La tecnica del sovescio è un ottimo modo per prendersi cura del terreno, lasciando alla natura il compito di migliorarlo. In sintesi si tratta di coltivare delle piante non per ottenere un raccolto, ma per arricchire il suolo, una vera e propria concimazione verde.
Abbiamo già presentato il sovescio con un discorso generale, mettendo in luce i pregi e le più interessanti colture che possiamo seminare a questo scopo, ora passiamo su un piano più pratico, per vedere come fare.
Nello specifico scopriremo come e quando sfalciare e interrare le colture da sovescio e quali mezzi meccanici possiamo usare per queste lavorazioni.
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Lo sfalcio del sovescio
Per incorporare il sovescio al suolo dobbiamo per prima cosa sfalciarlo.
L’ideale è passare con una trinciasarmenti, che ci permette di sminuzzare la materia vegetale. Questo ci favorirà nell’interramento e in una più rapida degradazione, evitando di trovarci pezzi grossolani su terreno da seminare.
Se non abbiamo la trincia possiamo procedere con un decespugliatore o una falce, in questo caso consiglio di tagliare a diverse altezze, in modo da non lasciare a terra steli interi. Si procede quindi in ogni caso a spezzettare la pianta, ovviamente con la trincia è tutto più comodo e avremo un risultato più omogeneo.
Quando tagliare le colture sovescio
Per ottenere il massimo dal nostro sovescio è importante intervenire con lo sfalcio al momento giusto.
A noi interessa prima di tutto lasciar crescere le colture, in modo che si produca biomassa, che rappresenta la nostra concimazione verde e che si attivino tutti i vantaggi che ci porta questa tecnica, come la copertura del suolo e l’azione azotofissatrice delle piante leguminose.
Parallelamente alla crescita della parte aerea è per noi fondamentale lo sviluppo sotterraneo delle radici: ci aiuta a smuovere il suolo in profondità, grazie a piante fittonanti (ad esempio il daikon e il rafano), e a strutturarlo correttamente nelle parti più superficiali, grazie a radici fascicolate (ad esempio delle piante graminacee).
Non dobbiamo però lasciare che le piante crescano troppo, in particolare dobbiamo evitare che formino steli coriacei e legnosi, questi impiegheranno troppo tempo a degradarsi.
Non c’è una data di calendario che ci dice quando tagliare: bisogna saper osservare la crescita delle piante. Dipende da quando abbiamo seminato il nostro sovescio e dal clima che incontra nell’annata.
Per capire quando tagliare possiamo utilizzare come parametro la fioritura: l’ideale è trinciare quando la coltura inizia a fiorire e prima che siano fiorite tutte le piante (a un terzo o a metà della fioritura).
In genere la semina del sovescio avviene in autunno, in modo da avere un periodo di taglio tra fine marzo a inizio maggio, che ci lascia campo libero per gli ortaggi estivi. Possiamo anche optare per un sovescio primaverile, da sfalciare tra giugno e luglio, preparando l’orto autunnale.
Lo sfalcio si esegue qualche giorno prima di interrare, in modo da lasciar asciugare sommariamente la biomassa ed evitare anche che si impasti nella fresa, rendendo difficoltoso il lavoro di interramento.
Interrare il sovescio
La classica tecnica del sovescio prevede di interrare la biomassa prodotta. Come vedremo ci sono anche altre opzioni, ma spesso si sceglie di incorporare al suolo il sovescio trinciato.
Abbiamo detto che le piante da sovescio vengono tagliate, preferibilmente sminuzzandole con una trincia, e lasciate a terra qualche giorno perché asciughino. Non dobbiamo però lasciare che il materiale sminuzzato secchi al sole, ossidandosi e perdendo gran parte dei benefici. In genere bastano 2 o 3 giorni dallo sfalcio per poter interrare.
Dobbiamo interrare a poca profondità, circa 10 cm, perché in questo strato c’è sufficiente ossigeno perché avvenga una corretta decomposizione. Per questo possiamo effettuare una fresatura piuttosto superficiale, che ci permette di mischiare materia vegetale e terreno in modo efficace.
Dopo aver interrato il sovescio lasciamo passare almeno due settimane prima di seminare o trapiantare. Trascorso questo periodo di riposo, in cui la biomassa entra in relazione con il suolo, avremo il nostro terreno pronto da coltivare.
Una tecnica alternativa: allettare le piante
Non è obbligatorio trinciare e interrare il sovescio, possiamo anche decidere di tagliare le piante con una barra falciante, limitandoci ad allettarle per lasciarle in copertura del suolo.
Possiamo poi decidere se coprire con teli oppure lasciare che crescano erbe spontanee, per poi effettuare un secondo sfalcio.
Questa tecnica viene spiegata da Carlo Cappelletti al Bosco di Ogigia in un bel video: Carlo ci mostra prima come interrare il sovescio e poi ci spiega questo secondo metodo.
Quali attrezzi servono per il sovescio
Su superfici molto piccole possiamo fare il sovescio a mano, utilizzando la zappa per preparare il terreno e interrare, il falcetto per tagliare. Meccanizzare il lavoro è ovviamente comodo, diventa essenziale per chi coltiva un orto grande o un campo vero e proprio.
Non occorre necessariamente scomodare trattori: dove la superficie lo consente è meglio evitare mezzi pesanti, che compattano il terreno con il loro passaggio.
Il motocoltivatore è ideale per le esigenze di hobbisti e piccola agricoltura, anche perché con un unico attrezzo possiamo avere una serie di accessori utili al nostro sovescio:
- La trinciasarmenti per tagliare il sovescio sminuzzando.
- La fresa per preparare il terreno per la semina del sovescio e successivamente per incorporare la materia verde al suolo.
- La barra falciante, se invece preferiamo lasciare a terra le colture senza interrarle, come abbiamo visto fare da Carlo nel video.
Oltre a questi ci sono vari altri accessori utili (vedi articolo sugli accessori del motocoltivatore).
Insieme a Bosco di Ogigia ho sperimentato diverse essenze da sovescio, utilizzando per le lavorazioni un motocoltivatore Bertolini. Bertolini ci ha fornito le macchine e ha supportato il lavoro di divulgazione su questa tecnica di concimazione verde molto importante in agricoltura biologica.
Le macchine Bertolini si prestano alla perfezione, in particolare ho apprezzato nella fresa la comodità di regolazione della profondità di lavoro, importante nell’effettuare l’interramento superficiale.
Altra cosa interessante: il sistema di aggancio rapido degli accessori Quick Fit permette di cambiare attrezzo rapidamente, senza complesse operazioni di smontaggio.
Qui potete vedere i due video in tema sovescio realizzati al Bosco di Ogigia, con le macchine Bertolini:
- La semina del sovescio autunnale
- L’interramento del sovescio (due tecniche a confronto)
Articolo di Matteo Cereda, foto di Filippo Bellantoni. Grazie a Bertolini per aver sostenuto questo articolo.
Bello
Salve! Il sovescio mi piace molto perché apporta una buona quantità di sostanza organica al suolo. L’unica cosa che mi sento di aggiungere è che se facciamo un sovescio di brassicacee allo scopo di avere un’azione biofumigante nel terreno, è importante interrare le piante sminuzzate il prima possibile, altrimenti i composti biofumiganti ( isotiocianati ) si perdono nell’aria essendo molto volatili.
Ciao.
Ho un vasto oliveto a terrazze (circa 600 piante) dove è impossibile portare acqua e macchine agricole, per cui è stato abbandonato da anni ma vorrei recuperarlo. Inizierò per quest’anno con una potatura di pulizia e vorrei concimarlo con humus, ma non potrò irrigare, dal prossimo anno con sovescio, ma non potrò interrare con fresa o motozappa. Ti chiedo in entrambi i casi cosa potrei fare poiché abbandonare un bendidio come quello mi piange il cuore.
Grazie, vi seguo molto.
David
Ciao David, difficile dare consigli senza conoscere le caratteristiche del luogo, sicuramente il sovescio è una buona idea a prescindere, anche senza l’ausilio delle macchine. Se valuti troppo lavoro interrare è comunque positivo far crescere piante che potrai poi sfalciare allettandole. La pacciamatura che ne ricaverai sarà una copertura preziosa per preservare il suolo dalla siccità.