La vite è una delle piante che più caratterizzano i paesaggi e le produzioni di eccellenza del nostro paese. Abbiamo già parlato in generale della coltivazione dell’uva in generale, qui di seguito andiamo ad approfondire la sua concimazione.
Bisogna specificare che qui ci rivolgiamo soprattutto agli agricoltori amatoriali, cioè a coloro che coltivano la vite prevalentemente per raccogliere uva per autoconsumo, o a piccole produzioni non altamente specializzate.
I principi di base sono comunque validi anche per la coltivazione professionale, anche se le aziende vitivinicole che puntano a grande qualità produttiva e a buone rese dovrebbero comunque rivolgersi alle consulenze di enologi esperti. Infatti la concimazione è un parametro che può incidere notevolmente sul risultato finale del vino, in termini di quantità e di qualità.
In questo testo consigliamo un tipo di concimazione eco-compatibile, adatto anche alle produzioni biologiche certificate, nel rispetto dell’ambiente e della nostra salute. Dalla concimazione di fondo agli apporti durante il ciclo colturale di un vigneto avviato, scopriamo come e quando intervenire nel fertilizzare il suolo per la vite.
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Le esigenze nutrizionali della vite
Come per le altre piante verdi, bisogna tenere conto che la vite richiede i cosiddetti macroelementi (azoto, fosforo, potassio, calcio, magnesio e zolfo) e i microelementi, che vengono assorbiti in dosi molto ridotte rispetto ai primi, ma svolgono funzioni comunque importanti nel metabolismo della pianta e sulla qualità dell’uva.
In particolare, per quanto riguarda i macroelementi per la vite:
- L’azoto favorisce la crescita della parte vegetativa e la produzione in generale.
- Il fosforo favorisce la crescita delle radici, di germogli e foglie, e migliora l’aroma del vino.
- Il potassio, che la vite chiede in quantità notevoli, aiuta la pianta a resistere alle patologie e al freddo.
I microelementi sono molto importanti sia per avere piante ben sviluppate che per la qualità del prodotto, ad esempio:
- Zinco e manganese migliorano il “bouquet” del vino.
- Il boro migliora il contenuto zuccherino dell’uva.
Comunque, nel caso di coltivazione biologica amatoriale, la base della concimazione sono gli ammendanti organici come compost, letame o pollina, o anche i sovesci.
Tutti questi, insieme o singolarmente, se ben gestiti, riescono a fornire in modo abbastanza equilibrato tutte le sostanze richieste dalla pianta, evitandoci calcoli complicati sulle asportazioni.
Analisi del terreno del vigneto
Nel caso di impianto di un vigneto da reddito, le analisi preliminari del terreno sono necessarie, per impostare bene le concimazioni ed eventuali correzioni del ph, se troppo acido o basico.
Con le analisi ci si rende anche conto del livello di sostanza organica di partenza, del contenuto di calcare e di altri elementi, e della tessitura, parametro fisico che incide sulla velocità di perdita di sostanza organica.
Tuttavia, alcuni aspetti, come il contenuto di azoto e di sostanza organica, sono variabili e dipendono poi dalla nostra gestione.
Se invece si ha l’intenzione di mettere a dimora solo qualche pianta di vite per avere una pergola, o per raccogliere uva da tavola, la spesa per le analisi del suolo non è giustificata.
Quando concimare la vite
Per distribuire nel vigneto concimi organici come compost o letame maturi, l’autunno è un buon momento.
Poi a fine inverno si pratica la potatura della vite, e i resti di potatura possono essere sminuzzati e lasciati direttamente sul suolo a decomporsi e reintegrare la sostanza organica del suolo, ma solo se le piante durante la bella stagione erano in buona salute. Altrimenti è consigliato compostare a parte tutti questi resti e in modo che i patogeni si devitalizzino.
Concimazione di fondo all’impianto delle barbatelle
Quando le piantine di vite, chiamate barbatelle, vengono trapiantate, hanno bisogno di una concimazione di fondo, che è soprattutto di tipo organico.
L’ideale è quindi avere del buon compost o del letame, entrambi maturi, da miscelare alla terra di scavo della buca, meglio ancora ai soli primi 25 cm circa. Non è molto indicato infatti interrarli nel fondo della buca, dove la carenza di ossigeno non favorisce i microrganismi aerobi, che sono quelli che servono a trasformare la sostanza organica e a fornire così gli elementi chimici all’assorbimento della pianta. Le radici inoltre inizialmente sono piccole e per svilupparsi hanno bisogno di avere il nutrimento vicino.
Concimazioni organiche annuali
Oltre alla concimazione di fondo, ogni anno è buona cosa distribuire dello stallatico nella vigna, che pian piano si integrerà nel terreno anche grazie alle piogge. Se si usa un prodotto pellettato, molto più concentrato, si consiglia di non superare i 3 hg/mq.
La cenere di legna è un buon concime organico, che apporta molto potassio e calcio. Non bisogna eccedere, per non innalzare troppo il ph del terreno. Anche certe farine di alghe, come il litotamino, apportano calcio e sono delle buone integrazioni.
Concimi minerali naturali
Di recente nei vigneti si utilizza molto la zeolite, in realtà soprattutto allo scopo di rendere la pianta più resistente alle patologie e agli insetti nocivi, con trattamenti sulle chiome. La zeolite però può anche essere distribuita al suolo come fertilizzante minerale.
Inoltre, per apportare microelementi si possono utilizzare altre farine di roccia, mentre per il potassio il solfato di potassio o il Patentkali che contiene potassio e magnesio.
Preparati liquidi fai da te e concimazioni fogliari
I macerati di piante come ortica, consolida, equiseto e altri, sono ottime integrazioni liquide di nutrimento.
Possiamo distribuirli diluiti alla base della pianta, per l’assorbimento radicale. Questi concimi autoprodotti si distribuiscono durante la stagione vegetativa, più volte.
Dato che le piante possono assorbire nutrimento anche dalle foglie, è possibile somministrare dei concimi liquidi per via fogliare. Ci sono anche dei prodotti organici adatti allo scopo, per esempio alghe ricche di amminoacidi e altre sostanze preziose, o acidi fulvici, e come minerali alcuni concimi a base di microelementi ammessi anche in agricoltura biologica.
Sovesci tra i filari
Il sovescio, ovvero la coltivazione di essenze destinate ad essere interrate al raggiungimento della fioritura, è un’ottima pratica per apportare sostanza organica al suolo e per immagazzinare acqua. Possiamo scegliere tra tanti tipi di miscuglio di graminacee, leguminose, brassicacee e altre essenze come facelia e grano saraceno, per un mix che apporta anche biodiversità all’ambiente.
Naturalmente questo è il caso di vigneto vero e proprio, piccolo o grande che sia, piantumato a filari. Tra i filari si può anche praticare l’inerbimento permanente, spontaneo o seminato, grazie al quale sono necessarie di solito minori concimazioni.
Errori di concimazione
Per mantenere la pianta di vite sana e produrre ottima uva servono concimazioni equilibrate: la carenza di nutrienti può portare a crescita stentata e altri sintomi negativi più specifici a seconda dell’elemento che manca. Non dimentichiamo però che, allo stesso modo, un eccesso di concime può danneggiare gravemente il vigneto.
Effetti delle carenze nutritive
Se la vite è poco nutrita gli effetti si vedono sul suo aspetto e anche sulla produzione di uva, come quantità ridotta ma anche come qualità.
Riconoscere e soprattutto distinguere, i sintomi da carenze nutritive non è semplice, perché potremmo confonderli tra loro e con le patologie fungine della vite. Inoltre, è importante precisare che le diverse varietà di vite hanno esigenze e sensibilità diverse alle carenze, per cui chi si dedica alla viticoltura professionale in genere si avvale di esperti per districarsi in queste casistiche.
Possiamo in sintesi dire che, ad esempio:
- Una carenza di magnesio si nota con ingiallimenti internervali sulle foglie, disseccamento del rachide del grappolo e può capitare di frequente perché distribuendo tanto potassio la pianta assorbe meno magnesio, perché i due elementi sono in competizione tra loro.
- Se manca il potassio la carenza si nota sui margini fogliari, con arrossamenti nelle viti a uva rossa e ingiallimenti sulle foglie di viti a uva bianca.
- La carenza di boro può invece portare all’”acinellatura” ovvero grappoli con acini che non maturano ma che restano invece piccoli e verdi.
- La carenza di calcio provoca una clorosi internervale e ai margini delle foglie, mentre un eccesso porta alla clorosi ferrica.
Appare abbastanza chiaro quanti diversi squilibri possano sopraggiungere, ma se si lavora bene, curando il vigneto con costanza, con concimazioni organiche, potature equilibrate e attenzione alle patologie, queste situazioni, se capitano, possono restare contenute e limitate.
Effetti dell’eccesso di nutrizione
Anche gli eccessi di concimazione sono dannosi e non soltanto all’ambiente, ma anche per la crescita e la produzione della pianta stessa.
Troppo azoto, ad esempio, ritarda la crescita dei germogli ad inizio stagione, poi la pianta cresce in modo molto rigoglioso ma è più esposta alle malattie crittogamiche. Inoltre, anche se la produzione di uva può essere abbondante, la qualità ne sarebbe penalizzata. Quindi, come sempre, è importante gestire le cose in modo equilibrato.
Articolo di Sara Petrucci.
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