La torba è un materiale molto utilizzato in agricoltura, ed è particolarmente associato al vivaismo e alle coltivazioni in vaso, essendo una delle componenti più diffuse dei terricci, oltre che per correggere il ph del suolo e renderlo più acido.
Nelle semine e nei substrati viene impiegata in maniera massiccia, purtroppo pur trattandosi di un materiale naturale consentito in agricoltura biologica l’uso di torba non è molto ecologico. Nelle torbiere infatti impiega anni a formarsi e quando viene estratta si distruggono gli ecosistemi da cui viene prelevata, per questo sarebbe meglio preferire delle sostanze più velocemente rinnovabili.
Andiamo a capire meglio che cos’è la torba, quali sono le sue origini e i suoi molti impieghi agricoli, ma anche le alternative ecosostenibili che potrebbero rimpiazzarla.
Indice dei contenuti
Che cos’è la torba
Tecnicamente, la torba è un combustibile fossile.
Come gli altri combustibili solidi di origine naturale contiene carbonio, idrogeno, ossigeno, azoto, zolfo, umidità e ceneri. Le ceneri sono quelle sostanze incombustibili costituite essenzialmente da minerali e argille.
Tra i vari combustibili fossili, tra cui rientrano la lignite e i carboni fossili (litantrace e antracite), la torba è quella di più recente formazione. Deriva dalla trasformazione della legna sommersa nelle paludi. Infatti, al momento della sua estrazione contiene molta acqua, fino al 90%. Viene sottoposta ad asciugata finché non raggiunge un’umidità del 30%.
Le origini della torba
La torba viene estratta dalle torbiere, luoghi caratterizzati da un’elevata presenza di acqua, paludosi o acquitrinosi, dove si sviluppa una vegetazione tipica delle zone umide. La mineralizzazione della sostanza organica in questi luoghi è inibita dalla carenza di ossigeno e di conseguenza tutti i sedimenti vegetali si accumulano nel tempo in strati che in condizioni di basse temperature danno gradualmente origine alla torba.
Le torbiere sono degli ecosistemi particolari, che si trovano soprattutto nelle zone fredde del nord Europa, caratterizzate da clima molto piovoso, e sono invece praticamente assenti, o molto rare, nel Mediterraneo.
Tipi di torba
Si trovano in commercio diversi tipi di torba, nello specifico:
- Torba bionda: quella più giovane e più porosa, che può essere anche “torba bionda acida di sfagno” se si tratta di una torba derivante dallo sfagno (muschi).
- Torba nera: più vecchia e decomposta, deriva dagli strati più profondi delle torbiere ed è più compatta e meno porosa.
Utilizzo della torba in agricoltura
La torba trova largo uso nell’ortoflorovivaismo, un comparto agricolo molto vasto che come è noto si rivolge sia alle aziende sia agli hobbisti.
La torba, infatti, viene utilizzata come componente importante dei substrati, ovvero i terricci necessari per la produzione delle piante ornamentali e le piantine da orto che si acquistano nei contenitori alveolati. La notevole ritenzione idrica e l’aspetto spugnoso di questo materiale sono considerate caratteristiche molto positive per il vivaismo.
Il classico terriccio in sacchi, che acquistiamo per rinvasare le piante perenni e per realizzare le semine delle piantine da orto, contiene torba in quantità variabili, che indicativamente possono essere del 50%. Quindi è improprio utilizzare torba e terriccio come sinonimi, dato che la prima è una componente del secondo insieme ad altri materiali.
L’impiego di torba è consentito in agricoltura biologica, in quanto materiale di origine totalmente naturale.
La torba nel semenzaio
Per la pratica del semenzaio la norma è utilizzare dei terricci che contengono torba in diverse percentuali, a meno che sulla confezione del sacco non siano riportate diverse informazioni o, come in certi casi, non venga espressamente scritto che la torba è assente.
La torba offre la sofficità necessaria alla germinazione dei semi e garantisce a lungo una buona umidità del terriccio stesso.
La torba nelle coltivazioni in vaso
Anche il terriccio universale che si acquista per la coltivazione delle piante in vaso contiene torba insieme ad altre sostanze. Per quanto sia un materiale molto comodo da utilizzare, l’ideale sarebbe mescolare questo tipo di substrato a terra vera di campagna, prelevata, col dovuto permesso, in un ambiente salubre e pulito.
Inoltre, come consigliamo sempre, è utile miscelare al tutto anche del compost maturo come ammendante/fertilizzante, perché il terriccio in sé non ha anche questo effetto. Riducendo l’utilizzo di torba si contribuisce in misura inferiore alla sua estrazione dall’ambiente.
La torba per correggere il ph del suolo
La torba è un materiale dal ph basso e si può impiegare come apporto correttivo nei casi in cui vogliamo abbassare il ph del suolo. Si tratta di un apporto utile su suoli basici oppure per la coltivazione di colture acidofile quali piccoli frutti oppure agrumi.
Ecosostenibilità: il problema della torba
La torba è un materiale completamente naturale e consentito in agricoltura biologica, ma nonostante questo non possiamo considerarla ecosostenibile.
Il prelievo massiccio della torba dalle torbiere causa problemi ambientali, minando la stabilità degli ecosistemi e la loro biodiversità. Per questa ragione, per esempio, la Svizzera ne ha vietato l’estrazione dal 1987, definendo aree protette le paludi e i paesaggi palustri. Allo stesso modo hanno fatto altri paesi.
Inoltre, le torbiere in vari ambienti sono state oggetto di bonifica finalizzata alla realizzazione di terreni coltivabili e all’edilizia, e anche questo ha contribuito nel corso del tempo alla loro diminuzione.
Le torbiere hanno un importante ruolo nel contrastare il cambiamento climatico, essendo in grado di assorbire enormi quantità di CO2, sono quindi importantissime, ma purtroppo per l’estrazione della torba vengono ogni anno ridotte in modo drastico. Possiamo quindi considerare oggi la torba una risorsa non rinnovabile e dobbiamo preoccuparci di ridurne l’impiego, trovando alternative.
Alternative alla torba
Uno studio condotto presso la Scuola Universitaria di Scienze Applicate di Zurigo ha messo a confronto le performance della torba con dei materiali sostitutivi per i substrati, nell’ottica di trovare alternative all’impiego di torba e promuovere la rinuncia all’impiego di questo materiale. Tra questi sono presenti:
- biochar
- miscanto
- fibre di canapa
- paglie di lino
- lolle di cereali
- canna
- sfagno coltivato.
Sono inoltre stati condotti dei progetti per studiare la possibilità, anche per la produzione di piantine a scopo professionale, di ridurne almeno la quantità nel substrato.
Un altro eccellente sostituto della torba, già ampiamente utilizzato nel vivaismo e nell’agricoltura idroponica, è la fibra di cocco, leggera, ben areata, e con ph superiore a quello della torba.
Articolo di Sara Petrucci
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