Se vogliamo in estate raccogliere angurie dolci e sugose è importante saper dare a questa pianta cucurbitacea i giusti nutrienti. La concimazione incide molto sulla produzione di tutte le piante coltivate, in termini di resa ma anche di qualità, quindi di sapore.

L’anguria, come fragola e melone, è uno dei frutti che si ricavano dall’orto e non dal frutteto. D’estate è particolarmente economico da acquistare, ma il vero valore aggiunto di avere angurie di propria coltivazione sta nell’avere frutti più sani e più buoni, per l’assenza di residui chimici e per il gusto particolarmente dolce che possiamo ottenere.

anguria concimata correttamente

Come fare quindi a raccogliere angurie numerose, buone di sapore, ma allo stesso tempo provenienti da coltivazione biologica? Tra le cure colturali più importanti c’è proprio la concimazione: vediamo quindi come gestirla in modo efficace e semplice: quali fertilizzanti usare e quale momento specifico.

Esigenze specifiche dell’anguria

L’anguria, come tutte le altre specie vegetali, richiede soprattutto i macroelementi (azoto, fosforo e potassio) in quantità maggiore rispetto agli altri, ovvero i “mesoelementi”: magnesio, calcio e zolfo e tutti i microelementi, anche questi sono indispensabili ma in dosi molto ridotte.

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Si tratta di una pianta piuttosto esigente in termini di nutrienti, ci ricambierà con generosità producendo frutti di grande dimensione.

Per il sapore zuccherino dei frutti, è fondamentale in particolare una buona disponibilità di potassio, richiesto in dose doppia rispetto all’azoto e presente nel compost e nel letame, ma in quantità inferiore. Risulta quindi utile un’integrazione.

Concimazione di fondo

Per la coltivazione di tutti gli ortaggi è fondamentale iniziare con una buona cura del terreno: il suolo non è soltanto un substrato in cui mettere a radicare le piantine, si tratta di un organismo ricco di vita, se è in salute e fertile può garantire il sostentamento delle colture.

Questo presuppone la distribuzione e il reintegro della preziosa sostanza organica, quella materia che serve a migliorare le proprietà fisiche e chimiche del suolo, ma anche quelle biologiche, stimolando la presenza e la moltiplicazione di innumerevoli organismi diversi che rendono disponibili gli elementi nutritivi per le radici delle piante.

La sostanza organica al terreno coltivato si apporta mediante compost e letame maturi, e anche mediante i sovesci. Un contributo ulteriore proviene anche dalla decomposizione in loco dei residui colturali, delle erbe infestanti estirpate e della paglia da pacciamatura.

Quanto compost e quanto letame

Il compost, se disponibile, deve essere distribuito in una quantità generosa, circa 2-3 kg/mq, e considerando che contiene più azoto rispetto al letame (circa 1% contro lo 0,5% del letame bovino), con questa dose di compost si possono sopperire alle esigenze di azoto di più colture, anche quelle autunnali che seguiranno l’anguria nella rotazione.

Con il letame la quantità può essere aumentata anche a 4 kg/mq ma bisogna anche considerare la natura del terreno: se è sciolto se ne usa un po’ di più, se argilloso la dose può essere ridotta.

Compost e letame contengono anche fosforo, potassio, magnesio e tanti altri micronutrienti.

Ma affinché l’effetto ammendante del compost e del letame sia efficace, bisogna rispettare alcuni accorgimenti:

  • Distribuzione omogenea su tutta la superficie: non bisogna concentrare gli ammendanti nelle buchette del trapianto, poiché le radici si espanderanno ben oltre quel piccolo volume iniziale. Ma soprattutto è bene ricordare che con la distribuzione di questo materiale si offre nutrimento a tutti i microrganismi terricoli e quindi è importante che la sua presenza sia uniforme nel suolo.
  • Incorporazione nei primi strati di suolo, mediante zappatura e rastrellatura, in modo che i nutrienti restino nei primi 20 cm di suolo, 30 al massimo, dove si trova la maggior parte delle radici e dei microrganismi capace di mineralizzarli per il loro assorbimento. L’usanza di interrare gli ammendanti in fondo con la vanga non è utile per questa ragione.
  • Distribuzione tempestiva: lo spargimento dell’ammendante può essere realizzato nell’autunno precedente, oppure all’inizio della primavera al momento della lavorazione del terreno. Letamare troppo a ridosso del trapianto dell’anguria, ovvero tra la seconda metà di aprile e l’inizio di maggio, è un  tardi, e se il terreno non disponesse di una fertilità residua sufficiente lasciata dalle colture precedenti, l’anguria potrebbe non averne abbastanza all’inizio del proprio ciclo.

Concimazione con altri prodotti

Se non si dispone di compost o letame, si possono utilizzare concimi che si trovano in commercio, molti dei quali sono di derivazione naturale (organica, minerale o mista) e di solito riportano la dicitura “ammesso in agricoltura biologica” sulla confezione.

Si trovano prodotti a base di stallatico, sfuso o in pellets, a base di sottoprodotti della macellazione come le farine di sangue e di ossa e farine di alghe, di roccia, e altro.

Integrare potassio

Per essere certi di apportare un buon quantitativo di potassio, è bene leggere attentamente la composizione sulla confezione del concime e sceglierne uno che ne contenga.

Tipici concimi ricchi di potassio sono le borlande e la cenere di legna, che possono quindi essere utili ai fini di integrare questo importante elemento, che influisce sul sapore delle nostre angurie.

Concimare durante la coltivazione, con macerati fertilizzanti

Durante la coltivazione dell’anguria possiamo rafforzare la concimazione usando macerati fai da te, completamente naturali.

Tipici macerati fertilizzanti si ottengono da ortica o da consolida, piante ricche di elementi nutritivi utili. In particolare, per l’anguria è molto utile quello di consolida proprio perché è particolarmente dotato di potassio.

Sono ulteriori apporti di fertilizzanti, non sostituiscono la concimazione di fondo ma aiutano la pianta in fase di crescita e fruttificazione. I macerati sono da distribuire mentre di annaffia, come fertirrigazione, possono essere somministrati più volte durante il ciclo di sviluppo.

Concimazione e biostimolanti

I biostimolanti sono particolari sostanze che aiutano le piante ad assimilare meglio il nutrimento a loro disposizione, stimolando, tra le altre cose, la crescita radicale.

Tra i biostimolanti più noti vi sono i prodotti basati sulle micorrize, funghi benefici che instaurano una simbiosi radicale da cui ricevono zuccheri in cambio di uno stimolo alla crescita e maggiore protezione dai patogeni. Sono prodotti validi anche per le angurie. Se ne trovano in formati granulari, che in questo caso possono essere messi nelle buchette del trapianto, o soluzioni in cui immergere le radici prima della messa a dimora delle piantine, ma anche prodotti da distribuire in fasi successive.

Irrigazione e concimazione

I nutrienti contenuti nel compost e nei fertilizzanti si rendono disponibili grazie all’acqua che li solubilizza e li veicola nelle radici. Va da sé che con la siccità la pianta soffre sia la carenza idrica sia quella di nutrienti, quindi è importante una regolare irrigazione.

Nella coltivazione dell’anguria bagnare il giusto è molto importante, in fase di fruttificazione in particolare non si deve esagerare con l’acqua, per mantenere una qualità del frutto, ma al tempo stesso non si deve far seccare il terreno.

Articolo di Sara Petrucci

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