le faveLa fava è un legume conosciuto fin dai tempi antichi, dove era coltivata e usata anche come alimento per gli schiavi insieme a farro e fichi, per via delle sue proprietà nutritive.

Ecco una breve guida su come si coltiva la fava nell’orto, si tratta di un ortaggio di semplice coltivazione, adatto anche a orticoltori principianti e a terreni non particolarmente ricchi.

Si può coltivare tanto al sud quanto al nord Italia, al nord meglio piantarle dopo l’inverno mentre al sud si seminano anche in autunno inoltrato e il seme sverna nell’orto.

La semina delle fave nell’orto

Periodo di semina. Le fave si seminano tra ottobre e marzo, a seconda del clima, la pianta ha portamento eretto e raggiunge un metro di altezza, producendo 5-6 baccelli.

Sesto di impianto. La fava si semina a file distanti 70 cm tra loro, sulla fila il seme si interra ogni 20 cm. Se non emerge in tempo debito i semi rischiano di essere mangiati dagli insetti. I semi si mettono a 4-6 cm di profondità. Per approfondire si può leggere l’articolo che spiega come seminare le fave nell’orto.

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Clima e terreno ideale. La fava ama temperature tra i 15 ed i 20 gradi, comunque non sotto i 5 gradi e un ph del terreno compreso tra 5,5 e 6,5.

La coltivazione

La fava è una verdura semplice da coltivare, valgono per questo ortaggio praticamente le stesse istruzioni relative a come coltivare i fagioli. Dal punto di vista dell’irrigazione le piante di fava necessitano acqua durante la fioritura, appena spuntano i primi fiori bisognerà quindi garantire una corretta innaffiatura alle piante. La fava teme la siccità prolungata ma anche i ristagni idrici che provocano marciumi e malattie.

La coltivazione dopo la semina oltre a irrigare prevede scerbature e sarchiature per il controllo delle erbacce e qualche zappettatura per tenere soffice il terreno. Si può poi fare una rincalzatura per proteggere la pianta dal freddo e stimolarne le radici.

Le avversità: malattie e insetti

La fava teme particolarmente gli afidi, non per niente l’afide nero viene chiamato proprio “afide nero della fava”.

Il tonchio è invece un coleottero che può danneggiare gravemente il raccolto. Da tonchio e afidi si possono difendere le fave seguendo le stesse indicazioni valide per i fagioli.

Tra le malattie l’avversità peggiore è il carbone della fava, un fungo che in situazioni di prolungata umidità può far marcire le radici della pianta.

La raccolta

una pianta di faveLe fave si raccolgono tra maggio e giugno, prima che il seme diventi duro,  e si possono mangiare anche crude. Se il seme è troppo maturo occorre sbucciare il legume prima di consumarlo. Il momento adatto alla raccolta si verifica al tatto sentendo i semi dentro al baccello.

il momento adatto per la raccolta si può verificare al tatto la presenza dei semi nel baccello. Il seme può essere seccato, adottando le stesse precauzioni che si prendono con il fagiolo, al fine di evitare le incursioni del tonchio

Una volta raccolte le fave si possono essiccate o conservare congelate. All’essiccazione bisogna stare attenti al tonchio (come per il fagiolo). Le fave secche possono anche essere ridotte in farina, da usare poi in cucina e nei minestroni di verdura.

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Articolo di Matteo Cereda

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