La Calabria è terra di peperoncini, un po’ come la Puglia sta alle orecchiette e l’Emilia Romagna ai tortellini. In particolare il tipico peperoncino calabrese, noto anche come Diavolicchio, è una delle varietà più diffuse e piccanti tra quelle coltivate in Italia.

Questo frutto nostrano fa parte della specie capsicum annuum, per il suo sapore si fa apprezzare in cucina ed è anche una cultivar decisamente produttiva.

peperoncini calabresi

Prima di sperimentare varietà esotiche di peppers messicani oppure orientali possiamo quindi scegliere un prodotto tipico locale. Scopriamo le caratteristiche e i segreti per coltivare peperoncini calabresi nel nostro orto!

La pianta di diavolicchio

Il diavolicchio calabrese è una bella pianta, dalle foglie piccole, con frutti che crescono raggruppati in mazzetti. Per questo viene anche chiamato “peperoncino calabrese a mazzetti”.

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Quando le temperature sono stabilmente sopra i 25 gradi, i cespugli si riempiono di numerosi peperoncini. I mazzetti sono spesso così tanti da rendere necessario l’uso di un sostegno a cui legare la pianta per sostenerne il peso. La pianta del diavolicchio infatti è molto produttiva e offre un ricco raccolto di questi piccoli peperoncini affusolati di colore rosso!

Caratteristiche del peperoncino

I frutti del peperoncino calabrese sono di forma affusolata leggermente ovale, con una punta all’apice, che si ricurva leggermente in modo caratteristico.

Inizialmente verdi, a maturazione diventano di un rosso brillante. La lunghezza del frutto è mediamente tra i tre e i cinque centimetri.

Data la sua larga produzione in tutta la penisola, è evidente che le cultivar di questo peperoncino siano molte. Il diavolicchio calabrese si presenta quindi in diverse varianti, le principali sono:

  • Calabrese Alberello
  • Calabrese Conico
  • Calabrese Grosso
  • Calabrese Lungo
  • Calabrese Piccolo
  • Calabrese Sottile
  • Calabrese Tondo
  • Calabrese Tondo Dolce

Grado di piccantezza Scoville

Il diavolicchio è la varietà di peperoncino più piccante tra quelle tipiche dell’Italia. Ha una piccantezza media che si aggira intorno ai 100.000 / 150.000 SHU, anche se ci sono varietà calabresi a 20.000 o 30.000 SHU.

Ovviamente questo valore va preso con le molle: le differenze oscillano di molto in base alla varietà e alle pratiche di coltivazione. Tuttavia abbiamo un peperoncino piuttosto ricco di capsicina, e quindi piccante.

Anche se non può rivaleggiare contro i piccantissimi capsicum chinense, quali habanero o carolina reaper, per essere un capsicum annuum si difende bene.

Caratteristiche organolettiche ed uso culinario

Il diavolicchio è una varietà davvero molto diffusa in Italia e ha un ruolo di primo piano nella cucina tipica calabrese. Ha un profumo inconfondibile, molto fresco, che aromatizza primi e secondi piatti, conferendo alle ricette un sapore deciso e piccante. Ottimo anche il suo utilizzo per donare una leggera piccantezza ai principali condimenti, o per consumarlo in vasetti sott’olio.

Unito all’olio extravergine locale, altra produzione tipica dell’Italia meridionale, dà vita a un buonissimo olio piccante, possiamo anche inventarci marmellate di peperoncino.

Coltivare i peperoncini calabresi

La coltivazione di diavolicchio calabrese non è molto differente rispetto agli altri peperoncini. Il fatto di essere alle prese con un peperoncino di origine italiana ci aiuta, dal punto di vista climatico, resta comunque un ortaggio estivo che richiede temperature miti e ottima esposizione solare.

La pianta è molto produttiva, in particolare se la coltiviamo in piena terra, quindi piantando in giardino o nell’orto. Si tratta però di un peperoncino che riesce bene anche in vaso, a patto di avere un balcone che riceva luce per gran parte della giornata.

Possiamo per semplicità scegliere di comprare piantine in vivaio, non è difficile trovare il peperoncino calabrese. In alternativa, partendo dal seme si avrà la soddisfazione di veder nascere e crescere la piantina dall’inizio, acclimatandola progressivamente per la successiva messa a dimora.

Iniziare dal seme

Affinché i semi di diavolicchio possano germinare, serve che le temperature, anche notturne, non scendano sotto i 15°C.

A seconda delle zone italiane è necessario aspettare marzo, al nord anche aprile. Nel centro o sud Italia, le temperature miti già a fine febbraio permettono un anticipo sulla semina. Un semenzaio riscaldato ci permette eventualmente di partire prima.

Metodo “scottex”

Nella semina del peperoncino la germinazione è uno dei momenti da curare, visto che il tegumento esterno di questa specie è piuttosto rigido. Il metodo scottex è uno dei sistemi più conosciuti e facili affinché i semi di peperoncino possano germinare con successo.

Basta munirsi di una vaschetta di plastica trasparente con coperchio, dove mettere sul fondo qualche strato di carta assorbente. Meglio praticare qualche foro al coperchio. Prelevare i semi ed adagiarli sul fondo, sopra lo strato di carta assorbente, distanziandoli l’uno dall’altro. La distanza è importante: dopo la germinazione, dovrà essere facile separare i semini gli uni dagli altri, evitando di rompere le fragili radichette.

Dopo qualche giorno, si noterà la comparsa di condensa nel fondo del recipiente. Segno che l’umidità è giusta. Facciamo attenzione che non diventi troppa, provocando marciumi.

La temperatura durante i giorni pre-germinazione non deve mai scendere al di sotto dei 15 – 20 gradi, e non deve superare i 30 gradi. Ovviamente l’interno di casa è perfetto per questa fase. Con queste condizioni, i semi dovrebbero germogliare in 7-10 giorni.

Appena i semi germogliano, si formerà una piccola radice. A quel punto, con delicatezza, prelevare i semi ed adagiarli in alveoli o bicchieri con terriccio per semine, avendo cura di interrare la parte radicale e di lasciare il seme appena sopra lo strato di terra.

Preparare il terreno

La pianta di peperoncino calabrese, come tutte le cultivar di capsicum annuum, predilige una zona ben soleggiata. La pianta avrà un portamento migliore se posta al riparo dal vento.

Il terreno ideale per il Diavolicchio deve essere permeabile e fertile, ricco di sostanza organica già decomposta, anche se queste piante si adattano a terreni di diversa natura.

Il peperoncino teme i ristagni idrici quasi più della siccità. Per questo curiamo bene la lavorazione (vangatura in particolare).

Piantare peperoncini calabresi

Il trapianto delle piantine avviene in genere dopo circa 40 giorni dalla semina, quando le piantine superano i 10 cm di altezza.

Il sesto d’impianto prevede distanze distanze tra le file di 80-100 cm e tra le piante sulla fila di 40-50 cm. Nell’orto vista la produttività possiamo accontentarci di poche piante.

Irrigazione dei peperoncini

Come per la maggior parte delle piante, il peperoncino teme i ristagni idrici, e ha bisogno di irrigazioni costanti e modeste. Nel periodo estivo è opportuno irrigare anche ogni giorno per scongiurare il rischio che la pianta vada in sofferenza, sempre evitando di bagnare le foglie per prevenire la diffusione di malattie di tipo fungino. Se coltiviamo in vaso è opportuno irrigare più spesso.

Dall’altro lato bisogna scongiurare le elevate temperature: possono causare la cascola dei fiori e dei frutti, compromettendone la produzione. A questo proposito possiamo aiutarci con reti ombreggianti.

Raccolta dei peperoncini

Il diavolicchio si raccoglie a partire da maggio/giugno, in base alla zona geografica. La pianta continua a produrre frutti fino a ottobre, L’abbassamento delle temperature pone fine al periodo di raccolta. La pianta di diavolicchio sarebbe perenne, ma in genere in Italia non viene fatta svernare e si preferisce toglierla in autunno per riseminare l’anno successivo.

Capire quando il peperoncino calabrese è maturo è semplice, basandosi sul colore rosso acceso, che deve presentarsi uniforme su tutta la superficie.

Articolo di Simone Girolimetto