Il pH del terreno è un parametro chimico importante nelle coltivazioni, per cui è importante conoscerlo e tenerne conto.
Un suolo può essere acido, neutro o alcalino. Le piante spesso sono tolleranti rispetto a valori di pH non ottimali, ma possono essere penalizzate da valori molto lontani da questo, nella crescita e quindi nella produzione. Fortunatamente possiamo agire per modificare e correggere il pH di un suolo.
Conoscere il ph del proprio terreno è facile, non occorre inviarne un campione ad un laboratorio di analisi: possiamo farlo autonomamente con un misuratore di ph digitale, ovvero uno strumento chiamato “piaccametro”, al limite anche con una semplice cartina tornasole (si veda: come misurare il pH del suolo).
Una volta appreso il valore del ph, bisogna valutare se è necessario correggerlo tramite prodotti che tecnicamente si definiscono “correttivi”. Questo articolo è dedicato nello specifico alla correzione dei terreni che risultano acidi, per cui serve alzare il pH. Se al contrario ci occorre abbassare il pH possiamo anche leggere la guida su come correggere terreni basici, acidificandoli.
Indice dei contenuti
Quando un terreno è acido
Nel valutare il pH del suolo si considera il valore 7 come neutro, i terreni acidi sono quelli che hanno un punteggio inferiore a 7.
Più nello specifico:
- Terreno fortemente acido: pH compreso tra 5,1 e 5,5;
- Terreno moderatamente acido: pH compreso tra 5,6 e 6;
- Terreno debolmente acido: pH compreso tra 6,1 e 6,5;
- Terreno neutro: pH compreso tra 6,6 e 7,3;
Terreni acidi: effetti e sintomi sulle piante
Il pH del suolo è importante perché determina alcuni effetti sulla disponibilità degli elementi nutritivi per le piante.
Questo significa che, a parità di contenuto dei vari elementi chimici presenti grazie alla sostanza organica e ai fertilizzanti che sono stati distribuiti, c’è una maggiore o minore possibilità per le piante di assimilarli, in relazioni ai valori del ph. Ciò è particolarmente legato alla loro solubilità nella “soluzione circolante”, la frazione liquida contenuta nel suolo stesso.
I parametri su cui l’acidità influisce maggiormente, e di conseguenza gli effetti sulle colture, sono i seguenti:
- Disponibilità di calcio penalizzata, viene inibita dal ph molto acido del suolo, e questo porta a conseguenze come il marciume apicale nel pomodoro, come effetto combinato di squilibrio nella disponibilità idrica e carenza di questo elemento;
- Disponibilità di magnesio e fosforo penalizzata;
- Maggiore solubilità di ferro e boro;
- Maggiore solubilità di alluminio, che ha un certo effetto tossico;
- Più batteri e meno funghi nella composizione microbica del terreno, e in caso di pH molto basso, riduzione drastica del contenuto microbico generale;
- Difficoltà nella mineralizzazione dell’azoto dalle forme organiche per opera dei batteri nitrificanti, e conseguente sviluppo stentato degli organi verdi dei vegetali (steli e fogliame).
- Maggiore solubilità dei metalli pesanti, che muovendosi nel suolo con l’acqua possono facilmente raggiungere falde e corsi d’acqua.
Il ph ottimale per determinate colture
La maggior parte degli ortaggi e delle altre piante coltivate richiede un ph leggermente acido, compreso tra 6 e 7, che è quello in cui la maggior parte degli elementi nutritivi sono effettivamente disponibili al meglio.
Specie che richiedono espressamente terreni molto acidi sono i mirtilli e alcune ornamentali come le azalee, vengono definite piante acidofile. Mentre ad esempio le patate si trovano bene su terreni leggermente acidi.
Calcitazioni: correzione di un terreno acido
I terreni acidi si correggono tramite calcitazione, ovvero con la distribuzione di prodotti alcalini a base di calcio, come:
- La calce idrata.
- Il carbonato di calcio.
Indicativamente, per innalzare il ph di un punto servono 500 grammi/metro quadrato di una delle due sostanze, ma questo valore può essere un po’ maggiore nei suoli argillosi e inferiore in quelli sabbiosi, poiché anche la tessitura riveste un ruolo importante nella correzione dei suoli.
Inoltre, ci sono alcuni prodotti e sottoprodotti organici che concorrono ad innalzare il ph del terreno, quali:
- Cenere di legna: va benissimo quella del camino, di legname naturale e non trattato da vernici o altro. Di solito chi ne dispone la usa regolamente nelle proprie coltivazioni come fertilizzante naturale, come strumento di prevenzione delle lumache o anche aggiunta al compost. Apporti annuali di cenere di legna sul terreno, sempre senza eccessi, aiutano ad ottenere valori di ph equilibrati.
- Litotamnio, ovvero la farina di alghe calcaree che crescono sulle coste della Bretagna. La sua composizione è all’80% carbonato di calcio. In questo caso sono sufficienti 30 grammi/metro quadrato e ciò significa che per un orto di dimensioni medie, che può essere di circa 50 mq, ne serve 1,5 kg. Per tutte le altre superfici basta quindi calcolare le dovute proporzioni.
- Calce di defecazione degli zuccherifici: è un sottoprodotto della lavorazione industriale della barbabietola da zucchero, ovvero il residuo del processo di depurazione dei sughi zuccherini che diventano poi saccarosio (lo zucchero classico che tutti conosciamo). Ai sughi zuccherini viene aggiunto del “latte di calce” derivato da rocce, e al termine del processo questo materiale così ricco di carbonato di calcio contiene anche una rilevante frazione organica. Usata come correttivo, per questo tipo di calce sono indicate quantità di 20-40 tonnellate/ettaro, ovvero 2-4 kg/metro quadrato.
Come ulteriore misura per favorire l’innalzamento del ph del terreno c’è l’irrigazione con acque dure, ovvero ricche di carbonati di calcio e magnesio, come l’acqua calcarea presente in molte zone.
Quando effettuare la correzione del terreno
Oltre a sapere come fare a correggere un terreno acido, è importante anche individuare il momento più adatto, che coincide con le lavorazioni principali.
Non bisogna poi dimenticare che un unico intervento di correzione non è risolutivo all’infinito: le correzioni devono essere ripetute periodicamente.
Infatti i motivi che rendono acido un suolo permangono e con il tempo potrebbero riportare quel suolo alle condizioni di partenza.
Articolo di Sara Petrucci
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