfo ingialliscono tutte le foglie uniformemente, se manca azoto vediamo uno scolorimento a partire dalle foglie più vecchie.
Non sempre è il nutrimento che manca
A volte capita che le piante manifestino carenze anche se l’elemento è presente nel suolo. La carenza può essere dovuta a condizioni avverse che non permettono alla pianta di assimilarlo correttamente. Oppure ancora la pianta ottiene il nutrimento richiesto ma fatica a veicolarlo all’interno del suo organismo per averlo dove serve.
Questo succede in condizioni di stress, dovute a clima o suolo avverso: un suolo asfittico, povero di ossigeno e di microrganismo, un valore di pH non adatto alla coltivazione, squilibri di acqua (carenza o eccesso di irrigazione).
Un esempio classico è quello del già citato marciume apicale del pomodoro, dovuto alla carenza di calcio nel frutto. Può verificarsi per effettiva assenza di calcio, ma anche se viene a mancare l’acqua necessaria a veicolare l’elemento fino alla punta del frutto.
Per questo in presenza di problemi oltre a verificare la concimazione è bene sempre controllare che stiamo coltivando correttamente, con particolare cura verso lo stato del suolo e l’approvvigionamento di acqua.
Capire il linguaggio delle piante
Come avete visto le piante ci parlano con un linguaggio silenzioso che ci indica i loro fabbisogni. Chi osserva bene non avrà quasi mai bisogno di fare costose analisi di laboratorio.
Le piante spontanee, le nostre amiche erbacce, ci indicano lo stato fisico e chimico del suolo, mentre il portamento delle colture, le loro carenze nutritive. In caso di grossi problemi preferisco far fare un’analisi delle foglie a un laboratorio, che si rivela spesso più interessante dell’analisi del suolo. Ma è rarissimo che serva.
Ascoltiamo i messaggi della natura, intesa come organismo superiore alla somma delle sue componenti. Prendiamoci il tempo per fermarci in mezzo al nostro paradiso. Osserviamo allora mille fenomeni spettacolari, rendiamoci conto di far parte di un tutto senza confine, un equilibrio in costante movimento. Da qualsiasi parte guardiamo siamo sempre al centro. Tutto è qui, davanti nostri occhi, a portata di mano. Nato giardiniere, l’essere umano riconosce le simbiosi e questo aiuta tutti a stare meglio.
Vi auguro lussureggianti giardini, orti e frutteti, senza veleno né prodotti di sintesi chimica. Giardini dell’Eden, naturali, piacevoli e fonte di benessere.
Articolo di Emile Jacquet.
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