Il peperoncino Carolina Reaper è frutto di una pianta ibrida della famiglia delle Caspicum Chinense, ottenuta in America incrociando due specie di peperoncino estremamente piccanti: l’Habanero Rosso ed il Naga Morich Pakistano.
Nel 2013, precisamente il 14 novembre, si è aggiudicato l’infuocato titolo di “peperoncino più piccante al mondo”, scalzando l’altrettanto famoso Trinidad Scorpion di origine australiana, che deteneva il record dal 2011. Da quel momento, il Carolina Reaper è entrato nel Guinness World Records mantenendo ad ora (Guinnes 2019) questo primato.
Almeno ufficialmente parliamo quindi del peperoncino in assoluto più piccante, scopriamo qualcosa in più su questa varietà e sulla sua coltivazione.
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Le origini del Carolina Reaper
Il nome “Carolina Reaper” si ispira ad una famosa serie horror americana omonima, possiamo tradurlo con falciatore della Carolina. L’appellativo di mietitore o falciatore è dovuto alla forma, visto che peperoncino, in condizioni climatiche ottimali, presenta una parte finale che ricorda la tipica coda curvata dello scorpione, in attesa di “attaccare” la preda.
Questa cultivar è nata in America, e più precisamente come si capisce dal nome stesso, nella Carolina del Sud. Il suo inventore, Ed Currie, noto amante del piccante ed appassionato di sperimentazioni, ha creato questa varietà impollinando manualmente il Naga Morich e l’Habanero, senza sapere precisamente cosa ne avrebbe ottenuto.
Nel 2011 un reporter di una stazione radio nazionale assaggiò casualmente il frutto, rimanendone sconvolto per la piccantezza estrema. Dopo essersi ripreso, scrisse un servizio dove spiegava l’incredibile sensazione di dolore quasi “fisico” che il peperoncino gli aveva procurato, lasciando tuttavia un retrogusto molto aromatico, mai provato prima.
Il passaparola fu immediato: in poco tempo il peperoncino arrivò ai laboratori universitari per essere analizzato e venne ufficialmente dichiarato come il “peperoncino più piccante al mondo”. Il grado di piccantezza era incredibile, superava il valore di 2.000.000 unità di Scoville (SHU), un punteggio mai raggiunto prima.
Il record mondiale di piccantezza era precedentemente detenuto dal Trinidad Moruga Scorpion, con 1.500.000 SHU.
La pianta di Carolina Reaper
Il Carolina Reaper è un peperoncino facilmente coltivabile nel nostro clima, purché si seguano alcune semplici regole, a partire dalla fase di germinazione ed al controllo della temperatura nelle prime fasi di vita.
Si tratta di una varietà che impiega circa 90 giorni per maturare, formando un arbusto alto circa 50/70 cm, sufficientemente robusto da non richiedere un tutore di sostegno.
L’apparato fogliare è generoso, con foglie lisce e grandi, a protezione, nelle fasi di ingrossamento, dei giovani frutti.
I frutti sono peperoncini di forma irregolare, lunghi circa 6/8 cm e di colore rosso intenso.
Grado di piccantezza Scoville del mietitore
La piccantezza di un peperoncino dipende dal contenuto di capsaicina nel frutto e si misura secondo la scala di Scoville, con un punteggio in SHU (Scoville Heat Units).
Non esiste in realtà un punteggio esatto attribuibile a una cultivar in generale: il punteggio vero e proprio può variare tra frutti diversi della stessa varietà, poiché la piccantezza dipende anche da fattori di coltivazione, in particolare dalle caratteristiche del suolo.
Tuttavia, la misurazione ufficiale per il guinness world record indica che la piccantezza media del Carolina Reaper è di 1.569.300 unità Scoville, con picchi di 2.200.000 unità. Un punteggio incredibile se pensiamo che il peperoncino record fino al 2011 era il Bhut Jolokia con un punteggio di 1 milione di SHU.
Ci sono due varietà di peperoncino che contendono al Carolina Reaper il titolo di più piccante in assoluto, il dragon breath inglese e la recente cultivar chiamata pepper x. Nonostante le misurazioni diano queste due cultivar nettamente sopra (2.500.000 SHU per il dragon breath e addirittura oltre i 3.000.000 per il pepper x) non è ancora stato ratificato il sorpasso nel guinnes dei primati, per cui in via ufficiale il Carolina resta il più piccante al mondo.
Caratteristiche organolettiche ed uso culinario
Essendo uno dei peperoncini più piccanti al mondo, mangiare un Carolina Reaper è una sfida per temerari: non è semplice sopportare l’elevato bruciore che lascia in bocca. La concentrazione di capsaicina, la molecola che causa la tipica sensazione di piccantezza, è talmente elevata che, se entra a contatto con la pelle, provoca dolore e sensazione di bruciore. Anche se questo effetto sparisce in genere nell’arco di una ventina di minuti senza arrecare danni, bisogna ricordarsi di maneggiare con cautela il frutto in cucina, impiegando guanti ed evitando di toccarsi gli occhi con le dita… Il punteggio SHU del Carolina Reaper è assimilabile ai valori degli spray anti aggressione.
Dal 2017 pare che l’uso di questo frutto nelle cucine dei migliori chef, sia notevolmente aumentato, e oggi il Carolina Reaper è uno dei prodotti più ricercati per gli amanti del piccante estremo.
Per riuscire ad apprezzare un peperoncino il cui valore in SHU è così elevato da appiattire ogni altro sapore sotto una “colata lavica”, l’unica possibilità è diluirne gli effetti. La cottura, o la produzione di creme o polveri, è consigliata per far risaltare il gusto fruttato, quasi dolce, del Carolina Reaper, che richiama sentori di cannella e cioccolato.
Realizzando un olio piccante, una conserva o una marmellata di peperoncino, si può giocare sui contrasti, accostando il peperoncino ad altri gusti, ad esempio con agrumi o frutti di bosco.
Se volete mangiarlo crudo come sfida tra amici, pensateci molto bene: basta cercare in internet esperienze di chi ha già provato ad ingoiare questi peperoncini, ignari di cosa gli sarebbe aspettato.
Uno degli eventi più famosi al mondo è il “Chili Eating Contest”: una manifestazione annuale dove una dozzina di concorrenti devono mangiare più peperoncini partendo dal meno piccante al più piccante! Vince ovviamente chi resiste più a lungo senza abbandonare la sfida, ma ben pochi arrivano a mangiare il Carolina Reaper!
Coltivare il Carolina Reaper
Quando si desidera coltivare una pianta di peperoncino capiscuum annum bisogna tenere sempre presente che si tratta di varietà che non nascono per il nostro clima. Il loro ciclo colturale piuttosto lungo, la tempistica di maturazione del frutto e la scarsa resistenza al freddo non devono essere ignorate.
Tuttavia coltivare il peperoncino più piccante del mondo nel nostro orto, o anche in vaso sul balcone, è possibile, in genere conviene aiutarsi con semenzai riscaldati se non grow box.
Iniziare dal seme
Procurarsi i semi del Carolina Reaper non è difficile e sicuramente la soddisfazione di veder nascere la pianta dal seme è impagabile.
La fase di germinazione è ovviamente una delle più delicate e possiamo approfondirla nel post sulla semina dei peperoncini: richiede una temperatura di 25 gradi, e solitamente la piantina coi cotiledoni emerge entro un mese dalla semina, a patto di aver usato semi di buona qualità. In questo senso è molto importante accertarsi che il seme si presenti ben conservato e senza muffe. Bisogna innaffiare poco e regolarmente, tenendo il terreno umido, ma mai completamente zuppo o asciutto.
Visto che le temperature anche notturne non devono mai scendere sotto ai 15 gradi possiamo seminare Carolina Reaper all’aperto solo a partire da aprile, per questo conviene una semina in semenzaio che permette di anticipare a febbraio il periodo.
Trapiantare le piantine
Più semplicemente si può optare per l’acquisto di piantine già sviluppate, di circa 15/20 cm di altezza, pronte per il trapianto. Solitamente questa è la scelta più comune; per l’uso domestico tre o quattro piante sono sufficienti per garantire il fabbisogno medio di una famiglia. Anche per il trapianto, il nostro Carolina Reaper può essere messo in campo a partire da aprile o maggio a seconda delle zone, perché non patisca eventuali ritorni di freddo.
Se vogliamo trapiantare una piantina di peperoncino cresciuta in semenzaio è bene acclimatare la piantina, esponendola per brevi periodi al sole diretto, aumentando progressivamente il tempo di esposizione. I bruschi cambiamenti fanno male a tutte le piante, non solo ai peperoncini!
Terreno e concimazione
Per coltivare bisogna tenere in considerazione che la pianta predilige un terreno nutrito e bilanciato, e che abbia un giusto compromesso tra ritenzione idrica e drenabilità.
Risulta ottimale mescolare al terreno della torba e della sabbia, oppure humus di lombrico. Come concimazione possiamo incorporare al terreno del letame ben maturo, con l’aiuto di una zappa o della fresa.
La concimazione di fondo è importantissima per garantire la buona crescita dei frutti, ed il peperoncino non fa differenze: più il vostro terreno sarà ammendato correttamente, migliore sarà il risultato finale.
Crescita e mantenimento
Durante le prime fasi di crescita la pianta va bagnata con costanza, meglio se alla sera, a piccole dosi, assicurando un terreno umido ma mai zuppo, e dev’essere mantenuta al sole. Il peperoncino ha un apparato radicale sensibile all’asfissia, ed è una pianta che richiede una buona cura sul piano dell’alimentazione e approvvigionamento idrico.
Si tratta di piante molto sensibili alle variazioni di temperatura e di luminosità, nonché alle forti escursioni termiche tra il giorno e la notte. La crescita vegetativa dei carolina reaper si interrompe se la temperatura scende sotto ai 10/12°C.
La pianta di questo tipo di peperoncini predilige una piena esposizione solare: 10-12 ore di sole al giorno rappresentano un tempo ottimale.
Non preoccupatevi se durante la crescita vedrete alcuni fiori cadere: è la naturale selezione della piante, che si concentrerà maggiormente sui fiori rimasti, dando degli ottimi frutti!
Raccolta dei peperoncini
Se siete amanti del piccante estremo, nella settimana precedente alla raccolta si consiglia di innaffiare poco la pianta. Questo permette alla presenza di acqua nel frutto di diminuire, aumentando la concentrazione di capsaicina, e quindi la piccantezza.
Probabilmente questo manderà in leggera crisi l’apparato fogliare: basterà innaffiare con poca acqua, sufficiente per tenere viva la pianta, fino al momento della raccolta.
Benefici dei peperoncini Carolina Reaper
Contrariamente a quanto si possa pensare, il peperoncino, anche il più piccante al mondo come il Carolina, ha una serie incredibile di effetti positivi e benefici sul nostro organismo. Alcuni potrebbero addirittura sembrare un controsenso, ma gli studi hanno dimostrato scientificamente che l’assunzione regolare e moderata di peperoncini piccanti ha proprietà positive e promuove una serie di benefici.
- Benefici dell’apparato digerente (perfino nelle persone con ulcere il peperoncino, in precise dosi, è benefico)
- Fortifica il cuore rendendolo più sano (aiuta il sistema circolatorio e previene le malattie cardiache)
- Mitiga l’emicrania (impone al cervello di concentrarsi sul nuovo “dolore”, desensibilizzandolo)
- Dà sollievo nei dolori articolari (la capsaicina è di fatto un antidolorifico)
- Migliora il metabolismo e promuove la perdita di peso (aumenta il tasso metabolico e riduce il senso di fame se ingerito a digiuno)
- Riduce il rischio di cancro (ha proprietà antiossidanti)
- Combatte l’influenza, i raffreddori e le infezioni fungine (i peperoncini sono colmi di beta-carotene e innalzano la temperatura corporea, attivando il sistema immunitario).
Vi abbiamo convinti? Buona coltivazione e buon peperoncino a tutti!
Articolo di Simone Girolimetto
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